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Autore: mistery dragon    28/09/2013    3 recensioni
Si dice che per gli insegnanti, gli alunni bravi o meno rimangano sempre nei loro cuori.
Ma per Zoro Roronoa , maestro di italiano di una scuola elementare, c'è un bambino che sconvolgerà addirittura tutta la sua vita.
Genere: Angst, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Roronoa Zoro, Sanji, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Can I Call you Dad?'
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Capitolo 2- Pensieri tristi
Zoro salì le interminabili scale  che lo separavano dalla presidenza.
Arrivato davanti alla porta bussò e si sentì qualcuno esclamare:
- Avanti!-
Il docente entrò ritrovandosi davanti il preside Drakul Mihawk, che non lo smetteva di osservarlo serio con i suoi enormi occhi dorati, colore tra l'altro innaturale.
Quasi tutti a scuola avevano timore di lui, ma non Zoro. C'era un po' di astio tra di loro ma comunque rispetto, non solo perchè Drakul era il preside......
- Salve Roronoa, si sieda.- lo invitò Mihawk, anche se l'invito suonava più come un ordine.
Zoro lo squadrò ma fece come gli era stato detto.
- Dunque, tralasciando il fatto che anche oggi è arrivato tardi a lezione...-
Il verde si grattò dietro la testa, segno che era stato colto in flagrante. Non potevi di certo passare innosservato a Occhi di Falco, come lo chiamavano tutti nell'istituto.
- In realtà sono qui per parlare di un suo alunno nello specifico.-
Il docente sapeva già di chi stava parlando. D'altronde era la terza volta dall'inizio della scuola che era stato convocato per lui.
- Sta parlando di Sanji Blackleg , vero?-
- Precisamente. Dall'inizio della scuola fino a ieri ha preso esattamente 10 note disciplinari negative, 12 assenze ingiustificate inclusi i ritardi ed ha per ora insufficienze in italiano, matematica e inglese.-
- La devo correggere 11 note disciplinari negative e 13 assenze ingiustificate.-
Occhi di Falco alzò gli occhi al cielo:
- Anche oggi?-
Il maestro annuì.
-  Va beh, non è questo il punto. Se alla fine di questo quadrimestre non migliora dovrò sospenderlo. E visto che è già stato sospeso sia l'anno scorso che due anni fa, dovrò anche espellerlo!-
Zoro sgranò gli occhi:
- In che senso espellerlo?-
- Vedo che non si ricorda il regolamento scolastico.-
L'insegnante imprecò a denti stretti: odiava quando Occhi di Falco lo corroggeva o gli faceva notare una cosa. Davvero, era una cosa per lui insopportabile.
Intanto il preside prese un tomo enorme dalla scrivinia e lo aprì:
- Regola disciplinare numero 18: Se l'alunno vennisse sospeso tre volte nell'arco dei cinque anni, esso verrà espulso immediatamente dalla scuola senza la possibilità di riscriversi all'istituto.-
Chiuse delicatamente ma con decisione il libro:
- Allora , dato che lei è il coordinatore di classe pretendo che questo alunno venga rimesso subito in riga e per la cronoca, convocherò anche i suoi genitori per un colloquio. Se riesce anche a scoprire cos'ha questo marmocchio, buon per lei! Si ricordi, se lui venisse espulso, lei, la signorina Nico Robin, il signor Trafalgar Law, e il signor Brook avrete una lettera di richiamo pesante ciascuno. Ha capito?-
Zoro cercò di mantenere la calma e rispose:
- Sì, lo farò signor preside.-
- Bene, può andare.-
Il verde si alzò,lo salutò educatamente e si congedò , ma intanto i suoi pensieri formulavano pensieri poco carini su Mihawk e anche su Sanji.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Sanji era sull'altalena. La neve candida sovrastava il paesaggio del cortile scolastico e un vento gelido continuava a soffiare su di lui. Già gelido, gelido come la sua vita. O come il suo cuore che ormai non esisteva più,o come il suo sorriso svanito o come la sua infanzia:rossa, viola ,gelida e dolorosa.
Perchè non poteva essere come gli altri bambini ? Perchè non poteva essere sorridente come Rufy ed Ace? O avere una madre amorevole come Nami e Nojiko?
Le lacrime stavano per avere la meglio sul bambino ma le ricacciò dentro. Aveva già pianto abbastanza ma esse non si erano ancora consumate. E lui non era più un bambino, non era più ingenuo come gli altri, era un ragazzo freddo come il ghiaccio , cattivo e orgoglioso.
Mentre rimuginava su questi tetri pensieri, Rufy si avvicinò lentamente a Sanji. 
- Sanji, vuoi venire a giocare con noi?-
Il biondo lo guardò con aria di superiorità:
- Perché?-
- Ti divertiresti! Dai, vieni!- e così il moretto prese la mano del ricciolo e lo trascinò verso gli altri.
Però poi si fermò ed osservò l'amico, serio:
- Un giorno però mi devi dire cos'hai , Sanji!-
Sanji sorrise tristemente , mentre veniva portato verso gli altri.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Mentre Zoro prendeva la metropolitana verde diretto a Crescenzago. I suoi pensieri rimugivano su Sanji: maledetto moccioso viziato (perchè non poteva essere altrimenti), che per lui rischiava il posto di lavoro. Già con la reputazione che si era creato da adolescente, era già tanto se è riuscito a diventare maestro e laurearsi in lettere. 
Lui amava insegnare. Gli piaceva far apprendere ai bambini ciò che sapeva. Ma la cosa che più amava era scoprire i loro sogni. Molto spesso si era ritrovato bambini che avevano i sogni più disparati: Rufy tipo vuole diventare il re dei pirati, Nami una cartografa, Franky un carpentiere e costruire navi da sogno, Chopper voleva curare le persone da ogni male, Usopp diventare un coraggioso eroe e Ace anche lui un pirata come il fratello.
Sanji invece niente, niente di niente! Si ricordava ancora il primo giorno di scuola, dove aveva chiesto ai bambini di disegnargli cosa avrebbero fatto da grandi. Tutti hanno dato i sogni più fantasiosi, colorati e bizzarri ma non quel biondino.
Ciò lo aveva perplesso e gli aveva chiesto come mai il motivo di quel foglio bianco.
" Io non ho sogni. Sono solo fantasie irrealizzabili. " a sentirlo, sembrava un adulto.
Da quel giorno Zoro aveva provato più volte ad avvicinarsi a quel ricciolo, ma niente.
Era come avere un muro davanti a se, dove tu puoi dare tutti i  pugni che  vuoi ma niente lo distrugge.
Zoro ci credeva nei sogni, specialmente nel suo: diventare il miglior spadaccino del mondo.Non di fioretti o sciabole come i veri atleti italiani, no. Lui voleva essere un samurai. Sì di quelli giapponesi che difendono le persone e i loro valori fino alla morte, che posso essere spietati contro un nemico ma delicati con un bambino.Gli piacevano le katane , spade mistiche e affascinanti allo stesso tempo. Non sapeva il perchè ma amava tutto ciò che era giapponese: il cibo, gli alcolici, le armi, la storia, il paesaggio, la cultura.
Infatti non gli dispiaceva neanche di leggersi qualche volta qualche manga, specialmente gli shonen, perchè era pieni di scontri e sogni da realizzare.
E infatti chi si era andato a sposare ? Una giapponese. 
Già, Kuina. Lei era fantastica, la sua anima gemella , la sua ragione di vita. L'aveva conosciuta quando aveva 15 anni , quando aveva iniziato a fare le gare internazionali. Poi da rivali , pian piano  il loro rapporto era cresciuto e avevano deciso di sposarsi a soli 23 anni.
Era anche grazie a lei se era diventato un maestro: la verità era che lui voleva diventare un sensei di kendo e aprire un dojo a Milano ma purtroppo aveva cestinato questa idea per quel crimine, quell'errore, quell'incoscienza ......no, non doveva più pensarci. Quell'evento faceva parte del passato ormai.....
Come Kuina. La sua vita con lei era perfetta, assolutamente perfetta finchè non arrivò quel dannato giorno. Un pazzo ubriaco si trovava sull'autostrada che da Linate portava a Milano.
Kuina era appena tornata dal Giappone. Zoro invece era a casa, indaffarato per gli esami universitari. Questo folle sbandò contro l'auto di Kuina e la fece andare fuori strada. Morta sul colpo. Quel bastardo ora era in carcere, a scontare una pena che per Zoro era troppo poca per ciò che ha fatto.
Il suo angelo era partito e non sapeva proprio come aveva fatto ad uscire dallo shock. Forse grazie al padre del suo grande amore, che gli regalò la katana bianca della ragazza. Zoro giurò su essa  che prima o poi sarebbe diventato il miglior spadaccino del mondo, anche se doveva andare contro la legge. Ma soprattutto si sarebbe preso cura dei bambini, che Kuina amava e desiderava tanto averne uno.
Con il cuore colmo di tristezza era arrivato a casa, un'abitazione stile giapponese con un bellissimo con gli alberi spogli che in primavera sarebbero diventati dei magnifici ciliegi.
Aprì la porta di casa ,tolse le scarpe, si avviò in cucina e gettò la valigia sul tavolo. Prima di dirigersi verso il frigo , osservò la foto di Kuina da giovane, quando aveva vinto contro di lui la prima volta.
La prese in mano, sorrise e la baciò. Pensò a Kuina e alla sua promessa: doveva prendersi cura di Sanji come avrebbe fatto un sensei e gioire dei suoi risultati. 
Questo era ciò che pensava Zoro, ma ancora non sapeva che Sanji non sarebbe stato solo un semplice alunno da aiutarlo a crescere culturalmente, ma sarebbe stato qualcosa di più.............

Capitolo 2- Pensieri tristi

Zoro salì le interminabili scale  che lo separavano dalla presidenza.

Arrivato davanti alla porta bussò e si sentì qualcuno esclamare:

- Avanti!-

Il docente entrò ritrovandosi davanti il preside Drakul Mihawk, che non lo smetteva di osservarlo serio con i suoi enormi occhi dorati, colore tra l'altro innaturale.

Quasi tutti a scuola avevano timore di lui, ma non Zoro. C'era un po' di astio tra di loro ma comunque rispetto, non solo perchè Drakul era il preside......

- Salve Roronoa, si sieda.- lo invitò Mihawk, anche se l'invito suonava più come un ordine.

Zoro lo squadrò ma fece come gli era stato detto.

- Dunque, tralasciando il fatto che anche oggi è arrivato tardi a lezione...-

Il verde si grattò dietro la testa, segno che era stato colto in flagrante. Non potevi di certo passare innosservato a Occhi di Falco, come lo chiamavano tutti nell'istituto.

- In realtà sono qui per parlare di un suo alunno nello specifico.-

Il docente sapeva già di chi stava parlando. D'altronde era la terza volta dall'inizio della scuola che era stato convocato per lui.

- Sta parlando di Sanji Blackleg , vero?-

- Precisamente. Dall'inizio della scuola fino a ieri ha preso esattamente 10 note disciplinari negative, 12 assenze ingiustificate inclusi i ritardi ed ha per ora insufficienze in italiano, matematica e inglese.-

- La devo correggere 11 note disciplinari negative e 13 assenze ingiustificate.-

Occhi di Falco alzò gli occhi al cielo:

- Anche oggi?-

Il maestro annuì.

-  Va beh, non è questo il punto. Se alla fine di questo quadrimestre non migliora dovrò sospenderlo. E visto che è già stato sospeso sia l'anno scorso che due anni fa, dovrò anche espellerlo!-

Zoro sgranò gli occhi:

- In che senso espellerlo?-

- Vedo che non si ricorda il regolamento scolastico.-

L'insegnante imprecò a denti stretti: odiava quando Occhi di Falco lo corroggeva o gli faceva notare una cosa. Davvero, era una cosa per lui insopportabile.

Intanto il preside prese un tomo enorme dalla scrivinia e lo aprì:

- Regola disciplinare numero 18: Se l'alunno vennisse sospeso tre volte nell'arco dei cinque anni, esso verrà espulso immediatamente dalla scuola senza la possibilità di riscriversi all'istituto.-

Chiuse delicatamente ma con decisione il libro:

- Allora , dato che lei è il coordinatore di classe pretendo che questo alunno venga rimesso subito in riga e per la cronoca, convocherò anche i suoi genitori per un colloquio. Se riesce anche a scoprire cos'ha questo marmocchio, buon per lei! Si ricordi, se lui venisse espulso, lei, la signorina Nico Robin, il signor Trafalgar Law, e il signor Brook avrete una lettera di richiamo pesante ciascuno. Ha capito?-

Zoro cercò di mantenere la calma e rispose:

- Sì, lo farò signor preside.-

- Bene, può andare.-

Il verde si alzò,lo salutò educatamente e si congedò , ma intanto i suoi pensieri formulavano pensieri poco carini su Mihawk e anche su Sanji.

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Sanji era sull'altalena. La neve candida sovrastava il paesaggio del cortile scolastico e un vento gelido continuava a soffiare su di lui. Già gelido, gelido come la sua vita. O come il suo cuore che ormai non esisteva più,o come il suo sorriso svanito o come la sua infanzia:rossa, viola ,gelida e dolorosa.

Perchè non poteva essere come gli altri bambini ? Perchè non poteva essere sorridente come Rufy ed Ace? O avere una madre amorevole come Nami e Nojiko?

Le lacrime stavano per avere la meglio sul bambino ma le ricacciò dentro. Aveva già pianto abbastanza ma esse non si erano ancora consumate. E lui non era più un bambino, non era più ingenuo come gli altri, era un ragazzo freddo come il ghiaccio , cattivo e orgoglioso.

Mentre rimuginava su questi tetri pensieri, Rufy si avvicinò lentamente a Sanji. 

- Sanji, vuoi venire a giocare con noi?-

Il biondo lo guardò con aria di superiorità:

- Perché?-

- Ti divertiresti! Dai, vieni!- e così il moretto prese la mano del ricciolo e lo trascinò verso gli altri.

Però poi si fermò ed osservò l'amico, serio:

- Un giorno però mi devi dire cos'hai , Sanji!-

Sanji sorrise tristemente , mentre veniva portato verso gli altri.

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Mentre Zoro prendeva la metropolitana verde diretto a Crescenzago. I suoi pensieri rimugivano su Sanji: maledetto moccioso viziato (perchè non poteva essere altrimenti), che per lui rischiava il posto di lavoro. Già con la reputazione che si era creato da adolescente, era già tanto se è riuscito a diventare maestro e laurearsi in lettere. 

Lui amava insegnare. Gli piaceva far apprendere ai bambini ciò che sapeva. Ma la cosa che più amava era scoprire i loro sogni. Molto spesso si era ritrovato bambini che avevano i sogni più disparati: Rufy tipo vuole diventare il re dei pirati, Nami una cartografa, Franky un carpentiere e costruire navi da sogno, Chopper voleva curare le persone da ogni male, Usopp diventare un coraggioso eroe e Ace anche lui un pirata come il fratello.

Sanji invece niente, niente di niente! Si ricordava ancora il primo giorno di scuola, dove aveva chiesto ai bambini di disegnargli cosa avrebbero fatto da grandi. Tutti hanno dato i sogni più fantasiosi, colorati e bizzarri ma non quel biondino.

Ciò lo aveva perplesso e gli aveva chiesto come mai il motivo di quel foglio bianco.

" Io non ho sogni. Sono solo fantasie irrealizzabili. " a sentirlo, sembrava un adulto.

Da quel giorno Zoro aveva provato più volte ad avvicinarsi a quel ricciolo, ma niente.

Era come avere un muro davanti a se, dove tu puoi dare tutti i  pugni che  vuoi ma niente lo distrugge.

Zoro ci credeva nei sogni, specialmente nel suo: diventare il miglior spadaccino del mondo.Non di fioretti o sciabole come i veri atleti italiani, no. Lui voleva essere un samurai. Sì di quelli giapponesi che difendono le persone e i loro valori fino alla morte, che posso essere spietati contro un nemico ma delicati con un bambino.Gli piacevano le katane , spade mistiche e affascinanti allo stesso tempo. Non sapeva il perchè ma amava tutto ciò che era giapponese: il cibo, gli alcolici, le armi, la storia, il paesaggio, la cultura.

Infatti non gli dispiaceva neanche di leggersi qualche volta qualche manga, specialmente gli shonen, perchè era pieni di scontri e sogni da realizzare.

E infatti chi si era andato a sposare ? Una giapponese. 

Già, Kuina. Lei era fantastica, la sua anima gemella , la sua ragione di vita. L'aveva conosciuta quando aveva 15 anni , quando aveva iniziato a fare le gare internazionali. Poi da rivali , pian piano  il loro rapporto era cresciuto e avevano deciso di sposarsi a soli 23 anni.

Era anche grazie a lei se era diventato un maestro: la verità era che lui voleva diventare un sensei di kendo e aprire un dojo a Milano ma purtroppo aveva cestinato questa idea per quel crimine, quell'errore, quell'incoscienza ......no, non doveva più pensarci. Quell'evento faceva parte del passato ormai.....

Come Kuina. La sua vita con lei era perfetta, assolutamente perfetta finchè non arrivò quel dannato giorno. Un pazzo ubriaco si trovava sull'autostrada che da Linate portava a Milano.

Kuina era appena tornata dal Giappone. Zoro invece era a casa, indaffarato per gli esami universitari. Questo folle sbandò contro l'auto di Kuina e la fece andare fuori strada. Morta sul colpo. Quel bastardo ora era in carcere, a scontare una pena che per Zoro era troppo poca per ciò che ha fatto.

Il suo angelo era partito e non sapeva proprio come aveva fatto ad uscire dallo shock. Forse grazie al padre del suo grande amore, che gli regalò la katana bianca della ragazza. Zoro giurò su essa  che prima o poi sarebbe diventato il miglior spadaccino del mondo, anche se doveva andare contro la legge. Ma soprattutto si sarebbe preso cura dei bambini, che Kuina amava e desiderava tanto averne uno.

Con il cuore colmo di tristezza era arrivato a casa, un'abitazione stile giapponese con un bellissimo con gli alberi spogli che in primavera sarebbero diventati dei magnifici ciliegi.

Aprì la porta di casa ,tolse le scarpe, si avviò in cucina e gettò la valigia sul tavolo. Prima di dirigersi verso il frigo , osservò la foto di Kuina da giovane, quando aveva vinto contro di lui la prima volta.

La prese in mano, sorrise e la baciò. Pensò a Kuina e alla sua promessa: doveva prendersi cura di Sanji come avrebbe fatto un sensei e gioire dei suoi risultati. 

Questo era ciò che pensava Zoro, ma ancora non sapeva che Sanji non sarebbe stato solo un semplice alunno da aiutarlo a crescere culturalmente, ma sarebbe stato qualcosa di più.............


  
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