Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: Andy Black    16/09/2013    7 recensioni
Non è la solita storia... qui non si scherza più. Il destino del mondo, come noi lo conosciamo, è in pericolo.
Pregare per il proprio futuro diventa lecito, quando scopri che il tuo dio ha finito di avere pietà e compassione per te. Troppi errori.
Troppe ingiustizie.
Ma qualcuno cercherà di cambiare tutto, e di salvarci. Di salvarci tutti.
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Pokémon Courage'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Preparativi - Pt. 2


Gli occhi rimanevano chiusi. Tanto, nel buio che cosa avrebbero potuto vedere? L’unica cosa che manteneva Mia e Zack ancora nel mondo reale erano i loro respiri.
Zack sentiva quello di Mia, Mia quello di Zack, ed entrambi si facevano forza mentre la fame li attanagliava e rubava tutte le energie necessarie a vivere.
“Mia...”
“...”
“Mia... ci sei?”
“...sì...”
“Come stai?”
“Male...”
Zack la strinse di più al suo petto, con le poche energie rimaste, e le baciò la testa, per tranquillizzarla. Quella posò il volto sul braccio del ragazzo, che pochi minuti dopo si bagnò delle lacrime cristalline della ragazza.
Zack le sentì, quasi come se facessero rumore, se ne accorse, pareva fossero luminose, scintillavano per quanto fossero preziose.
E nel buio della stanza e della sua mente l’unica cosa a cui riusciva a pensare era che Mia non meritava nulla di quella situazione.
La sua gentilezza, la sua benevolenza, erano state mal ripagate dal destino, che ora se n’era approfittato in malo modo, e la teneva rinchiusa in quella stanza, stretta tra due braccia amiche, che necessitavano due braccia amiche a loro volta.
Zack cercava di fare forza a Mia, ma in realtà era un muro di foglie. Era tutta facciata. Voleva donare sicurezza a quella ragazza fragile e ferita, ma se qualcuno avesse provato a buttarlo a terra si sarebbe infranto in mille pezzi come un vecchio specchio polveroso.
Poi il cigolio di una porta, probabilmente quella del corridoio, li fece sobbalzare.
“Si mangia...” sorrise Mia.
“Ho pregato Arceus perché succedesse”
“Zack... dobbiamo riuscire ad andare via”
“Hai ragione”
 
Tre membri del Team Omega erano pronti a servire il pasto ai due prigionieri.
Erano in tre, perché anche senza forze, quei due avrebbero potuto crear danni.
E a Lionell i danni non piacevano. Meglio evitare i danni. Quel lavoro era ben pagato, e a loro piaceva fare quello che facevano. Loro salvavano il mondo, anche se usavano metodi poco ortodossi.
Uno di loro portava due bottiglie d’acqua. Queste erano state in frigorifero tutta la giornata, ed anche col freddo dicembrino Mia e Zack si sarebbero accontentati della temperatura. Questo tipo era molto magro, lungo, naso grande, occhi piccoli, capelli rasati e sorriso arcigno.
Guardava quello che portava il vassoio con la cena dei due. Quello era invece tutto il contrario dell’altro. Basso, tarchiato, con i capelli lunghi alle spalle e la barba incolta, nera. Gli occhi verdi, il naso piccolo e la fronte perennemente sudata. Davanti a loro c’era il responsabile di quell’operazione giornaliera, ovvero il tenente Magnus. Era un armadio a quattro ante, bandana in testa, volto granitico che filtrava ogni emozione e la traduceva in rabbia.
Uno di quei tipi che ad incontrarlo per strada ti fa cambiare direzione.
Camminavano, i loro stivali schioccavano all’unisono sul pavimento traslucido della base.
“Siamo arrivati” disse il secco. Magnus bussò, poi infilò la chiave nella serratura e lasciò che il secco ed il corto entrassero a dare rifocillamento ai due prigionieri.
 
Non appena il primo entrò, quello con l’acqua, Zack, nascosto dietro di lui, accanto alla parete, prese la sedia sulla quale era legata Mia, e gliela sbatté in testa. Gli occhi di Mia si accesero in un lampo, non appena videro il corto ed il tenente Magnus accendere la luce per analizzare la situazione.
Magnus vide i due prigionieri stropicciarsi gli occhi per via della luce, che il tenente accese tramite un telecomando che aveva in mano. Poi c’era Arnold, il secco, per terra, con la testa aperta ed il sangue che fuoriusciva, esanime.
“Che cazzo succede qui?!”
Zack aprì gli occhi, e maledisse il momento in cui gli avevano levato le Poké Ball. In quella situazione Growlithe gli sarebbe stato veramente d’aiuto.
Mia sembrava spaesata, Zack si mosse lentamente, con sempre la sedia fra le mani, andando a farle da scudo.
Quella gli toccava le braccia, un modo per capire che aveva lui davanti, e che era protetta, al sicuro. La cosa non la rassicurava tanto, però. Infatti Zack a stento riusciva a stare in piedi.
E siccome l’effetto spinaci/braccio di ferro non esiste, non avrebbe neanche potuto ingoiare un po’ di cibo, per poi sentirsi più forte.
Zack aveva sonno.
Mia era impaurita ed era stanca. E quello strano uomo alto come due persone si avvicinava minaccioso.
Zack stringeva forte la sedia. Aveva paura. Sapeva che anche se avesse colpito quel tizio più di una volta avrebbe solo rotto la sedia, mentre quello lo avrebbe preso e malmenato ripetutamente.
Se non ammazzato.
Si guardò attorno. Nulla. Il nulla più assoluto. C’era solo Mia alle sue spalle, non poteva utilizzare nulla come arma ed in più c’era il tizio corto e chiatto vicino alla porta, che avrebbe caricato a sua volta se avesse visto che qualcosa non andava.
“Forse non avete capito la gerarchia dei ruoli... noi siamo quelli che vi fanno mangiare. Tu hai voglia di morire” disse a Zack l’abnorme.
“Voglio vedere la luce del sole”
“La vedrai. Dalla tua tomba”
Il corto sorrise, mentre quello grosso si avvicinava ancora di più. Meno di un metro pensava a dividerli, e Zack pensò che fu quello il momento di provare a colpirlo. Si diede lo slancio con un colpo di reni, allungò braccia e gambe, saltò, per provare a colpire con la sedia il suo avversario.
Fu un colpo molto violento. Il grosso rallentò per un momento il suo passo lento ed inesorabile, mentre la sedia si fece in dodicimila pezzi, quasi fosse di cristallo.
Ora c’erano cinquanta centimetri tra i due, non c’era un’arma che potesse proteggerlo ed aveva Mia stretta alla schiena.
“Mia... allontanati”
“Zack. Che vuoi fare?”
“Non posso fare niente. Ma stai lontana da lui”
Il volto di Zack pareva contrito. Probabilmente sarebbe morto, pensò.
Poi accadde l’impensabile. Qualcosa prese a camminare per una parete. Era un Ariados.
Un Ariados bello grosso. Il grosso lo guardò in silenzio, indeciso sul da farsi, mentre quello, pochi secondi dopo creò velocemente una ragnatela molto resistente tra i due ragazzi e i due ceffi.
“Che cazzo sta succedendo?!”
La voce del grosso rimbombò nella stanza vuota come se stessero parlando in un pozzo.
Ariados prese a sparare bombe viola.
“Attenzione!” urlò il corto. “È un Fangobomba!”
“Lo so! Vai Exploud!”
Un grosso Exploud fece la sua comparsa li dentro.
“Ariados! Usa Ragnatela!” urlò qualcuno.
“Ma... ma questa è la voce di Trevor!” sorrise Zack.
Ariados produsse un’altra grande ragnatela. In questo modo si sarebbe potuto spostare molto più velocemente.
“Exploud!” urlò il grosso. “Usa Granvoce!”
“No!” urlò Mia, tappandosi le orecchie come meglio poteva. E mentre le orecchie del corto sembravano essere state lese dal forte attacco, mentre Zack e Mia se le proteggevano alla meno peggio, il tenente pareva non averne bisogno. Il bello degli attacchi sonori è che difficilmente falliscono. Ariados ricadde sul pavimento, ma poi si riprese, rimettendosi in bilico sulla parete alle sue spalle.
Zack guardava attentamente.
D’improvviso delle liane legarono velocemente il corto, e lo tirarono via. Quello lanciò un urlo disperato. Da quello capì che le liane appartenessero ad un Pokémon piuttosto lontano.
“Ariados! Vai con Limitazione!”
Delle ragnatele furono sparate ad alta velocità su Exploud. Ariados riuscì a bloccargli il braccio destro al corpo, ma l’avversario, con quello sinistro, si liberò.
“Iper Raggio Exploud!”
Avrebbe probabilmente distrutto la parete.
“Chiudiamola” fece un’altra voce. D’improvviso entrò nella stanza un Blaziken, che colpì con un forte Calciardente Exploud, prima che potesse far partire l’attacco. Quello rimase a terra.
D’improvviso nella stanza entrarono Trevor e Robbie.
“Ragazzi!”
“Ariados” fece Trevor, il suo proprietario. “Usa le tue ragnatele per bloccare sia Exploud che il suo allenatore”
“Già. Blaziken, guarda che non venga nessuno” disse invece l’altro.
“Ragazzi!” sorrise Zack.
“Chi sono?” chiese invece Mia.
“Sono Trevor, capopalestra di Plamenia e Robbie, capopalestra di Palladia!”
Trevor sorrise, mentre il suo Ariados compieva il grosso del lavoro. Trevor era un uomo abbastanza particolare. Un grosso paio di occhiali, doppi, si appoggiavano sul suo naso disarmonico. Era grosso, con una grande gobba. I capelli erano neri, lunghi fino alle spalle, mentre gli occhi, dietro quei grossi fondi di bottiglia, si erano ridotti a due piccoli puntini.
Fisicamente era alto, e magro.
Era il re dei Pokémon Coleottero ed Erba, e almeno ad Adamanta nessuno ne sapeva più di lui.
“Che fine ha fatto quell’altro?” domandò Zack, rivoltò proprio a Trevor.
“Venusaur lo ha tenuto legato, poi lo ha addormentato”
“Oh. Il tuo Venusaur. Come sta?”
“Ottimamente direi. È in forma”
Zack sorrise, e guardò Mia. Era confusa. Lei fissava stranita Robbie.
Robbie era l’altro capopalestra. Probabilmente il più forte nel gruppo dei Gym Leader.
Era un uomo di statura normale, abbastanza tonica la sua muscolatura.
Aveva viaggiato molto ed aveva molte cicatrici sulle braccia e sulle gambe, ma un maglioncino di lana caldo ed un jeans, quel giorno, coprivano tutto.
I capelli castani tirati all’indietro, una piccola coda sulla testa, ma davvero quasi inesistente. La barba incolta sul viso, castana anche questa, gli davano un’aria davvero vissuta. Gli occhi azzurri, le labbra carnose ed il naso normale completavano il quadro.
Robbie era un ragazzo di poche parole. Quasi di nessuna.
Quando Ariados ebbe finito, Blaziken aprì un varco nella ragnatela con un piccolo attacco di fuoco, permettendo a Zack e Mia di uscire. I due si mantenevano a stento in piedi.
“Ragazzi. Come state?” chiese Robbie.
“Stanchi. Abbiamo bisogno di nutrirci. E di bere”
Trevor si abbassò e prese da terra le due bottiglie d’acqua. Le distribuì ai due, che bevvero velocemente metà del contenuto in pochi sorsi.
“Ora andiamo via”
 
I ragazzi recuperarono i loro Pokémon ed uscirono dalla base. Si ritrovarono al centro di Timea, Stella era lì ad aspettarli.
“Ragazzi... meno male. Non vi ho visti tornare e mi sono preoccupata” fece la bella. Trevor sorrise.
“Meno male, Stella. Stavolta non sapevo davvero in che modo uscirmene da questo guaio” sospirò il Campione.
“Ci ha chiamati allarmata. Eravamo entrambi di ritorno da Hoenn, ma la situazione lì è davvero complicata. E siccome abbiamo saputo che qui non è migliore abbiamo deciso che ci voleva aiuto anche qui, che è casa nostra. Quindi siamo tornati” disse Trevor.
“Appena ci ha detto che eri nei guai, e che non ti aveva visto tornare dalla base dell’Omega Group ci siamo attivati” fece invece Robbie.
Zack sorrise. Di solito, quando era a Timea passava sempre a trovare Stella. Quella, non vedendolo tornare, dopo quella sceneggiata in mezzo alla piazza, si era spaventata, pensando che forse sarebbe potuto essere successo qualcosa.
“E Rachel dov’è? Già è finita?!” chiese stupita la bella capopalestra.
“Rachel è in viaggio verso Sinnoh. Lei è Mia, una cara amica. Dobbiamo raggiungerla”
“Va bene. Cerca di non finire più nei guai” lo avvertì Robbie.
“Sarò anche il Campione. Ma senza Pokémon sono un semplice essere umano. Ragazzi, mi spiace, ma ora devo tornare velocemente ad Edesea”
“Ok. Per qualunque evenienza fai un fischio” disse Trevor.
“Cercherò di fermare questi cataclismi. Ma voi occupatevi della regione. E salutatemi tanto Milla e Rupert”
“Sarà fatto”
Salirono poi su Braviary, e partirono, direzione casa di Alma.

 
   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: Andy Black