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Autore: Alektos    27/03/2008    6 recensioni
Ormai è passato qualche mese da quando Remus e Tonks si sono messi insieme. Riusciranno a non farsi dividere dalla guerra che si sta scatenando nel mondo magico?
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Sirius Black, Sorpresa | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Tonks stava camminando, ormai da parecchi minuti, intorno al tavolo della cucina, con le mani dietro la schiena e lo sguardo basso

AUGURI NONNA MINERVA!

 

1)    Rosa spento

 

Tonks stava camminando, ormai da parecchi minuti, intorno al tavolo della cucina con le mani dietro la schiena e lo sguardo basso. Molly era intenta a controllare che il coltello che aveva incantato stesse pelando correttamente le patate, e ogni tanto alzava lo sguardo osservando la ragazza.

“Tonks…”, disse infine, “Prima di fare un buco nel pavimento della mia cucina, ti potresti fermare?”

Come se la donna le avesse dato un ordine, Ninfadora si fermò e, dopo qualche attimo di indecisione, decise di sedersi; tamburellò con le dita sulla tavola un paio di volte, poi guardò la signora Weasley.

“Molly”, iniziò, “Hai notato qualcosa di strano in Remus, negli ultimi giorni?”

“In Remus?”, chiese perplessa, “No, mi sembra quello di sempre. Non dirmi che tra di voi ci sono problemi?”

Tonks sbuffò, “Non mi sembra… è sempre gentile, premuroso e dolce, ma ha un non so che, che mi fa dire che non è lui”, rispose gesticolando con le mani, sperando di rendere più comprensibile quello che aveva detto.

“Troppi -che- in una sola frase, non sono riuscita a seguire bene il discorso”, le dise Molly, “Però una cosa l’ho capita, che è sempre gentile, premuroso e dolce. Non capisco dove stia il probl…

La donna si zittì di colpo quando vide Remus comparire dalla porta.

“Molly”, disse quest’ultimo, “Io adesso esco. Non riuscirò a tornare prima di cena, quindi non preparare nulla per me.”

“Esci?”, intervenne Tonks girandosi verso di lui con un espressione stupita.

Remus annuì e, dopo aver salutato con un cenno, della mano se ne andò velocemente.

La giovane strega si alzò di scatto dalla sedia, facendola cadere all’indietro, sbuffando. “Vedi, cosa ti dicevo? Non è da lui! Non mi ha detto che aveva intenzione di uscire, non so dove va e non mi ha nemmeno salutata!”, spiegò la ragazza, mentre con un colpo di bacchetta rimetteva a posto la sedia.

“Non è che, forse, sei un po’ troppo possessiva nei suoi confronti?”

“Forse hai ragione, ma io sono così perché lui, in questi mesi, mi ha abituata in un certo modo. Adesso sono un paio di giorni che è strano, più freddo in certe situazioni e non fa altro che confabulare con Sirius. Non so se mi sono spiegata”, disse infine, rassegnata.

Molly fermò il coltello che cadde a peso morto sul tavolo al fianco della patate che aveva appena sbucciato, mise la bacchetta in tasca e guardò la ragazza: “Hai provato a farglielo notare?”

Tonks scosse la testa. “Prima di parlargli volevo esserne certa. Non vorrei fare la figura della ragazza gelosa e possessiva.”

“E non lo sei?”, le chiese Molly con un sorrisetto malefico stampato in volto, portandosi le mani ai fianchi.

“Non così tanto gelosa o così tanto possessiva!”, si lamentò Tonks, “L’unica volta che ho fatto una scenata è stato quando una, mai vista né sentita, si era avvinghiata al mio ragazzo!”

“Più che giusto, in quel caso. Che ne è stato della ragazza poi?”

“Oh, nulla, ho fatto una scenata, un paio di fatture ben piazzate, a lei e al mio ex boy, visto che non gli erano dispiaciute affatto le attenzioni della ragazza”, Tonks pensò per qualche istante, “Sai, credo addirittura che si siano sposati.”

“Questa è sfortuna, ragazza mia!”, disse Molly ridendo.

“Immagino di sì. Anche se poi ho trovato Remus: e dopo tutto quello che ho dovuto sopportare per averlo al mio fianco, credo di potermi permettere di essere un po’ gelosa.”   

 

La sera stessa, quando Remus comparve in casa, trovò Molly, Arthur, Sirius e Tonks seduti in soggiorno che discutevano animatamente sull’ennesimo opuscolo mandato a tutti cittadini dal Ministero.

“Sono completamente inutili!”, sbottò Sirius, “Altro che difesa, servono solo a far vedere alla gente che il Ministero fa qualcosa!”

Remus si schiarì la voce con un colpo di tosse, per far notare la sua presenza, poi salutò i presenti, rimanendo fermo all’ingresso della stanza, con ancora indosso il cappotto.

“Tonks”, disse leggermente titubante, “Avrei bisogno di parlarti. Potresti uscire un momento?” Finita la frase riprese fiato per poi dirigersi nuovamente fuori.

Tonks guardò Molly, leggermente preoccupata, poi si avviò anche lei verso la direzione in cui era andato Remus.

Quando la porta si chiuse con un rumore secco, Sirius guardò la signora Weasley che aveva assunto un’aria pensierosa e le sorrise per poi dirigersi a sbirciare attraverso le tende della finestra.

 

Una volta fuori, Tonks trovò Remus seduto su una panchina che non aveva mai visto prima e le luci fuori accese. L’uomo le fece segno di sedersi accanto a lui, mettendosi poi a fissare il vuoto.

“Remus, parla! Per favore”, lo supplicò Tonks. Era estremamente nervosa, non era mai successo che lui si comportasse in modo così strano e adesso aveva paura. Lo si capiva dal modo in cui la ragazza stava stropicciando un lembo della sua maglietta e da come spostasse lo sguardo da Lupin, alle sue mani, ad altri punti più o meno indefiniti del giardino.

“Io”, iniziò Remus, “Volevo che tu avessi una cosa che per me è molto importante.” Lentamente si girò a guardare la ragazza seduta al suo fianco, che aveva dipinta sul volto un’espressione confusa.

Lupin mise una mano in tasca, estraendo poi qualcosa; prese la mano della ragazza e posò il piccolo oggetto sul suo palmo, per poi richiuderlo.

Intorno a loro regnava un silenzio innaturale interrotto di tanto intanto dai passi furtivi di uno gnomo che si intrufolava furtivo nel giardino della casa: trattandosi della Tana, in teoria, dovevano trovarsi sommersi da urla di ragazzi, dalla voce di Molly o dalla fragorosa risate di Sirius. Invece, nulla. I ragazzi erano a scuola e, a parte questo, nulla giustificava quella mancanza di rumore.

Ninfadora era sempre più confusa; aprì la sua mano e vi trovò un anello in oro bianco con sopra un brillantino. Improvvisamente le mancò il fiato e sgranò gli occhi, incredula.

“Remus, ma cosa… è stupendo!”, esclamò, “Ma cosa significa, cioè… cos’è?” Era visibilmente confusa e continuava a guardare alternativamente l’anello e l’uomo.
“È un anello”, rispose Lupin senza riuscire a trattenere un sorriso, poi si prese qualche secondo per organizzare il discorso, “Apparteneva a mia madre”, spiegò, “Volevo lo avessi tu.”

Tonks era immobile. Per la prima volta nella sua vita, non sapeva come rispondere: strinse il piccolo oggetto nuovamente nella mano e abbracciò l’uomo davanti a lei, “Grazie”, sussurrò infine al suo orecchio, “È un gesto stupendo, Remus. Grazie!”, ripeté, per poi sciogliersi dall’abbraccio e sollevare la mano con l’anello in direzione di Remus, “Non voglio infilarlo io.”

Il Licantropo lo prese e glielo infilò all’anulare della mano sinistra. A questo punto due lacrime scesero dagli occhi di Tonks che lo abbracciò nuovamente, con gli occhi ancora lucidi.

“Questo, ovviamente”, sussurrò Remus al suo orecchio, “Presuppone un mio impegno concreto, quando tutto questo sarà finito e se tu lo vorrai, a restare per sempre al tuo fianco.”

Ninfadora aprì gli occhi di colpo e si sciolse dall’abbraccio guardando l’uomo che stava davanti a lei con la bocca semi aperta; le due lacrime che erano scese prima dai suoi occhi, aumentarono a dismisura e contro il suo volere, “Mi stai chiedendo se…”

“Sì, se mi vuoi sposare!”, rispose Remus deciso.

Tonks gli si lanciò addosso, facendoli capitombolare entrambi dalla panchina. Si trovarono l’uno sull’altro e Tonks, che stava sopra l’uomo, lo guardò per qualche istante, per poi prendere il suo viso tra le mani e baciarlo.

“Deduco sia un sì”, le disse Remus, rimanendo vicino al volto della ragazza, leggermente sollevato da terra.

“Sì!”, rispose decisa, iniziando a passare le mani tra i capelli di Remus, senza riuscire a smettere di ridere.

L’uomo annullò la distanza tra di loro posando le sue labbra su quelle della ragazza che fu ben felice di assecondare le sue richieste.

 

Sirius, da dentro la casa, iniziò a ridere fragorosamente sotto lo sguardo stupito di Molly.

“Che succede?”, chiese la donna.

“Succede”, rispose Sirius, tornando a sedersi sulla poltrona, “Che tra poco serviranno bende, cerotti e un buon bicchiere di vino per un brindisi!”

 

Quando Molly, qualche sera dopo, entrò in cucina, trovò Tonks seduta al tavolo intenta a rimirare il suo anello, sbuffando di tanto in tanto.

“A guardarlo troppo, si consuma”, la prese in giro la signora Weasley.

Vedendo che la ragazza non dava segni di voler rispondere andò a sedersi davanti a lei. “Suvvia, non è poi la fine del mondo!”

“Tu credi? Forse non conosci bene mia madre… e mio padre!”
Molly fece una risatina. “Perché non hai voluto che venisse anche Remus con te?”

Tonks scosse la testa, “Meglio di no. Stasera li metterò al corrente che la nostra non è più una relazione casuale, poi, un altro giorno lo porterò con me gli dirò che finita la guerra ci sposeremo!”, spiegò, dicendo le ultime parole con aria trasognata. “Ma tu mi ci vedi sposata? Io no”, disse parlando velocemente quasi in preda al panico, “Non so cuocere due uova senza bruciare la cucina! In casa mia c’è un disordine tremendo e…”

“A queste cose penserai dopo. Prima i tuoi genitori”, le rispose la donna guardandola divertita.

“Hai ragione”; rispose la ragazza.

“Ora vai o farai tardi!”

 

Poco dopo, Tonks si smaterializzò davanti alla porta d’ingresso dei suoi genitori, bussò e, come la porta si aprì, fece un bel respiro ed entrò cercando di essere il più naturale possibile.

“Sono arrivata!”

 

Qualche ora dopo ritornò alla Tana. I capelli di Tonks avevano perso la loro lucentezza, erano spenti. “Tesoro, tutto bene?”, le chiese Remus, avvicinandosi, avendo notato il cambiamento.

Lei sorrise, “Sì, tutto bene. Ho un sonno tremendo, andiamo a letto?”, rispose con voce atona.

“Tonks, cos’è successo?”, le chiese Sirius, preoccupato.

“Nulla, è andato tutto bene, a meraviglia.”

Entrambi diedero la buona notte e si diressero ai piani superiori. Nel salire la scala Ninfadora non inciampò nel terzo gradino, come succedeva tutte le sere, e questo fece inorecchiare Remus.
“Mi vuoi dire come è andata dai tuoi genitori?”, le chiese il Licantropo, impaziente, mentre entravano in camera.

Tonks iniziò, come se niente fosse a cambiarsi sotto lo sguardo attonito di Remus.

“Ninfadora!”, la chiamò secco.

“Che c’è?”, rispose la ragazza visibilmente alterata, come se fosse stata disturbata mentre svolgeva un lavoro importante.

“Mi vuoi dire come è andata dai tuoi genitori?”, ripeté il Licantropo.

“Bene, ora però dormiamo che ho un sonno tremendo. Domani ti spiegherò tutto.” Gli posò un bacio sulla guancia e andò a coricarsi nel letto, sotto alle coperte.

 

 

Quando Tonks si svegliò non era ancora l’alba. Prese la bacchetta e lanciò un incantesimo: un fiotto di luce viola colpì l’ignaro Remus in  pieno, poi, preso un pezzetto di pergamena, scrisse velocemente un messaggio, per poi posarlo sul comodino. Si guardò per qualche istante allo specchio e, strizzando gli occhi, cambiò il colore dei suoi capelli; finita la metamorfosi erano biondi ed estremamente lunghi, ma non tutto era andato come aveva previsto: gli occhi, infatti, erano diventati viola contro la sua volontà. Legò i capelli in una coda alta e, infine, strizzò nuovamente gli occhi, ma non accadde nulla: i suoi occhi rimasero viola, un colore che mai prima aveva usato nei cambiamenti per quella particolare parte del viso.

Rassegnata diede un ultimo sguardo alla stanza e al corpo inerme che giaceva sul letto, poi uscì. Una volta raggiunto l’esterno della casa scomparve, con un sonoro schiocco, per poi ricomparire in un vicolo buio, illuminato solo dalla luce di due lampioni. Rimase immobile.

Alcuni rumori le segnalarono l’arrivo di altre persone. Nel giro di pochi secondi fu circondata da quattro persone incappucciate.

“Bene, vedo che è andato tutto come previsto. Sei riuscita ad arrivare per tempo, Ninfadora”, una voce melliflua, proveniente dalla sua spalle, fece voltare la ragazza di scatto, “Ora, quasi nipote, se non ti dispiace, ti accompagnerei ai tuoi nuovi alloggi.”

La ragazza non si mosse, né disse nulla, si limitò ad osservare con sguardo vago la persona che aveva parlato che si tolse il cappuccio lasciando intravedere un volto di donna.
Questi prese a girarle intorno, squadrandola.

“Questa non ti servirà, tesoro”, le disse prendendo la bacchetta dalle mani della giovane Auror che la lasciò fare.

“Bene, la tua nuova cameretta ti aspetta, Ninfadora!” Nel pronunciare quelle parole rise come una persona pazza, prima di prendere Tonks per un braccio e Smaterializzarsi con lei.

Dopo di loro, anche le altre persone, rimaste a volto coperto, le seguirono Smaterializzandosi a loro volta.

 

 

 

  
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