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Autore: Lyrael    29/09/2013    1 recensioni
Sotto un cielo stellato, Harry pensa e prende decisioni. Draco invece aspetta...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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8 - Bianco e nero

 

"Posso parlarti un momento?"

Harry alzò gli occhi su Hermione, che se ne stava in piedi tra lui e il camino con un'aria tra il preoccupato e il colpevole.

"Certo Herm," rispose lui con un sorriso. Poi, visto che lei non accennava a proseguire, si mise dritto a sedere e le fece cenno di accomodarsi sul divano di fianco a lui.

Dopo un lungo silenzio, interrotto da qualche sospiro, la ragazza esordì: "Volevo parlarti di..."

"Draco, lo so," terminò Harry per lei. All'occhiata interrogativa dell'amica si spiegò. "Me l'ero immaginato che dopo oggi pomeriggio non avresti resistito. Chiedimi quello che vuoi, se posso ti risponderò."

Hermione assottigliò gli occhi all'ultima frase. "Ci sono delle cose che non puoi dirmi?" chiese sospettosa.

"No, Herm, intendevo che ti dirò quello che so o penso, ma non ho segreti."

"Bene," rispose lei. "Mi dici come ci sei finito a studiare con Draco Malfoy, tra tutti? Per non parlare dei giri nel parco o delle chiacchierate nei corridoi."

Harry la guardò e sorrise un po' timido, prima di rispondere. "Se ti dicessi che non ne ho la minima idea, mi crederesti? No, immagino di no, ma ti assicuro che non c'è stato nulla di premeditato." Poi le raccontò di quella prima notte nella torre.

"Ti assicuro Herm, non mi sarei mai aspettato che Draco fosse una persona così. Cioè, lo sapevo che era intelligente e tutto quanto, solo che è anche una compagnia piacevole. È divertente quando vuole, magari più ironico che altro, ma sa anche un sacco di cose. Non mi annoio mai a chiacchierare con lui. Ha punti di vista strani e contorti su alcuni argomenti, ma non sono mai stupidi, anzi mi fanno riflettere su tanti aspetti che io di solito non considero. Insomma, è come non mi sarei mai aspettato."

"Harry," lo interruppe l'amica, "ti rendi conto di come ne stai parlando?"

"Beh, hai detto che volevi delle spiegazioni..." rispose lui candidamente.

"Lo so, ma non mi aspettavo certo una tale dichiarazione." Poi sembrò indecisa se proseguire, e Harry capì cosa intendeva realmente. Non fece altro che diventare rosso come un pomodoro e guardarla con occhi incerti e imploranti.

La ragazza si sentì sciogliere a quello sguardo, assalita subito dopo da un istinto di protezione forte come non mai. Si slanciò verso di lui e l'abbracciò, sussurrandogli all'orecchio: "Lui lo sa?"

Harry scosse piano la testa, ancora intrappolato nell'abbraccio, si sentì andare a fuoco ancora di più e cercò di staccarsi, mentre abbassava gli occhi sentendosi colpevole.

Hermione lo lasciò andare e poi proruppe rassicurante. "Oh, Harry, non fare così! Non sono arrabbiata o disgustata, solo preoccupata per te."

"Non mi ha mica fatto del male..."

"Non è quello che ho pensato. Mi chiedevo solo se glielo avevi detto o fatto capire in qualche modo. Sai, per evitare fraintendimenti..."

Ad un nuovo diniego di Harry, Hermione decise che la cosa migliore da fare fosse abbracciarlo stretto e fargli comprendere che gli voleva bene, non ce l'aveva con lui ed era pronta a sostenerlo in ogni sua scelta. "Non ho certo intenzione di spiattellare tutto a Ron, sta' tranquillo. Soprattutto non finché non avrai chiarito questa cosa con... beh, con Malfoy."

"Grazie," soffiò Harry sollevato.

"Di niente," rispose lei calorosamente. Si staccò un po' dall'amico per guardarlo in faccia e continuò sfacciata: "Allora, come hai intenzione di dirglielo?"

Harry inspirò stravolto e arrossì di nuovo furiosamente allo scoppio di risa di Hermione.

 

***

 

Draco era seduto al tavolo di Slytherin, in fondo, come accadeva ormai abitualmente, dava le spalle al muro e sorseggiava quieto il suo tè.

Harry, dall'altra parte della Sala Grande, continuava a lanciargli occhiate timide, quasi non volesse farsi scoprire ma al contempo ottenendo l'effetto contrario.

Draco era perplesso. Cosa poteva mai essere accaduto, negli ultimi tre giorni, per far regredire il Gryffindor a quello stadio da ragazzetta tremante? Non se lo spiegava, ma si ripromise di ottenere la risposta proprio da Potter.

Con questo proposito ben saldo in testa, si alzò per affrontare le lezioni del mattino e passò deliberatamente accanto a Harry, salutando lui e i suoi amici. Di tutta la tavolata, il più incerto nel rispondere fu proprio il suo amico e questo non fece che aumentare la confusione e l'impazienza del biondo.

Durante la giornata si scoprì a fare le congetture più disparate, distraendosi di continuo e rimediando anche una sgridata dalla Professoressa Vector, ma questo non gli impedì di continuare a rimuginare.

Quando poi, a cena, si accorse che Harry non c'era, tutte le ipotesi peggiori formulate quel giorno gli si ripresentarono di colpo, mettendolo in uno stato di agitazione incredibile. Rispose male a una ragazzina di Tassorosso che gli aveva chiesto un'indicazione, col risultato che lei se ne andò ferita e sull'orlo delle lacrime; si ritrovò squadrato dagli Slytherin in una delle loro peggiori serate e, per completare l'opera, gli si scheggiò un dente per un pezzetto di guscio di noce rimasto nella sua fetta di torta.

'Decisamente non una delle mie migliori giornate', pensò Draco tra l'irritato e lo sconsolato. E quella sera era pure di ronda.

Senza finire il suo dolce, ingollò il resto del succo di zucca rimasto sul fondo del bicchiere e si avviò a passo spedito verso la sua stanza, deciso a studiare fino all'ora in cui avrebbe preso servizio come Prefetto.

 

***

 

Stava camminando da mezz'ora insieme a Zabini, che quella sera gli sembrava più molesto del solito, quando si accorse di essere vicino alla 'loro' Torre, com'era giunto a definirla tra sé.

Il compagno doveva avergli rivolto una domanda ma lui, perso nelle sue riflessioni, non l'aveva sentito, col risultato di ritrovarsi strattonato bruscamente per un braccio. Draco si girò con un'espressione tra il feroce e l'incredulo, tirando via il polso dalla presa di Zabini.

"Cosa cazzo vuoi?" sibilò Draco.

"Ti ho fatto una domanda," rispose l'altro a denti stretti.

"Non ti ho sentito. E non toccarmi!" rispose ancora più rabbioso alzando la voce.

"Voglio sapere cosa c'è tra te e Potter."

"Che cazzo di domanda è? E poi perché diavolo dovrei rispondere proprio a te? Ti senti in colpa e stai cercando di recuperare, Zabini?" proseguì con velenoso disprezzo. Il lampo di comprensione negli occhi del sue ex-amico gli confermò quelli che fino ad allora erano stati solo sospetti. "Lo so benissimo che sei stato tu a tirarmi quello scherzetto; credevi non l'avessi immaginato?"

Blaise lo squadrò con aria furente senza rispondere, e Draco si chiese se lo fosse più con lui o con se stesso per essersi fatto scoprire.

"Adesso levati dai piedi, non ti voglio intorno. Ho accettato di fare coppia con te perché so che non sei così stupido da attaccarmi quando siamo solo noi due, e che immagini benissimo le conseguenze, se lo facessi. Vattene a finire il tuo turno da un'altra parte. E non azzardarti mai più a mettermi quelle luride zampe addosso! Via, sparisci!"

Tutta la rabbia repressa per tanto sotto la disperazione alla fine stava tornando a galla. Draco si sentì sollevato e svuotato di colpo. Guardò la schiena di Zabini scomparire dietro una svolta del corridoio e si concesse finalmente di crollare. Appoggiato con una mano al muro, il respiro pesante e un groppo in gola, si accorse di aver fissato per almeno un minuto buono la porta della Torre, praticamente senza vederla.

Preso da un'improvvisa speranza la spalancò e si precipitò su per le scale, pregando di trovare Harry lassù. Al limite, anche se non ci fosse stato, avrebbe avuto qualche attimo per calmarsi in un luogo isolato e al riparo da sguardi indiscreti.

Arrivato alla porta che dava sull'esterno, fece un respiro profondo e si decise ad aprirla. Rimase un attimo bloccato sulla soglia quando intravide l'ormai familiare figura di Harry, seduto come solito con la schiena alla parete e lo sguardo al cielo.

Il Gryffindor volse il capo e spalancò gli occhi alla vista di Draco, che si sentì quasi un intruso, benché Harry non avesse mai manifestato fastidio per la sua presenza sul terrazzo, e fece per voltarsi, quando la voce dell'altro ragazzo lo bloccò.

"Resta," disse Harry quieto.

Draco si bloccò, indeciso su cosa fare, poi si avvicinò all'amico. Quel modo di riferirsi a Harry aveva cominciato a presentarsi sempre più spesso alla sua mente: Draco si trovò a comparare il comportamento di una persona che fino a poco tempo prima aveva definito allo stesso modo, con quello di chi non aveva mai considerato tale. In effetti, dati i loro trascorsi negli anni precedenti, sarebbe stato piuttosto difficile vedere Harry come amico, allora, ma dovette riconoscere che al momento era forse l'unico che aveva.

E lo era stato davvero. L'aveva protetto, accettato, aiutato. Non aveva chiesto nulla in cambio. Non aveva fatto domande né preteso risposte agli ovvi quesiti inespressi. Era come se avesse deciso, di punto in bianco, di azzerare il loro passato comune e costruire un futuro con Draco su basi pulite.

O forse no?

 

HD - DH - HD - DH

  
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