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Autore: NicholasFox    07/09/2013    2 recensioni
Questo sarà la mia prima opera che scrivo. Spero vi piaccia. E' fantasy, con personaggi inventati da me e mossi in un mondo parallelo, con dei reami a sè. E recensite ;)
Una mia amica mi ha aiutato con i nomi. Buona lettura ;)
In una fredda notte scura, in un reame del mondo di Sarhanaeg, una setta oscura risveglia un pericolosissimo mostro di nome Yugoo'th. E' solo l'inizio degli incubi, per questo mondo, e toccherà a dei giovani amici combatterlo.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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CAPITOLO 1


Una calda notte d'estate, quindici anni prima, nasceva Shirer, in un paesino nel regno di Ithaqua. Il paese si trova in riva al mare ed è denominato Kingfisher. E' un posto dimenticato dagli dei: edifici mezzi diroccati, negozi chiusi e cadenti, con delle assi di legno appese a delle minuscole finestre, poche case, anonime, spente. Nell'aria si annusa l'odore salmastro di pesci andati a male. Ovunque guardi, vedi la rovina. Ma non è stata colpa degli abitanti, per quei pochi che sono. Un tempo, erano stati invasi dai guerrieri di Shadon, il regno oscuro del mondo di Sarhanaeg. Dove sono passati loro, rimanevano solamente le macerie, di quel che un tempo erano edifici lussuosi, alti ed eleganti. Ora un cumulo di detriti. Molte persone avevano abbandonato la loro casa a Kingfisher, per trasferirsi a Mahkrat, regno principale di Sarhanaeg. Molti altri sperduti nelle grandi Montagne Trenzalow, che fa da confine naturali fra Ithaqua ed Ephaesthood. Fra quei pochi che avevano avuto il fegato di restare, era un evento straordinario, la nascita di Shirer. I suoi genitori, Ann e Brunner, erano al settimo cielo. Si comportavano con lui come fosse un gioiello prezioso, anche fin troppo apprensivi. Ann, una donna bassa, con un viso angelico, due occhi azzurri come il mare, e i capelli rossi, raccolti in una lunga treccia che cadeva sulle spalle. Brunner, un uomo alto, muscoloso, quasi senza capelli e due enormi baffi neri. Due persone completamente diverse, eppure l'amore aveva prevalso alle loro differenze. Ann era nata e aveva sempre vissuto a Kingfisher, mentre Brunner era originario di Ephaesthood, infatti la sua corporatura era caratteristica di quegli uomini, grandi fabbri. Si erano conosciuti quando Brunner era venuto a Kingfisher, per un viaggio di lavoro. Doveva prelevare del ferro, accumulato lì da un abitante del paese. Un anno dopo, ebbero il loro primo ed unico figlio: Shirer. Aveva preso tutte le caratteristiche della madre, compresa la statura. Anche appena nato, era il più piccolo neonato che avevano mai visto. Col tempo, però, era cresciuto diventando di statura media. Ne' più alto degli altri, ne' il più basso. Cinque anni dopo morì la madre Ann, in un tragico incidente. Da quel momento la tristezza era all'ordine del giorno. Con suo padre non parlava praticamente mai, neppure si guardavano, come se fosse stata colpa di Shirer. Aveva solo cinque anni, un povero ed innocente bambino, che passava le giornate a pensare alla madre. Non dormiva più, a stento riusciva a mangiare un boccone di pane. Suo padre stava fuori casa tutto il giorno, forse alla locanda con i suoi amici a bere qualcosa. Come sempre, d'altronde. Era una sua abitudine. Ma ci andava anche adesso, nonostante la perdita della sua amata Ann. E quando tornava a casa, sbronzo com'era, si chiudeva in camera sua e poltriva per il resto della giornata. 
Quando ebbe 10 anni, cambiò totalmente. Diventò alto, muscoloso, a causa del suo lavoro al porto cittadino. Non era più un ragazzo mingherlino come una volta. Ora era molto diverso. Stava tutti santi giorni, tutto il giorno, al porto di Kingfisher. Tirava su da solo delle scatole enormi e stracariche di pesce e di qualcos'altro. All'inizio non ci riusciva molto, ma poi ci aveva preso la mano, diventano il numero uno dei sollevamenti casse.
Una sera, mentre tornava a casa dal lavoro, in una viuzza secondaria, incontrò un giovane ragazzo. Aveva più o meno la sua stessa età, ma era più basso rispetto a lui (anche se non di tanto). Aveva dei corti capelli castani, tagliati male. Aveva poi un viso olivastro, due grandi occhi marroni, e una bocca, contorta in una smorfia impaurita. Subito, si avvicinò a lui.
"Ciao, amico!" fece Shirer. L'altro ragazzo lo squadrò male all'inizio, ma poi sorrise. Un sorriso, si fa per dire: gli angoli della sua bocca si contorsero in una smorfia all'insù. Poteva sembrarlo, ma secondo Shirer non lo era.
"Hai bisogno di....una mano?" chiese, sembrandosi più convincente di quello che la sua voce che fuoriusciva come un debole squittio.
Il ragazzo spostò lo sguardo a terra, frustato. Shirer non lo riusciva a capire, date tutte le smorfie e gli sguardi strani che faceva. Un tipo strano, stranissimo. Stava quasi per girare i tacchi ed andarsene, quand'ecco che rispose.
"M-mi....sono appena trasferito....con la mia famiglia." sospirò "Ma non mi piace qui!".
Shirer alzò gli occhi al cielo, ora che aveva finalmente capito cos'aveva. Ma non era felice. Insomma, che si lamentava quel tipo?!? Lui ci viveva ogni giorno a Kingfisher. Lui dev'essere stata la prima volta che visitava quel paese. Non poteva parlar così. Shirer poteva farlo, ma non lui. Ma decise di non litigare, anche se doveva mettercela tutta.
"Senti..." cominciò, anche se non sapeva bene cosa dire "...se vuoi, possiamo giocare insieme, un giorno".
Il viso di quel ragazzo si illuminò. Sorrise ancora più forte, e lo guardava con allegria. Sembrava uno di quei bambocci del suo quartiere quando arrivava il carrello dei dolciumi, in strada, con l'offerta 'prendi 3, paghi 1'.
"Davvero?" chiese, tutto eccitato.
Ormai non poteva più tirarsi indietro, quindi annuì.
"Ma solo il Venerdì e la Domenica, quando non lavoro.". Notava con interesse lo sguardo del ragazzo, lo stava quasi facendo imbarazzare. Poi si accorse che non si erano ancora presentati.
"Shirer" e tese la sua mano, incurante se fosse sudata o se era sporca di pesce. Lui la strinse, sempre ridendo, e disse il suo nome. "Archest".
Ma Shirer non poteva sapere che da lì ad un anno, quel nome poteva costargli molto. Non poteva sapere ciò che aspettava a lui e al suo nuovo amico. E se lo avesse saputo, non avrebbe cercato di fare amicizia con lui.
"Allora...ti sei trasferito qui. Da dove e perchè?". Sì, era un impiccione nato, era fatto così. Ma una nuova famiglia, che veniva ad abitare a Kingfisher, non si era mai vista. Non è un ottimo posto per viverci, no di certo. Dunque lo trovava strano.
"Mio padre vendeva pesci alla capitale di Ithaqua." cominciò a spiegare "Poi il suo capo lo ha spedito qui, a lavorare per il negozio che ha qui. Sai, ha una catena.".
In quel paese c'erano tantissimi pescivendoli, praticamente vivevano di quello. In ogni via, se ne trovava uno. E tutti erano in competizione. Non mancava giorno in cui non si trovavano appesi fuori dal negozio cartelli che inauguravano una nuova offerta o un nuovo pesce. Ma anche altri, di pubblicità, come 'Se volete il pesce migliore, venite da Willow's Fish!'. E di sicuro, ogni due giorni, spuntava un nuovo locale, per vendere i loro pesci e crostacei. Ma Archest sembrava avergli letto nel pensiero, perchè disse a quale negozio si riferiva.
"Polp&Squat, Inc.". Ecco, ora Shirer aveva capito. Ce n'era solo uno a Kingfisher, ma non attirava molti clienti. Non perchè avevano pesci cattivi, ma perchè avevano scelto il luogo sbagliato: in un edificio piccolo, ai confini del paese. Chi mai andrebbe lì?
"Domani è Venerdì." cambiò discorso, ne aveva avuto abbastanza di pesci e affini "Puoi venire da me.".
Archest rise. Non capiva come mai, ma era così allegro quel ragazzo. Non come l'inizio però, quando era triste e fissava a terra. Gli serviva solo un nuovo amico, ed ora l'aveva trovato.
"Affare fatto. Ci troviamo qui?" chiese Archest, speranzoso. Non aveva voglia di girare per tutto il paese, preferiva quella vietta come luogo d'incontro, dato che era appena fuori da casa sua.
Shirer annuì. "Qui, domani mattina."
Poi sentì la voce di una donna che chiamava Archest e si congedarono. Poi lui corse dentro a casa sua, dalla persona che lo aveva chiamato. Dovrebbe essere stata sua madre, che altri?
Lui invece tornò al suo appartamento, preso in affitto pochi mesi prima. Salì velocemente le scale, per poi entrare dalla porta di servizio. La porta principale non funzionava ormai dai tempi dei vecchi proprietari. Suo padre era disteso sul divano, a sonnecchiare. Decise che era più prudente non svegliarlo, così sgattaiolò in camera sua. Buttò il gilet color blu sbiadito nel letto. Poi si mise a sedere nella sua scrivania, continuando a pensare a quell' Archest. Certo che era proprio strano, il modo in cui lo guardava, il modo in cui parlava. Prese la bottiglietta di acqua che aveva davanti a sè e ne bevve un sorso, per poi riporla dov'era prima. Il giorno dopo avrebbe dovuto giocare con lui, ma che faceva? Dalla morte della madre non aveva più fatto nessun tipo di gioco, dato sia il cambiamento di suo padre, sia la mancanza di amici. Ma ora ne aveva uno, doveva inventarsene uno. Nascondino? No, si era appena trasferito, non conosceva ancora quel posto. Giusto! Non avrebbero giocato, ma avrebbero fatto un giro turistico a Kingfisher! Ovviamente stando alla larga dai soliti banditi e ladri. Un'idea geniale.


Spazio Scrittore: Questo capitolo è un po' corto, essendo solo l'introduzione dei personaggi, Shirer ed Archest. Ovviamente gli altri capitoli saranno più lunghi ;)

  
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