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Autore: LaGraziaViolenta    14/09/2013    7 recensioni
Stufi dei soliti cliché di Harry Potter? Annoiati marci dalle fantastiche avventure sentimental-sessuali di tre generazioni di Serpeverde? Vi sentite smarriti e frustrati di fronte a dei Grifondoro codardi e dei Corvonero dal QI in singola cifra?
Serena Latini è quello che fa per voi. Le avventure di una sfigata Tassorosso alle prese con incantesimi, fanfiction, pony, cucina inglese e delle sue relazioni coi figli dei personaggi che tanto abbiamo apprezzato.
Zuccherosità, storielle amorose e di amicizia, figure da quattro soldi e battute demenziali attendono una povera Tassorosso made in Italy.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Dove viene fondato l’EmoClub del Bagno di Mirtilla. Che aspetti? Deprimiti con Mirtilla anche tu!
 
 
 
Per quanto la serra di Erbologia fosse più calda rispetto all’ambiente esterno, l’idea di rituffarmi nel vento gelato di fine novembre era comunque agghiacciante. Pensai alla povera squadra di Tassorosso, che a breve sarebbe stata costretta a giocare contro Grifondoro. Poveretti, non li invidiavo. Infilai le mani nelle tasche del montgomery e mi dondolai da un piede all’altro.
«Non mi dici niente, Jeanie Joy?»
Jeanie posò la paletta sul tavolo, e a mani nude schiacciò la terra tutta intorno alla pianta. Come cavolo faceva a sopportare che le sue unghie diventassero così nere?
Mi morsi il labbro inferiore. «Forse ho fatto male a raccontartelo. Non volevo darti altre preoccupazioni.»
«Figurati. Hai fatto bene.» Prese tra le dita una foglia e la sfregò col pollice. La pianta ebbe un fremito. Jeanie la spostò su un altro tavolo, mettendola in fila insieme a quelle che aveva già travasato. Ne prese una con un grosso bocciolo. Non appena la sollevò il bocciolo con un pop si aprì in un grande fiore rosso.
Altro che talento, probabilmente Jeanie era Mosé redivivo e non si accontentava più di far germogliare bastoni. Bagnò la pianta e con la paletta iniziò a lavorare la terra. Sì, ero sempre più convinta che il cutie mark di Jeanie sarebbe stato di sicuro un fiorellino. Ebbi una fugace visione di Albus Potter in versione pony con tre muffin sulla coscia.
Ma ora c’erano problemi più urgenti da affrontare. Scacciai l’immagine di pony Potter dalla mia testa.
«Ehm.» Ricominciai a dondolare da un piede all’altro. «Quindi cosa farai?»
Jeanie afferrò la pianta per il fusto e la tirò fuori dal vaso. Le radici erano rimaste attaccate a un unico blocco di terra. Prese un vaso più grande e ci mise la pianta. Il grosso fiore rosso oscillò un po’.
«Penso» mormorò Jeanie, «che lascerò le cose così come sono.»
Abbassai gli occhi sul pavimento sporco di terra della serra. Cunningham era imbranato, ma ci metteva il suo impegno. Nel modo sbagliato, però lo faceva. «Mi dispiace.»
Jeanie aggiunse terra al vaso finché non lo riempì. La pigiò ben bene intorno alla pianta e la bagnò. «Per Cunningham o per me?»
Col piede accostai un vaso a un tavolo, per toglierlo dal passaggio. La ceramica stridette contro il pavimento. «Per entrambi. Non è giusto che tu dica sì se non ti piace, ma lui sembra tenerci a te.»
Jeanie prese il fiore rosso e lo posò tra le altre piante. Ne prese un’altra, l’ennesima. Probabilmente con quel ritmo avremmo fatto la muffa nella serra.
«Ci tiene così tanto che di fronte a sua sorella e a quel biondo non ha nemmeno detto mezza parola. Siete dovute arrivare tu e Chelsea.»
Touché. Un punto per Jeanie.
Riflettei. «Neanche Potter mi ha difesa davanti a Cunningham, è dovuta intervenire Candice. Eppure voi dite che io piaccio seriamente a Potter.»
Jeanie strinse le labbra e affondò le dita nella terra fino alle nocche. «Cunningham non è timido. Non ha nessun problema a parlare dei propri sentimenti, né a invitarmi fuori, né a regalarmi libri di dubbio gusto.» Jeanie arricciò il naso. «Però ha problemi a impedire alla sua famiglia di parlare male di me? Bella persona. Nessuno di loro si è venuto a scusare con me. Da te invece, per la storia del filtro, è venuto James Potter. Quindi o Rose o Albus devono averlo rimproverato per bene. E poi Albus stesso si è scusato con Chelsea. Il suo comportamento è stato molto più onesto. Preferirei cento Albus Potter impacciati con me piuttosto che un solo Edward Cunningham spigliato e codardo.»
Fui scossa da un brivido, nonostante l’aria calda della serra. Tirai fuori le mani dalle tasche e iniziai a tormentare la mia sciarpa di lana. Infilai le dita tra le maglie. «Mi dispiace» ripetei.
Jeanie alzò le spalle. «Non dispiacerti troppo. Piuttosto, cambiando argomento, volevo chiederti cosa fai a Natale. Rimani a Hogwarts o torni dai tuoi?»
Tornare in Italia per Natale… Treno, aereo, ancora treno, biglietti a manetta e centinaia di euro spesi. «No… Credo che rimarrò a Hogwarts.» Chinai il capo. «Come tutti gli anni.»
Jeanie guardò attentamente il vaso. Lo guardava quasi con affetto. Accennò un sorriso. «Che ne diresti di venire da me?»
Barcollai e mi appoggiai al tavolo di fianco a me. Le mie dita, ancora infilate nelle maglie di lana, tirarono la sciarpa, che si strinse contro il mio collo. Sbattei le palpebre e ripresi il controllo di me stessa. Allentai il cappio al collo. «Da te? Per Natale? Ma è una festa per la famiglia… Non vorrei disturbare…»
«Non disturbi. Mi farebbe piacere averti a casa mia, e ai miei farebbe piacere conoscerti. Torna a casa anche Lowell.»
«Ecco, appunto, torna anche tuo fratello. Non vorrei essere di troppo.»
«Se tu venissi ne sarei felice.»
Mi morsi il labbro, ma mi venne da sorridere. In verità mi sarebbe piaciuto trascorrere il Natale da Jeanie, però l’idea mi metteva in imbarazzo. Dopotutto per me erano sconosciuti, e io lo ero per loro. Jeanie andò a sciacquarsi le mani nel lavello. Quando si rimise cappotto e sciarpa mormorai: «Be’… Mi piacerebbe. In realtà mi piacerebbe molto.»
«E allora vieni. Punto.»
Le sorrisi. Jeanie ricambiò e si sistemò i grandi occhiali sul naso.
Rientrammo nel castello. L’ingresso era vuoto, eccetto per due Corvonero, un ragazzo muscoloso e una ragazza coi capelli castani che stringeva al petto alcuni libri. Lui stava uscendo senza cappotto. Doveva essere un pazzo scatenato. Poi all’improvviso ebbi un flash: lo spogliatoio di Corvonero.
Era l’aitante battitore che Chelsea ci aveva portato a spiare prima della partita di Quidditch.
Le mie guance si fecero bollenti e lanciai un’occhiata a Jeanie. Anche lei era rosso peperone, ma tenne la schiena dritta e fece finta di niente.
Passammo loro di fianco e udii la ragazza mormorare: «Priscus… Dammi ascolto, fa freddo… Fo-forse… Dovresti…»
Il ragazzo sbuffò. «Dai, Amy…»
Non sentii la replica della ragazza. Ero troppo occupata a vergognarmi, e a giudicare dal colorito di Jeanie anche per lei era così.
Decisi di ignorare l’imbarazzo iniziando a parlare di qualcosa di leggero e Jeanie sembrò ben contenta di darmi corda. Chiacchierammo del più e del meno finché al secondo piano non incontrammo Chelsea e Potter femmina. Strinsi gli occhi e fissai i capelli lunghi e rossi della ragazzina. Giglio… Lily.
«Ragazze!» Chelsea ci venne incontro. Senza neanche un sorriso.
Niente sorriso. Nella mia testa iniziò a suonare la sirena dell’allarme rosso.
«Ehi.» Chelsea si fermò di fronte a noi. Una ruga profonda solcava la sua fronte. Di fianco a lei, Lily alzò gli occhi al cielo.
C’era puzza di guai.
«Tutto bene, Chelsea?» chiese Jeanie.
Chelsea scosse la testa. «No, proprio no. Sto andando da Rose… È chiusa nel bagno di Mirtilla Malcontenta da più di un’ora!»
Lily tirò una manica di Chelsea. Intercettai il suo sguardo e la ragazzina arrossì.
Oh. Forse se la Weasley non stava bene non era il caso di intervenire. Io e Jeanie ci scambiammo un’occhiata. Forse era meglio levare le tende.
Tossicchiai. Non sapevo come cavarmi d’impiccio. Tra l’altro avevo ancora addosso il montgomery. Magari doverlo posare in Sala Comune poteva essere una buona scusa. Mi dondolai da un piede all’altro, indecisa su come dirlo. Jeanie sbuffò col naso e incrociò le braccia. «Mi dispiace per lei. E non credo che potremo essere d’aiuto, perciò…»
«No, no, venite anche voi!»
Un istante dopo io e Jeanie ci ritrovammo i polsi chiusi nella morsa letale di Chelsea. Mentre ci trascinava verso il bagno di Mirtilla ebbi la sensazione di vivere un déjà-vu. Inciampai nei miei piedi, ma ripresi subito l’equilibrio. Il mio sguardo cadde su Lily Potter: le sue sopracciglia erano corrugate.
Non ci voleva con loro. In effetti, come potevamo essere d’aiuto?
«Shields Chelsea!» sibilò Jeanie. «Lasciami immediatamente!»
Chelsea la ignorò. La Potter aprì la porta del bagno e Chelsea ci trascinò dentro. Ci lasciò vicino al lavello. Sul mio polso rimase un segno rosso e iniziai a massaggiarlo.
«Shields!» sibilò ancora Jeanie. Ora il suo viso era rosso e i suoi occhi azzurri erano ridotti a due fessure. Alzò l’indice e aprì bocca per parlare.
Un gemito di dolore la interruppe. Jeanie rimase con l’indice sollevato a mezz’aria, colta alla sprovvista. Io sentii un brivido attraversarmi la schiena.
Una risatina acuta echeggiò nel bagno, poi dalla porta chiusa di un bagno emerse Mirtilla Malcontenta. Il suo sorriso aperto mi ricordava lo Stregatto.
«Ecco, ecco, è questo che succede alle secchione! Sempre a secchiare, e poi…»
Mirtilla si portò le mani davanti alla bocca e ridacchiò. Lily Potter la fulminò con lo sguardo. «Taci, Mirtilla.»
Lily e Chelsea andarono ai cubicoli e li aprirono uno ad uno. Io e Jeanie restammo vicine al lavello, mentre Mirtilla aleggiò vicino a noi trattenendo le risatine. Cercai di ignorarla e mi azzardai a lanciare un’occhiata a Jeanie. Era ancora rossa. Mi affrettai a tornare a guardare Chelsea e Lily Potter.
«Aha!» esclamò infine Chelsea.
«Vattene via, anche tu!» Riconobbi distintamente la voce di Rose Weasley.
«Rose, non fare così, ti prego» disse Lily. Fece un passo per entrare nel cubicolo, ma si bloccò.
«Non voglio vedere nessuno! Andatevene, piantatela di seccarmi!»
Dai lavelli era impossibile vedere Rose, ma a giudicare dalla voce sembrava che stesse piangendo. Mi sentii muovere a pietà: cosa le era successo? Mossi un passo, ma Jeanie mi posò una mano sulla spalla e mi trattenne. Mi girai verso di lei e Jeanie scosse il capo.
«Tanto sono sola! Sono una stupida secchiona antipatica, lentigginosa, con dei capelli che mi fanno sembrare una casalinga americana alcolizzata e in più sto sulle palle a tutti! Quindi potete anche smetterla di compatirmi e andarvene!»
Mi sentii immediatamente in colpa perché mi aveva fatto pietà. Certo, chi poteva desiderare di suscitare pietà? Preoccupata guardai di nuovo Jeanie, che alzò un sopracciglio biondo.
«Non è così!» esclamò Chelsea dietro di me. Tornai a guardarla. Si posò una mano sul petto. «Non stai sulle palle a noi, siamo tue amiche! Guarda, qui ci sono io, c’è Lily, e ci sono pure Serena e Jeanie là!»
Jeanie si spiaccicò una mano sulla fronte e se la trascinò giù per il viso. Lasciò il mio polso e si appoggiò al lavello. «Perché finisco sempre in mezzo a queste storie?»
Non capii la risposta della Weasley. Lily Potter si mise le mani sui fianchi e disse: «Rosie, non te la devi prendere così.»
Volevo avvicinarmi e vedere Rose. Lanciai a Jeanie un’altra occhiata implorante e lei sbuffò. Si mise al mio fianco e raggiungemmo Lily Potter e Chelsea.
Sbirciai all’interno del cubicolo. Rose era un rossore unico: occhi rossi, viso rosso, labbra rosse, capelli rossi e gocciolone al naso. Cinquanta sfumature di rosso.
«Rose?» mormorai. Lei mi guardò. Si coprì il viso con le mani e ricominciò a singhiozzare.
Guardai Chelsea, interrogativa, e lei si strinse nelle spalle. Lily Potter corrugò la fronte. «Dai, Rose… Non mi far cercare per il castello anche Roxanne, Molly e tutte le altre. Esci, per favore.»
«Ma io non riesco a reggere le aspettative di tutti! Non resisto!» Rose scosse il capo con forza. Le sue spalle tremavano. «Non ci riesco! Non voglio più! Da me tutti si aspettano voti sempre alti, Eccezionale, Eccezionale, Eccezionale, e se prendo un Accettabile vengo derisa! Studio, studio, studio e basta, metto sempre la scuola davanti a tutti, non ho amici e tutti mi detestano! La mia vita è solo studio! Non ce la faccio più ad andare avanti così!»
Chelsea si batté una mano sul petto prosperoso. «E io, Serena e Jeanie chi siamo?»
«Qui, Quo e Qua» mormorai a mezza voce. Jeanie mi diede una gomitata, ma strinse le labbra per non sorridere.
«Non è così, te lo stiamo ripetendo da mezz’ora» fece Lily. «Nessuno ti detesta, non fai mica nulla di male prendendo buoni voti! E non devi sentire tutta questa pressione, cerca di capirlo!»
Ricordai la mia gelosia quando Chelsea e Rose parlavano insieme a lezione. Non avevo idea del fatto che si sentisse così sola. Probabilmente Chelsea, col suo spirito da crocerossina, l’aveva capito prima di tutte noi e quindi cercava di starle vicina. Mi sentii un’idiota per non esserci arrivata anch’io.
Rose era ancora rossa e continuava a grondare lacrime. Quello era proprio un momento emo, con tanto di sconforto e il bonus per la crisi di nervi.
Jeanie si sistemò gli occhiali sul naso e le sue lenti luccicarono. «E cosa pensi di risolvere stando qua, chiusa in un cubicolo del bagno? Questo sì che è proprio inutile!»
Rose Weasley alzò lo sguardo e fissò Jeanie. Io, Chelsea e Lily Potter le lanciammo un’occhiata sbigottita. Il suo tono duro e inflessibile suonava come una bacchettata sulle dita.
«Innanzitutto i tuoi voti devono essere alti per il tuo orgoglio, non per le aspettative altrui. Se studi per compiacere gli altri allora puoi anche smettere e andartene da scuola domani. In secondo luogo non mi sembri proprio una persona isolata dal mondo, anzi sei sempre circondata da gente, quindi tutta questa disperazione da solitudine mi sembra solo una sceneggiata infantile. In terzo luogo, siamo a scuola, cosa vuoi fare se non studiare? Se non vuoi non lo fare, ma se lo fai non ti lamentare.»
Le parole di Jeanie furono una doccia fredda per tutte e quattro. Rimasi interdetta, senza sapere cosa replicare. Non aveva torto, ma un tono così categorico…
La prima a riprendersi fu Lily Potter. «Senti, bella, e se si rivolgessero a te così quando stai male? Ti sembra il modo?»
Gli occhi di Jeanie brillarono in modo sinistro.
Oddio, no. No. Jeanie la Bionda e Lily la Rossa. Non era il confronto che mi aspettavo, ma di certo non volevo assistervi. Mi coprii la faccia con le mani.
«A sedici anni» fece Jeanie in tono baldanzoso, «bisogna essere in grado di contenersi un minimo. Non mi sembra che lei abbia i problemi che afferma di avere. Lei non sa cosa voglia dire sgobbare giorno e notte per avere un Eccezionale.»
«Come ti permetti!» guaì Rose.
Allargai le dita per sbirciare. Rose non aveva più il viso nascosto e Jeanie era dritta come un fuso, con la treccia bionda che oscillava lungo il fianco.
«Mi permetto eccome» fece Jeanie. Accennò un sorriso sarcastico. «Ti basterebbe studiare il giusto per avere ottimi voti, e potresti dedicare il resto del tempo ad altre attività. Se non lo fai, significa che sei male organizzata. Ma poi, se è per compiacere gli altri non ne vale neanche la pena…»
Abbassai le mani. Sapevo che dietro quel sarcasmo c’era dell’amarezza, ma né Rose né Lily potevano saperlo. Balbettai: «B-Be’, Rose…»
Non appena i suoi occhi castani si spostarono su di me il mio viso prese a bollire. Deglutii e cercai di sostenere il suo sguardo. «R-Rimani una delle studentesse migliori, e… E… Se sei così nervosa p-potresti svagarti un po’ di più. Divertirti. P-parlare con più gente.»
Il che, detto da me, doveva suonare comico.
Rose tirò su rumorosamente col naso. Staccò un pezzo di carta igienica grigiastra e lo soffiò.
Chelsea mostrò il pollice in su. «Forza. Ti aiuteremo a farti nuovi amici! E basta passare le giornate sui libri. Prendila con più rilassatezza!»
Solo io sembrai notare che Jeanie fece un passo indietro.
Cercai di pensare a qualcosa di divertente o appropriato da dire. Mi sforzai.
Rose, sai che ieri ho fatto un sogno quasi erotico con tuo cugino?
Avvampai e indietreggiai al fianco di Jeanie. No, era decisamente meglio che io tacessi.
 
Nota dell’autrice: e qui compare la seconda vincitrice del concorso, Trich! *stringe la mano* Il suo personaggio è Amy, la ragazza che vaga per l’ingresso insieme al battitore di Corvonero. *w* Aggiungo che l’idea di AlbusPony coi tre muffin sulla coscia è sua… Sono un debito. :P Ancora un grazie a tutti voi per il sostegno che mi date! ♥
  
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