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Autore: La_Sakura    01/10/2013    7 recensioni
Un detective privato completamente al verde, fuori dal giro da anni ormai, si ritrova a indagare su un presunto caso di infedeltà coniugale. Ma quando la trama si infittisce e si trova a collaborare nuovamente con la polizia, il caso assume risvolti inaspettati.
Genere: Azione, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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«L’hai lasciato vivo?»
«Certo, capo. Gli ho solo dato una lezione coi fiocchi.»
Hutton si tolse il sigaro dalla bocca e fece cadere la cenere in eccesso in un pregiato posacenere di cristallo.
«Molto bene,- annuì, soddisfatto -credo che questo basterà a farlo stare lontano da me. Se così non fosse…»
Rimase in silenzio e Harper annuì: non aveva bisogno che il capo gli spiegasse cosa avrebbe dovuto fare nel caso in cui quell’ispettore da quattro soldi si fosse fatto vedere ancora nei paraggi. Sapeva interpretare molto bene il volere del boss, lavorava con lui da quando, ancora ragazzini, truffavano le persone con il gioco delle tre carte. Aveva molto rispetto per quell’uomo che era riuscito, sgomitando, a creare quell’impero che dominava mezza New York. Già, solo mezza, perché…
«E con quel Lenders come la mettiamo, eh capo?»
Oliver non rispose. Si limitò ad aspirare una lunga boccata di tabacco dal sigaro per poi rilasciare il fumo nell’aria creando tanti cerchi concentrici.
«Studieremo il da farsi a tempo debito, Bruce, non ti preoccupare. Occupiamoci di un problema alla volta.»
Becker, che fino a quel momento era rimasto in disparte, si avvicinò per dire la sua:
«Non dovremmo lasciare che guadagni molto terreno, Oliver. Ha già tirato dalla sua i ragazzi del Bronx e…»
Con un pugno che fece sobbalzare il posacenere sul tavolo, Hutton lo zittì: si alzò di scatto e strinse talmente violentemente il mano il sigaro da spezzarlo.
«Peterson, Yuma, Winters e Everett non mi hanno fatto un bel tiro, passando dalla parte di quel fetente di Lenders. Ma presto si accorgeranno che ora stanno dal lato sbagliato della città, e che sarebbe stato meglio per loro rimanere fedeli a me. Santana si occuperà di loro.»
«Santana?- balbettò Harper –Carlos Santana? Il robot della rivoltella
Le labbra di Hutton si incurvarono in un sorriso maligno che si trasformò in una risata che fece rabbrividire i due che rimasero ad osservarlo. Per assoldare Santana doveva davvero pretendere una gustosa vendetta sui quei quattro traditori.
 
Carlos Santana si era guadagnato la nomea di robot della rivoltella grazie al numero di vittime mietute negli ultimi 8 anni: era il migliore cecchino in circolazione, tutti erano a conoscenza delle sue gesta, persino la polizia, che però non poteva arrestarlo, mancando le prove dirette della sua colpevolezza.
Entrò nell’ufficio di Hutton e lo guardò con quello sguardo glaciale che lo contraddistingueva: non aveva bisogno di parlare, lui. Sapeva già cosa voleva il boss. Oliver fece scivolare una busta sulla scrivania, il sudamericano la prese in mano e la soppesò, quindi annuì e si voltò per uscire, sempre senza spiccicare una parola. Le labbra del boss si piegarono in un sorriso beffardo.
Rientrato nella sua abitazione, Santana iniziò a studiare i dettagli per l’agguato: i nomi delle vittime erano scritti all’interno della busta che gli aveva consegnato, insieme alle loro foto. Ma lui non ne aveva bisogno, sapeva molto bene chi erano.
Lavorava con Hutton da una vita ormai, si erano conosciuti grazie a Roberto Sedinho, il loro padrino, che avevano poi fatto fuori alla prima occasione utile, come da copione. Mentre Oliver aveva dimostrato una sana predisposizione al comando, lui aveva scelto di lavorare nelle retrovie, di essere sfuggevole; non gli interessava la gloria, lui viveva per il momento in cui, dopo la premeditazione, il suo indice premeva il grilletto e la vittima cadeva a terra, morta sul colpo. Si stiracchiò sulla sedia e si chiese cosa aspettasse Oliver a dargli l’incarico di far fuori Lenders. Un ghigno gli comparve sul volto.
Si alzò di scatto e si diresse verso lo scantinato: scelse con cura l’arma che avrebbe usato per far fuori i traditori della cosca Hutton, e si diresse verso il luogo prescelto. Sapeva che quella sera si sarebbero diretti al Jolly, erano tipi abitudinari. Indossò il lungo impermeabile nero, il cappello a tesa larga dello stesso colore e infilò la porta per raggiungere il locale.
Qualcuno si fermò ad osservarlo, lungo la via, altri lo ignorarono completamente: era quello il lato dell’essere killer che preferiva di più, la capacità di poter scegliere se farsi notare oppure no, e lui era un vero maestro in quell’arte. Camminava veloce per le vie di New York, sfruttando le ombre della notte nei vicoli non illuminati dai lampioni, i lembi dell’impermeabile che seguivano i movimenti delle gambe.
Varcò la soglia del locale e soppesò la situazione: una ventina di avventori, il barista, un paio di ballerine sul palco che si alternavano al palo della lap dance… chiuse gli occhi e assaporò l’odore della polvere da sparo che di lì a poco avrebbe invaso il locale, mentre da sotto l’impermeabile estraeva il mitra che aveva scelto:
«Tutti giù!» fu l’unica frase che si sentì, seguita dalle urla dei presenti nei locali.
I quattro bersagli furono i primi a cadere, insieme alle ballerine sul palco. Alcuni avventori cercarono riparo dietro a dei tavolini ribaltati, ma non fu sufficiente. Con la coda dell’occhio notò che quello strano tipo al bancone era saltato dietro alla struttura insieme al barista, eppure vide i proiettili che vi rimbalzavano contro. Poco male, non se ne preoccupò. Continuò a sparare all’impazzata finché non finì il caricatore: si guardò intorno, camminando sui frammenti di vetri e specchi, dirigendosi verso i corpi delle quattro vittime predestinate. Li spostò col piede per capire se fossero ancora vivi, anche se con la quantità di piombo che avevano in corpo era decisamente impossibile. Sentì un click alle spalle.
«Girati molto lentamente.»
Lasciò cadere il mitra e si voltò, con le mani leggermente alzate, le labbra incurvate in un sorriso sardonico.
«Pensi di riuscire a fermarmi? Chi sei?»
«Chi sono non ha importanza.- rispose Phil uscendo dal bancone e continuando a tenere lo sguardo fisso su di lui -Ciò che ha importanza è che adesso noi due ci facciamo una bella passeggiata fino alla stazione di polizia. Julian Ross sarà felice di fare la tua conoscenza.»
Sarebbe andato tutto bene, sarebbe. Se solo Susy non fosse entrata in quel momento, distraendo Philip, Santana non avrebbe avuto tempo di estrarre la pistola che teneva nascosta negli stivali. Fu un attimo: la puntò verso il detective e fece partire il colpo.
«Phil!!»
 
La prese tra le braccia, incurante del fatto che il killer stesse fuggendo a gambe levate: si era frapposta fra lui e la pistola, e si era beccata il proiettile in pieno petto.
«Bambolina…» mormorò, mentre gli occhi gli si riempirono di lacrime.
«Ph… Phil sta… stai bene?»
«Bambolina mi dispiace, mi dispiace!»
Lei gli accarezzò una guancia, lasciandogli un segno rosso sangue sul volto.
«Sei una per… persona speciale Phil… grazie per… avermi permesso di… co…noscerti…»
Voltò la testa di lato esalando l’ultimo respiro.
«Susy no… no… resisti ti prego… no!!»
La polizia entrò in quel momento: il tenente Julian Ross si avvicinò a quella triste scena e posò una mano sulla spalla di Callaghan.
«Phil… mi dispiace…»
L’uomo si alzò dopo aver lasciato che i paramedici prendessero il corpo senza vita di Susy e lo adagiassero sulla barella.
«Non fate nessun rilevamento?»
«Non ce n’è bisogno. Li vedi quei quattro lì? Appartenevano al clan di Hutton: pochi giorni fa lo hanno tradito passando una grossa partita di droga nelle mani di Mellow, il braccio destro di Lenders.»
«Si sono venduti…» mormorò il detective, asciugandosi il naso con la manica del trench.
«E tu sai meglio di me che in questo ambiente certi atti vengono puniti in maniera esemplare.»
«L’ho visto in faccia.»
Ross trasalì:
«Sul serio?»
«Con questi occhi. Potrei riconoscerlo, se tu avessi delle foto.»
«Vieni in centrale… te la senti?» aggiunse poi, facendo cadere lo sguardo sulla barella contenente il corpo della spogliarellista.
«Sì… ormai non c’è molto da fare…»
«Che ci facevi da quelle parti, Callaghan?- gli chiese quando furono soli in auto -Non mi sembra il posto adatto per uno come te?»
«Perché, Julian, uno come me che posti frequenta?»
Il tenente non rispose: conosceva il detective da decenni ormai, la cui ex era cugina della sua Amy.
«Di che ti occupi ora?»
«Infedeltà coniugale.» Di uno che metteresti volentieri in galera pensò, ma non lo disse ad alta voce. Ross non lo avrebbe accettato e gli avrebbe impedito di portare a termine il suo compito.
«Interessante…» ma il suo sguardo lasciava trasparire tutt’altro, sembrava piuttosto divertito.
«Facciamo in fretta- lo incalzò Callaghan quando furono nell’ufficio del tenente -questo posto mi fa venire l’orticaria.»
«Ecco qui il fascicolo su Hutton: questi sono i suoi sicari prediletti. Abbiamo Bruce “Faccia di Gomma” Harper, Paul Diamonds, Ted Carter, Johnny Mason…»
«No, nessuno di loro. Se come dici era una vendetta, si sarà sicuramente avvalso di qualcuno con più esperienza, qualcuno di cui si fida.»
«Tipo il robot della rivoltella
Ross gli lanciò la foto di Santana: lui la prese e lo scrutò.
«Era lui.»
«Ne ero certo…- si lasciò cadere di peso sulla sedia –Imprendibile e intoccabile.»
«Posso andare?»
«Ma rimani in zona! Potrei avere ancora bisogno di te.»
«E chi si muove da casa: hanno anche distrutto il mio bar preferito.»
«Ma non la tua ironia, a quanto vedo. Ne riparleremo, buonanotte Phil.»
«’Notte, Ross…»


Ed eccoci qua, purtroppo la nostra Susy non ha fatto una bella fine... però ha salvato la vita al nostro detective, sacrificandosi per lui. E adesso che è entrato in scena il tenente Ross, le cose si complicano per Phil: come farà a tener nascosto al poliziotto il delicato incarico affidatogli dalla signora Hutton? 
Ringrazio tutti colori che hanno letto fin qui la mia storia, e ringrazio anche per le vostre recensioni: comunico ufficialmente che la fine è stata messa nero su bianco quindi potete lasciarvi andare a tutte le elucubrazioni che volete... tanto non vi darò spoiler, MUAHAHAH
Vi abbraccio tutti
Sakura

 
   
 
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