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Autore: ambra_chiara    24/09/2013    1 recensioni
Sapete tutti come è andata a finire la guerra contro Crono, ma molti (come me) si saranno chiesti dove è finita Calipso o meglio dire... Ha trovato un lieto fine oppure dovrà subirsi ancora il tormento alla quale ormai è abituata? Io ho cercato di scrivere una storia che parla interamente della figlia di Atlante.
Spero che vi piaccia! Ciao!
ambra_chiara
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ora, molla la presa da Lachesi” disse Atropo mettendo la lama fredda della sua spada sul mio collo “Forza, siamo due contro tre… non avrebbe senso continuare a combattere no?”
Lanciai un occhiata a Tony, in qualche modo aveva un pugnale in mano e stava cercando di tagliare le corde che lo tenevano stretto, sarà stata opera della magia di Calipso.
“Siete sicure che siamo solo in due?” temporeggiai io tenendo bene la catena in mano, la figlia di Atlante mi guardò con uno sguardo interrogativo e io le feci cenno di assecondarmi
“Perché? Avete per caso un esercito?” chiese Cloto
“Certo… secondo voi mio padre ha lasciato i suoi figli in balia di loro stessi senza neanche una mano?” continuai
“è vero, e secondo voi noi saremmo state così stupide da venire da sole?” mi appoggiò Cal
“Cosa dovremmo fare?” chiese Lachesi rivolta alle sorelle
“Lasciare andare noi e mio fratello, e l’esercito di mio padre non vi ucciderà” dissi convincente
“Certo… come no! E perché non sono intervenuti prima allora?” Atropo appesantì la presa della lama contro il mio collo così che ne uscì un rivolo di sangue, ma un ragazzo investì la Parca con un calcio poderoso
“Non toccare mia sorella” era Tony! Mi sorrise e pugnale alla mano investì Atropo mentre io con la catena prendevo per la caviglia Lachesi, quella stava uccidendo Calipso! Con una forza non mia alzai con due braccia la mia arma che avevo aggrovigliato addosso alla Parca e la alzai di diversi metri sbattendola al lato opposto, la figlia di Atlante mi guardò un attimo, giusto per capire se quello che aveva visto era vero, intanto Cloto si era liberata dalla sua presa e cercò di attaccarla, ma lei disse qualche breve parola in greco antico e un intrico di rovi avvolsero la Parca.
Io cercavo di tenere distante Lachesi, mentre Tony con il pugnale e la sua forza bruta (non si direbbe ma il mio fratellino aveva quattordici anni ed era più muscoloso di Super Man, ok non esageriamo… però avete capito!) utilizzava come pungiball Atropo che cercava con la sua spada di distanziare il suo nemico dato che la sua arma era corta, purtroppo il mio fratellino non era nel pieno delle sue forme e se non sveniva era già un miracolo.
Dovevo aiutarlo! Per questo sciolsi la presa della mia catena contro Atropo, allungai il braccio e feci una piroetta, con me ruotò anche la mia arma che colpì sia quest’ultima che Lachesi, ma dovevo girare a una velocità elevata che mi scombussolava i sensi, per questo rimasi KO per un po’, fortunatamente c’era Calipso a difendermi con i suoi rovi magici e le sue lame celate alla Assasin’s Creed, però anche io avevo la catena di un personaggio dei videogiochi (Prince of Persia, e tanto vale dire che ho chiesto un’arma del genere ispirandomi a lui, ma non è questo il punto!)  quindi in pochi minuti ero pronta per combattere contro Lachesi quando comparve mio padre.
“Buone notizie, ho chiesto a Zeus se potevo entrare ed eccomi qua, ma vedo che ve la cavate bene quindi posso anche andare…” disse Tanato
“ma sei fuori?! Per favore dacci una mano!” utilizzai la catena come una frusta ma non prima che Lachesi mi si fu avvicinata dandomi una stoccata sulla coscia.
Notai con la coda nell’occhio Calipso che intrappolò Cloto con la sua magia e rovistava nei fili della vita, non capivo il suo piano finché non prese un filo fatto di platino.
“Ferme tutte oppure taglio questo filo!” le tre Parche si pietrificarono e guardarono la figlia di Atlante
“Non oserai mica…” disse Atropo
“Certo che oso!”
“Ma che vuol dire?” chiesi mentre Tony si sedeva per terra affaticato
“Quello è il filo della vita di Calipso, Kira” mi spiegò Tanato “Nessuno a parte le tre Parche possono teoricamente tagliare i fili, per questo Calipso non verrà incolpata del suo suicidio, daranno la colpa alle tre”
“E allora?” domandai ancora
“Allora le Parche verranno punite perché è loro compito torturare all’infinito quella povera ragazza, se la facessero morire per lei sarebbe un sollievo e quindi non adempierebbero al loro compito”
“Ma perché non incolperebbero Calipso?” domandai ancora come se di tempo ce ne fosse in abbondanza
“Perché non è tecnicamente possibile che un mezzosangue o qualunque altro essere vivente tagli i fili della vita, solo le Parche possono, ma in teoria, in pratica è facilissimo… basta prendere le forbici e zac… il gioco è fatto! Facile e indolore”
“Calipso, non giocare con la tua vita… letteralmente! Ti rendi conto che hai in mano la tua vita?!” chiesi
“Me ne rendo conto Kira, so cosa faccio”
“E se la tua amica perderebbe la vita?” disse una voce alle mie spalle, era Lachesi che prendendomi alla sprovvista mi pugnalò dritta alla schiena, vidi la lama uscirmi da davanti, dritta al cuore, ne apprezzavo tutta la freddezza e crudeltà.
Capivo che era giunta la mia ora, avevo messo in conto che sarei morta presto nella mia vita da mezzosangue, ma ne  rimasi delusa, non me lo aspettavo che sarei morta in quel momento quando la vita sembrava più rosea.
Voi vi starete dicendo che questi sono i deliri di una ragazza prima di morire, ma io ragionavo benissimo, sapevo cosa stavo perdendo…
Stavo perdendo il Campo, Fransin che per quanto non mi stesse simpatica avrei sentito la mancanza dei nostri litigi.
Stavo perdendo i miei genitori, mia madre e mio padre.
Stavo perdendo la possibilità di vivere avventure e realizzare il mio sogno di diventare una grande scrittrice.
Stavo perdendo mio fratello Tony, avevo combattuto per lui, speravo che fosse sopravvissuto ed che vivesse la sua vita bene, magari mettendo su famiglia, e avrebbe raccontato ai suoi figli della sorella che ha avuto, oppure sarebbe stato talmente triste che non avrebbe mai parlato di me perché il ricordo era troppo doloroso, non lo so cosa avrebbe fatto, speravo soltanto che fosse felice.
E stavo perdendo Calipso, la mia migliore amica, aveva fatto tanto per me e mi disturbava non aver ricambiato nulla,  le dovevo molto e anche dopo la morte l’avrei ricompensata in qualche modo, sarei riuscita a saldare il debito.
Magari lei sarebbe riuscita a scappare dalla sua isoletta, sarebbe andata al campo e avrebbe picchiato Percy, magari avrebbe sentito la mia mancanza e avrebbe raccontato a Chirone che fine avevo fatto, se avesse parlato con Fransin cosa le avrebbe detto? Quello che pensavo realmente di lei oppure avrebbe mentito per conservare il ricordo di un defunto? Spero tanto la prima perché io dico sempre la verità, per questo che litigavamo tanto.
Mi sarebbe piaciuto fare tante cose con lei, andare al cinema, giocare con i videogiochi, picchiare Percy magari aiutate da Clarisse, farle conoscere nuovi ragazzi, un pretendente era Nico… secondo me le sarebbe piaciuto!
Eppure non potevamo fare nulla, però ero contenta del ricordo che le avevo lasciato di me… i miei racconti e la mia musica, spero che non se li scordi.
Per l’ultima volta guardai il mondo, sorrisi a lei e Tony, toccai i miei capelli a caschetto biondi per capire se erano spettinati, non volevo morire con i capelli spettinati, fortunatamente erano a posto e finalmente potei abbracciare la morte salutando il mondo attorno a me, sapendo che non l’avrei mai più rivisto.
  
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