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Autore: ChrisAndreini    14/09/2013    3 recensioni
I personaggi di Percy Jackson nel mondo di Hunger Games, per una fanfic cross-over e piena di azione
Spero vi piaccia!
STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA!!!
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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La mietitura

 

Mi chiamo Percy Jackson, ho 14 anni e vivo a Panem, nel distretto 4 con mia madre, Sally Jackson. Mio padre è disperso, dato per morto mentre pescava, non l’ho mai conosciuto.
La mia vita fa schifo!
Non sono l’unico a pensarla così, e probabilmente sono anche una delle persone a cui va meglio, perché vivo in uno dei distretti più avvantaggiati e con meno difficoltà economiche. 
Sarebbe pure accettabile, se ogni anno non ci fossero gli Hunger Games. Nel nostro distretto ci esercitiamo fin da piccoli, ma io non ho mai preso parte agli allenamenti perché mi sembra un ingiusto vantaggio.
Comunque in in giorni come questi vorrei davvero essermi allenato.
Perché anche solo l’idea di essere estratto mi fa accapponare la pelle.
Ma procediamo con ordine: gli Hunger games sono reality dove due ragazzi per ogni distretto (sono 12) si sfidano in un duello mortale dove solo uno sopravvive.
Possiamo rimanere nell’arena per anche due settimane, finché non muoiono tutti, ed è piuttosto terrificante vedere morire conoscenti e amici per il divertimento di Capitol City. Secondo mia mamma hanno preso l’dea da un vecchio mito greco, su un labirinto e dei ragazzi che venivano sacrificati. Ma non credo che i potenti perdano tempo a vedere miti di mille e mille anni fa.
Non so neanche perché mamma vuole che studia queste robe, non servono a niente, oltre al fatto che sono dislessico, e con tutti quei nomi mi viene un forte mal di testa.
Ma tralasciando le manie di mia madre, sarà il caso che vi spieghi che giorno è oggi: è il giorno della mietitura.
I ragazzi vengono estratti da urne contenenti i nomi, e lo sfortunato estratto dovrà andare a morire.
Probabilmente hanno capito che non potevano semplicemente chiedere: -Hey! Stiamo cercando volontari da far morire in modo cruento per il beneficio di una decida di persone potenti, chi si offre volontario?-
Il problema e che non si può scampare alla mietitura, a meno che qualcuno non si offra volontario al tuo posto, cosa che per fortuna, o stupidità, succede spesso.
Ma questa è un’edizione della memoria, e le regole di quest’anno prevedono che non ci si può offrire volontari, e che moriremo tutti, per far capire che non ci si può ribellare a Capitol City e roba varia.
Quindi ribadisco che è una cosa davvero terrificante.
Ah, le regole prevedono che se passano due settimane e si è ancora vivi, Capitol potrà concedere la grazia ad un ragazzo o una ragazza, quindi la nostra vita sarà legata all’impressione che faremo.
Io non faccio una buona impressione su nessuno, sono dislessico, iperattivo, e non riesco a concentrarmi.
L’unica persona che si avvicina a me a scuola è Rachel, una mia compagna di classe dai capelli rossi e gli occhi verdi.
Il punto di tutta questa spiegazione è che sono di fronte al palazzo di giustizia, e una donna sta per estrarre il nome del tributo maschio che parteciperà a questa carneficina.
Gira i foglietti, mettendoci qualche secolo, tanto che alcuni che tenevano il respiro sono svenuti per mancanza d’aria, ma alla fine caccia il biglietto.
Lancio una breve occhiata a mia madre, i nostri occhi si incrociano per un millesimo di secondo, prima di sentire il nome chiamato dall’arpia:
-Perseus Jackson- la sua voce risuona per tutta la piazza.
Sposto lo sguardo verso il palco, mentre la donna ripete:
-Perseus Jackson, coraggio!-
Rimango bloccato, pietrificato dall’orrore, mentre un ragazzo sui sedici anni mi spinge in avanti.
Non faceva così il duro prima!
Avanzo qualche passo incerto, per poi muovermi più svelto, attento a non incrociare lo sguardo di mia madre.
Salgo sul palco ancora piuttosto intontito, e la donna mi presenta e passa alle ragazze.
Gira i fogli con aria di chi sta pescando i numeri per la tomba e cerca di far vincere il suo migliore amico.
Finalmente estrae il biglietto per le ragazze, e lo legge davanti a tutti:
-Rachel Elizabeth Dare- dice ad alta voce.
Non è possibile, la mia unica amica, sempre che così si possa definire.
La osservo con aria avvilita, poi l’arpia ci fa stringere la mano.
Distolgo lo sguardo e vedo mia madre.
Trema e non riesce a trattenere le lacrime. Un uomo le sta vicino e le dà delle pacche sulla spalla, sussurrandole parole di conforto.
E’ il vecchio pescatore, non lo si vede mai a riva e vive sulla sua barca.
Non pensavo che si conoscessero, ma da come mamma lo allontana non devono essere molto amici.
I pacificatori ci spingono dentro il palazzo di giustizia e ci lasciano ognuno dentro una delle stanza, con decorazioni di conchiglie.
Mi siedo sul letto scomodo, obbligandomi a rimanere calmo, ma provateci voi se vi dicessero che morirete da qui a due settimane, non è una cosa così rilassante.
Per di più con l’unica persona che mi abbia mai trattato con un minimo di amicizia.
Tanto moriremo entrambi, non devo tanto preoccuparmi per questo.
Mi spaventa la reazione di mia madre, ha già avuto di suo una vita difficile. I genitori sono morti, anche se non mi ha mai voluto dire in che modo, suo zio non aveva molta cura di lei, ed io non sono una vera soddisfazione.
-Percy!- Sally Jackson entra nella stanza, stritolandomi in un abbraccio.
In una situazione normale mi sarei imbarazzato, ma non è assolutamente una situazione normale, quindi mi limito a stringerla a mia volta.
Non vi ho detto una cosa su mia madre: è la persona migliore del mondo.
-Percy, sii forte, affronta con coraggio questa cosa, e promettimi che non diventerai mai spietato e desideroso di sangue…-
-Mamma, calmati, c’è più probabilità di venire ucciso subito- pensavo che avrebbe pianto più forte, ma si limitò guardarmi dritto negli occhi:
-Tu non morirai subito, devi credere in te stesso, e ricordare chi sono i veri nemici-
I suoi occhi rispecchiano una tristezza infinita, come quando parla di mio padre, e capisco che lei sa già che non tornerò, e cerca solo di darsi qualche speranza. Decido di assecondarla.
-Tornerò, mamma, ci proverò con tutte le mie forze-
Poi ripenso al vecchio pescatore e chiedo:
-Mamma, a proposito, perché il vecchio pescatore è venuto vicino a te alla mietitura?-
La mamma arrossisce leggermente, poi risponde evasiva:
-Eravamo amici, tanto tempo fa- 
-Quanto tempo fa?-
-Ti ho portato dei biscotti azzurri, per il viaggio, dovevamo mangiarli dopo la mietitura, ma le cose sono andate come sono andate, quindi…- faccio finta di non notare il cambio di discorso improvviso, e guardo i dolci con un certo desiderio.
-Tienili tu, lì avrò da mangiare fino a scoppiare, mangiane anche per me- 
-Il tempo è scaduto- un pacificatore entra per accompagnare mamma alla porta, e lei mi dà un ultimo bacio sulla fronte, riprendendo i biscotti
-Abbi cura di te, Percy!-

 

 

 

 

(A.A.)
E dopo il successo dei Potter Games ecco a voi… I Jackson Games.
Spero siate interessati e che il capitolo vi piaccia.
Spero di aggiornare il prima possibile.

   
 
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