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Autore: LaGraziaViolenta    19/09/2013    8 recensioni
Stufi dei soliti cliché di Harry Potter? Annoiati marci dalle fantastiche avventure sentimental-sessuali di tre generazioni di Serpeverde? Vi sentite smarriti e frustrati di fronte a dei Grifondoro codardi e dei Corvonero dal QI in singola cifra?
Serena Latini è quello che fa per voi. Le avventure di una sfigata Tassorosso alle prese con incantesimi, fanfiction, pony, cucina inglese e delle sue relazioni coi figli dei personaggi che tanto abbiamo apprezzato.
Zuccherosità, storielle amorose e di amicizia, figure da quattro soldi e battute demenziali attendono una povera Tassorosso made in Italy.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Dove il Malefico Trio non dimentica i propri guai, ma ne causa di nuovi.
 
 
 
Anche se la prossima partita era Grifondoro contro Tassorosso questo non significava che le altre squadre non si allenassero regolarmente. E questo, disgraziatamente, Chelsea lo sapeva bene.
«Non so per quale cavolo di motivo ho accettato la tua cavolo di proposta di andare in quel cavolo di campo da Quidditch quando so che perderò un sacco di tempo a guardare quei cavolo di giocatori giocare un cavolo di gioco e mi annoierò. Cavolo.»
Jeanie viveva nel mondo dell’ortofrutta. L’avevo sempre saputo. Affondai le mani nelle tasche del montgomery e procedetti a passo svelto. In quel momento desideravo solo una fonte di calore che potesse scaldare le mie povere ossa.
Chelsea sogghignò. «Hai accettato perché speri che ti porti a vedere ancora quel figaccione del battitore Corvonero, vero?»
«Assolutamente no!» esclamò Jeanie. «Ma ti pare?» Tirò la sciarpa fin sotto al naso, ma non riuscì a nascondere il rossore delle guance.
«Aha!» Chelsea batté le mani e alzò un pugno al cielo in segno di vittoria. Accelerò il passo verso lo stadio. «Lo sapevo! Figo Battitore ha fatto colpo!»
Allungai il passo per starle dietro. Il mio fiato corto si condensava in nuvolette bianche.
Jeanie, ancora rossa, alzò gli occhi al cielo. «Piantala Chelsea, sei ridicola. Nessuno ha mai detto una cosa del genere.»
«Quello lì ti attizza da morire! Guardati, sei rossissima!»
«Sono rossa perché fa freddo. È una normale reazione della pelle.»
«Sì, sì, tutte storie!»
Arrivammo allo stadio da Quidditch. Come temevo imboccammo il corridoio buio e senza scale che portava agli spogliatoi. Emisi un gemito di sconforto. Forse era arrivato il momento di dire la mia. «Chelsea… Come dire… Ho… Ho sincero timore di essere scoperta, e… Ehm…»
«Scoperta?» esclamò Chelsea. Nella penombra distinguevo la sua sagoma ben definita, ma anche se fossi stata cieca il suo volume di voce da megaconcerto la rendeva rintracciabilissima. Così ci avrebbero scoperto subito. Iniziai a sudare freddo. «Macché, Serena, che sciocchezza! Saranno tutti impegnatissimi, non ci cagheranno neanche di striscio!»
Il labbro di Jeanie tremò. «Bonjour finesse
«Uh? E da quando parli italiano, tu?»
«È francese, evil overlord
Chelsea accelerò il passo e io iniziai a trotterellare per stare dietro alla sua ampia schiena. «Ti prego, Chelsea, ti prego, non mettermi nei guai…»
«Oh, giovane Tassorosso! Un po’ di ardire! Quando mai ti ho messa nei guai?»
Col fiato corto ansimai: «Vuoi l’elenco in ordine alfabetico o cronologico?»
«Ti faccio ardere io, se mi cacci in qualche casino» bofonchiò Jeanie.
Vidi comparire la porta dello spogliatoio. Il cuore già mi martellava nel petto più veloce che mai. Andavamo così veloci che iniziavo a sentir bruciare i polpacci. «Chelsea… Ti regalo due Kinder cereali… Anzi no, tre… Però ti prego…»
Con mia grande sorpresa Chelsea superò la porta e proseguì dritto.
Cosa caspita stava macchinando la sua mente diabolica?
«Chelsea! Ehi!» fece Jeanie.
No, ora anche Jeanie alzava la voce! Mi aggrappai al suo cappotto. «Jeanie… Se ci sentono…»
Di fronte a noi l’uscita che si affacciava sullo stadio sembrava invasa dalla luce, in confronto all’oscurità del corridoio. Chelsea si fermò un attimo prima di varcare la soglia. Nascosta dalla penombra appoggiò le mani contro lo stipite e guardò fuori. Mi aggrappai alla sua vita e sbirciai oltre la sua spalla. Dietro di me, sentii le mani di Jeanie posarsi sulla mia schiena.
Sbattei le palpebre per abituarmi alla luce dell’esterno. Misi a fuoco le immagini, e li vidi.
Ragazzi e ragazze con divise verdi, a cavalcioni della scopa, ancora in terra, ascoltavano un ragazzo coi capelli scuri che gesticolava. Probabilmente era il capitano. E quella era la squadra di Serpeverde.
Feci scorrere gli occhi su tutti i membri, finché non individuai Albus Potter. Era tra una ragazza più alta di lui, coi capelli castani legati in una coda di cavallo, e un ragazzo col viso rosso butterato dall’acne.
Le mie dita affondarono nella giacca di Chelsea. «Che caspita siamo venute a fare qui?»
«Si allenano» mormorò Jeanie al mio orecchio. Il suo fiato caldo sul collo mi ricordò quanto faceva freddo. Come facevano quelli in campo a non tremare da capo a piedi?
«Mi sembra evidente cosa siamo venute a fare» fece Chelsea. Non potevo vedere il suo viso, ma avrei giurato che stava ridendo.
In mezzo al campo il ragazzo butterato diede una spinta ad Albus, che finì con la spalla contro la ragazza castana. Albus rise e restituì la spinta al ragazzo.
Il capitano della squadra aprì una valigia marrone. Strizzai gli occhi e vidi un bagliore dorato girargli intorno alla testa e poi scomparire. Il ragazzo prese la Pluffa e la lanciò alla ragazza con la coda. Lei, Albus e il ragazzo butterato spiccarono il volo. Il capitano prese una mazza, disse qualcosa alla squadra, liberò i Bolidi, poi con una spinta si levò in aria anche lui.
La ragazza con la coda iniziò a zigzagare per il campo con la Pluffa sottobraccio. Albus la seguiva, a pochi centimetri da lei, appiattito sulla scopa. La ragazza frenò di colpo e cambiò direzione. Albus invertì la rotta, ma la ragazza lanciò la Pluffa al ragazzo butterato e iniziò a inseguirlo. Un istante dopo un Bolide le sfrecciò vicino all’orecchio.
«Clove!» ruggì il capitano. «Stai attenta!»
La ragazza lo ignorò e continuò a sfrecciare all’inseguimento del ragazzo butterato. Lui tirò indietro il braccio, lanciò la Pluffa e Albus la prese al volo.
Strinsi con tutte le mie forze la giacca di Chelsea. Mi sentivo come un sandwich, spiaccicata tra lei e Jeanie, ma almeno mi riscaldavano. I poveretti che volavano invece stavano di sicuro gelando. E se si fossero presi il raffreddore? Seguii con lo sguardo Albus fare il giro del campo mentre veniva inseguito dall’altro ragazzo Cacciatore.
«Ehi, voi.»
Sussultai. Io, Chelsea e Jeanie ci voltammo.
Per un istante il mondo si fermò. Dalla penombra emerse Scorpius Malfoy.
La vista mi si oscurò e non sentii più le gambe. Mi appoggiai a Chelsea. Sbattei le palpebre e cercai di resistere al senso di vertigine. Finalmente rimisi a fuoco ciò che avevo intorno.
Scorpius Malfoy avanzò verso di noi, lento e a schiena dritta, un capo della sciarpa verde e argento ciondolante sul petto. «Cosa ci fate qui?»
La mia bocca era troppo secca per rispondere. Non riuscii a pensare a nessuna scusa plausibile. Da vicino a me sentii provenire, come ovattata, la voce di Chelsea. «Guardiamo, Malfoy. Non è mica proibito.»
Malfoy si fermò. Le sue labbra sottili si sollevarono in un ghigno. «No, certo che non è proibito. Ma quella là fuori è la squadra di Serpeverde, e nessuno di voi tre è Serpeverde, o sbaglio?»
Il suo sguardo scivolò su di noi. Incrociò il mio e mi fissò. Il calore iniziò a invadermi il collo, il viso, le orecchie. Inspiegabilmente sentii gli occhi gonfiarsi e riempirsi di lacrime. Abbassai il capo e fissai la terra battuta.
«Sei razzista per caso? È passato di moda ormai, dovresti saperlo.» La voce sarcastica di Chelsea mi fece rialzare gli occhi. Sbirciai Malfoy. Il suo ghigno era scomparso.
«Battuta fuori luogo, Shields. Volgare come poche.» Afferrò il capo della sciarpa verde e lo gettò dietro la schiena. «Non è proibito guardare anche se non siete Serpeverde, ma ammetterete che non è proprio corretto. Potreste riferire informazioni alle vostre squadre. Quindi, se permettete, giochiamo con onestà. Direi che occorre avvisare la squadra che il loro allenamento è sotto osservazione. Così potrete rimanere qui quanto vorrete.»
Il panico mi strinse lo stomaco e mi aggrappai con tutte le mie forze al braccio di Chelsea. Malfoy avanzò verso l’uscita del campo.
Un secondo dopo Jeanie era davanti a lui. A gambe divaricate e con le mani piantate sui fianchi Jeanie gonfiò il petto. I loro visi erano a pochi centimetri l’uno dall’altro. Malfoy fece un passo di lato ma Jeanie gli sbarrò di nuovo la strada.
Le sopracciglia bionde di Malfoy si unirono. «Joy. Non è nel tuo stile. Su, evitiamo sceneggiate.»
«Sono d’accordo, evitiamo sceneggiate.» La voce di Jeanie era calma e dolce. Non era mai un buon segno.
Gli occhi di Malfoy si ridussero a due fessure. Lui e Jeanie erano viso a viso. Potevo vedere il fiato caldo di Malfoy appannare gli occhiali spessi un dito di Jeanie.
«Non voglio litigare» sibilò Malfoy.
«Neanche noi.» La treccia dorata di Jeanie ondeggiò lungo il suo fianco. «Ti reputavo una persona intelligente fino a dieci minuti fa. Ma se davvero pensi che ce ne importi qualcosa delle squadre di Quidditch, be’, devo ricredermi…»
Mi balenò in testa la frase di Chelsea di poco prima: saranno tutti impegnatissimi, non ci cagheranno neanche di striscio!
Chelsea, T di Troll in Divinazione.
Un angolo della bocca di Malfoy si sollevò. «E allora cosa ci fanno qui una Corvonero, una Tassorosso e una Grifondoro, se non spiare gli allenamenti?»
Il mio cuore batteva talmente forte da sentirlo in gola. Strinsi ancora di più il braccio di Chelsea. Jeanie restò immobile, le mani ancora sui fianchi, a fissare Malfoy.
Un secondo dopo delle sagome verdi entrarono in corridoio e le mie membra si irrigidirono.
«Ehi.»
«Ciao.»
«Bella lì, raga!»
Davanti a noi, sorridenti, sfilarono i giocatori di Serpeverde.
Il capitano della squadra passò accanto a Malfoy e gli diede una pacca sulla spalla. «Ehi, Malfoy, hai cambiato bionda? Per Merlino, come sei monotono…»
Il mio cervello mi mandò un disperato segnale per avvertirmi che avrei dovuto avere paura di qualcosa. Prima che lo capissi, Albus Potter entrò nel corridoio e incrociò il mio sguardo.
Si fermò con la mano a mezz’aria mentre stava per dare una manata al suo compagno con l’acne. Il sorriso gli si congelò in faccia. Abbassò subito la mano.
Le mie labbra si aprirono e si chiusero senza produrre alcun suono. Alla fine con voce roca mormorai: «Ciao.»
«Ciao» ripeté Albus. Sbatté le palpebre e fu scosso da un tremito. Passò oltre me e Chelsea e proseguì insieme al resto della squadra. Guardai la sua schiena allontanarsi finché non scomparve nello spogliatoio. La porta si chiuse con un colpo sordo.
Io, Chelsea, Jeanie e Scorpius Malfoy restammo lì. Un soffio di vento sibilò nel corridoio e scosse la treccia di Jeanie e le nostre sciarpe.
Accanto a me Chelsea scrollò le spalle. «Oh be’, tanto casino per niente.»
Malfoy e Jeanie si voltarono di scatto verso di noi con sguardo omicida.
Cautamente arretrai e scivolai dietro la schiena di Chelsea.
«Casino?» fece Jeanie. La sua voce era più acuta del normale. «Casino?»
Malfoy sbuffò. «Joy, sei rumorosa.»
Afferrai un capo della sciarpa di Chelsea e sbirciai oltre la sua spalla. Malfoy si toccava l’orecchio e guardava male Jeanie. Forse voleva morire giovane. Tossii.
Immediatamente gli sguardi scattarono su di me. Mi sentii assalire dalla vergogna e mi feci piccola piccola dietro Chelsea. «Ehm. Scusatemi. N-non vorrei intromettermi, non sia mai… Ma…»
Cercai freneticamente una scusa qualsiasi che ci permettesse di rientrare.
«Ma…»
Pensa. Pensa. Pensa.
«… Ma fa freddo…»
Se avessi indicato il cielo con l’indice e avessi grugnito E.T. telefono casa probabilmente avrei riscosso più successo. Invece continuarono a fissarmi.
«Su!» esclamò Chelsea alla fine. «Tutto è bene quel che finisce bene, saluti e baci, rientriamo che fa freddo e prendiamoci una cioccolata che è ora di merenda e qui si rischia il calo glicemico.»
Gli sguardi si puntarono su Chelsea. Tirai un sospiro di sollievo e dentro di me una serie di ovazioni la proclamavano santa.
Le mani di Jeanie scivolarono lungo i fianchi e finirono nelle tasche del cappotto. Il suo viso era inespressivo. Sbuffò col naso.
«Andiamo, andiamo!» fece Chelsea con allegria. «Cioccolata, avanti!» Si avviò lungo il corridoio e io trotterellai dietro di lei.
Dopo qualche passo mi voltai verso Jeanie. Lei e Malfoy si guardarono ancora una volta, poi Jeanie passò oltre Malfoy e ci seguì.
«Questa non la dimentico, Joy.»
Non sapevo perché ma un brivido mi percorse la schiena. Non riuscivo a capire se la nota melliflua nella voce di Malfoy suonasse come una minaccia o come una falsa lusinga. Mi voltai un’altra volta e vidi Jeanie camminare dritta come un fuso, sicura e impettita.
Solo quando ci trovammo in Sala Grande per la merenda le sue spalle si rilassarono. Ci separammo e ci immergemmo nella folla di studenti vocianti, ognuna diretta al proprio tavolo. Tutti chiacchieravano, ridevano, scherzavano.
Mi accomodai al tavolo di Tassorosso e presi una tazza di tè con latte. Il tè caldo mi bruciò in gola e subito il calore si diramò dallo stomaco fin dentro le ossa. Lanciai un’occhiata agli altri tavoli. A Grifondoro Chelsea rideva insieme a una ragazza che non conoscevo e aveva già un tramezzino mezzo mangiato in mano. A Corvonero Jeanie sedeva con le gambe accavallate e sorseggiava qualcosa da una tazza bianca. A Serpeverde Albus era già tornato ed era in mezzo a ragazzi che non conoscevo. Indicò qualcosa sul tavolo e rise.
Improvvisamente non avevo più voglia di bere il mio tè. Strinsi la tazza tra le mani e fissai le onde nel liquido color caramello.
Allora era solo con me che sorrideva così poco?
 
Nota dell’autrice: ho mantenuto l’espressione inglese evil overlord anziché tradurre “signore del male” perché temo che in italiano perderebbe molte delle allusioni che invece il termine inglese evoca. Presente la evil overlord list? ;)
Per passare alla nota felice: siccome non c’è due senza tre ecco la terza vincitrice del concorso, chocolate_pudding. :D Il suo personaggio è Clove! ♥ Cara ragazza, ho tante cose per cui ringraziarti, ridurle tutte in una nota mi sembra poco, quindi grazie cento volte e tu sai tutti i perché. TTuTT
E, naturalmente, grazie anche a tutti quelli che leggono/recensiscono/inciampano in Serena. ^^ Vorrei conoscervi tutti e ringraziarvi personalmente (180 recensioni totali e 1610 visualizzazioni del primo capitolo, perdincibacco! °A° ), ma non potendolo fare mi limito a lanciarvi un grande grazie da questa nota. Tutto questo vuol dire molto per me, quindi grazie, grazie, grazie. ♥
  
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