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Autore: DonnaInRosso    14/09/2013    0 recensioni
Una donna alle prese col proprio passato. Vecchi fantasmi che riaffiorano e nuovi casi da risolvere. Isabella ha tutto questo a cui pensare, e a volte il mero andare avanti non basta.
Dal primo capitolo:
Ho davvero necessità di dormire.
Ritorno a letto, sul comodino mi aspetta la mia vecchia amica, una seducente bottiglia di gin. Prendo una dose standard di pillole, ad occhio e croce sembrerebbero una mezza dozzina, e le butto gli d’un fiato con un sorso di gin. Per un po’ riposerò senza fare brutti sogni.
Domattina sarà un’altra giornata di merda.
Il cielo notturno è plumbeo, di sicuro domani pioverà. E quando piove le notizie sono ancora più brutte del solito. Un’ultima occhiata al cuscino per vedere se la Glock è ancora al suo posto, poi sprofondo in un sonno senza luce.
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Constantine News

(Servizio a cura di Shimon Tau)

 
Catturato finalmente il famelico serial killer denominato dai media “ il Tagliagole” per il suo modus operandi, una settimana fa dagli agenti del dipartimento federale della città. Il procuratore J. T. Thompson ha così parlato della conclusione del caso: “... sarà mio interesse assicurare questo mostro alla giustizia e farò in modo che non possa appellarsi a nessun cavillo burocratico, di modo da poter ricevere il massimo della pena possibile.”
La cittadina di Constantine è dunque libera dalle grinfie del temibile assassino che in questi mesi aveva terrorizzato l’intera popolazione. Grazie all’intervento della polizia locale, il Tagliagole ha finalmente un nome e un volto: si tratta di Eric Ford, 26 anni, secondogenito del milionario chirurgo di fama mondiale Victor Ford. La famiglia non rilascia interviste sull’intera vicenda preferendo il silenzio stampa. Il colpevole, intanto, è stato trasferito nel carcere di massima sicurezza di Jackland, sull’isola di Or, in attesa di un ordinario processo. Nei prossimi giorni è prevista una visita psichiatra per affermare con certezza la capacità di intendere e di volere del colpevole.

 
(In foto: il procuratore Thompson, gli agenti Moore e Fitzgerard e, in manette, il pluriomicida Eric Ford.)
 
<< Bel colpo per quella pellaccia di Thompson, questo arresto gli sarà valso un bonus sulla pensione. Magari una targhetta d’oro. >> dico rivolgendomi ad Alan che, come al solito, mugugna anziché rispondere davvero, perché troppo impegnato ad armeggiare con uno dei suoi soliti “lavori cibernetici”.
<< Alan mi ascolti? >>
<< Certo zuccherino, dammi solo un minuto e finisco questo aggiornamento del software di protezione che ho personalmente ideato. >>
<< Chiamami di nuovo zuccherino e giuro che... >>
<< Alt, alt, ALT! Chiedo venia. Ti offro la colazione per farmi perdonare. >>
<< Non te la caverai tanto facilmente. >> e lo fulmino con uno sguardo truce.
<< Buongiorno ragazzi. >> Ci saluta dolcemente Maggie che stringe tra le mani un hot dog con senape e un tazzone di caffè nero.
<< Buongiorno a lei, oh mia milady. >>
<< Ehi con chi credi di parlare, con tua nonna? E poi mi spiace Alan, ma non sei il mio tipo. >>
<< Bella questa Maggie! >> e nell’aria schiocca un sonoro *snap* come segno d’intesa e di approvazione.
Alan si passa le mani tra i capelli con aria rassegnata.
<< Oggi non è la mia giornata. Ehi, attenzione, arriva il boss. >>
 
Thompson spalanca la porta dell’ufficio, ma il nostro “Buongiorno capo” rimane strozzato a mezz’aria.
L’aria da sbruffone che aveva ostentato fino al giorno prima, era improvvisamente svanita e al suo posto si era insinuata un’espressione accigliata e preoccupata.
Al suo seguito si materializzano due tizi dall’aspetto da spaventapasseri: il primo è alto e spaventosamente magro, l’altra invece è bassa e tarchiata.
<< Ehi Alan, hai visto il triste mietitore e la vedova allegra sgusciare nell’ufficio del boss? La cosa puzza parecchio. >>
 << Già: qui gatta nera ci cova. >>
<< Tira brutta aria. Sarà meglio non rimanere nei pareggi quando si scatenerà la bufera. Se mi volete sono nel mio bugigattolo. Non sopporto quando l’abominevole Yeti comincia a sbraitare. >> ci dice Maggie ritirandosi nel suo ufficio e sorseggiando la sua tazza di caffè nero.
 
Chissà cosa si staranno dicendo quei tre lì dentro. Quei tipi sono davvero inquietanti.
 
<< Stanno uscendo! Presto facciamo qualcosa! >>
Isabel, svelta! Fiondati in postazione di Alan e cerca di essere ESTREMAMENTE interessata a quei numerini che corrono sullo schermo.
 
<< Arrivederci Theodore. Teniamoci in contatto. >>
Theodore? Chi può essere così vicino al capo da potersi permettere il lusso di rivolgersi a lui col proprio nome di battesimo?
O sono molto amici, oppure quella tappetta si trova su un gradino molto più alto di quello di Thompson.
 
<< C-certo Cordelia. >>
<< Stammi bene Thompson. >>
<< Anche tu Pascal. >>
E così dicendo le due sagome cadaveriche si congedano.
 
Fiuu. Per un pelo!
<< Isabel... alzati mi stai schiacciando! >>
<< Eh, come osi! Io sono un peso piuma! >>
<< Ed io in realtà sono James Bond. Dai non fare quella faccia, sto scherzando. >>
<< Non sei per niente divertente. Comunque hai visto quei tipi? Mancava solo zio Fester e la famiglia Adams era al completo. >>
<< C’è poco da fare battutine Fitzgerard. Riunitevi tutti nel mio ufficio tra dieci minuti. >>
Tuona la voce di Thompson alle nostre spalle.
<< Andiamo bene. >>
Alan si accende una Lucky Strike.
<< Si prospetta una pessima giornata per tutti noi. >>
 
 
Ufficio del procuratore, ore 9.40
 
Ci accomodiamo nell’ufficio del procuratore attorno al tavolo ovale di cristallo; di fronte ad ognuno di noi vi è una cartellina denominata: CASO “TAGLIAGOLE”. La cosa si fa preoccupante.
Alan mi lancia occhiate furtive dall’altro lato del tavolo e Maggie comincia a tremare tutta e a pregare concitatamente.
<< Credevo che il caso fosse stato risolto. Procuratore chi erano quei tali che erano con lei nel suo ufficio. >>
<< Gli agenti speciali Cordelia Malone e Orazio Pascal. Sono stati inviati qui dal Governo perché ai piani alti sono convinti che quello che abbiamo arrestato come il Tagliagole, in realtà sia innocente. >>
 
Cosa cosa?! Quei due sono agenti speciali?
 
<< Questo è impossibile! Il ragazzo è reo confesso! Abbiamo già tra le mani una testimonianza firmata! >> scalpita Alan.
<< Che potrebbe essere carta straccia dopo la visita psichiatrica. Ma c’è dell’altro: sembra che mentre il nostro colpevole fosse rinchiuso in quello che è considerata la prigione più sorvegliata del continente, ci sia stato un altro omicidio qui in città attribuito proprio al Tagliagole. >>
Stavolta è Maggie ad intervenire.
<< Come sarebbe? E come sanno che è stata la stessa mano omicida? >>
<< La donna corrisponde alle altre vittime per le stesse caratteristiche fisiche. Ha la gola tagliata di netto, da destra verso sinistra e sul corpo della vittima è stata ritrovata anche la sua firma; si è portato a casa un altro souvenir. >>
<< Maledizione! Però potrebbe trattarsi di un emulatore. >>
<< È impossibile. Le notizie sul Tagliagole non sono state divulgate alla stampa. Nessun emulatore poteva sapere che il vero Tagliagole lascia nella gola delle sue vittime un “ricordino” >>
<< E in quest’omicidio invece... >>
<< Guardate voi stessi. >> dice Thompson indicando le cartelline.
Avvicino quella rivolta verso di me e la apro lentamente. Dentro ci sono le foto di tre donne, le vittime del Tagliagole. Hanno dai 18 ai 22 anni, tutte more con occhi verdi.
Nello squarcio alla gola l’anatomopatologo ha estratto un frammento plastificato di un biglietto. È un messaggio per la polizia, un puzzle da risolvere. Ma per ogni pezzo aggiunto, un’altra ragazza innocente muore.
Non possiamo proteggere tutte le donne della città, dobbiamo fermare questo pazzo psicopatico, e credevamo di esserci finalmente riusciti, invece....
 
<< Fermo dove sei! Mani in alto o giuro che ti pianto una pallottola dritta nella fronte, brutto figlio di puttana! >>
Aveva le mani sporche di sangue e rideva, rideva come un pazzo. Alan gli ha messo le manette e l’abbiamo spintonato fino alla macchina della polizia, ma lui non ha fatto resistenza. L’unica cosa che ricordo di quella notte è la sua risata isterica e il suo sguardo fuori dalle orbite.
 
<< Se voltate pagina, potrete vedere le foto scattate a quella che sembrerebbe la quarta vittima del nostro S.I. La donna è Corinne Collins, 21 anni, commessa al Market Center. Il posto di lavoro è la prima pista da seguire, per vedere se qualcuno ha visto movimenti sospetti nella zona. La foto successiva mostra la scena del delitto. Il corpo è stato ritrovato in un vicolo poco distante dal Market, riverso a faccia in giù, annegata nel suo stesso sangue. Come sempre l’ha spogliata completamente ma l’autopsia ha stabilito che non c’è stato rapporto sessuale, né prima né dopo l’assassinio. La ragazza non mostra segni di colluttazione tranne che per una ferita alla testa, presumibilmente è stata stordita dal suo carnefice che l’ha aggredita di schiena. >>
<< Come sappiamo che non è stata presa in un altro posto e poi portata in quel vicolo? >>
<< La foto successiva è un particolare dei talloni della vittima. Mostrano chiaramente segni di trascinamento, per cui non può aver percorso molta strada. Inoltre la Collins ha staccato il suo turno alle 21.00 e l’autopsia ha fissato l’ora del decesso intorno alle 10 e le 12 ore fa, in altre parole verso le 22,00 di ieri sera. >>
<< Ha detto che anche questa volta il killer ha lasciato un indizio. Possiamo esaminarlo? >>
<< C’è uno zoom del frammento nelle vostre cartelline. Il pezzo originale è ancora all’obitorio. Dovreste portarlo alla scientifica per altre informazioni. >>
La foto mostra il frammento rinvenuto dalla gola della vittima. Nello scatto si vede chiaramente la lettera R.
<< Bene ragazzi questo è tutto quello che sappiamo al momento. Mettetevi al lavoro, il caso Tagliagole è ufficialmente riaperto. >>
 
Usciti dall’ufficio...
<< Povera ragazza! Che cosa ha fatto di male per meritare una morte così atroce! >>
 
Cara Maggie, fai questo lavoro da tutta una vita e ancora non ti sei abituata alla morte e all’atrocità che l’uomo può commettere. Sei davvero un’ingenua a credere ancora nell’innocenza e nell’amore. Il mondo è stato inghiottito da Satana in persona e tutti noi vaghiamo nelle sue oscure budella, come pinocchio nel ventre della balena.
 
<< Su, Maggie non disperiamo. Mettiamoci all’opera per acciuffare questo degenerato. >>
<< Hai ragione Isabel, mettiamo questo delinquente dietro le sbarre! >>
<< Forza ragazze, sbrighiamoci. Maggie, contatta il capo del Market Center e chiedigli di venire qui con le registrazioni delle telecamere di sicurezza. Tu ed io, Isabel, andremo all’obitorio e al laboratorio. >>
<< Prendo la Glock e ti raggiungo, tu riscalda il motore. >>
 
 
Medical Institute of Constantine, ore 11,20
 
<< Salve agenti, ho appena ricevuto i genitori della Collins per il riconoscimento. Qual buon vento vi porta da queste parti? >>
 
Dottor Gregory Fox, illustre luminare e conoscente di famiglia. Ha esaminato il corpo di mia sorella Stella, durante le indagini del suo caso. Collabora spesso col nostro dipartimento distrettuale su casi particolarmente delicati come questo.
 
<< Dottor Fox, volevamo saperne di più sullo squarcio al collo della vittima. Lei è assolutamente certo che sia la stessa mano che ha commesso gli altri tre omicidi? >>
<< Signorina Isabella, sta forse mettendo in dubbio il modo in cui svolgo il mio lavoro? Un po’ impertinente da parte sua, non trova? >>
<< Non volevo intendere questo. Ma chi ha commesso quelli omicidi sta già scontando la sua pena. >>
<< Lei fa il suo lavoro, io svolgo il mio. E dalle analisi che ho compiuto sul corpo della giovane Collins, posso affermare con estrema sicurezza che è stata uccisa dalla stessa mano omicida delle altre tre vittime. Il Tagliagole, signorina, è ancora a piede libero. >>
 
Al sol pensiero mi si accappona la pelle.
 
<< Dottore, potremmo esaminare il frammento trovato nella gola di Corinne? >>
<< Certo. Capire cosa significa è compito vostro. >>
E ci consegna la prova in una bustina sigillata.
<< Causa del decesso? >>
<< Recessione dell’arteria Aorta. La perdita di sangue è stata copiosa, ma il modo in cui è stata posta la vittima è alquanto singolare. L’assassino voleva simulare un annegamento nel suo stesso sangue. A un che di artistico, bisogna ammetterlo. >>
<< È un tipo meticoloso, attento. Quando uccide, lo fa con freddezza e lucidità, prendendosi tutto il tempo necessario. >>
<< Esatto, signorina Isabella, proprio così. Solo un freddo calcolatore può far ciò. Ecco perché escludo categoricamente quel ragazzo dalla lista dei sospetti. Quell’Eric Ford che avete acciuffato è mentalmente instabile, irrequieto e anche abbastanza ignorante. Non dico che non sarebbe in grado di uccidere, ma di sicuro rientrerebbe nella categoria degli omicidi passionali, dove l’efferatezza dei colpi e la rapidità del delitto la fanno da padrone. >>
<< Grazie per l’analisi forense, dottore. >>
<< Un’ultima cosa agenti: dalla ragazza ha preso l’anulare sinistro. Glielo ha staccato di netto, con un seghetto o una tenaglia. La parte monca del dito è stata cauterizzata per cui è impossibile capire che strumento abbia utilizzato. >>
<< Arrivederci dottore. Vieni Isabel andiamo. >>
<< Si fa chiamare ancora così signorina Isabella? Perché inglesizzare il suo bel nome. Sembra voglia quasi cancellare il suo passato, quando invece dovrebbe affrontarlo. >>
 
Non mi volto per rispondere, lascio che le sue parole mi scivolino addosso, sperando che Alan non ficchi il naso in faccende che non gli riguardano.
Cala un silenzio imbarazzante che nessuno dei due vuole spezzare, poi finalmente mi volto verso Alan e gli chiedo di cambiare i nostri piani per la mattinata.
<< Facciamo una piccola inversione di marcia. Andiamo prima sulla scena del crimine e poi al laboratorio. >>
<< D’accordo. >>
 
 
Un vicolo cieco, 27a strada, ore 12.09
 
La zona e sigillata dai nastri gialli della polizia che comunicano ai curiosi di girare a largo da lì. Nell’ombra della viuzza risalta la sagoma della vittima disegnata col gessetto.
Mi abbasso e supero il “DO NO CROSS” e analizzo la scena del crimine aiutandomi con le foto scattate durante il ritrovamento del cadavere.
 
 
È buio, mi nascondo qui in modo da non esser visto da nessuno, e parallelamente la osservo. Chiude la cassa, trascrive nel registro l’ammontare del profitto giornaliero, prende il soprabito nero ed esce nella fredda notte. Il respiro mi si fa affannoso, l’adrenalina scorre nelle mie vene. Accarezzo la dolce lama nascosta nella mia tasca. Sono pronto ad uccidere.
Sta per allontanarsi, allora le arrivo da dietro, furtivamente, e la colpisco forte alla nuca. Lei sviene. Mi guardo intorno, non c’è nessuno. La trascino nel vicolo dove prima ero acquattato e la adagio sull’asfalto granitico. La denudo in modo che la sua pelle candida risalti sul nero della strada. Comincia a rinvenire, devo sbrigarmi. Sono sopra di lei, estraggo la mia fedele amica e le taglio la gola da parte a parte, il suo urlo soffoca e si spegne. La rivolto a faccia in giù e il sangue rosso vivo è un tutt’uno con il bianco e col nero. È una festa di colori ed io ne sono estasiato. Resto fermo a contemplare la mia opera d’arte, tengo per me un souvenir e lascio la zona indisturbato.
Per ora la mia fame è placata.
 
 
<< Era nascosto qui, dietro questo cassonetto dell’immondizia, mentre aspettava che Corinne uscisse dal negozio. È stato qui al freddo molte notti, ha studiato i suoi movimenti, i suoi orari di lavoro. Non si fa mai prendere dagli istinti. È scrupoloso, attento e paziente. L’ha tramortita con un colpo alla testa, più o meno all’altezza dell’incrocio della strada opposta, dove ha perso uno dei sandali, poi l’ha trascinata a mano qui dietro, in modo da poter lavorare indisturbato. Si gode il momento, senza fretta, ma assaporando ogni gesto. Enfatizza il suo lavoro come fosse un’artista con la sua creazione. Quando ha finito, si è fermato a contemplare l’opera conclusa, poi è tornato a casa sua in tutta calma. >>
<< A volte mi fai paura Isabel. Hai una predisposizione naturale per entrare nella mente dei serial killer. >>
<< Non ha l’aspetto di un disagiato. La mattina vive la sua vita come tutti. Forse è anche stimato da chi lo conosce. Ma di notte si trasforma. >>
<< È un po’ come dottor Jekyll e mister Hyde? Perfetto, il cerchio si restringe. >> ironizza Alan.
<< Qui abbiamo finito Moore. Andiamo al laboratorio. >>
 
 
Laboratori scientifici della Police of Constantine, ore 12,55
 
<< Ehi ragazzi, ciambella? >>
<< Ti ringrazio Jack, ma passo. >> declina Alan.
<< Io accetto volentieri invece. Ho bisogno di zuccheri. >>
<< Prendi quella con la glassa al cioccolato e i canditi. È una vera bomba! >>
 
Jack Castagni, 37 anni, nonostante la giovane età e già a capo di questo istituto. Un tipo davvero in gamba nel suo campo anche se un po’ svalvolato.
 
<< Jack ti ringraziamo per l’ospitalità ma andiamo di fretta. Dovresti passare allo scanner questo reperto e spedirlo al nostro dipartimento. E che la cosa resti tra noi. >>
<< Oh, OH! Certo ragazzi, farò in un lampo. >>
<< Grazie mille Jack. >> cerco di esser gentile io.
<< Di nulla. Magari uno di questi giorni andiamo a cena fuori, che ne dici? >>
Alan tossisce rumorosamente, con palese finzione, interrompendo la conversazione.
<< Ehi Moore, un bicchiere d’acqua? >>
<< Ti ringrazio ma preferirei che facessi quello che ti abbiamo chiesto, cortesemente. >>
<< Hai ragione. Faccio in un lampo, aspettate qui! >>
E si eclissa in uno dei tanti reparti di analisi.
<< Hai avuto un improvviso attacco di tosse cronica? Tutto bene? Non vorrei ti venisse un coccolone per qualche innocente avance. >>
<< No, credo di essermi preso l’influenza. Sarà la tua gelida vicinanza a farmi male >>
<< Stupido! >>
<< Dai non te la prendere. Se vuoi, puoi sempre farmi da infermierina. >>
<< Non verrei mai e poi mai a fare la tua badante! >>
<< Veramente io... >>
<< Ecco a voi ragazzi. Il file è arrivato a destinazione. >>
<< Gentilissimo Jack, il nostro distretto ti deve un favore. >>
<< Domenica prossima al “Linko” danno il karaoke. Potremmo andare lì, giusto per ripagare al favore fatto. >>
Sto per rispondere che sono impegnata, ma Alan mi batte sul tempo.
<< Certo Jack, Isabel ed io verremo sicuramente, porta anche tu qualcuna ok? >>
<< Ah, sicuro... contaci. Facciamo che vi aggiorno meglio in settimana. Mi sono ricordato che ho del lavoro arretrato da recuperare e... >>
<< Come vuoi Jack, aspettiamo conferma. >>
<< Ci vediamo Jack. >>
<< Si, ciao, ciao. >>
 
<< Povero Jack, adesso non dormirà più la notte. >>
<< Solo perché gli hai rifilato un due di picche? Ma dai! >>
<< Io non gli ho rifilato un bel niente, la colpa è tua. E comunque mi riferivo al fatto che adesso è convinto che tu ed io stiamo insieme. È una cosa da incubo, non credi? >>
<< Davvero spiritosa. >>
 
Vroom-vroooom*click*
<< Maggie? Arriviamo. >>
<< Novità? >>
<< È arrivato il responsabile del Market Center, il capo della Collins, con i video della sorveglianza dell’altra notte. Dobbiamo tornare alla base. >>
<< Agli ordini. >>
 
 
Sala interrogatori, ore 13,35
 
<< Lei è il signor Tommasi, gestore del Market Center sulla 27a giusto? >>
<< Si sono io. Una vostra collega al telefono mi ha detto dell’accaduto. Mio Dio sono sconvolto! Chi ha mai potuto far questo a quell’angelo di Corinne! >>
<< Lei è qui per aiutarci a scoprirlo signor Tommasi. Ha con lei i video della sorveglianza della scorsa notte? >>
<< Si certo li ho già consegnati alla vostra collega. >>
<< Molto bene. Allora, mi parli di Corinne. In questi giorni l’ha vista preoccupata, oppure si è comportata normalmente? Ha notato qualche comportamento insolito? >>
<< Oh, no Corinne era sempre sorridente e piena di vitalità. Lavorare da noi non era la sua massima aspettativa, ma le servivano soldi per andare all’Accademia delle Belle Arti. Avrebbe voluto fare la stilista... – voce rotta dal pianto - ... povera ragazza. >>
Mi avvicino a lui e gli tengo strette le mani nelle mie. << Si faccia coraggio. >>
<< Io... io ho sentito dire che quello lì che avete arrestato non è l’uomo giusto. È così? >>
<< Ci è stato di grande aiuto, signor Tommasi, resti in città nel caso avessimo bisogno di farle altre domande. >>
<>
<< Stiamo facendo tutto il possibile. Le assicuro che fermeremo colui che sta facendo tutto questo, e che pagherà. Glielo prometto. >>
 
Lasciata la sala interrogatori, mi sono avviata verso la scrivania di Alan, intento nel visionare i nastri.
<< Allora trovato nulla? >>
<< Si e no. Avevi ragione tu, Corinne è uscita dal negozio alle 21.05 e si è diretta verso l’incrocio della strada. Quando Corinne scompare dall’inquadratura, si vede chiaramente una sagoma scura che corre nella stessa direzione. E alle 21.38, ricompare Corinne, trascinata dall’uomo in nero. Poi più nulla. Ho già rivisto il video 20 volte, non si vede più niente fino alle 7.30 del mattino, quando Tommasi riapre bottega. >>
<< Hai provato ad ingrandire l’immagine dell’aggressore? >>
<< Certo. Ma il volto è completamente coperto. >>
<< Devo liberare il mio ufficio, mi aiuti? >>
<< Cosa? >>
 
Tiriamo fuori la vecchia scrivania di legno rinfoderata con finto cuoio, la sedia girevole, due schedari e la pianta grassa. Questo è tutto quello che si trova nel mio ufficio.
Poi io ed Alan preleviamo due manichini dal distretto di balistica accanto al nostro e cominciamo a lavorare.
 
<< Ok. Corinne era alta 170 cm >>
<< E con questo? >>
<< Voglio dimostrare l’innocenza di Ford. >>
 
A quelle parole, io stessa sono sconvolta.
 
<< Ma aveva sulle mani il sangue di Sarah Ferguson, l’ultima delle vittime ritrovate e... >>
<< E abbiamo anche una sua confessione. Lo so, Alan. Ma Sarah, cosi come Angela Miller e Christina Benton, erano più alte del nostro uomo. In tutti quei casi Eric Ford non poteva immobilizzare la sua vittima senza aver alcun problema, visto che lui misura solo 172 centimetri. Sono tutte troppo alte. Guarda. >>
E regolo le altezze dei due manichini, avvicinandoli come a rappresentare l’aggressore e la vittima uno alle spalle dell’altro.
<< Ma questo è ovvio. Non poteva essere stato Ford ad uccidere Corinne Collins. Quando è avvenuto il delitto, Eric Ford era già in prigione. >>
<< E se non avesse ucciso nemmeno le altre tre vittime? Se fosse stato usato come una marionetta dal vero S.I.? >>
<< E come? >>
<< Ha ragione il dottor Fox. Il vero Tagliagole è scrupoloso, pignolo, freddo e calcolatore. Eric Ford non rientra in nessuno di questi canoni. Non sarebbe in grado di procurare alle sue vittime quei tagli così precisi, senza sbavature. Non ha una mano tanto ferma! >>
<< Magari... >>
Ma i nostri discorsi vengono interrotti dalla tonante voce di Thompson.
<< Mentre voi due giocate a fare gli arredatori, è arrivata una notifica dal carcere dove era rinchiuso Ford. >>
 
Era...?
 
<< La visita psichiatrica ha rilevato un grave disturbo mentale. Il ragazzo ha grossi problemi psicologici, non è mai uscito da casa sua e fa uso di antidepressivi. È stato dichiarato incapace di intendere e di volere, per cui tutte le accuse a suo carico sono decadute. Ora è a casa sua, a Villa Euganea. >>
<< E la psichiatra ha anche dato una spiegazione per il sangue ritrovato sui suoi vestiti e sulle sue mani?? Oh Cristo Santo! >>
<< Agente Moore, cerchi di contenersi. E rimettete tutto in ordine qui. Per colpa vostra l’intero corridoio è bloccato da inutili cianfrusaglie. >>
<< Agli ordini signore. >>
 
 
<< Signorsì signora! >>
<< Isabella smettila di fare la stupida, non lo capisci che i tuoi genitori ti hanno rinchiusa qui proprio per il tuo modo di fare? Sei indisponente e soprattutto sei una cattiva ragazza. Lo sei sempre stata. La madre superiora mi ha informato di tutte le marachelle che combini e dei tuoi miseri tentativi di fuga.  >>
 
I miei genitori sono degli stronzi colossali e questo posto fa schifo...

<< Loro mi hanno rinchiusa qui perché mi incolpano di quello che è successo a Stella, ma io ero solo una bambina!! Potevo morire anche io quella notte nel bosco! Perché invece di pregare per la salvezza di almeno una delle loro bambine, hanno cacciato via anche me? >>
<< Forse non volevano che ha salvarti fossi tu. Forse avrebbero voluto perdere te anziché Stella. Almeno questo è come la penso io.  D’altronde Stella è sempre stata molto più buona e rispettosa di te. Tu, invece, non facevi altro che far disperare la tua povera mamma, ti sporcavi di continuo, distruggevi la casa correndo come un’ossessa a destra e a sinistra. >>
<< Ero solo una bimba. Ero solo vivace, ero viva!!! >>
 
La sua faccia tutta raggrinzita, al suono di quelle parole, divenne una maschera orripilante...
 
<< Anche tua sorella lo era, ma non per questo si comportava come te. Sembrava avessi il diavolo in corpo. E forse è davvero così. Non volevi mai andare in chiesa la domenica, non aiutavi nelle faccende domestiche, facevi dispetti a chiunque, anche a quel ragazzo che vi aiutava in fattoria. Ecco perché è venuto a prendervi quella sera, perché era stanco dei tuoi soprusi. E per colpa tua a rimetterci è stata la piccola Stella. Avrebbe dovuto prendersela con te, non con lei. Povero angioletto. Adesso sei un posto migliore.>>
 
E piangeva.
 
Io ho passato metà della mia vita qui dentro e non ho più nemmeno la forza di piangere, mi hanno tolto anche questo privilegio...
 
<< Io amavo mia sorella. Eravamo gemelle. Se lei si faceva male, io piangevo, se lei cominciava una frase, io la concludevo; quando a lei regalavate il gioco più bello, io ero felice per lei. Non le avrei mai fatto del male né sono mai stata cattiva nei suoi confronti. Io le volevo bene; fin dal concepimento siamo state insieme, legate allo stesso cordone ombelicale. Stella era tutto per me!! La mia confidente, la mia migliore amica, l’altra mia metà. Se non avessi avuto Stella al mio fianco, la mia infanzia sarebbe stata un inferno! E mia madre non mi ha mai trattato come se fossi sua figlia!! Eppure mi ha partorita lei, no? Avrà provato un po’ di dolore nel mettermi al mondo. Allora perché non ha fatto altro che rovinarmi l’esistenza? Stella era la mia ancora di salvezza. Come puoi pensare mostruosità del genere? Avrei fatto qualsiasi cosa per lei! >>
<< Perché, semplicemente, è la verità. Hai dato problemi sin dalla nascita. Per colpa del tuo parto difficile, tua madre non ha potuto avere altri bambini. Stella era la metà buona, la metà perfetta. Tu sei la parte sbagliata e purtroppo Nostro Signore ha scelto di richiamare a sé il fiore più bello. >>
 
Perché sei qui, maledetta, perché continuate a rovinarmi la vita? Quello che mi avete fatto non basta? Sto pagando per una colpa non commessa e voi siete ancora qui a torturarmi...
 
<< Nonna perché sei venuta a trovarmi? >>
<< Non è ceto una visita di cortesia. Domani compi 18 anni. Significa che uscirai da qui, ma non puoi tornare a casa dei tuoi genitori. Loro non ti vogliono, e nemmeno io. Quando domani te ne andrai da qui dentro, sarai completamente sola, per cui cercati un lavoro ed uno scantinato dove vivere e non venire a rovinare le nostre vite come tuo solito. >>
<< Sono sempre stata sola. >>
<< Non capisco come questo posto non ti abbia piegata, non ti vedevo da 12 anni eppure sei la stessa di allora. Continui ad essere la solita sfrontata di sempre. >>
<< Perché io so di essere innocente. >>
<< Tu non sei mai stata una bambina innocente. >>
 
Arriva la Priora...
 
<< Signora Carbone, l’orario di visita è terminato. La prego di accomodarsi fuori. >>
<< Addio, Isabella. >>
 
Addio maledetta strega! Spero possa venirti un infarto! Crepa maledetta, crepa.
 
<< Ah, un’ultima cosa. I tuoi genitori hanno espresso la chiara volontà di spodestarti, non vogliono che la memoria della loro piccola bambina e il buon nome della famiglia venga infangato da una pecora nera come te. Da questo momento in poi non sarai più Isabella Carbone. L’avvocato Hank verrà nel pomeriggio per farti firmare la dovuta documentazione. Domani sarai grande ed entrerai a far parte della società, cerca di non recar danno a nessun altro. >>
 
<< Isabel, non stare lì impalata, aiutami a portare dentro i mobili, poi ci fiondiamo a casa di quel degenerato. >>
<< Si scusa, arrivo >>
 
 
Villa Euganea, ore 15.00
 
Villa Euganea, la residenza del chirurgo più famoso e in voga di Constantine. Ad accoglierci ci sono enormi statue di leoni alati, fontane zampillanti, creazioni di esseri fantastici intagliati nelle siepi dell’immenso prato frontale e meraviglie che sono alla portata di gente come Victor Ford e la sua famiglia. Peccato che i soldi non possano comprare tutto. Possono nascondere grossi scheletri nell’armadio, possono anche ripulirti la fedina penale se sai a chi rivolgerti, ma non possono eliminare ciò che sei, né renderti un uomo  migliore solo nascondendo la verità. Bussiamo al grande batacchio posto sul portone e ad accoglierci troviamo il maggiordomo. Ci dice di accomodarci in salone e di attendere ‘ il signore ’. Poco dopo arrivano biscottini e tè verde. Il ticchettio meccanico del grosso pendolo posto all’entrata diventa nella mia testa un opprimente martello pneumatico pronto a perforarmi il cranio.
D’un tratto ecco comparire sulla soglia una tetra figura.
<< Finalmente. >> dice e si accomoda sulla poltrona di fronte a noi.
<< Dottor Ford, siamo gli agenti.. >>
<< So chi siete e conosco il motivo della vostra visita. Al momento mio figlio sta riposando e non può rispondere alle vostre domande. Tuttavia credo che abbiate appreso la notizia: mio figlio è stato dichiarato incapace di intendere e di volere, per cui è ovvio che non possa essere il vostro assassino. >>
<< Questo è ancora tutto da vedere. Suo figlio è stato arrestato mentre aveva ancora sulle mani il sangue di una delle vittime, come lo spiega que... >>
È vero. Suo figlio non ha commesso quegli omicidi, men che meno l’ultimo. >> intervengo io interrompendo il flusso di pensieri di Alan, che mi guarda sconcertato.
<< Lei agente sembra molto più comprensiva del suo collega. Credo che risponderò soltanto a lei. Il suo collega può anche lasciare la mia umile dimora. George, per favore accompagna l’agente Moore alla porta. >>
<< Ma... cosa fai tu, toglimi le mani di dosso! Isabel, alzati vieni con me! Ci ripresenteremo con un mandato! >> scalpita Alan.
<< Ti raggiungo in centrale più tardi Alan. >>
<< COSA!?! È pericoloso! Isabel. ISABEL!! >>
 
<< Allora, Isabel, mi è concesso di darti del tu vero? Qual è la tua teoria a riguardo di questo caso? >>
<< Suo figlio non può aver commesso nessuno di quegli omicidi, questa è una certezza. Le altezze non corrispondono così come la precisione del taglio. Inoltre c’è un particolare davvero interessante; suo figlio è mancino. Non poteva provocare quelli squarci alla gola delle sue vittime con un taglio da destra verso sinistra. Se la mano omicida fosse stata la sua, la ferita sarebbe stata esattamente al contrario. >>
<< Davvero un’ottima osservatrice. Sei sprecata per quello che fai. Voglio farti vedere una cosa, vieni. >>
 
Mentre mi alzo, il cellulare nella mia tasca vibra e premo il tasto di risposta senza che il dottore mi noti.
 
Resta in linea Alan. Resta in linea...
 
Scendiamo nel seminterrato e il dottore mi mostra la ‘ camera delle torture ‘.
<< Vedi Isabel, il mio lavoro consiste nel salvare le vite di tante persone, ma per essere davvero bravi in quello che si fa, bisogna far pratica, molta pratica. >>
<< Dottor Ford, che posto è questo? >>
<< Oh, questo è solo il mio studio personale. Fa freddo non trovi? Serve per tenere i corpi freschi. Ma sfortunatamente l’effetto non dura a lungo, per questo ho bisogno continuamente di nuova carne. >>
E alle mie spalle sento un forte tonfo e una serratura che scatta. Sono in trappola. Nella tana del lupo.
<< Perché ha ucciso quelle donne, Ford? >>
<< Chiamami Victor. I miei piccoli puzzle non sono serviti a niente? Avanti Isabel, rifletti. So che puoi rispondere da sola a tale domanda. >>
 
Ultima vittima. Corinne Collins. Nella foto potete notare uno zoom del frammento ritrovato... lettera R.
Angela Miller, seconda vittima del tagliagole, nel frammento c’è la lettera M.
Prima vittima: Christina Benton: trovate le lettere ATE.
Terza vittima, Sarah Ferguson, la sillaba BI.
 
<< Non lo so! Sono solo lettere sconnesse! >>
<< Avanti! >>
<< Mater! Ok una parola potrebbe essere madre... ma BI non so a cosa collegarlo... >>
<< Beh, questo perché mi avete interrotto prima che potessi darvi tutti i pezzi. Ti do un aiutino. >>
E mi lancia una foto e un libro.
Nella foto ci sono Ford col figlio Eric e una donna dai folti capelli neri e gli occhi verdi. Sul retro è segnata una data e i nomi Victor, Daisy e Eric.
<< Chi è la donna nella foto? >>
Silenzio.
Quello che credevo fosse un libro in realtà è un fumetto in bianco e nero, ma guardando la copertina, mi sembra di riconoscerlo. Fa parte di una collana uscita in edicola un paio di mesi fa. Il titolo dell’albo è mater morbi.
 
Mater morbi, materi morbi... M-ATE-R M-o-R-BI!
 
<< “La madre di tutte le malattie”. Hai... hai ucciso tutte queste donne solo perché somigliavano a Daisy? >>
<< Conosci il latino, ammirevole. Daisy era mia figlia. Tutti i soldi e le conoscenze che ho non hanno potuto salvarla dal male che l’affliggeva. Si è spenta nel giro di pochi mesi a causa di un tumore alle corde vocali. La morte mi ha distrutto la vita! E poi l’ho vista. Era la nuova postina. Quando è venuta a bussare alla mia porta non ho potuto fare a meno di invitarla dentro. Era la fotocopia della mia piccola Daisy. Nei mesi a seguire le sue visite si sono fatte sempre più frequenti e credevo di aver avuto dalla vita una seconda opportunità. Potevo ancora restare accanto a Daisy, potevo ancora occuparmi di lei e vivere di quei piccoli momenti di gioia. Ormai ero completamente solo, visto il crollo mentale di Eric dopo aver visto l’agonia di sua sorella. Ero così disperato che un giorno le chiesi se voleva trasferirsi da me e le raccontai di mia figlia. Ma lei impazzì. Mi disse che dovevo essere uscito fuori di senno, che mia figlia era morta e che era stata ormai mangiata dai vermi. Che dovevo dimenticarla e lasciare in pace lei e la sua inutile vita. >>
<< Questo non giustifica le tue azioni! >>
<< IO potevo rendere la sua superflua e miserabile esistenza, qualcosa di sensato! Avrebbe potuto essere la regina di questa e tutto quello che le chiedevo in cambio erano un paio di chiacchiere in compagnia di un povero vecchio come me! Meritava di tacere per sempre! Proprio come era successo alla mia povera bambina. >>
<< Ma poi hai continuato ad uccidere. Perché? >>
<< Perché mi chiedi? Io mi sono chiesto perché la mia piccola mi sia stata strappata via, ma nessuno mi ha risposto. E se quel Dio di cui tutti parlano esiste davvero, allora doveva pagare per quello che aveva osato farmi. >>
<< Perché hai dato la colpa a Eric? >>
<< Si è incolpato da solo, quando mi ha disubbidito ed è venuto a curiosare qui giù. Quando l’ho colto in fragrante si è spaventato ed è corso via con le mani ancora sporche di sangue. >>
<< Lei signor Victor Ford, pagherà per quello che ha fatto a tutte quelle povere ragazze. >>
<< Sai avevo proprio bisogno di un corpo nuovo per i miei aggiornamenti. Mi spiace agente, ma non credo uscirà viva da qui! >>
E così dicendo cerca di afferrarmi, ma prontamente gli assesto un calcio negli stinchi e Ford cade di schiena lamentandosi e maledicendomi.
 
Un attimo dopo la porta si spalanca ed entrano Alan con una squadra di supporto.
 
<< Fermo dove sei Ford! La dichiaro in arresto per gli omicidi attribuiti al serial killer il Tagliagole. Tutto quello che dirà potrà essere usato contro di lei. Forza ragazzi ammanettate il mostro. >>
<< Non si muova... >>
<< Isabel, stai bene? Ho sentito tutto dal cellulare. È tutto finito, andiamo a casa. >>
 
 
<< Dottore, Stella è morta vero? Quando l’avete tirata fuori era diventata viola. >>
<< Signorina Isabella, dovreste tornare a casa, è tutto finito adesso, non c’è più nulla che io possa fare qui . >>
<<  È tutta colpa mia! Se non l’avessi lasciata da sola... adesso... adesso... >>
<< Isabella!! Smettila di infastidire tutti! Lascia in pace tua sorella e il dottore. Torna a casa, c’è la nonna che ti sta aspettando. >>
 
Da allora non ti ho più rivista Mamma.
 
<< Complimenti ragazzi, anche questo caso è stato archiviato e fortunatamente non ne siamo poi usciti così ammaccati. Victor Ford finirà il tempo che gli resta in una cella d’isolamento e suo figlio Eric è in una clinica psichiatrica. Oggi, grazie a voi, un altro mostro è stato rinchiuso in gabbia. Adesso andate a riposare, ci vediamo domani. >>
<< Per una volta sono d’accordo con Thompson. >>
<< Aveva perso sua figlia in modo atroce. Non voglio giustificare ciò che ha fatto, ma questa storia fa riflettere su quanto la mente umana possa essere fragile. Un uomo amato e stimato da tutti, un ottimo chirurgo, ricco di famiglia, all’apparenza poteva dirsi un uomo più che fortunato e certamente felice della propria vita. Ma anche i migliori hanno un lato oscuro, una faccia nera che non mostrano a nessuno. >>
<< Beh, a domani Isabel. Ehi per chi sono quelle rose bianche? >>  
DAYSY FORD 19xx-20xx
<< Queste sono per te. >>


 
FINE 2° EPISODIO
  
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