Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: crazywrjter    28/09/2013    0 recensioni
Al Liceo Statale Alighieri ci sono due 'fazioni': Liceo Classico e Liceo Scientifico.
La lotta tra le due parti è feroce e accanita.
Quando durante le vacanze estive Francesca, sedicenne classicista con uno spiccato senso dell'ironia, incontra Mattia, ragazzo 'strano' e un po' saccente, appassionato di felpe multicolori, videogame ed auto d'epoca, è odio a prima vista.
Odio che diventa ancora più radicale quando si scopre che Mattia frequenta lo scientifico all'Alighieri.
Per Francesca l'anno scolastico 2015/2016 sarà emozionante e ricco di colpi di scena: tra incontri casuali, sguardi storti e battutine pungenti, party notturni con amici depravati e risse nei corridoi della scuola (perché la guerra continua ad infuriare!), la ragazza ci divertirà con i suoi commenti cinici e il suo letale sarcasmo.
E chissà, forse il presunto 'odio' per Mattia potrà trasformarsi in qualcosa di diverso...
Genere: Commedia, Parodia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo V, o Ansia pre-scolastica

DRIIIIIN!

Il suono acutissimo e agghiacciante della sveglia mi riscuote, facendomi fare un balzo di qualche metro sul cigolante materasso del letto. Il terrore mi invade la mente: scuola.

Rimango un secondo a tremare tutta avvolta nelle lenzuola, più simile a un gattino appena nato che a una brillante studentessa pronta a ricominciare la sua carriera di classicista. Ma alla fine l'angoscia per quello che sta per accadermi è così profonda da farmi rotolare brontolando giù dalla mia cuccia.

-Francescaaaaa!- Ecco, i delicati e angelici richiami di mia madre. Se solamente non fossi già sveglia da un pezzo, la strangolerei.

-Sono in piedi- bofonchio sciabattando verso il bagno. Prima di chiudermi a chiave nel pensatoio getto un'occhiata rapida all'orologio: le sei e quarantacinque. All'Alighieri si entra alle otto. Ho ancora del tempo prezioso da godermi.

Mi infilo le prime cose che mi capitano a tiro (un paio di jeans e una maglietta rossa) e striscio verso la cucina, attratta da un odorino di crepes che mi mette in subbuglio lo stomaco.

Mia madre è intenta a preparare la colazione. Le crepes il primo giorno di scuola sono una tradizione che la mia famiglia porta avanti dalla mia quinta elementare. -Ci hai messo poco- mi fa notare quando mi trascino sbuffando sulla sedia più vicina.

Mancano solamente un'ora e quindici minuti all'inizio della fine, mamma. Ogni secondo che mi rimane è oro puro.

-Ah- Inizio a rimpinzarmi di crepe grondante nutella, sperando di allontanare i cattivi pensieri.

-Come ti senti? Rilassata?

C'é bisogno di chiederlo?! Dio, mamma, hai la sensibilità di un bradipo.

-Sto bene, grazie.

-Hai fatto tutti i compiti?

No, guarda, li ho lasciati a metà, giusto per farmi scannare dal prof di greco del triennio.

-Sì.

Mi rivolge un ampio sorriso. -Beh, allora non c'é nulla di cui preoccuparsi, vero?

No comment.

-No, non c'é niente- Tento di esibire un sorrisetto forzato, ma a giudicare sguardo perplesso che mi lancia mia madre tutto quello che è venuto fuori è una smorfia di sofferenza.

-Francesca... Sei sicura di stare bene?- Ecco, infatti. Nemmeno una creatura totalmente priva di cognizione come mia madre potrebbe ignorare che sembro appena uscita da una sala di tortura.

.-Tutto a posto, mamma. Davvero.

Mi osserva dubbiosa. -Mmmh, se lo dici tu. In ogni caso devo andare al lavoro, ci vediamo quando torni.

La seguo con lo sguardo mentre scompare oltre la porta di casa, ostentando il suo tipico passettino picchiettante. Quando sento il tonfo della porta di casa che si chiude, tiro un profondo sospiro.

Sono sola con le mie paure.

E non ci sono squadre di soccorso pronte a salvarmi.

 

Sette e mezza. Mancano solamente trenta minuti. Lavata, pettinata e vestita, con la cartella in spalla e (ovviamente) una sensazione poco piacevole nei dintorni dello stomaco, mi avventuro fuori dal mio appartamento.

L'aria gelida e umida del mattino mi investe: siamo solo a metà settembre ma c'é un clima da vacanze di Natale. Ci mancano solo la neve e i Santa Claus fuori dalle finestre.

Mentre mi incammino sul duro selciato del marciapiede in direzione del liceo, cerco di allontanare il più possibile i pensieri riguardanti una certa persona dalla mia testa. Ma è inutile, la sensazione di avere un paio di occhi scuri puntati addosso è così forte che mi guardo intorno circospetta più di una volta. Anche se, alla fine, tutti gli sguardi che incontro appartengono a passanti perplessi.

Quando mancano ormai pochi isolati all'Alighieri e il panico mi attanaglia lo stomaco in una morsa stritolatrice, mi viene un'idea brillante abbastanza per distrarmi nei successivi cinquecento metri. Con fare guardingo, estraggo il cellulare dalla tasca e sbircio lo schermo: tre chiamate perse e un messaggio. Ovviamente tutte di quell'idiota di Leonardo.

A questo punto dovrei fare un piccolo flash-back. Io e Leonardo siamo amici quasi-per-la-pelle (quando l'amica per la pelle è l'inseparabile Giulia) dalla prima media, quando entrambi eravamo magrolini, brufolosi e poco inclini alla compagnia. Insomma, ammettiamolo: due autentici sfigati. E proprio per questo quel ragazzotto silenzioso che trascorreva la ricreazione a guardarsi i piedi mi era piaciuto così tanto.

In pratica abbiamo trascorso le medie in simbiosi (abbiamo pure scelto la stessa scuola superiore) poi al liceo ci siamo leggermente allontanati dopo che io ho conosciuto la mia attuale migliore amica. In ogni caso, puntualmente ogni nuovo anno scolastico pretende di sedersi sempre alla mia destra. Anche se quest'anno non ho intenzione di lasciarglielo fare.

Apro sbuffando il messaggio: Pronta x il nuovo anno? :)

Picchietto rapidamente sulla tastiera con le dita, senza perdere d'occhio la strada. A scuola ti scanno. Fa anche rima.

Aggiungo una sadica faccina felice, tanto per rincarare la dose.

 

E finalmente, dopo una svolta a destra, ecco l'Alighieri. Un immenso edificio rettangolare, tutto scrostato, circondato da quello che gli insegnanti definiscono cortile (ma che è in realtà una brulla distesa di cemento armato, dove gli studenti vagano come dispersi quando non sanno cosa fare a ricreazione). Ovviamente c'é una sola entrata, e, ovviamente, tutti gli alunni si accalcano lì. Questo, ovviamente, significa che ci sarà anche lui.

Appena intravedo l'immensa folla di persone che brulica davanti all'ingresso dell'Alighieri, inizio a sentirmi male.

La separazione tra classicisti e scientifici è nettissima già prima che inizino le lezioni. Tra i due gruppi, schierati uno contro l'altro come due eserciti, c'é una debita distanza, di circa una decina di metri. Gli studenti ai margini (quasi sempre grossi e pigri attaccabrighe di quinta) si lanciano occhiate in cagnesco, e ogni tanto qualche insulto vola tra le file. Ma, almeno per il momento, non sembrano esserci situazioni gravi in vista. Almeno non come al mio primo anno di ginnasio, quando si svolse un feroce combattimento di gruppo il cui ricordo mi traumatizza ancora adesso.

Supero il cancello e mi unisco al gruppo dei miei compatrioti. Man mano che mi inoltro tra la gente, accogliendo con una smorfia i rapidi saluti dei miei compagni, il peso sullo stomaco si fa sempre più opprimente. Continuo a guardarmi in giro, ripetendomi ossessivamente che sto cercando Giulia. O Leonardo. Ma il mio sguardo, per quanto io cerchi di resistere, vola irrimediabilmente oltre la linea immaginaria che separa le due fazioni.

E so benissimo alla ricerca di chi.

-FRA!

Lancio un urletto strozzato e mi giro di scatto. Davanti a me, un ragazzone biondo alto sul metro ottanta mi rivolge un sorriso a trentadue denti.

Lascio cadere i pugni stretti in posizione di guardia. -Leonardo- sbuffo con una sfumatura omicida nella voce. -Non potresti cercare di essere un pochino meno rude?

Il tizio scoppia in una fragorosa risata (che se possibile fa tendere ancora di più i miei nervi) e spalanca le braccia con fare protettivo. -Non mi dai neanche un abbraccio di inizio anno?

-No.

Sbuffa, scostandosi un ciuffo ribelle dagli occhi con la mano destra. Solo in quel momento noto che c'é qualcosa che non va. -Leonardo... ti sei fatto biondo?- inorridisco.

Ridacchia ancora. Ha un vocione da basso che farebbe sobbalzare un elefante. -L'hai notato finalmente!- esulta. -Sai, aspettavo i tuoi complimenti.

Lo guardo stranita. -Beh, allora aspetterai ancora molto a lungo.

Spinge il labbro inferiore in fuori, tentando di assumere un atteggiamento da cucciolo ferito. -E perché, scusa?

Scruto con compassione i suoi capelli palesemente tinti. -Beh, non per dire- esordisco con voce incerta. -Ma... ecco... eri più carino castano.

-Ecco- fa spazientito mentre si stringe nelle spalle. -Lo sapevo. Dovevo chiedere il parere di Sua Maestà prima di fare una cosa... drastica come tingermi i capelli!

-Non fai ridere, lo sai?

-E chi voleva che facesse ridere?- conclude mostrandomi la lingua.

Esibisco un sorrisetto stentato. Questo gigante maldestro sta cercando in tutti i modi di scacciare la mia preoccupazione con la sua allegria. Anche se senza molti risultati.

Inclina la testa e mi rivolge uno sguardo poco convinto con i suoi grandi occhi nocciola. -Sembri una reduce della Seconda Guerra Mondiale, lo sai?

Ah, ecco, se n'é accorto.

-Ho davvero un aspetto così orribile?

-No. Ma hai la faccia contratta nello sforzo di sorridere mentre sei pallida come un cencio, stringi i pugni e fai un salto di tre metri ogni volta che qualcuno ti picchietta sulla spalla.

-No, aspetta, l'ultima cosa non è vera- protesto. Nel preciso momento in cui lo dico, qualcuno mi sfiora da dietro, provocandomi uno scatto in avanti che mi manda dritta dritta tra le braccia del mio migliore amico.

-Direi decisamente di sì- conclude Leonardo serio serio, spintonandomi via. Mi giro inferocita, ma quando incontro lo sguardo giocherellone di Giulia tutti i miei propositi violenti vanno a farsi benedire.

-Ah, sei tu- dico cercando di ricompormi. -Non sei andata ad accompagnare Jawad a scuola?- Jawad è il diciottenne marocchino che la mia migliore amica è riuscita a racimolare alla comunale. E' un figo da paura, non fraintendetemi. Ma il fatto che tenga un coltellino multiuso sempre in tasca basta a dissuadermi dal frequentarlo.

Lei scuote la testa. -Ci siamo mollati- dichiara con un'alzata di spalle.

Roteo gli occhi, fingendomi sorpresa. -Cosa? No, impossibile, Credevo fosse l'amore della tua vita, che vi sareste sposati e che avreste avuto frotte di bambini... e invece...!

Abbassa lo sguardo, arrossendo. -Beh, per la verità non mi piaceva neppure tanto- confessa. -Più che altro volevo vedere come sarebbe stato il sesso.

BOOM! No, Giulia, questa no. Sei sempre stata mia alleata, non puoi ritorcerti contro di me e lanciarmi una granata a tradimento sulla schiena. Credevo fossi la mia innocente migliore amica, non ero al corrente delle tue voglie oscure e inappagate. Ecco, e ora tu e Leonardo vi siete messi a ridere tutti e due davanti alla mia espressione sconvolta. Dovevate proprio peggiorare la situazione?

-Ma... Ma...- riesco a balbettare.

Leonardo interrompe i miei borbottii tirandomi una pesante pacca sulla schiena. -Devi crescere, verginella- commenta, e mi rivolge un'occhiolino provocante. Di fronte alla mia espressione schifata, lui e Giulia sbottano di nuovo a ridere fragorosamente, e nessuno dei due riesce a smettere finché un assordante DRIIIIIN non li fa ammutolire.
Perché, in fondo, una sentenza di morte ridurrebbe al silenzio chiunque.

Angolo Autrice

Hellooooo :D
Per quanto latino e greco siano distruttivi (sicuramente la mia profe non aiuta), sono riuscita a sopravvivere alle prime due settimane di liceo e prevedo che, se mi va bene, riuscirò ad arrivare fino alla fine del quadrimestre (?). Finalmente mi sono decisa a dare una svolta a questa storia e a introdurre qualche personaggio un tantino più consistente. Nel prossimo capitolo prevedo catastrofi a randa, quindi mettetevi il giubbotto antiproiettile e continuate a leggere (e possibilmente anche a recensire :D)
P.S: so che è un po' osé per la mia età ma l'idea di Giulia come un'adolescente dalle voglie" oscure e inappagate" mi faceva troppo ridere, sorry :) 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: crazywrjter