Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: PinkBiatch    07/09/2013    4 recensioni
“C'è una mezzosangue, ad Hogwarts. E' un'insopportabile so-tutto-io, coi capelli crespi e i denti davanti..”
“Sporgenti.” Aveva continuato suo padre, come in trance.
“Come fai a saperlo?” Chiese Scorpius, incuriosito.
“Immagino sia la figlia della Granger.” Disse soltanto lui.
“Sì, si chiama Rose..”
“Che nome del cazzo, Rose..” Disse assorto suo padre.
“Rose Weasley.” Finì Scorpius.
“Weasley.” Draco sputò per terra.“Le avrei dato un nome migliore.”
“Cosa?”
“Niente, Scorp, niente. Stavo pensando fra me e me. M'ero dimenticato quanto la disprezzassi.”
“Chi? La madre di Rose?”
"Sì."
Suo padre si bucò con una spina e buttò la rosa che aveva appena colto fuori dal cancello in ferro battuto che circondava il giardino.
“Perché l'hai buttata?” Chiese suo figlio.
“Perché mi ero bucato” Rispose Draco semplicemente.
“Hai buttato via la più bella rosa del giardino solo perché ti sei bucato con una spina che avresti potuto togliere.” Lo rimbeccò Scorpius.
Quelle parole fecero pensare Draco.
“Verrà il giorno in cui ti mancherà.” Disse Draco dopo un po', quando erano ormai vicini alla porta di casa.
“Chi?”
“Quella Sudicia Mezzosangue.” Ed entrò in casa velocemente, abbandonando Scorpius confuso davanti alla porta di casa.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Credevate di esservi sbarazzati di me, eh? No! Affatto! Sono ancora viva, solo che ho deciso di pubblicare ogni due giorni, almeno sono sicura di avere sempre un capitolo pronto e comunque di non farvi attendere troppo c: Buona lettura, e grazie come sempre a tutti i recensori c:


16.

 

 

 

 

Mentre si stava dirigendo verso la Sala Grande, quando ormai era in procinto di varcarne la soglia, Rose fu trascinata bruscamente indietro da un braccio che le strinse il polso.
“Ahia” disse lei, senza vedere ancora il volto del suo “aggressore”.
“Scusa.” Disse una voce fredda, ma meno del solito, accanto a lei, rivelandole il viso di Scorpius Malfoy.
“Che c'è?” Gli chiese.
“Dove sei finita?”
“Dovevo andare su.”
“Su a fare cosa?”
“Da quando in qua t'importa di cosa faccio e cosa non faccio?”
“Forse da quando ho varcato la soglia della Sala Grande con te! Io.. Io non.. non voglio fare la figura dello scemo cornuto con gli altri perché tu sei già corsa da un altro!”
“Io? Corsa da un altro? Ma per chi mi hai presa?!”
“Non sei forse corsa dietro a quel damerino del cazzo di Beauxbatons?!”
“L'ho fatto perché mi hanno detto che è scappato quasi piangendo appena ci ha visti insieme, ed è pur sempre un amico!”
“Chiamalo amico! Ci prova spudoratamente con te da quando è arrivato!”
“E tu che ne sai?”
“Io l'ho.. l'ho visto! Si, okay, vi guardavo quand'eravate insieme, e anche quando non lo eravate lui continuava a guardarti!”
“Appunto per questo!”
“Cosa?”
“So che tiene davvero a me e non voglio che stia male!”
“E' inevitabile, se vuoi stare con me!” Gridò Scorpius.
Di colpo, si erano ritrovati a litigare come la più normale delle coppie. Eppure erano Weasley e Malfoy, che discendevano da altre due persone che in precedenza si erano odiate. Eppure erano loro, la Grifondoro e il Serpeverde, loro che litigavano da quando si erano conosciuti, che si disprezzavano, erano loro.. Che adesso litigavano per una scenata di gelosia.
E adesso Scorpius le aveva anche detto che stavano insieme, bene o male. E dal canto suo, Rose lo sapeva, ma sentirlo dire da lui faceva tutto un altro effetto.
Adesso erano davvero loro. Adesso davvero si erano fusi, e molte cose aspettavano loro. Avrebbero dovuto combattere insieme, avrebbero dovuto lottare, avrebbero litigato, si sarebbero giurati eterno odio e poi amore.. Si sarebbero scoperti, sopportati, avrebbero fatto l'abitudine l'uno all'altro, avrebbero condiviso amicizie ed inimicizie, i loro parenti si sarebbero fatti la guerra..
E avrebbero reso l'uno il mondo dell'altro migliore, si sarebbero migliorati a vicenda, si sarebbero viziati a vicenda, se ne sarebbero fregati del resto del mondo, sarebbero cresciuti insieme..
Adesso il loro destino gli si parava davanti come se fosse sempre stato lì, ovvio, proprio sotto al loro naso, e come se loro fossero stati sempre ciechi a tale ovvietà, sempre così spaventati da non riuscire a vedere al di là del buio.
“Non ci ho parlato.” Disse Rose dopo qualche minuto di silenzio, un po' accusatorio e un po' rammaricato.
“Ah no?”
“No.”
“E cos'hai fatto tutto questo tempo.”
“L'ho guardato fare su e giù nel corridoio, senza farmi vedere.”
“Comunque se vuoi puoi andare a consolarlo.”
“Davvero?”
“Sì, sì.. a patto che tenga le mani a posto.” Scorpius arrossì un po', “E' un tipo a posto. Un giorno penso che potrei perfino parlarci amichevolmente.”
Rose sorrise e lo guardò dolcemente, quasi come lo vedesse nascere davanti ai suoi occhi. Questa era forse la prima volta che davvero Scorpius lasciava che i suoi sentimenti avessero la meglio su di lui, e Rose non poté fare a meno di apprezzare questo nuovo suo lato, che si era appena mostrato ai suoi occhi e che, in futuro, si sarebbe mostrato anche a molti altri.
“E' tardi.” Disse Rose dopo poco.
“Già.”
“Forse è meglio andare a dormire.”
“Già.”
Rose lo guardò un po' stranita, perché non riusciva a capire quali fossero le sue intenzioni, poi si decise ad imboccare le scale e salire verso il suo dormitorio.
Scorpius la seguì senza nemmeno pensarci due volte, allora Rose gli ricordò che stavano andando verso i dormitori Grifondoro, non quelli Serpeverde.
Lui la guardò quasi stupito che lei fosse così ottusa da non capire che la voleva accompagnare ai suoi dormitori, e quando Rose lo seppe, sorrise e ricominciò a salire le scale.
Ben presto arrivò il fatidico momento in cui avrebbero dovuto separarsi, di nuovo. Ma stavolta c'era qualcosa di diverso da ogni altra rara volta in cui erano stati insieme, c'era qualcosa di nuovo, nell'aria. C'era l'impazienza di rivedersi, il sapere che domani sarebbe stato anche migliore; quell'aria, quella sera, suonava come una promessa. Come un dirsi “Okay, adesso andiamo a dormire, è tardi. Ma domani ci vediamo, e domani è per sempre domani, 'domani', e per sempre rimani.”
Rose si affrettò ad arrivare al Ritratto della Signora Grassa, ma prima che potesse dire la parola d'ordine ed entrare, Scorpius le afferrò di nuovo il polso, stavolta dolcemente, e l'attirò a sé.
Solo un abbraccio.
Era il loro primo abbraccio.
Il corpo di Rose contro quello di Scorpius, il corpo di Scorpius contro quello di Rose. Potevano sentire i loro cuori battere. Sulla spalla di Rose, quello di Scorpius batteva all'impazzata. Sullo stomaco di Scorpius, accanto al fracasso delle mille farfalle, il cuore di Rose batteva all'impazzata.
Adesso erano solo loro due, corpo a corpo, niente nel mezzo se non qualche veste. Adesso erano loro due, uniti, così, uniti per sempre.
Molti sguardi erano puntati su di loro, curiosi. Li guardavano e non sapevano bene come reagire, se credere in uno scherzo, se deriderli, o, più semplicemente, se essere felici che finalmente un'altra barriera di odio e di condizioni diverse era stata abbattuta.
Ma, quando Rose varcò il buco nel ritratto, altri quattro paia di occhi erano puntati su di lei, ed erano occhi di chi esigeva spiegazioni.
Erano in piedi, l'uno accanto all'altro, le braccia incrociate. Andavano dal più basso al più alto, c'era Hugo, poi Al, poi Sugar e poi James.
“Quindi?” Chiese impaziente James, appena entrò.
“Quindi cosa?”
“Fai la finta tonta dopo essertene andata in giro tranquillamente mano nella mano con Scorpius Malfoy?”
Rose era spaesata. Tutti loro, eccetto Hugo, sapevano del suo affetto nei confronti di Scorpius. Perché adesso erano arrabbiati con lei? Come potevano esserlo? Che razza di amici aveva?
“Io.. voi.. io non capisco perché voi siate arrabbiati con me!” Balbettò, in difficoltà.
“Noi.. arrabbiati?” Scoppiò a ridere Sugar, scatenando un'ilarità generale, se non per Hugo che rimaneva zitto ed immobile a fissarla con uno sguardo truce.
“Volevamo solo sapere perché non ci hai detto niente!” Rise James, mettendo distrattamente una mano intorno alla vita di Sugar.
“Io non.. non vi ho detto niente? Penso.. penso di non aver capito..” Balbettò di nuovo Rose, incapace di capire cosa stesse succedendo. Cosa avrebbe dovuto dirgli?
“Ma certo! Insomma, per entrare in Sala Grande per mano immagino ci sia voluto del tempo..” Disse Al, sorridendole.
“Cosa..? Oh, no! Assolutamente! E' stata una cosa.. come dire.. improvvisa!”
“Improvvisa? Ma non farmi ridere!” Sbottò allora, iracondo, Hugo. “Sono anni che vuoi far star male nostro padre!”
Tutti si girarono con gli occhi sgranati verso il più piccolo del gruppo, che era l'unico che era stato serio tutto il tempo.
“Cosa stai dicendo, Hugo?” Gli chiese allora Rose, squadrandolo.
“Ma certo! Tu lo stai facendo apposta! Non provi assolutamente niente per quell'arrogante, lo stai solo facendo perché sai che darebbe fastidio a papà!”
“Hugo.. stai bene?” Gli chiese allora Albus, ancora accanto a lui, guardando preoccupato il volto di Hugo arrossato dalla collera.
“Io sto benissimo! Ma voglio vedere come starà nostro padre dopo avervi visto, sempre che non l'abbia già fatto!”
“Hugo.. io.. io non te l'ho mai detto, ma è un sacco di tempo che.. sì, insomma, mi piace Scorpius.”
Scorpius?! Hai addirittura il coraggio di chiamarlo per nome? Come puoi fare questo? Come puoi fare questo a nostro padre?”
“Se a nostro padre non andrà bene la mia relazione, sempre che per qualche strana ragione debba saperlo per forza, allora non so quanto ancora potrò considerarlo un padre!”
“Come puoi dire questo? Come puoi tradire l'uomo che ti ha cresciuta per quattordici anni, solo perché paragonato a un imbecille albino?!”
“Questa cosa sta degenerando, Hugo! Fuori dai piedi!” Gridò James, anche lui arrabbiato, spedendolo a letto.
Lui non se lo fece ripetere due volte, ma continuò a lanciare indietro sguardi truci verso tutti loro, che adesso stavano pacificamente parlando della relazione di Rose, sebbene ancora un po' scossi dalla scenata senza senso di Hugo.
Quando Rose e Sugar salirono nel dormitorio, lontane da Albus e James, cominciarono a sussurrare animatamente tra loro, cercando di non svegliare Jane ed Elizabeth.
“Cosa pensi succederà adesso?”
“Adesso?”
“Sì, quando tua madre e il padre di Malfoy scopriranno della vostra relazione.”
“Non lo so, immagino saranno contenti per noi..”
“Sì, ma non è che per caso questa storia potrebbe riavvicinare anche loro?”
Rose ci pensò un po' su.
“Sì, probabilmente sì. E lo spero davvero per loro, voglio dire, se lo meritano entrambi, bene o male. Più che altro, io sono davvero spaventata per la reazione di mio padre.”
“Va be', Rose, siete ancora giovani, avete quattordici anni e il fatto che adesso stiate insieme non implica che vi sposerete e morirete l'uno al fianco dell'altro di vecchiaia, quindi tuo padre non si allarmerà troppo.”
“Sì,” concluse dopo un po' Rose, “Dimenticavo di non averti mai presentato mio padre.”
Sugar ridacchiò molto piano, sempre per non svegliare le altre.
“Perché?”
“Perché lui odia Malfoy, pensa che il primo giorno ad Hogwarts, mi disse che avrei dovuto mettercela tutta per umiliare Scorpius!”
“Quindi come minimo ti dirà di tradirlo davanti a tutti?”
Rose rise.
“No, scema. Ma ci ostacolerà a tutti i costi. Se solo non fosse qui adesso..”
“Pensi che lo sappia già?”
“Non lo so, ma spero che non lo venga a sapere mai, o comunque il più tardi possibile.”
Sugar non disse niente, ma indossò il pigiama, e così fece Rose, infilandosi nel letto, e cominciando a dormire.

 

 

Durante il tragitto dalla Sala Comune Grifondoro a quella Serpeverde, Scorpius fu il soggetto di molti pettegolezzi, frasi a mezza voce e risatine, e davvero, per un lungo istante, si chiese se era valsa la pena di farlo, di tenerla per mano davanti a tutti quando ancora non sapevano cosa, in realtà, sarebbe successo.
Prima di darsi una qualsiasi risposta proseguì verso la sua meta, e una folata di vento lo investì. Lo prese in petto, e poi andò dietro di lui, superandolo come un'onda anomala. Allora, Scorpius ebbe modo di sentire l'odore di Rose che ancora giaceva immobile sulla sua veste, e la risposta arrivò da sé.
Sì. Ne era valsa la pena, e l'avrebbe rifatto, per avere ciò che aveva adesso. Sperò solo che sarebbe davvero durata.
Trovò Robert ad attenderlo in Sala Comune, le gambe accavallate ed un sorriso beffardo stampato in faccia.
“Dov'eri?” Gli chiese subito, appena lo vide entrare.
“Ho.. ho accompagnato Rose alla sua Sala Comune.”
Robert lo guardò, sorpreso.
“Davvero?”
“Credi che m'inventi questo genere di cose per apparire più tenero ai tuoi occhi? Certo che no. E' tutto vero.”
“Allora fai sul serio, Scorp.”
“Non lo so.”
“Come non lo sai? Andiamo, sai meglio di me che è un punto di non ritorno questo, e ormai sei segnato a vita. Non è come vederti baciare la Parkinson davanti a tutta la Sala Grande, e già quello fece scalpore, si tratta di Rose Weasley, colei a cui hai sempre riservato tre quarti dell'odio che era dentro di te!
“Pensi che abbia sbagliato?”
“Assolutamente no.”
“Allora cos'hai? Non sembri il classico amico felice per un 'lieto evento' accaduto al proprio migliore amico.”
“No, lo so. E' solo che il tuo atteggiamento mi fa riflettere molto, e mi stavo solo chiedendo quanto tu tenessi realmente alla Weasley.”
“Credi che tenga troppo poco a lei?”
“Al contrario. Credo che il tuo affetto nei suoi confronti stia diventando alquanto morboso, da lasciarti alle spalle ciò che per quattordici anni è stato ciò che eri. E' strano vederti così, dopo nemmeno un mese in cui hai illuso una ragazza così, per divertimento.”
“Sai che non era per divertimento.”
“E per cos'era?”
“Per ripicca verso di lei. Volevo che fosse gelosa, e volevo che attraverso la sua gelosia mi dimostrasse quanto in realtà lei teneva a me.”
“E sei stato accontentato dalla sua reazione?”
“A dir la verità no. E' sempre stata molto fredda, ma mai una freddezza arrabbiata o triste, semplicemente la solita freddezza che c'era fino all'anno scorso.”
“E non ti è venuto il dubbio che lei potesse non tenere a te quanto tu tieni a lei?”
“No, Rob, no.”
“Okay, non voglio mettermi nel mezzo né turbarti in alcun modo. Che facciamo, andiamo a dormire?”
“Meglio di sì.” Disse Scorpius, pensieroso, avviandosi a letto.
Una volta entrati nei loro caldi letti, Scorpius riuscì ad addormentarsi presto, nonostante sentisse Robert agitarsi nel letto accanto.
Molte volte Scorpius aveva sentito Robert agitarsi nel letto, l'anno prima, quando suo padre era stato ricoverato al San Mungo e non se ne capiva la causa, o quando suo nonno era stato catturato dagli Auror del Ministero..
Tuttavia, quell'anno, era la prima volta che Robert era così agitato.
Molti pensieri in quel momento vorticavano nella sua testa, molte parole, senza, in realtà, formare nemmeno una frase completa. La verità era che Robert sentiva una grande confusione dentro, la sicurezza dell'amico.. In qualche modo, fino all'anno prima, le loro vite erano state parallele.
Entrambi i padri inseriti da giovani nei Mangiamorte, ma non abbastanza collaborativi da essere accusati, come invece era successo ai loro nonni, che fino all'anno prima soggiornavano insieme ad Azkaban. Entrambi i loro padri erano freddi, con qualche scorcio di dolcezza, sia dalla parte di Theodore Nott, sia dalla parte di Draco Malfoy. L'unica differenza, era che il padre di Robert davvero amava sua madre, una Babbana di nascita. Era stato da quel momento, gli aveva raccontato il padre, che lui e Draco si erano divisi.
Erano sempre stati amici, ma qualcosa non andò giù a Draco, quando scoprì che Theodore stava per sposare la sua Babbana di nascita. Adesso che Robert sapeva, s'immaginò che fosse per gelosia che Draco si distaccò da suo padre, perché lui aveva avuto ciò che a Draco era stato tolto con la forza, quando aveva appena cominciato ad accettare il tutto.
Adesso era il contrario.
I Malfoy tornavano in testa: adesso, dove Robert aveva fallito, nella ricerca di qualcuno che l'amasse davvero, Scorpius aveva vinto, e subito.
Per tanti anni Robert era stato tormentato dalla freddezza di Scorpius, per anni aveva aspettato i suoi giorni buoni per ricevere un po' di affetto, che vedeva negato a sé dal resto del mondo. Per anni non aveva pensato a niente che non fosse Scorpius, la sua felicità.
Perché non lo capiva, e non l'avrebbe mai fatto.
Semplicemente, aveva visto qualcosa di estremamente buono sotto quella cortina di ghiaccio, come se in qualche modo, in fondo ai laghi ghiacciati che erano i suoi occhi, si trovasse una sorgente di acqua calda, calda anche per il giorno di Natale. E dentro di sé aveva sentito un forte senso d'irrisolto, dettato dal fatto che avrebbe voluto sciogliere quella cortina e mostrare il lato buono, l'acqua calda, a quella gente che aveva paura di Scorpius, e che era messa in soggezione da lui e la sua freddezza.
Non sapeva dirsi cosa l'aveva spinto, poi, a continuare quell'arduo viaggio nonostante Scorpius e il suo ghiaccio non dessero segni di cedere. Era come se sentisse un certo bisogno dentro di vedere la superficie di quei laghi ghiacciati scricchiolare e poi cedere, e abbandonarsi al calore dell'acqua, del cuore, lasciando trapelare qualcosa di sé.
Adesso c'era riuscito. Aveva sentito il ghiaccio scricchiolare, sgretolarsi e poi aprire un grande varco, tanto che ormai non c'era quasi più traccia di quel freddo che l'aveva accompagnato per tre anni della sua vita, della parte migliore di questa.
Ma non provava niente.
Non c'era soddisfazione nel vederlo sorridere o ridere, o andare per mano con una ragazza alla quale aveva sempre e solo riserbato un grande rancore. Non si sentiva scaldato da quel calore, anzi, lo faceva soffrire vederlo.
Perché?
Perché sapeva che quel calore non era merito suo, né tanto meno era per lui. Forse, quando si era sforzato per Scorpius, lui era troppo chiuso, troppo ottuso per capirlo. Ma, si disse, avrebbe dovuto accorgersene adesso.
Tuttavia non sembrava dare segno di un'antica gratitudine a chi l'aveva salvato da tre anni di solitudine. Sembrava solo devoto ad una ragazzina che si era insinuata prepotentemente nella sua vita e gli aveva tolto orgoglio, dignità, e il rispetto di chiunque altro.
Adesso Scorpius appariva solo come un cretino, agli occhi di tutti, ed anzi, la luce di lei lo teneva sempre all'oscuro, sempre più in basso.
Si chiese cosa avesse fatto, lui, di male, per meritarsi tutta questa merda gettata addosso gratuitamente. Lui c'era sempre stato per Scorpius, eppure lui sembrava troppo occupato a pensare ad altro perfino per ricordarsi della sua esistenza.
Sembrava che di colpo il suo cuore fosse stato imprigionato da qualcosa che lasciava solo spazio a sé, dimenticando tutte le altre persone che avevano fatto qualcosa per lui, probabilmente più di quanto quella morsa avrebbe mai potuto fare.
E poi c'era qualcos'altro, nell'inquietudine di Robert. C'era che si sentiva così solo, adesso.
Non l'aveva mai toccato minimamente, vedere due ragazzi baciarsi, tenersi per mano. Ma prima, quando aveva visto Rose e Scorpius insieme, si era sentito così stranamente solo, da aver voglia di dare qualsiasi cosa in cambio a chiunque gli desse un po' di compagnia.
Adesso tutti avevano qualcuno, tutti, come sempre. Probabilmente tutti a parte Scorpius avevano avuto qualcuno anche prima, ma a Robert non era mai importato. Era sempre stato bello fare il freddo playboy mai toccato dai sentimenti con Scorpius, ma adesso sembrava solo una cosa estremamente sciocca ed immatura, per lui, se fatta da solo.
Anche Scorpius era sistemato, sapeva con chi guardare la neve scendere, chi salutare per ultimo quando tornava a casa per Natale, sapeva con chi guardare i primi fiori sbocciare, a chi insegnare le costellazioni, a chi recitare vecchi pezzi dei suoi libri preferiti.. Sapeva con chi crescere, scoprire cose nuove, sapeva con chi andare in vacanza, a chi scrivere per primo. Sapeva di chi parlare alle persone nuove, sapeva con chi trascorrere le giornate, sapeva con chi parlare, confidarsi. Sapeva a chi dedicare ogni suo desiderio, sapeva a chi insegnare vecchi trucchi di magia, sapeva da chi copiare i compiti, sapeva con chi sfuggire a qualche ora di scuola. Sapeva di chi raccontare a casa, sapeva chi sarebbe stato accanto a lui, sapeva a chi fare promesse, dire parole dolci. Sapeva chi stringere forte, sapeva chi amare senza aver paura di niente.
Invece lui, Robert, il più buono, quello che si era sorbito paranoie su paranoie, quello che si era fatto paranoie su paranoie, era solo.
Estremamente, esageratamente, irrimediabilmente solo.
Niente.
Non c'era niente nella sua vita che suggerisse felicità, che suggerisse un po' di amore, o anche solo un po' di rispetto.
Adesso suo padre era a casa con sua madre e non gli importava come stesse, e non provava nemmeno a fingere che gli importasse.
Non una sola lettera gli era arrivata da lui, dal primo di settembre a quel brutto giorno di novembre che era il primo di una lunga serie in cui non avrebbe dormito.
Non sapeva bene cosa l'aspettasse, non conosceva il suo futuro, non sapeva cosa avrebbe dovuto fare un domani, cosa avrebbe dovuto cercare per stare meglio, quali sarebbero stati i suoi desideri, i bisogni. Non sapeva se un domani sarebbe riuscito ad alleviare davvero le ferite di qualcuno, e non sapeva se un domani se ne sarebbe preso il merito. Non sapeva quante persone avessero stima di lui, quante ne avrebbero avuta in futuro. Non sapeva un accidente di niente, ed era una situazione irrimediabile.
Si chiese se mai sarebbe riuscito a fare qualcosa di buono, di buono davvero, nella sua vita. Dopotutto, nonostante l'impegno, era sempre stato un gradino sotto a Scorpius.
Un bel ragazzo, sì, ma mai quanto lui.
Intelligente, sì, ma mai quanto lui.
Perfino quando Scorpius copiava i compiti da lui, e li riscriveva identici, tutti dicevano sempre che Scorpius era un mago più brillante di lui, e Robert, prima, aveva anche smesso di chiedersi perché.
Ma adesso aveva solo una gran voglia di farla finita, di dimostrare che lui valeva molto di più di Scorpius. Era lui a fargli copiare i compiti, lui ad ascoltarlo, era stato lui a cercare di farlo star meglio per anni, mentre Scorpius l'affondava nella sua merda senza dire niente e senza mai ringraziare né dimostrare un po' d'affetto.
Era lui che avrebbe dato la vita per Scorpius, che l'avrebbe voluto salvare sempre.
A lui, non aveva mai pensato nessuno.
Eppure Scorpius, a detta di tutti, era una persona migliore di lui.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: PinkBiatch