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Autore: Rosebud_secret    07/09/2013    3 recensioni
In un sopralluogo come tanti, il capitano Kirk, il primo ufficiale Spock e il dottor McCoy trovano qualcosa che mai avrebbero dovuto e voluto trovare.
"Jim si issò sopra al cratere facendosi leva sulle braccia, seguito dal comandante.
- Riconosci la specie?-, chiese al dottore, accucciandoglisi accanto.
- E' un thedassiano.-, rispose Spock per lui, - Certo, il thedassiano più strano che abbia mai visto. Proviene da un pianeta a circa trentotto anni luce da qui. Ma non è questo il punto: non mi risulta affatto che abbiano sviluppato studi di tecnologie cibernetiche e, qualora l'avessero fatto, questi impianti mi sembrano decisamente troppo sofisticati per una specie che ha scoperto la curvatura da non più di un quarto di secolo.-"
[post Star Trek XII, Spoiler free]; [Crossover con le serie tv]. 
Perfettamente comprensibile anche per chi ha visto solo Star Trek XI e XII!
Buona lettura!
Genere: Angst, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James T. Kirk, Sorpresa, Spock, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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V






Un battito di ciglia e Kirk e Khan si ritrovarono sulla nave Borg. Schiena contro schiena e con i phaser puntati si guardarono intorno. Un intricato reticolo di corridoi tutti uguali si estendeva a perdita d'occhio, ma, con loro sorpresa, nessuno giunse a fermarli.

- Forse siamo riusciti a teletrasportarci senza che loro lo notassero...-, disse il capitano.

- Di questo non ne sarei affatto sicuro.-, ribatté Khan, avvicinandosi alla balaustra.
- Non siamo affatto soli.-

Kirk mise a fuoco cosa il potenziato gli stava facendo notare. C'erano centinaia di uomini su ogni corridoio che riuscivano a scorgere: immobili, inerti, del tutto disinteressati alla loro presenza.

- Allora, da che parte andiamo?-

La voce di Khan gli arrivò lontana e ovattata.
Deglutì, sconfortato. Anche se la situazione fosse rimasta invariata, cosa in cui non credeva, trovare Spock in quella nave gigantesca cominciava a sembrargli un'impresa sempre più disperata.

- Non lo so...-

- Allora una parte vale l'altra.-

Khan si mosse verso sinistra, tornando indietro e imboccando uno stretto corridoio. Le pareti della nave erano ricoperte da un'infinità di circuiti cibernetici. Jim stava per superare la soglia successiva di quel labirinto, quando il potenziato lo trattenne indietro.

- Guarda.-, gli sussurrò.

Due uomini si stavano muovendo in loro direzione. Ad ogni passo si potevano chiaramente udire i tetri tintinnii delle loro componenti robotiche.
Jim e Khan si slanciarono nel corridoio attiguo e si appiattirono contro la parete. I Borg raggiunsero la soglia e si limitarono a tornare indietro, senza notarli o senza volerli notare.

- Proseguiamo per di qui.-

Kirk riprese a camminare, senza soffermarsi ad osservare gli uomini che, più simili a statue, erano disposti in piccole celle sulla sua sinistra. Tutti apparivano vulcaniani, o, più probabilmente romulani, ma i loro volti erano estremamente pallidi e ricoperti di impianti cibernetici.

- Perché non fanno nulla?-, si chiese a voce alta.

- Tu daresti la caccia ad una mosca per tutta la nave, o attenderesti con pazienza che essa giunga vicina alla tua mano?-

Il capitano lanciò uno sguardo a Khan che, lento, lo seguiva.
- Non siamo mosche, siamo armati e potremmo anche uccidere questi uomini uno per uno.-

Il potenziato sorrise.
- Ma non lo stiamo facendo e, a livello personale, non mi arrischierei. Nonostante sia convinto che per Spock quelli che vedi non siano altro che fanteria sacrificabile.-

- Spock non ragiona in questi termini.-

- Non fingere di comprendere il suo modo di ragionare, Kirk. Quel che mi preoccupa è che lui conosca il tuo con nitida chiarezza. Per di qua.-

Svoltarono verso destra, evitando altri due droni Borg attivi.

- Ci stanno guidando dove vogliono loro.-, constatò Jim, cercando senza molto successo di tenere a mente il percorso labirintico che stavano seguendo.

- Sei ancora così convinto di riuscire a portare in salvo i nostri uomini?-

- Lascia che io parli con Spock.-, fu la risposta secca di Kirk, ma doveva ammettere che, nel profondo, neanche lui era più molto convinto della buona riuscita del loro piano.

Scesero di diversi livelli, fino a raggiungere un ampio spazio libero di forma circolare. Alti piloni di componenti meccaniche li circondavano. Ricordavano, in un certo qual modo, le tetre colonne di un'antica cattedrale gotica. Piccoli lampi di cariche elettrostatiche illuminavano l'ambiente con sinistri crepitii.
Jim sollevò il capo, come richiamato da un istinto inspiegabile e fu allora che lo vide, Spock, seduto, immobile su una poltrona di comando metallica.





- Voglio una spiegazione!-, urlò McCoy.

Una volta portata la nave in una posizione sicura, aveva chiesto all'ambasciatore Spock di seguirlo nell'ufficio del capitano, facendo orecchie da mercante di fronte alla legittima richiesta di Scott e Sulu di saperne qualcosa di più.

- Mi aveva garantito che avevamo tempo, che Spock era un caso isolato, che potevamo risolvere la situazione!-, proseguì.

- Ho commesso un errore di valutazione...-, mormorò l'altro a bassa voce.

- Mi dica qualcosa che non so!-, abbaiò il dottore, sbattendo una mano sulla scrivania per poi passarsela sul viso stravolto dalla stanchezza e dalla preoccupazione.
Prese un respiro profondo.
- Cominci con un quadro specifico della situazione. E, già che c'è, faccia anche qualche ipotesi su dove possa trovarsi quella dannata nave!-

- Non ho idea di dove sia il cubo Borg, dottore, ma posso suggerirle di non perdere tempo e allertare immediatamente la federazione. Tutte le navi da combattimento dovranno essere pronte allo scontro. Devo essere onesto, capitano, potrebbe non essere sufficiente.-

- Ne è sicuro? E non mi chiami capitano, lo detesto!-

- E' il ruolo che lei stesso ha voluto assumere.-

- Perché mi ero fidato della sua analisi preliminare! Che era completamente errata! Mi aveva assicurato che una nave non può crearsi se non vi è una regina, ma ha visto con i suoi occhi come hanno cannibalizzato quella base! No, ambasciatore, non chiamerò il consiglio per preparare una flotta alla battaglia, lo farò per organizzare un piano d'evaquazione totale! Mi dica solo come posso rallentarli.-

- I Borg non hanno fretta. Inseguiranno le navi da carico fino a che non le avranno raggiunte. E' solo questione di tempo e loro ne hanno più di noi.-

- La decisione è presa. Farò evaquare quante più persone possibile e, una volta trovato quel dannato cubo, cercherò con ogni mezzo di rallentarlo.-

McCoy uscì dall'ufficio come una furia e tornò in plancia, premette il pulsante per aprire le comunicazioni con tutta la nave:
- Signori, come avrete sicuramente potuto intuire, la situazione è peggiore di quanto ci aspettassimo...-
Spiegò con precisione quanto aveva evinto dalla conversazione con l'ambasciatore, senza abbandonarsi a blandi tentativi di indorare la pillola.
- Siamo l'ammiraglia della flotta ed è nostro preciso dovere proteggere il nostro pianeta e la Federazione. Chiamerò il consiglio e prego che mi diano ascolto. McCoy chiude.-

- Cosa vuole fare con Jim?-
Spock lo interpellò al termine del comunicato.

L'altro gli scoccò un'occhiata fugace e infastidita.
- Che ci creda o meno, ambasciatore, Jim è l'ultimo dei miei problemi!-

- Non abbandonerà la ricerca, e lei lo sa.-

- Ho miliardi di persone di cui occuparmi, al momento, ambasciatore!-

- Ma Spock vuole che Jim lo raggiunga, non è un dettaglio da trascurare, allo stato attuale dei fatti, capitano!-

McCoy si alzò di scatto e lo fronteggiò:
- Se vuole aiutarmi a far comprendere al consiglio la gravità della situazione, è il benvenuto, ambasciatore. In caso contrario le ordino di lasciare la plancia immediatamente!-

Il vecchio vulcaniano si sedette al posto del suo corrispettivo, senza più provare ad insistere.
Ascoltò con estrema attenzione lo scambio tra McCoy e l'ammiraglio Roys e non si stupì affatto dell'incredulità con cui il piano di evaquazione del capitano era stato accolto. Per non parlare, poi, di quella nell'apprendere che Jim era stato destituito e abbandonato.
Si alzò in piedi e prese la parola, appoggiando McCoy e sottolineando con sconcertante chiarezza la gravità della situazione. Come prevedibile la naturale reazione dell'ammiraglio fu quella di radunare una flotta per distruggere la minaccia. La semplice idea che una sola nave potesse mettere a repentaglio l'interea Federazione dei Pianeti Uniti era inaccettabile.

- Mi meraviglio della sua posizione, ambasciatore Spock. Un vulcaniano non dovrebbe lasciarsi andare ad atti di incontrollato allarmismo.-

Il neo-capitano stava per rispondere in malo modo, ma il vecchio vulcaniano lo anticipò con serafica calma:
- Non è allarmismo, ammiraglio, ma un concreto timore. Io conosco questa razza e deve credermi se le dico che la loro presenza nel quadrante non solo non è normale, ma potrebbe avere esiti terribili.-

- Così ho deciso, ambasciatore. Non abusi ulteriormente del suo ruolo di facente funzioni di ammiraglio. Dottor McCoy, le ordino di recuperare immediatamente il capitano Kirk dalla USS Reprisal. Una volta risolto il problema Borg, conferirò con lui per comprendere a pieno la gravità della sua insubordinazione.-, detto questo, Roys interruppe il collegamento.

- Maledetto imbecille!-, urlò McCoy, colpendo il bracciolo della poltrona di comando.

Sulu lo guardò con triste comprensione.
- Che facciamo adesso?-, chiese.

L'altro sospirò e ordinò al sostituto di Uhura di mettersi in contatto con la Reprisal, poi si rivolse al timoniere.
- Cerchiamo di scoprire dov'è finito quel dannato cubo!-, ringhiò.

- Non riuscirete a contattarli. Sono troppo lontani da voi. Il vostro messaggio sub-spaziale li raggiungerebbe tra tre giorni e, no, non hanno tutto quel tempo.-
Q comparve all'improvviso alle loro spalle, di fronte alle porte del turbo ascensore.

McCoy lo raggiunse e, afferratolo per la giubba, lo schiantò con violenza contro la parete.
- Mi sono davvero stancato di te! Voglio delle risposte! ADESSO!-

L'entità sorrise, divertito.
Se fosse stato umano, probabilmente avrebbe provato compassione per il dottore. Ma era ben lontano dal poter comprendere davvero il terribile smarrimento e il senso d'impotenza del suo inferiore interlocutore.
Sgusciò via dalla sua presa e passeggiò per la plancia con aria pensosa, prima di decidersi a rispondere.

- Non considerarmi un nemico, Bones, non lo sono. Di fatto non esiste creatura nell'intero universo che vi apprezzi più di me, allo stato attuale.-
Si accomodò con leggerezza sulla poltrona di comando e ne accarezzò i braccioli con lasciva non curanza.
- E' forte la pressione qui sopra, vero? Non appare più così confortevole una volta che ci si è seduti a livello definitivo.-

- Q!..-, lo chiamò Spock con tono basso, quasi minaccioso.

- Dimmi, vulcaniano.-

- Cosa intendevi dire? Perché la USS Reprisal non ci risponderà? Dove li hai mandati?-

- Come dicesti in un tempo ormai remoto: una volta eliminato l'impossibile, ciò che resta, per quanto improbabile, dev'essere la verità. Voleva vedere Spock ed io l'ho accontentato.-

- Dove?!-, urlò McCoy.

Q sorrise ancora.
- L'ultima volta che ho controllato, sia la Reprisal che la nave Borg erano poco lontani dall'orbita di Romulus. Ma non temete, la partita è tutt'altro che conclusa.-

Il capitano stava per avventarsi contro l'alieno, ma l'ambasciatore lo trattenne.

- Perché lo hai mandato lì?-

- C'è un unico modo per riuscire a far ragionare Kirk: farcelo sbattere di muso. Non è diverso dall'educare... come si chiamano quei vostri animali da compagnia?.. un cane. Voglio che sia pronto per affrontare ciò che lo attende. Mi correggo: ciò che attende tutti voi.-
Fece un pausa.
- Non diversamente dal vostro consiglio, anche Jim ha preso la questione Borg decisamente sottogamba, ma sono oltremodo convinto che non commetterà più lo stesso errore.-





Deglutì, atterrito, nel vedere il ben noto volto del suo primo ufficiale straziato da quegli innesti cibernetici. La sola luce rossastra del visore sull'occhio destro gli conferiva un aspetto minaccioso e spettrale.
Khan, al suo fianco, non si fece cogliere dallo stesso smarrimento. Sfoderò il phaser e fece fuoco, per poi lanciarlo via come un inutile giocattolo. Il raggio era rimbalzato su un deflettore.
L'arma era inutile.
Spock di per sé non batté ciglio, del tutto disinteressato a ciò che stava avvenendo.

D'improvviso un piccolo gruppo di Borg sbucò dai corridoi alla spalle dei due uomini e si avventò su Khan.
Il potenziato lottò con tutte le sue forze, ma esitò quando riconobbe i suoi stessi uomini. Abbassò la guardia, e si lasciò abbattere proprio dalla mano di Marla, sua moglie. Ormai ridotto in ginocchio, si voltò verso Kirk, che, paralizzato, osservava la scena incapace di muovere un muscolo.

- Scappa!-, gli ordinò, in un gesto estremo di misericordia.
Il primo e, forse, l'ultimo della sua esistenza.

Jim parve riscuotersi.
Provò a trascinare via uno dei Borg che tenevano Khan, ma un semplice gesto di quest'ultimo bastò a schiantarlo al suolo.

- Spock, fermali!-, gridò, ancora a terra, - So che puoi farlo! Per l'amor del cielo, lo uccideranno!-

L'urlo di battaglia di Khan lo fece sobbalzare. Contro ogni aspettativa lo vide rialzarsi e spezzare il collo della donna-Borg con brutale compassione. Allontanò un secondo nemico, scaraventandolo contro uno dei piloni.

- Corri, idiota! Chiama la Reprisal e fatti riportare a bordo!-

Jim barcollò indietro. Aveva appena messo mano al comunicatore, quando la voce di Spock esplose dirompente nella sua mente:



 
"Jim!"

"Jim!"

"Jim!"

"Jim!"

"Jim!"


 
Martellò tra le pareti della scatola cranica, violenta e ripetuta come un eco fragoroso che lo costrinse in ginocchio.
Urlò di dolore senza neanche percepire il sangue che, lento, cominciava a fluire fuori dalle sue orecchie. Si schiantò sul gelido pavimento di metallo e annaspò, frastornato e con il cervello prossimo all'esplosione.
Con occhi sbarrati osservò Spock scendere dal suo trono con passi lenti e misurati.

- T-ti... prego...-, rantolò.

Il vulcaniano lo ignorò e si fermò di fronte a Khan, di nuovo costretto in ginocchio. Lo afferrò per i capelli, sollevandogli il capo.

- Tu non servi ai Borg.-, disse.

Non gli diede il tempo di rispondere. Distese il braccio non ricoperto dal maglio meccanico e gli perforò il torace. Con altrettanta meccanica freddezza lo ritrasse, stringendo tra le dita grondanti sangue il cuore del potenziato.
I suoi droni lasciarono Khan che, gli occhi ancora sgranati, si abbatté al suolo con un tonfo.

Jim, libero dalla fusione mentale, ma ancora stordito, strisciò indietro, più inorridito che spaventato. Vide Spock disfarsi del cuore di Khan con un rapido gesto.

- Questo... questo non sei tu!-, gli gridò.

Le labbra dell'altro si piegarono in un debole sorriso.
- Ti sorprenderesti.-, gli rispose, avvicinandosi.

L'altro si fece ancora indietro, ritrovandosi con le spalle contro un pilone. Il suo primo ufficiale ormai lo sovrastava.

- Ucciderai anche me?-

- Ucciderti? E perché mai dovrei? Una mente non è perfetta se operativa solo al 50%. I Borg hanno bisogno di te, Jim. Per questo ti ho chiamato qui. Ti ringrazio per essere venuto.-

Spock lo afferrò per la casacca, tirandolo in piedi.
Parve non sentire affatto il dolore del pugno di Jim.

- Non resistere, amico mio. Presto sarai assimilato e potrai comprendere anche tu la perfezione dei Borg. Non farà male, te lo prometto.-

Gli posò le dita sul volto, come l'anziano Spock aveva fatto prima di lui e il capitano non seppe più opporsi in alcun modo.

- La mia mente nella tua mente, i miei pensieri nei tuoi pensieri...-

Jim non udì neppure il suono metallico del gancio che scattava fuori dall'altro braccio di Spock. Tutto appariva ovattato e distante. I suoi stessi pensieri non erano più suoi, destinati a perdersi in codici di programmazione che ancora non poteva comprendere.
L'ago aveva appena sfiorato il suo collo, quando Q apparve alle spalle del vulcaniano.

- Non ancora, sangueverde!-, esclamò.

Lo afferrò per un braccio e lo lanciò indietro di una decina di metri. Kirk gli crollò tra le braccia a peso morto, affannato e perso. Subito dopo l'entità lo trascinò via con sé, lontano dal cubo Borg e, soprattutto, lontano da Spock.




N.d.A.: Eccomi, eccomi, non sono morta, ma appena tornata ho dovuto portare il computer dal tecnico per sostituire in toto la testiera e sul netbook non mi trovo altrettanto a mio agio! Chiedo scusa per il ritardo! Mi dispiace per le fan di Khan. Per Khan, in sincerità, un po' meno. L'ho sempre sofferto poco. Mi aspetto di essere linciata per averlo ucciso!
Grazie a tutti e scusatemi ancora!
Un bacione,
Ros.
   
 
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