NOTE
DELL'AUTRICE
Desidero
ringraziare tutti coloro che leggono e augurargli una felicissima
Pasqua^^
Quelli che i guardiani
con tanta fatica avevano recuperato, non erano semplici oggetti
d'abbellimento, "I Gioielli Divini", non erano degli
ornamenti, ma veri e propri simboli di riconoscimento e potere. Solo
le prescelte potevano tenere i gioielli, chiunque non fosse loro
avrebbe dovuto affrontare la furia dello spaventoso potere racchiuso
al loro interno. Tramite questi preziosi oggetti i poteri del mondo
si trasferivano all'interno delle principesse, proprio per questo
ognuno di essi aveva un guardiano, perché se uno soltanto
dei
gioielli fosse caduto nelle mani sbagliate sarebbe stata la rovina
del mondo. "Il cuore del mondo" racchiudeva dentro di sé
tutte le forze del sottosuolo terrestre, ovvero del fuoco che
alimenta la vita sul pianeta. Era stato forgiato, sotto ordine del
Signore dall'angelo delle fiamme Michael, chiunque avesse tentato di
indossarlo senza averne il diritto si sarebbe bruciato. "La
radice di vita" possedeva i poteri della superficie della Terra,
tutto ciò che si estendeva sotto il sole era sotto il
dominio
di questo prezioso oggetto. Gli angeli della terra e dell'acqua,
Uriel e Serafita, collaborando e unendo le loro forze l'avevano
forgiato, se qualcuno, che non fosse stata la propria principessa,
avesse toccato soltanto il gioiello, questo si sarebbe disintegrato
all'istante. "La volta del cielo" impregnato delle forze
dell'aria, del sole, delle stelle, delle nuvole e della Luna erano
assoggettate alla volontà della loro principessa. Raphael,
l'angelo dell'aria l'aveva creato, in modo che solo la prescelta dal
Signore potesse indossarlo. Erano custoditi giorno e notte dai
guardiani. Ma nel tempio erano protetti altri oggetti assai preziosi,
pericolosi, a causa del grande potere che contenevano: i millenari
medaglioni, della stirpe degli eletti umani. Dentro di essi dimorava
uno spaventoso potere accumulato nei secoli. Al contrario dei
gioielli divini, che non potevano essere utilizzati se non dalle
legittime proprietarie, i medaglioni millenari, potevano essere
sfruttati da chiunque. Ma erano oggetti assai instabili, erano stati
creati nella luce ma se venivano sporcati dal male diventavano armi
diaboliche di orribile potenza. Per questo motivo venivano indossati
solo nei momenti di grande pericolo dai prescelti umani solo
però
in presenza dei compagni angelici. Essi erano gli unici a poter
fermare il potere dei medaglioni se fosse andato fuori controllo.
Sempre nascosti in un piccolo santuario all'interno del tempio,
sacerdoti, monaci, guardie e Soryu in persona li sorvegliava
costantemente. Ma forze oscure erano in movimento in quel preciso
istante. Al calar della notte una strana aura malvagia avvolse il
tempio, Soryu se ne accorse subito, in gran fretta fece chiamare i
guardiani:<> La sala tremò e le porte
solide si
spalancarono, tre uomini si fecero avanti. Il vecchio maestro con
tono severo puntò loro contro il
dito:<> Uno, quello vestito con un completo in pelle
nera, si
passò una mano sui capelli tirati
all'indietro:<> Aveva addosso una calma innaturale, era
ovvio
che non si trattasse di esseri umani. In viso aveva un sorriso pacato
ma malvagio, gli occhi nascosti dietro gli occhiali scuri celavano la
vera natura della sua anima. I guardiani sfoderarono le armi, pronti
all'attacco, quando un altro di quegli strani individui
avanzò,
vestito come un ragazzino, capelli scompigliati a nascondergli il
volto e un libro sotto braccio:<> Si comportava come un bambino viziato
abituato
ad avere tutto, era irritante e potente, un'accoppiata davvero
pericolosa. I guardiani non persero tempo e si lanciarono
all'attacco, Esse con potenza fece vibrare la lancia, A
sparò
colpi precisi e Se menava fendenti velocissimi, ma nessun colpo
andò
a segno, quell'insopportabile personaggio era veloce come la polvere.
Con un balzo strabiliante si portò alle spalle dei due
compagni, aprì il libro e lesse in una strana lingua, dalle
sue mani partirono dei raggi che colpirono i guerrieri celesti. I
loro corpi si fecero stranamente pesanti, le menti confuse e i
riflessi del tutto azzerati. Ma il nemico non era soddisfatto,
avanzò
minaccioso verso i ragazzi inermi, le sue mani si tinsero di nero e
quasi stava per colpirli, quando una barriera di luce li protesse:
Soryu aveva eretto uno scudo per evitare la morte dei suoi allievi.
Questo piacque molto al loro avversario:<> Con una luce
folle
negli occhi mise tutta la sua forza nell'incantesimo, tanta che la
barriera si ruppe in mille pezzi, a causa del tremendo colpo Soryu
perse conoscenza. Il tizio di nero fermò il compagno e si
diresse verso il piccolo santuario. Un sacro fuda ne bloccava la
porta, ma al tocco dell'uomo non accadde nulla. Quello sorrise e
prese ciò che voleva: i tre millenari medaglioni. L'altro
ritrovato un minimo di controllo, staccò i gioielli dalle
armi, ridacchiò contento:<> Si allontanò fischiettando.
L'ultimo dei
tre si inginocchiò vicino a Se, incapace persino di
parlare:<> Gli accarezzò i
capelli ed il
viso:<>
Se era fuori di sé, sembrava sul procinto di impazzire, ma
non
riusciva a parlare:<> Con un cenno della mano il mago
ridusse
un minimo la potenza del maleficio. Con delicatezza gli
scostò
il mantello da sopra la bocca:<> Gli passava le dita sul viso,
Se
tremante e con il sudore che gli scendeva dalla fronte
lanciò
un grido disumano:<> Quello non fu affatto sorpreso della sua
reazione anzi ne fu felice, si avvicinò ancora di
più e
gli sussurrò in un orecchio:<> Gli baciò la fronte e se
ne andò.
Se ricominciò ad urlare, rabbia, disperazione, odio, terrore
e
impotenza, erano questi i sentimenti che gli tormentavano il cuore. I
tre uomini scomparvero nella notte. L'incantesimo si sciolse
all'istante, Esse chiamò dei sacerdoti perché si
occupassero di Soryu. Lui ed A dovevano occuparsi di Se, che non
smetteva di urlare, lo presero e lo portarono nella sua stanza, ma il
suo delirio non accennava a placarsi, aveva le convulsioni e la mente
era in uno stato di confusione totale. Ad un certo punto
afferrò
la katana e provò a trafiggersi, ma A fulmineo lo
fermò:<> Il
compagno
strinse Se, A recitò una breve formula e l'amico si
accasciò
fra le braccia di Esse. Era la magia del sonno, in grado di far
addormentare chiunque. lo appoggiarono al letto, si sedettero
stremati. Nel cielo le stelle stavano sparendo, eppure una terribile
oscurità era calata sul tempio. Esse era molto preoccupato
per
il suo maestro, ma non aveva la forza di muovere un
muscolo:<> Una rabbia feroce si era
risvegliata dentro di lui, mentre uno di quelli torturava Se aveva
creduto di diventare matto. A aveva le mani tutte tagliate, fermare
una katana afferrandone la lama non era stata la migliore delle sue
idee:<>