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Autore: Utrem    16/09/2013    2 recensioni
"Il Signore Oscuro ti cerca... ti vuole... lui ha bisogno di te... è disposto a rapirti e a catturarti con qualunque mezzo... il mio ruolo è quello di... "
Piton esitò a terminare la frase. Non solo: tutto il suo corpo sembrò essersi bloccato, in attesa della frase chiave in grado di sbloccarlo e sbrogliare il bandolo della matassa riguardo a parecchie questioni.
Harry si pentì della sua precedente distrazione e deglutì sonoramente, detenendo probabilmente il record di miglior sudorazione nel minor tempo.
" Impedirlo " concluse dunque dopo aver ripreso fiato.
Harry rimase di stucco.
"C'è... un motivo " riprese Piton dopo un po' " Un motivo che va al di là della mia fedeltà al nostro beneamato Preside e della pietà che posso provare nei confronti di un famosissimo ragazzo che è in costante pericolo di morte ".
Harry ci capiva sempre meno. Sapeva che Piton voleva dirgli qualcosa e che non era un qualcosa che gli sarebbe piaciuto dire, ma non riusciva proprio a capire di cosa si potesse trattare.
"Io sono..." breve pausa e sospiro " ...tuo padre ".
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Ho scritto questa storia ben due anni or sono (omg!). Spero vi piaccia :)
Genere: Avventura, Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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IL PADRE DI HARRY

 

Settimo capitolo - Uno scontro determinante.

 






"Harry, mi spieghi cosa diavolo ti succede? Non sei concentrato"
Piton aveva ragione. Harry era così poco concentrato da rendersi conto di ciò che lui gli aveva detto soltanto mezzo minuto dopo.
"Io... non è niente" farfugliò dopo un po', piano.
Piton gli lanciò un'occhiata talmente intensa che Harry ebbe l'impressione che lo volesse trapassare con lo sguardo.
"Harry, sai, temo di avere un vuoto di memoria" disse dopo un po', con la sua solita e neniosa cantilena "Ricordami chi sono io..."
"Il professor Piton" rispose Harry sovrappensiero.
"Davvero?" sbottò il professore falsamente sorpreso "Impegnati un po' di più..."
Harry sapeva che cosa lui voleva che dicesse: il problema era che per lui dire Piton-Sapeva-Cosa era tanto faticoso quanto lo sarebbe stato sollevare tre Giganti contemporaneamente.
Mosse le labbra come sul punto di dirlo, ma la risposta gli morì in bocca. Quest'evento si verificò non poche volte e Piton ne fu parecchio turbato. Tuttavia, rimase in una tacita attesa, senza mostrarsi impaziente o pressante.
"Mio... mio" la prima parola era andata. Harry a quel punto si convinse che l'unico modo per pronunciare l'odioso fatto era dirlo cercando di ignorare a chi fosse rivolto.
"Mio padre" disse dunque, infine, con finta naturalezza.
Piton non sembrava soddisfatto. La sua espressione facciale non aveva subito alcun mutamento. Così Harry si sentì in dovere di rafforzarlo, sempre facendo uso della stessa tecnica:
"Severus Piton. Mio padre."
"Ora va meglio" commentò Piton, con la bocca tirata in uno strano sorriso "Dunque, DI SOLITO, quando hanno qualche problema, i figli si confidano con i propri genitori, che nella maggior parte dei casi hanno vissuto abbastanza per saperli aiutare..."
Harry lo fissava in un rispettoso e formale silenzio.
"Dubiti forse che io non sia all'altezza dei tuoi patetici crucci, Harry?" chiese Piton infine, avvicinando il suo viso a quello del figlio.
Harry continuava a non aprire bocca.
"Avanti, dimmi tutto" concluse Piton con aria sbrigativa.
Harry ebbe un minuto per valutare la situazione... 'McGranitt... Marchio Nero... Silente si fida di lei... Sirius non risponde... Ron Neville Cruciati... nessuna via d'uscita... '
Harry si arrese e spiegò tutto in fretta e furia.
"Per la barba di Merlino! Non starai parlando sul serio, Harry" esclamò Piton afferrandolo per le spalle. Harry non ricordò di averlo mai visto spaventato sino a quel momento, o almeno, non a quel modo: era pallido come un cencio e gli tremava la mascella.
"Sono serio" rispose semplicemente.
Un violento brivido d'orrore scosse il viso spigoloso di Piton.
"Ora capisco tutto!" esclamò Piton, scrollandolo "Ecco perché... lui non ha... lei... grazie per avermelo detto Harry... io..." si inceppò, scrutandolo con le lacrime agli occhi "Dobbiamo dirlo a Silente... così forse potremmo... potrai... col nostro aiuto...vai da Silente! Digli tutto!"
Harry esitò, fissandolo a bocca aperta.
"Cosa aspetti! Ragazzo mio, vai da Silente, prima che sia troppo tardi! Corri! Io ti sarò vicino..."
Senza farselo ripetere un'altra volta, Harry si precipitò fuori dalla stanza e corse come un forsennato verso l'ufficio del Preside.
Piton lo seguì con lo sguardo per tutto il suo percorso.
 
#
 
"Api Frizzole!"
Si gettò a capofitto nell'ufficio del Preside, che non gli sorrise, come se avesse già previsto cosa Harry gli stesse per dire.
Infatti, dopo che Harry gli ebbe spiegato tutto, la sua espressione non cambiò.
"Capisco" mormorò pensieroso "Severus ha ragione. Dobbiamo muoverci, subito!"
In quell'istante fece irruzione nell'ufficio, ironia della sorte, la professoressa McGranitt. Harry rabbrividì.
"Albus, che ci fa Potter nel tuo ufficio? Non gli starai..."
Non ebbe il tempo di finire la frase, perché Silente le puntò contro la bacchetta, dalla quale uscì una luce bianca che avvolse per un minuto il corpo della professoressa sollevandola di mezzo metro, per poi farla ricadere a terra con un altro corpo dall'aria familiare.
La donna si rialzò in piedi, accompagnando il suo movimento da un rumoroso ringhio.
Non era la professoressa McGranitt.
Era la perversa, svitata, crudele, estrosa e ricciuta Mangiamorte Bellatrix Lestrange.
"Essere un Metamorfomagus in incognito è comodo, vero, Bellatrix?" commentò Silente, calmissimo come al solito.
Bellatrix  rispose con un ringhio, se possibile, più spavaldo del primo.
"Era perfetto! Nei panni della professoressa più amata da Harry ci avrei messo un attimo a farlo prostrare ai miei piedi! Sarebbe bastato solo UN ATTIMO di intimità… e invece…! Ma tu, Silente,  nemmeno tu sei in grado di rovinare i piani del Signore Oscuro! Nessuno può! Vorrà dire che ricorrerò al solito diversivo... AVADA KEDAVRA!"
Harry era stato colto di sorpresa e non ebbe i riflessi abbastanza pronti da schivare il raggio verde. Chiuse gli occhi e si preparò al peggio.
Gli ci volle un po', ma poi capì che qualcuno si era fatto scudo per salvarlo.
Quel qualcuno era Silente.
Era a terra, gli occhi azzurri spalancati ed un'espressione di cupa rassegnazione sul volto.
Harry non riuscì nemmeno a piangere.
La risata assordante e canzonatoria di Bellatrix gli rimbombava nella testa... si sentiva terribilmente impotente... non sapeva cosa fare...
Proprio mentre pensava che le cose non potessero andare peggio di così, Voldemort apparve a fianco di Bellatrix. Fu come vederlo per la prima volta. Orribilmente pallido, con occhi rossi e due buchi al posto del naso, come un serpente.
"Ha visto, mio signore? Ho ucciso Albus Silente! Sì, Silente! Ahahahahah!" Bellatrix sembrava aver perso la testa. Lanciava incantesimi dappertutto, infrangendo sfere, incendiando libri, rompendo in mille pezzi tutto ciò che le capitava sottobacchetta. Persino Voldemort sembrava irritato da questa sua voglia distruttiva.
"Bellatrix, finiscila! Stai rovinando la dolcezza di questo momento" la rimproverò irritato.
"Perdono, mio Signore" Bellatrix si ritrasse, inchinandosi formalmente.
"Allora, mio caro Harry Potter" mormorò Voldemort falsamente gentile "Prima di dare fine alla tua tediosa esistenza una volta per tutte, ti devo porre una domanda che allevierà le mie recenti sofferenze... come hai fatto... a distruggere... SETTE DEI MIEI HORCRUX?!"
Harry non aveva la minima idea di che cosa fossero degli 'Horcrux' e qualcosa gli diceva che saperlo non lo avrebbe rallegrato molto. Era comunque troppo impegnato a preoccuparsi per la morte di Silente e per l'incolumità di Hogwarts; rimase perciò in un funereo silenzio cercando di svuotare la mente, alla ricerca di una via di uscita ...
'Se solo mi fossi esercitato in Occlumanzia...'
Proprio mentre pensava ad Occlumanzia, Harry vide un uomo (alto, magro, con capelli neri ed untuosi che gli ricadevano sulle spalle ed una tunica e un mantello completamente neri) precipitarsi davanti a lui allargando le braccia.
Era Piton.
Suo padre.
E lo stava proteggendo.
Quelle scintille che aveva intravisto sul suo viso erano forse lacrime..?
Non lo seppe mai.
L'unica cosa che era nel suo campo visivo in quel momento era il suo vasto e svolazzante mantello nero.
Ascoltando quello che diceva però riuscì a percepire in modo ugualmente efficace le sue emozioni.
"Non ti azzardare a... a toccarlo... mostro..."
Harry era profondamente toccato...non si sarebbe mai immaginato che simili parole sarebbero potute uscire dalla bocca di Piton.
Indubbiamente Voldemort era stupito quanto lui.
"Severus" mormorò deluso "Mi sorprendi! Tu... lo stai... proteggendo da... me?"
Bellatrix emise uno strano grugnito di disappunto.
"La profezia è sacra e inviolabile. Lui è l'unico al mondo in grado di sconfiggerti, e lo farà. I tuoi sforzi sono inutili. Qualsiasi percorso segua il destino, che ci lega tutti indissolubilmente, una cosa è certa: io... lo aiuterò ".
Voldemort lo fissava assai incuriosito, mentre Piton continuava a tenere larghe le braccia tremando. Bellatrix corrugò la fronte, sperando che il Signore Oscuro le ordinasse di Cruciare o Avada Kedavrare Piton, ma l'ordine non arrivò, cosa che la fece indispettire ancora di più.
"Severus! Tu...come puoi parlare così? Tu sei... un mio alleato" borbottò Voldemort pianissimo, sconcertato.
"Lo sono" confermò Piton, tenendo gli occhi fissi nel vuoto "Sono, o meglio, ero anche alleato di Silente. Ma sono anche, prima di ogni altra cosa, PADRE... del ragazzo"
Impossibile descrivere la faccia di Voldemort e Bellatrix dopo quella rivelazione...
"Come hai detto, scusa ?"
"Io SONO SUO PADRE! Non posso permettere che venga ucciso...c-come...sua madre..." Piton si interruppe un attimo per emettere un singhiozzo disperato "Lui è mio figlio... ed io... io... LO AMO... a-anche se tu... tu... non capirai mai il significato di questa parola..."
Voldemort era in uno stato di shock irreversibile, mentre Bellatrix si allontanò di un passo dal padrone con un'espressione triste (non si riusciva a capire se fingesse o se fosse stata effettivamente toccata dalle parole di Piton).
Dopo aver valutato con attenzione questa sua scelta, Piton abbracciò Harry... un abbraccio duro, deciso, eppure straordinariamente dolce... strinse il ragazzo a sé con tutte le sue forze, concentrando nella sua stretta tutto il bene e l'amore di cui era stato testimone, ripensando a tutta la felicità provata stando insieme a Lily, la donna che gli aveva cambiato la vita. Si perse nei suoi occhi infinitamente verdi e vi rimase fino a quando, a malincuore, capì che non poteva durare per sempre.
Sia l'espressione di Voldemort sia quella di Bellatrix, seppur rimanendo le stesse, si accentuarono, se possibile, ancora di più.
"Oh Severus, sei COSÌ commovente..." commentò dopo un po' Voldemort, sarcastico.
"Sono stato io a distruggere i tuoi Horcrux" spiegò Piton senza dar segno di averlo sentito " È stato un vero piacere, per me. Ho sempre odiato quel serpente"
"Peccato che il tuo amico Silente non ci sia più, ora! Anche con i miei Horcrux distrutti rimango il mago oscuro più potente del mondo: Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato! È così che mi chiamano, non è vero? In quanto tale, mi assumo la responsabilità della vostra vita o della vostra morte, e ho deciso...voi due morirete! MORIRETE!"
"NO! " urlò disperato Piton "NO! Se vuoi che il ragazzo muoia... devo essere io a farlo! Devo essere io a ucciderlo!"
Voldemort rimase piacevolmente perplesso, mentre Harry ricominciò ad avere dei dubbi... poteva essere stato al corrente di tutto e aver imbastito tutta la recita allo scopo di fare il volere di Voldemort?
Ma, proprio mentre esaminava quest’ipotesi, Piton si accostò a lui e, nascondendo la bocca con il mantello, sussurrò: "Fidati di me, Harry. Non sottrarti all’incantesimo. Fallo, ti prego, per favore!"
 



 

 




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Buonasera!
So già che alcuni non condivideranno la mia scelta di tagliare a metà lo scontro: vi consolo dicendo che l'ottavo capitolo giungerà presto (entro una settimana, più o meno).
Non ho molto da dire in realtà: vi lascio semplicemente al vostro sgomento per rincontrarvi al prossimo capitolo!
   
 
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