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Autore: slanif    09/09/2013    2 recensioni
Sirius/Remus
Era freddo.
Gelido.
Ebbe la sensazione di non sentire niente.
Né piedi, né mani, né orecchie, né naso.
Niente.
Tutto di lui era freddo.
Non percepiva niente.
Niente.
Sentiva la carne, le ossa, le budella e ogni parte del suo corpo completamente gelida.
Solo gli occhi bruciavano.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Lacrime Oscure
di slanif

**

Era freddo.
Gelido.
Ebbe la sensazione di non sentire niente.
Né piedi, né mani, né orecchie, né naso.
Niente.
Tutto di lui era freddo.
Non percepiva niente.
Niente.
Sentiva la carne, le ossa, le budella e ogni parte del suo corpo completamente gelida.
Solo gli occhi bruciavano.
Solo quelli si facevano sentire.
Perché bruciavano, si annebbiavano, si inumidivano, si difendevano dal buio e dalla morte, nascosti sotto le palpebre pallide ma rosse di pianto, di vergogna, di dolore, di sdegno.
E anche il vomito.
O, quello sì che si faceva sentire.
Tantissimo.
Da anni.
Da sempre.
Di continuo, senza mai fermarsi, dandogli la sensazione che prima o poi il suo stomaco sarebbe risalito su per il cavo ingerente e gli sarebbe finito in gola, per uscire, per farlo vomitare, per farlo sputare.
Sentiva la sgradevole sensazione che prima o poi avrebbe ceduto.
Per sempre.
Magari avrebbe anche ricevuto il bacio...
Rise.
O, sì...
Sarebbe stata un'esperienza...
Un'esperienza diversa, che lo avrebbe privato di ogni altro tipo di esperienza.
Socchiuse gli occhi.
Avrebbe voluto riceverlo, quel bacio...
Ma non poteva.
Ricevendo il bacio si sarebbe arreso, ammettendo a tutto il Mondo Magico che lui era l'assassino che credevano fosse.
Sentì la bile salire.
Merda!
Ma in fondo che gli importava di quello che avrebbero pensato?
Tanto, l'unica cosa di cui gli importava era fuori, per fortuna, lontano da quello scempio pieno di puzza di fogna e topi pronti a condividere con te ogni pasto, facendosi prendere e mangiare per la fame.
Remus...
Merda!
Perché era ancora così difficile dimenticarlo?
In fondo, ora Remus lo odiava...
Lui era finito ad Azkaban, senza ritorno, chiuso in quel baratro di morte e fango.
Come poteva ancora sperare che Remus, la sua luce, potesse ancora ricambiarlo?
Era impissibile...
Nessuno, nemmeno un pazzo, avrebbe più amato un assassino...
Perché in fondo era stato proprio lui ad uccidere Lily e James.
Li aveva venduti a Voldemort e ai suoi Death Eaters credendo di fare una cosa giusta e invece aveva sbagliato tutto.
Richiuse gli occhi.
Tanto, che li tenesse aperti o chiusi non faceva differenza.
Lì era tutto buio, tutto chiuso.
Nemmeno una finestra a illuminare quel buio immenso.
Niente.
Solo la fetida aria che arrivava dal corridoio.
Aria puzzolente che sapeva di topo, di fogna, di morto, di sangue, di pazzia.
E forse anche lui era pazzo perché sentì una lacrima colargli sul lato dell'occhio, mentre la schiena, a contatto col pavimento freddo, scrocchiava ormai indolenzita e smunta.
Perché piangeva?
Cosa aveva da disperarsi?
Credeva di essersene fatto una ragione...
Lui avrebbe dovuto vivere lì per tutta la vita fino a quando la morte, che invocava in un sussurro nella notte, non fosse venuta a prenderlo.
Lo aveva capito.
E allora perché gli veniva da piangere?
Una lacrima seguì la prima e poi una terza seguì la seconda.
Molte lacrime si susseguirono sul volto pallido e Sirius chiuse solo gli occhi, aspettando che passasse.
Poteva solo aspettare.
Non serviva sperare.
Non serviva desiderare.
Doveva solo aspettare che la morte lo portasse finalmente via...
Un Dementors passò davanti alla sua cella, soffiando, emettendo una specie di fischio che lo fece rabbrividire.
Sentiva il freddo del Demetors unirsi al freddo del pavimento e della sua anima e pregò che per una volta i suoi desideri fossero esauditi.
Ma non avvenne.
Non successe niente.
Il Dementors se ne andò fischiando, mietendo vittime e lasciando urli e pianti al suo passaggio.
Perché?
Perché Dio non voleva farlo morire?
Cos'altro si meritava oltre la morte?
Perché farlo soffrire ancora?
Si portò una mano tra i capelli e li sentì ispidi, incrostati di sporco.
Un tempo erano belli, lucenti, lisci e le sue mani scorrevano come acqua...
Ma infondo era così anche la sua vita.
Prima era stata bella, solare, lucente, piena della sua luce...
Ora era sporca, sudicia, puzzolente...
Merda!
Riaprì gli occhi.
Ancora buio lo avvolse.
Niente sarebbe mai cambiato.

**FINE**

   
 
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