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Autore: SakiJune    28/03/2008    4 recensioni
Sei sempre stato una persona prudente. Fino al fanatismo. Ma davanti a due occhi neri che ti scaldano il cuore, e al ritorno di un amico che credevi perduto, le tue difese si allentano, fino a scomparire... non è vero Mad-Eye?
Una storia d'amore e di guerra ambientata subito dopo il sesto libro, tra vecchi e nuovi membri dell'Ordine della Fenice. Piccoli spoiler, relativi all'identità e ai retroscena dei personaggi, e non agli avvenimenti del settimo libro.
CONCLUSA!
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alastor Moody, Remus Lupin, Severus Piton, Sorpresa, Voldemort
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler! | Contesto: Da VII libro alternativo
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Questo è il penultimo capitolo. Grazie alle mie care Nonna Minerva (auguri di buon compleanno, anche se in ritardo!), Rainsoul (ti pare che posso esimermi dalle stragi del venerdì sera? ma certo che Remus è sacro, non mi chiamo mica Joanne!!!), lyrapotter e HarryEly!
Qualche anticipazione dell'epilogo?
Hmmm... leggete al fondo.

Saki





Severus lesse la speranza negli occhi di Jugson. Riconoscenza. Ma soprattutto speranza.
Non stava prendendo a cuor leggero ciò che stava per fare. Non riusciva a sostenere il suo sguardo, in effetti: ma la vita di un uomo non vale le sorti dell'intero Mondo Magico

(nemmeno quella del miglior mago del mondo)

se anche grazie a te giungerà la salvezza

(e morirai dentro, ogni giorno di più)

e alla fine, ciò che gli altri pensano di te non significa niente, importa solo agire, attendere e poi agire...

Questo era ciò che aveva imparato.

Allora perché aveva risparmiato Slughorn? Perché gli aveva raccontato la verità? Se non era importante uscire allo scoperto, se finora aveva svolto uno splendido lavoro affinché la profezia si compisse, a cosa serviva quello sfoggio di vanità e desiderio di ammirazione?

- Snape, Merlino sia ringraziato... sei stato tu, allora? Mi hai fatto recuperare la memoria, non volevi che li uccidessi, non è così?

- Già.

Il sollievo di Cary si spense presto. I lineamenti di Severus non lasciavano trasparire alcuna emozione; la sua voce era fredda, come sempre.
Bentornato nella realtà, Jugson, pensò.

- Già, sono stato io. Quando ho chiesto di mandare Wormtail a Hogwarts, in realtà la pozione per rimetterti a posto la faccia era già pronta. Il famoso ingrediente segreto serviva a farti tornare alla mente chi eri e a chi appartenevi. L'Oscuro Signore ti voleva al sicuro, dopotutto... e per un po' di tempo sei anche riuscito ad essere, diciamo... felice?

- No - mentì. - Io ho solo eseguito gli ordini, non mi sono fatto scoprire...

- A me sembra di sì, Jugson, altrimenti non staresti scappando.

Mai raccontare balle a un Legilimens.
Oh, no.

- No, io...

Cercò di spiegarsi, balbettando, di fronte al volto impassibile di Snape, ripetendo a se stesso che c'era ancora una possibilità, perché dopotutto non conosceva le sue intenzioni.
Jugson non aveva tradito Voldemort.
Caradoc non aveva tradito l'Ordine.
E da qualunque parte stesse ora Severus, forse poteva salvarlo.


- Sembra anche a me - disse una voce che fece sobbalzare entrambi. - Ti sei fatto scoprire, eccome.

A quelle parole, Cary sentì qualcosa spezzarsi.
Appiattito contro un muro, in quel vicolo deserto di una città Babbana di cui non conosceva il nome, era il vertice di un perfetto triangolo. Agli altri angoli stavano Severus Snape e Remus Lupin, entrambi con le bacchette sguainate.
- Sparisci, Lupin - disse Snape. - Lasciami fare, mi ringrazierai.
- Sniv... Severus. - Non era il momento di lasciarsi sfuggire quel soprannome, non adesso che aveva le prove della sua innocenza. - Aberforth mi ha detto tutto.

Splendido. Tutta quella fatica per salvare la vita quel vecchio damerino, per poi scoprire che Dumbledore si era già confidato con suo fratello, prima di morire.
"Ho piena fiducia in Severus Snape"
Infatti. Non tanto da affidargli la sua vita, ma la sua morte sì.

Caradoc li fissava, senza più riconoscerli, senza più pensare alla sua sorte, con la mente divisa in due, assorto in una visione d'incubo.
Non si accorse che Snape l'aveva disarmato.
Né che una terza figura si era avvicinata quasi di corsa, zoppicando, gridando il suo nome e lanciando Schiantesimi all'indirizzo del Mangiamorte, il quale aveva drizzato un Incantesimo Scudo intorno a sé e non sembrava eccessivamente preoccupato della sua apparizione.



- Dorcas, vai, corri!
- Non ti lascio, non ci penso nemmeno, Cary!
Tra le ombre, senza scampo, nel gelo di quella notte.
- E' lui, è Vol...
- Avada Kedavra!
- Dorcas... no!
Aveva lasciato cadere la bacchetta, non gli importava più di difendersi, né di sopravvivere. La stringeva tra le braccia, piangendo.
- Stai soffrendo, Dearborn? La... amavi?
Sì, io l'amavo. Era il mio tesoro. Doveva diventare mia moglie. Era stata dura farle scegliere tra me e Sirius Black, ma alla fine l'avevo spuntata, ed era mia, soltanto mia...
- Smetterai di soffrire, Dearborn. E smetterai di amare. E' uno spreco uccidere un Purosangue come te, l'ultimo discendente di una famiglia così nobile, oltretutto: sarai al mio fianco, d'ora in poi.
- Mai! Mai! Maledetto, maledetto...
- Oblivion!




Lanciò un urlo tremendo, coprendosi il volto con le mani.
- Ricordi quella notte, non è vero Jugson? - disse Snape.
- E' una menzogna. Ti stai inventando tutto, schifoso assassino - Moody tentò un altro Schiantesimo, ma questa volta gli rimbalzò contro, mandandolo contro il muro di fronte.
- Temo di no, Alastor. Ho paura che Severus dica la verità. - gli si rivolse Remus, lentamente. - Vorrei non crederci, ma penso che...
Snape annuì. - Hai più buon senso di quello che pensavo, Lupin. E ora sgombrate.
- Cosa vuoi fargli? Assassino... - Alastor tentò di rialzarsi, aggrappandosi al davanzale di una finestra.
- Sei ripetitivo, Moody. Sembra che non t'importi un fico secco che il tuo cosiddetto amico abbia fatto fuori Kingsley Shacklebolt.
- Lui non ha... no, non è possibile! Cary!
Era una supplica, quello sguardo, era una preghiera silenziosa e disperata.
Dimmi che non è vero.
Dimmelo e ti crederò.
- Mi... dispiace, Alastor. Quello era... prima...

Ma certo. Prima di recuperare la memoria. Non ne aveva alcuna colpa, non era in sé, stava solo eseguendo degli ordini. Hestia ed Elphias non l'avrebbero perdonato, forse, ma lui sì. Doveva salvarlo, perché era comunque innocente.
- Non ha nessuna importanza! - urlò. - Tu non sei responsabile di quello che ti è successo!

Ma quanto è diventato sentimentale, il vecchio Mad-Eye, pensò Severus. Avrebbe mandato l'intero Ordine a farsi fottere, per il suo amico? Fino a che punto era andato fuori di testa?
Doveva scoprirlo.

- L'anima di Voldemort era in una situazione precaria, avendo già creato cinque Horcrux. Bastava davvero poco per provocare una scissione involontaria. Un assassinio da cui ricavava particolare soddisfazione, per esempio. Come quello di un membro dell'Ordine che gli desse filo da torcere. Parlo di Dorcas Meadowes. Cosa farai, Moody? Che cosa scegli? La vita di Caradoc Dearborn, o la morte del nostro nemico?

- Io s-sono... sono... - balbettò Cary.

- Sei un Horcrux, Dearborn. Finché resti al mondo, Voldemort non può essere sconfitto. E ho intenzione di rimediare a questa situazione: ora.

Sono rari i momenti in cui riesci a sentire davvero il significato della tua vita.
E Cary comprese che non la sua vita, ma la sua morte sarebbe stata preziosa, più di qualsiasi lotta o resistenza. Snape lo stava davvero salvando.

Chiuse gli occhi. Non provò dolore, quando la luce verde lo colpì.

Alastor si girò dall'altra parte, una guancia rigata di lacrime. No, non era impazzito del tutto.
Ma Remus guardò in faccia Severus.

- E ora dove pensi di andare? - gli chiese, con voce incolore.

- A far avverare la profezia. A finire il lavoro che mi ha lasciato Albus. Tocca a Potter, adesso, no? E' tutto nelle sue mani, lo sappiamo bene. Se vi degnerete di venire a dare una mano...

Si Smaterializzò, lasciandoli soli.

Iniziava a piovere, rare gocce fredde sui loro capelli, sui loro vestiti, sul viso immobile ma sereno dell'ultimo Horcrux di Voldemort, che era stato distrutto come tutti gli altri, insieme alla sua vera essenza, insieme alle sue due opposte identità.
Remus capì che Severus non aveva potuto farne a meno, lo immaginò durante quei mesi a escogitare un sistema per evitare di uccidere ancora. Ma come la maledizione dell'anello dei Gaunt aveva compromesso irrimediabilmente la vita di Dumbledore (non riusciva a capacitarsi di come quel grand'uomo avesse commesso una leggerezza simile, ma prima o poi le risposte sarebbero arrivate... il cerchio si sarebbe chiuso), anche il frammento dell'anima di Voldemort era ormai troppo legato a quella di Caradoc per permettergli di sopravvivere.

Si volse verso Alastor, e ora non avrebbe potuto affermare con certezza se stesse ancora piangendo o se fosse solo la pioggia...
Decisamente, non era il momento di uscirsene con un "Te l'avevo detto".

- Andiamo a combattere. Perché ne sia valsa la pena.






*************************************

Brontolii. Commozione. Svolte. Incontri.
E soprattutto, per la gioia di qualcuno, Nymphadora Tonks.
Non perdetevi l'epilogo, che arriverà a brevissimo.

Stay tuned!

   
 
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