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Autore: workinprogress    16/09/2013    10 recensioni
A gabryweasley, perchè se lo merita.
«Oddio, Kat, che è successo?».
Katniss mugola qualcosa, mentre cerco di farla sedere con le spalle contro lo schienale della sedia. La sua testa ciondola da una parte all'altra, pesante d'alcol.
«L'ho versato sulla... tavola», spiega corrucciata, cercando di indicare con un dito la pozza davanti a sé.

[Everlark] [Angst/Fluff] [OS]
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Growing back together'
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In vino veritas

A Gabry, che un giorno è stata gentile con me e non ha più smesso.



Apro la porta d'ingresso di casa ed entro nel corridoio illuminato, lasciandomi il buio della sera alle spalle.
«Ehi, Katniss!», esclamo allegro, togliendomi il cappotto. Sono felice di essere finalmente a casa.
La risposta giunge dal salotto.
«P-Peeta...». C'è qualcosa che non va. La sua voce è bassa, strascicata.
Arrivo in fretta in salotto. Katniss è seduta al lussuoso tavolo da pranzo in fondo alla stanza, con il busto reclinato sul piano, il volto contro il legno massiccio. Sembra quasi svenuta. Tra le braccia tiene una bottiglia di liquore bianco.
«Kat!».
Mi precipito al suo fianco, posandole le mani sulle spalle. La scuoto delicatamente, allarmato dalla pozza di liquore che si allarga sul tavolo.
«Oddio, Kat, che è successo?».
Katniss mugola qualcosa, mentre cerco di farla sedere con le spalle contro lo schienale della sedia. La sua testa ciondola da una parte all'altra, pesante d'alcol.
«L'ho versato sulla... tavola», spiega corrucciata, cercando di indicare con un dito la pozza davanti a sé.
«Non importa, non è nulla. Cos'è successo prima?».
Alza la testa e tenta di fissarmi negli occhi. Ha le guance ancora rigate di lacrime, lo sguardo appannato.
«Incubi», sussurra. Quello che temevo.
Sfilo la bottiglia dalla sua debole, disperata stretta e prendo delicatamente Katniss tra le braccia, estraendola dallo spazio tra il tavolo e la sedia. Mi avvio verso la camera tenendola stretta a me, mentre lei farfuglia solo cose sconnesse e si abbandona a peso morto contro la mia presa.
«Cosa credevi di fare, eh?», le chiedo dopo averla fatta stendere sul letto.
Le sposto qualche ciocca scura appiccicata alla fronte accaldata, e quando faccio per allontanarmi Katniss comincia ad agitarsi, mugolando il mio nome.
«Vado solo un attimo in bagno», le dico piano. «Torno subito».
Le lascio un bacio sulla fronte, e allora sembra calmarsi. Mentre mi allontano vedo che le sue dita si aprono e si chiudono, nel tentativo di afferrare qualcosa.
Torno subito in camera con una pezza bagnata. Mi chino su di lei, posizionandogliela sulla fronte sudata, e la sento sospirare.
«Resta qui», sussurra, ed io sono disarmato.
Mi stendo di fianco a lei, in silenzio. Le sue mani continuano a muoversi finchè non trovano le mie. Guardo il suo volto distendersi mentre le nostre dita si intrecciano.
«Non c'eri», mormora contro la mia maglietta.
Aggrotto la fronte, perplesso. «Quando?».
«Prima». La sua voce è innocente e senza filtri come quella di una bambina. «Quando ci sei... gli incubi vanno via».
Resto lì immobile, con in bocca una frase rimasta a metà. Alla fine comincio ad accarezzarle i capelli, chinandomi sul suo viso sbattuto.
«Mi fa piacere», commento a mezza voce.
Si vede che Katniss lotta contro il sonno, ma punta i suoi grandi occhi grigi sul mio volto, osservandomi.
«Che c'è?», chiedo dopo un po' che resta immobile a fissarmi.
«Sei bello», risponde con semplicità, sostenendo il mio sguardo incredulo. «Mi piacciono tanto i tuoi occhi».
Io resto a fissarla con una faccia probabilmente da imbecille, senza riuscire a spiccicare parola. Se questo è l'effetto che le fa il liquore, potrei essere meno contrario al suo consumo...
«Mi sa che hai bevuto troppo», commento.
Lei continua a guardarmi con occhi sognanti. Da parte mia, sono combattuto tra l'euforia e il timore di illudermi. Non so dire quale possa essere la reazione di Katniss all'alcol, se le diminuisca i freni inibitori o se le faccia farfugliare cose prive di senso.
Per il momento mi accontento di restare nel dubbio, mentre le accarezzo piano i capelli scuri.
Sento la sua mano che con un po' di difficoltà si districa dalla mia e comincia una zoppicante risalita lungo il mio petto. Chiude a pugno le dita intorno alla mia maglietta e poi tira, costringendomi a finirle praticamente addosso.
«Uhm, Katniss...? Credo che sarebbe meglio...».
Mi zittisce seppellendo il volto nell'incavo del mio collo, restando attaccata a me. Non che mi lamenti, ma non mi sembra il caso di lasciarle campo libero mentre è ubriaca.
Appoggio sul comodino la pezza umida, ormai scivolata via dalla sua fronte, e tento di districarmi dalla sua presa tenace sulla mia maglietta e sul mio collo.
Di fronte al mio tentato allontanamento Katniss mette su l'espressione di chi è appena stato pugnalato alle spalle.
Perché mi devi guardare così? Perché?
Mi punta addosso i suoi grandi occhi grigi, lucidi per le lacrime e l'alcol, e devo fare appello a tutta la mia forza di volontà per non baciarla qua seduta stante, mentre mi tiene così disperatamente vicino a sé.
Peeta, è ubriaca, mi ripeto. Non provarci neanche.
Mi allontano delicatamente, spostandomi di lato. Nonostante le sue deboli proteste vado a prendere un bicchiere d'acqua e la aiuto a berlo, nel tentativo di farle pesare meno i postumi della sbornia che la attendono.
«Ho sonno», mugugna appoggiandosi al mio petto.
Sospiro e la stringo a me. «Allora dormi».
Si sistema e decide che la posizione che preferisce è con la faccia nascosta contro la mia maglietta. Dovrò aspettare che dorma  profondamente prima di scendere al piano inferiore, pulire tutto il disastro e mettere insieme una cena.
Con la voce ovattata dal tessuto, dice qualcosa che assomiglia a «Buon profumo».
Non faccio domande, ma dentro di me si espande una calda soddisfazione. Pensa che io abbia un buon profumo?
Senza riuscire a reprimere un sorriso le lascio un bacio sulla testa. Nell'attesa che si addormenti, appoggio la guancia ai suoi capelli e chiudo gli occhi anch'io.
E per un attimo, solo per un attimo, mi concedo di sperare.


Quando vado a portare il pane a Haymitch, il mattino dopo, lui sente subito che c'è qualcosa di strano in me.
Alza gli occhi, seduto sulla sua poltrona, e si stampa sul viso la sua migliore faccia da schiaffi.
«È liquore quello sulla tua maglietta?».
Controllo l'orlo e sì, è il liquore di ieri sera. Ecco cosa succede a vestirsi al buio con la prima cosa che riesci ad afferrare.
Sospiro, appoggiando il sacchetto con il pane sul tavolo della cucina.
«Katniss», offro come unica spiegazione, e so che Haymitch capisce.
Vedo una scintilla di preoccupazione balenare nel suo sguardo, la stessa che provo anche io.
«Non succederà più», aggiungo, e lo penso veramente. Non so come farò, ma Haymitch può stare dannatamente certo che non permetterò a Katniss di diventare un'alcolista.
Lo vedo studiare il mio volto e mascherare la sua preoccupazione con la solita espressione indifferente.
«L'hai gestita bene o ha fatto danni?».
È una domanda buttata lì con tono noncurante, ma non riesco ad impedire alle immagini di ieri sera di riprendere vita nella mia testa.
La mano di Katniss che artiglia la mia maglietta, tirandomi giù contro di lei. Le sue dita che cercano con disperazione le mie, quasi febbrilmente. I suoi occhi grigi, così grandi, così lucidi, così vicini...
«Woah, ragazzo, frena. Certe cose tienile per te, ti prego».
Abbasso lo sguardo, imbarazzato all'idea che quello che pensavo potesse essermi letto con tanta facilità sul volto.
Haymitch mi inchioda sul posto con i suoi occhi grigi, simili a quelli di Katniss.
«Te la sei portata a letto?».
«Haymitch!».
Perfetto, adesso sono sicuramente color barbabietola e in più mi ha costretto a pensare a qualcosa su cui decisamente non volevo fermarmi a riflettere, dopo ieri sera.
Haymitch sbuffa di fronte al mio imbarazzo, tirando giù un generoso sorso di liquore dalla sua fiaschetta. Sono ancora troppo turbato per scandalizzarmi di fronte alla bevuta di buon mattino.
«Okay, okay, hai fatto bene», mi concede con tono burbero.
Non vuole darlo a vedere, ma so che se mai costringessi Katniss a fare qualcosa contro la sua piena volontà, Haymitch sarebbe più che lieto di incaricarsi di prendere a calci il mio didietro da qui a Capitol City.
«Allora cos'è successo?».
Ha un sorrisetto beffardo sulle labbra. Sospetto che sotto sotto vedermi alle prese con Katniss e i suoi umori lo diverta.
«Uhm, beh...», tentenno. Non sono esattamente entusiasta all'idea di raccontare certi dettagli ad Haymitch. «Ha... detto delle cose».
«Che ti sono piaciute», conclude lui. «E non sai se sono vere».
Stringo le labbra, restando in silenzio. Colpito e affondato.
Haymitch si alza dalla sua poltrona, dirigendosi verso le scale per la camera da letto.
«Beh, lo sai come si dice...», aggiunge salendo i gradini.
No, non lo so. «Come?».
Si volta, un sorrisetto impertinente dipinto in faccia.
«In vino veritas».


_______________


Fandom di HG, I'm baaaack! ^^
Vi sono mancata? No, non rispondete, fatemi questo favore.
Comunque, per celebrare il rientro a scuola di alcuni e la routine del lavoro per altri, ecco una Everlark con una spruzzatina di Haymitch. Lui è come il prezzemolo, sta bene da tutte le parti.

Credete che Katniss sia un'alcolista? No, povera, non fatevi idee sbagliate. Come ha detto Peeta, non lo diventerà mai. Ma, se vi dovesse interessare, su una cosa lui si è sbagliato. Lei si ubriacherà un'altra volta, poi mai più.
In questo periodo i PK del mio cuore vivono insieme, ma non sono romanticamente una coppia. O meglio, lo sarebbero se solo Katniss si lasciasse un po' andare, come prova questa storia. Diciamo che nel mio Ever-verse questa fic si colloca poco prima del taglio di capelli di Katniss, direi (Un taglio netto, per chi non la conosce. Sì, mi faccio pubblicità, e allora?).
Prima o poi dovrò riunire le storie in una raccolta cronologica. Sarà difficile, visto che a volte mi confondo anch'io.

C'è bisogno di aggiungere altro?
Bah, spero che vi sia piaciuta, perché io mi sono divertita a far finalmente dire a Katniss quello che inconsciamente pensa di Peeta. Povero ragazzo, viene praticamente assalito dall'amore della sua vita e deve stare lì a spiaccicarle pezze bagnate sulla fronte.
Kat, per il bene della salute mentale di questo poveretto, renditi conto che lo ami e facciamola finita.

Un abbraccio forte a tutti i lettori, a presto!
wip
  
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