Si, ha ragione Jake. Ci ho pensato tutto il giorno alla nostra "chiacchierata". Mi sono illusa, questa è la verità. Ma allora perché quel bacio? Perché quel bacio se poi va da Samantha? Avrei dovuto chiederglielo prima di avergli detto addio. Si, mi sono ricreduta. Sento che mi mancherà un casino la mia vita insieme al mio migliore amico. Come mi manca il mio papà, il mio "puffo brontolone". In fondo gli volevo bene, anche dopo tutte le litigate. Papà, mi manchi.

IL GIORNO DOPO.
"Nella buona sorte e nelle avversità
nelle gioie e nelle difficoltà
se tu ci sarai
io ci sarò".
Questa canzone me l'aveva dedicata Jake tempo fa. E ci siamo sempre stati l'uno per l'altra. Ma ora che ho bisogno io di lui, non c'è. Continuo a pensare a lui. La mia testa continua a ripetere "Jake, Jake, Jake". 
Vado a scuola e quando arrivo lo vedo intento a sbaciucchiarsi con Sam. Ma guarda caso qualcuno mi balza davanti e io prendo spavento. Ragazzo non molto alto, capelli biondi e occhi scuri. Il pagliaccio della classe. Richard. Di solito è sempre felice e contento, ma si vede che per lui oggi è una giornata no. Mi sembra preoccupato.
"Ehi, che hai Rose?" mi chiede.
"Ciao Richard. No, tranquillo non ho niente." rispondo mezza assente e mezza spaventata.
"No, non ci credo. Tu hai qualcosa." dice lui.
"Eh? No, ti stai sbagliando. Ci vediamo in classe." ribatto io.
In meno di un secondo mi ritrovo circondata dalle sue braccia.
"Per qualsiasi cosa, io ci sarò. Ricordalo." mi sussurra in un orecchio. Si stacca da me, mi da un veloce bacio sulla guancia e se ne va in classe. Dolce il ragazzo. Da lui non me lo aspettavo.
Sto per entrare anch'io a scuola quando sento qualcuno che mi prende per il braccio facendomi girare. E quel qualcuno è Jake. Il cuore comincia a battere sempre più forte. Sam non è con lui, quindi sarà già in classe.
"Chi era quello? Che cosa voleva?" mi chiede arrabbiato.
"Chi era chi?" mi sento rispondere.
"Quel tizio che ti ha abbracciato! Se lo vedo ancora gli spacco la faccia." dice lui.
"Jake, che ti prende? Ci siamo detti addio, io me ne sono fatta una ragione. Non dovremmo neanche parlarci." rispondo arrabbiata. 
"Tu sei mia". dice lasciandomi finalmente il braccio. Cominciava a farmi male.
Rimango scioccata. "Tu sei mia". Vado in classe. Cosa voleva dire con quella frase? Non ho neanche tempo per pensare perché arriva la prof. Prima ora: storia. Sarà meglio che io stia attenta se voglio recuperare.

"Ehi Rose!!" Richard viene verso di me. Gli vado incontro, fingo un sorriso.
"Da quanto tempo che non ti vedo" dico sarcastica.
"Ahahahahahaha, sei molto simpi oggi" dice lui ironico. Il modo in cui l'ha detto mi fa ridere.
"Ehm..volevo chiederti..tivadiuscireconmedomaniamangiareungelato?" mi dice tutto d'un fiato. Le uniche parole che capisco sono "uscire", "domani", "gelato". Credo che uscire con lui mi farà solo che bene. Rido per la sua inaspettata timidezza.
"Perché ridi? Ti prego, non ridere..." dice lui diventando triste.
"Si, esco con te volentieri. Rido perché...beh, la prossima volta parla con più calma." dico io tranquilla. Non sto cercando di prenderlo in giro.
"Ah, si, hai ragione, scusa. Allora...domani alle 4? Passo a prenderti io" dice lui tornando felice.
"Va bene. Ciao!" dico io salutandolo contenta. Si, sono felice, ma quel "tu sei mia" mi perseguita ancora. Aiuto!
Richard, ti ringrazio in anticipo. Forse.