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Autore: Edward Therril    24/09/2013    4 recensioni
Un rumore metallico scaturiva ad ogni passo quando la punta dello stocco colpiva i gradini producendo un suono cadenzato, regolare, come quello degli ingranaggi di un orologio. La lama sottile, tipica degli stocchi, era ben lucidata e splendente, la guardia d'argento finemente decorata ed intarsiata di gemme preziose e in cima all'elsa stava appolaiato un drago anch'esso d'argento, un'arma insomma non fatta per combattere, ma che si addiceva perfettamente all'esile figura che la portava al fianco.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6



Dall'esterno la cattedrale era splendida, candida, un'immacolata geometria perfetta di torri bianche come zanne d'avorio e grandiose sculture degne solo della divinità che era ospite in quell'edificio. I torsi potenti e muscolosi degli uomini di marmo, le loro spade tanto perfette da sembrar reali, i loro scudi alti e solidi, pronti a difendersi da chiunque osasse colpire, tutto era riprodotto con un'inaudita maestria, e con una mano ferma e precisa maturata negli anni di sudato lavoro.Al centro, dietro la struttura principale, si ergeva un'immensa torre dalla cupola dorata.

Agais si stendeva ai piedi della cattedrale, una metropoli tanto vasta che si diceva ci si impiegasse un'intera giornata per attraversarla a cavallo dal portone del crovo a nord fino a quello del cervo situato nel punto più meridionale. Ad est il porto, raccolto attorno al piccolo golfo che l'oceano aveva formato sferzando le coste negli anni. Centro di commerci, oste di culture diverse e patria di nessuna, ad Agais si potevano trovare le merci migliori di tutto Lendian nei vari mercati che le vie cittadine ospitavano. Camminando al porto si sarebbe colto l'odore della salsedine, il puzzo del pesce fresco e di quello ormai marcito che veniva usato per la preparazione di unguenti e misture di cui le vecchie e le monache custodivano gelosamente i segreti; spostandosi verso il centro si sarebbe stati travolti dal profumo di spezie esotiche e frutti provenienti da terre lontane, si sarebbero uditi gli strilli delle capre e degli altri animali venduti dai contadini, le urla dei commercianti di schiavi che esponevano senza ritegno la merce nelle piazze.

Nelle strette vie cittadine era possibile scorgere individui di ogni genere, mercanti, guerrieri, artigiani, nobili, ricchi, ma anche folli incitatori di masse che speravano di essere seguiti come un pastore dal gregge. Persone vili, persone meschine, non di rado capitava infatti che un pazzo corresse per le vie urlando e cercando di denigrare il buon nome della Chiesa. Ma la predica di questi calunniatori non durava molto, gli uomini incaricati di mantenere l'ordine pubblico, infatti, agivano rapidi e fermavano i disordini prima che qualsiasi cosa accadesse. Le esecuzioni pubbliche avvenivano solo di rado però, solitamente questi venivano portati alla grande basilica e rinchiusi nei sotterranei, in quelle prigioni dalle quali si diceva nessuno potesse fuggire. Accadeva invece meno di rado, e lontano dagli occhi indiscreti dei cittadini, che qualcuno di questi carcerati venisse condotto in cima alla grande torre.Quando questo accadeva orribili e strazianti grida di dolore potevano essere udite nella cattedrale.

Nessuno poteva accedere alla cima della struttura tranne i sacerdoti delle più alte sfere e i loro servitori. L'accesso alla torre non era nascosto, ma a proteggerlo c'erano due statue alte quanto due uomini e armate di lunghe lance di pietra e giganteschi scudi. Dietro di queste partiva una scala a chiocciola e in cima, oltre un pesante portone in legno, v'era la stanza in cui solo i sacerdoti maggiori potevano entrare. Le pareti erano spesso imbrattate di sangue li dentro, le ossa dei detenuti divorati senza pudore erano ammassate in un angolo, non c'erano finestre ne altre fonti di luce a parte una fiaccola accesa in fondo alla stanza che ardeva da secoli sempre allo stesso modo e li, di fronte a quel tremolante lume, una mostruosa figura soleva sedere mangiando. Alta almeno due metri, grassa tanto da essere deforme, all'altezza del costato destro e dello stomaco si aprivano due grandi bocche piene di aguzze zanne per lacerare la carne delle malcapitate vittime sacrificali; il viso era cadente almeno quanto il resto della figura, gli arti erano malformati e non si trovavano in quelle che sarebbero dovute essere le posizioni naturali: un braccio spuntava da sopra la spalla destra e ricadeva sul corpo come se fosse morto, l'altro si staccava dal costato sinistro e stava piegato vicino al corpo, le mani erano piccole e le dita corte e tozze. La creatura non era sicuramente terrena, ma sembrava discostarsi quanto più possibile da ogni immagine di divino si potesse avere.

Agais non era l'unica città sotto un simile controllo da parte della Chiesa; le cinque città indipendenti, i cinque nodi commerciali principali di Lendian erano assoggettati ad un suo controllo totale, e quella di Agais non era l'unica creatura preservata come una divinità.

Olmon, situata a sud del contiente sul delta del tridente di Urion; Ethias ad Ovest di Agais, dove i due rami del fiume Amaea si congiungevano per sfociare poi nell'oceano; Sibennas, splendido e rigoglioso porto nelle vicinanze del fiume Espon ed infine Ebur, scavata nella pietra della catena montuosa che percorreva continente per tutta la sua lunghezza esattamente nel punto in cui la terra si restringeva, come una barriera a separare il nord e il sud di Lendian. Queste cinque città, compresa Agais, conferivano alla Chiesa il monopolio sull'economia intera, la possibilità di piegare ogni regno al suo volere.


***



Syloc si sedette a gambe incrociate sul pavimento e lanciò un cristallo lucido e azzurro davanti a se.



Cartina di Lendian








Angolino dell'autore
Vi lascio in allegato il link alla cartina (è ancora in fase MOLTO alpha, manca tutto. Però mi è sembrato giusto facendo molti riferimenti geografici allegarvi quello che c'è nel mio cervello). Tra l'altro l'ho dovuta rifare a mano adesso prima di pubblicare in quanto il dannatissimo Illustrator mi è scaduto, quindi chiedo venia per la grafia terribile e il disegno non proprio eccezionale, mi farò perdonare :) (piccolo appunto c'è un errore di trascrizione sulla cartina ho scritto Dalalardir invece di Dalardir... chiedo venia è l'ora e la stanchezza)
  
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