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Autore: Kastel    16/09/2013    4 recensioni
Ovvero, il percorso di Akashi e Kuroko che faranno insieme, tra insegnamenti vecchi e scoperte nuove.
Perché non è solo il passato, quello che conta.
E che spirito, si poteva osservare! Non solo così vanitoso da abbellirsi di kimoni di primissima qualità, ma anche così sottilmente furbo nel comprendere che basta l'etichetta per poter dimostrare la propria potenza! Così dannatamente attaccato ai giovani da rendere le vite di due di loro un mezzo inferno!
Né Akashi né Kuroko potevano comprendere, prima del loro incontro che è il punto di partenza di questa storia, quanti e quali danni avessero fatto due donne troppo simili nell'essere state cresciute come portatrici di una tradizione ferrea.

[Coppia: AkaKuro]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Seijuro Akashi, Tetsuya Kuroko, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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-Il genio è frutto dell'impegno-, dice il proverbio, ma anche il talento deve essere levigato come una gemma, altrimenti resta misconosciuto.

Yukio Mishima, Lezioni spirituali per giovani samurai, dal capitolo L'impegno

 

 

 

“Voglio parlare da solo con lui.”
Se Aomine non si fosse allontanato così velocemente da non farsi quasi notare gli avrebbe chiesto di tirargli un pizzicotto.
Il vicecapitano della squadra era interessato a lui, un semplice membro della terza squadra.
Era un sogno, vero? Perché dubitava molto che fosse la risposta ai suoi sforzi continui e ai suoi allenamenti extra.
Akashi, infatti, non era a conoscenza del lavoro che Kuroko svolgeva per poter raggiungere anche solo un minimo i suoi compagni di squadra. Era rimasto affascinato, invece, da altro, che solo i suoi occhi potevano osservare.
E' curioso, si disse, che lo avesse notato solo in quel momento? Possibile che gli fosse sfuggito così facilmente?
“Posso farti qualche domanda?”
Lo avrebbe scoperto facilmente.

 

“Capisco... È molto interessante.”
Kuroko fissò Akashi negli occhi, ascoltando quali conclusioni il ragazzo avesse tratto.
“È la prima volta che vedo una persona come te. Dai tutto per il basket, anche se gli altri non riescono a vederne i risultati.”
L'espressione di Kuroko, a quella frase, fu talmente eloquente che Akashi si pentì subito di aver pronunciato quelle parole.
“AH! Mi spiace, non era mia intenzione offenderti! Solo... Sono colpito.”
Lo sguardo di Akashi rimase fisso in quello dell'altro ragazzo, che man mano che Seijūrō continuava il suo discorso rimaneva sempre più stupefatto.
“Non sei molto veloce, eppure i tuoi riflessi non sono male. Credo anche tu abbia un'intelligenza cestistica sopra la media. Soprattutto, la quantità di allenamenti a cui ti sei sottoposto ti ha fruttato parecchia esperienza di gioco. Però... La cosa che non comprendo maggiormente è il perché quando ti guardo non percepisco niente.”
Kuroko sbatté più volte le palpebre, senza capire cosa intendesse dire Akashi. Il ragazzo, intuendo ciò, pensò bene di continuare.
“Solitamente tutti quelli che praticano uno sport, man mano che accumulano esperienza, iniziano ad emettere un'aura di forza o debolezza. È una cosa inconscia e incontrollata. Eppure... tu non ce l'hai. Né nello sport, né nella vita quotidiana. È come se ti mimetizzassi.”
Kuroko distolse lo sguardo, come se temesse di rivelare troppo su di sé. Ciò colpì Akashi, che si chiese per quale motivo dovesse nascondersi sfuggendo
da lui.

E se, in realtà, fosse fatto apposta? Se si, quali motivi potevano essere?
Subito la sua mente formulò una parola, che gli sfuggì incontrollata dalle labbra.
“Il pudore...”
Fu quasi un sussurro, eppure fece ritornare lo sguardo di Kuroko verso di lui. Ma invece di approfondire il discorso Akashi preferì passarci sopra.
“Comunque... Ecco cosa ti rende speciale, il tuo punto di forza. Sarà la tua più grande arma e sopperirà ogni debolezza.”
Non era la prima volta, nel corso di quella lunga conversazione, che il viso di Kuroko mostrasse la sorpresa. Ma in quel momento Akashi poté leggervi altro, dentro lo sguardo stupito del ragazzino.
Una pizzico di speranza.
“La mia non presenza... è il mio punto di forza? È possibile una cosa del genere?”
Probabilmente, pensandoci successivamente, ciò che Kuroko ricordò maggiormente di quel discorso fatto in una tiepida serata di primavera inoltrata fu il pesante silenzio che seguì la sua affermazione, come se Akashi dovesse soppesare ogni parola per poter esprimere meglio il suo concetto. E la risposta che le sue labbra pronunciarono non fu esattamente quella che Kuroko si era immaginato.
“Scusami, ma questo è tutto quello che posso dirti.”
In un attimo a Kuroko sembrò che quella piccola speranza, che tanto aveva coltivato con le parole di Akashi, crollasse come un castello di carte in balia di un vento troppo forte.
Ma il ragazzo non aveva ancora concluso il suo discorso.
“Ciò che ti sto dicendo è qualcosa che esula dai fondamentali. Dovrai inventarti uno stile tutto nuovo, provando e anche sbagliando.”
Si girò per prendere la borsa, segno che il discorso si stava avvicinando alla sua naturale conclusione.
“E comunque non potrei insegnarti niente se non fossi sicuro di te stesso. Inoltre io ho già i miei compiti di vice capitano e i miei allenamenti, non ho il tempo di starti dietro.”
Kuroko rimase in silenzio mentre Akashi gli si avvicinava per uscire dalla palestra, essendo già anche fin troppo tardi.
“Comunque mi aspetto molto da te, quindi ti darò qualche consiglio.
Per prima cosa, per inventare qualcosa di nuovo devi uscire dai canoni prestabiliti. Secondo, questa tua forza non cambia il fatto che sei comunque debole. Usa questa forza per la squadra, non per te stesso.”
Prima che Kuroko potesse capire fino in fondo il significato di quel consiglio finale Akashi si girò, fissandolo con un sorriso tranquillo, dato dal fatto che sapeva di aver ragione anche quella volta.
“Per concludere... questo non è propriamente un suggerimento, ma quando avrai trovato la soluzione vieni da me. Probabilmente la risposta che troverai non si potrà verificare con un normale test.”
Sorrise, alzando la mano in segno di saluto.
“Ricordati, il genio è frutto dell'impegno. Ciao, Kuroko.”
E finalmente nella palestra cadde il silenzio, lasciando un pensoso Kuroko a riflettere sul significato di quella conversazione.

 

“Midorima, hai origliato la conversazione?”
Guardò alla sua destra, dove stava il suo compagno di shogi. Era evidente che lo stesse aspettando e che, di conseguenza, avesse ascoltato tutta il discorso.
“Ero solo curioso di scoprire di più sul ragazzo che tanto ti ha colpito.”
Iniziarono ad avviarsi verso il cancello esterno, mentre Akashi rifletteva su Kuroko. O meglio, se solo Midorima lo avesse lasciato pensare con calma.
“Comunque... credi davvero che possa essere utile?”
Ecco la domanda che si stava ponendo lui stesso. Non la più pressante ma quella più attinente al discorso che stavano facendo.
“Chissà. Ho avvertito in lui un certo potenziale, ma non è un mio amico. Non è un mio compito occuparmi di lui.”
Anche se non era vero. Non del tutto.
Non è un mio amico, ma è qualcosa di più.
Forse... Nessuno.
Forse... Tutto.
Intanto voleva tornare in fretta a casa.
Aveva un libro da rileggere.

 

 



Note.
Ebbene, finalmente si, ce l'ho fatta. Il primo capitolo è uscito fuori.
Questa long è, per certi versi, un parto e lo sarà per tutti i capitoli successivi. La difficoltà principale sarà gestire tutto quello che voglio inserirci dentro. E non è poco, ve lo assicuro.
Intanto ringrazio già Kalahari per i tanti imput che mi ha donato.
Un paio di parole sulla citazione: Yukio Mishima sarà il filo conduttore di questa fic. È un autore che mi è stato suggerito per capire meglio la mentalità di Akashi e ci ho trovato pure un sacco di suggerimenti per Kuroko. Comunque sia spiegherò man mano nel corso della storia cosa mi ha insegnato.
I dialoghi di questo capitolo (e dei prossimi) sono copiati dalle scan italiane, modificati un po'.
Avverto già che non sarò costante con la pubblicazione perché non è detto che riesco a scrivere in tempi brevi tutto.
Un saluto e al prossimo capitolo.

 

   
 
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