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Autore: Frank Ottobre    03/10/2013    4 recensioni
Sempre lo stesso incubo, sempre lo stesso sapore.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Violenza
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                                                                                                                            Capitolo 7
 
<< Vieni fuori. Avanti, da bravo. Non avere paura. >>
 
<< Darren, svegliati, presto >>
La vista ancora appannata a causa del sonno, non mi faceva distinguere bene il viso della persona che mi stava parlando, ma riconobbi la voce di zia Amy. Ero ancora frastornato da quell’incubo.
Solo in quel momento mi accorsi che non avevo più la benda che mi copriva gli occhi.
<< Darren, manca poco >>
Ero  ancora su quella macchina. Mi alzai e rivolsi uno sguardo fuori dal finestrino. Era l’alba, una nuova giornata era appena cominciata.
Il quartiere non mi era familiare.
<< Dove siamo? >>  domandai, mischiando alla domanda uno sbadiglio.
Nessuno mi rispose. Continuavo a guardarmi attorno.
Dopo un po’ la macchina si fermò davanti ad una casa.
<< Ecco, siamo arrivati >> disse l’agente Sullivan guardandoci dallo specchietto retrovisore.
Scesi dall'auto.
I due agenti fecero cenno di entrare.
La casa era apparentemente nuova.
<< Okay. Allora, per il momento voi dovrete restare qui. Non uscite per nessun motivo, non aprite la porta a nessuno, nessuno! Io e Jason adesso andremo in giro a perlustrare la zona, saremo di ritorno tra un’ora, o giù di li. >> disse con tono deciso l’agente Turner.
Iniziai a dare un’occhiata in giro per la casa.
La nonna era seduta sul divano e zia Amy era accanto a lei.
Mi incamminai verso di loro e mi sedetti sul divano di fronte .
<< Che cos’è questa storia? >> chiesi a voce bassa
<< Darren, mi dispiace. In tutti questi anni abbiamo cercato di proteggerti, ma abbiamo fallito miseramente >> disse zia Amy fissando il pavimento.
<< Proteggermi… da cosa? >> domandai cambiando tono.
Volevo risposte precise.
<< No. Non da cosa, ma da chi… >> per la prima volta alzò lo sguardo e mi guardo dritto negli occhi. La lasciai continuare.
<< Nove anni fa, la nostra vita era perfetta, la tua soprattutto. Fino a quella notte. >> si fermò e una lacrima cominciò a scenderle sulla sua guancia rossastra.
<< Quale notte? >> chiesi sempre più incuriosito e spaventato.
<< La notte di quel maledetto quattordici agosto. Quando ho saputo la notizia mi sono subito recata a casa tua. Trovarono i corpi di tuo padre e tua madre, mentre tu e tuo fratello eravate in fin di vita. Le tue condizioni erano gravissime, i medici avevano detto che avresti potuto perdere la memoria e forse sarebbe stato meglio così… >>
Io continuavo ad ascoltare incredulo.
<< Ma i miei genitori sono morti in un incidente! >> gridai a squarcia gola
<< No, Darren, purtroppo è andata così. Quella notte, qualcuno li uccise e, pochi giorni dopo, ci inviò una lettera...promettendo morte. >> Fece un'altra pausa. Quello che stava raccontando era terribile tanto per lei, quanto per me.
<< Da quel giorno abbiamo cambiato città, nome e tutto il resto. Con l’aiuto di un nostro caro vecchio amico abbiamo ottenuto protezione. La polizia ci ha sorvegliati per anni. >>
Stentavo a crederci. Ora ero sicuro, la mia vita era solo una bugia.
<< Mi avete mentito per quasi dieci anni. Avevo il diritto di sapere! >> mi alzai dal divano scoppiando in un pianto che raccoglieva dieci anni di menzogne.
<< L’abbiamo fatto per te! Per proteggerti! non dare la colpa a chi ha cercato di aiutarti. Credi che per me, tua nonna e Mark sia stato facile andare avanti!? >>  rispose alzando il tono.
Rimasi ancora in piedi, poi ripensai.
<< Mark? >> le mie lacrime si placarono << Lui sapeva? >>
<< Si, tuo fratello non dimenticò niente di quella notte e  pensava sempre a te >>
<< Vuoi dirmi che ero l’unico che non sapeva niente? >> gridai ancora
<< Non volevamo rovinarti la nuova vita che stavi conducendo, almeno uno di noi riusciva ad andare avanti senza pensare a quella notte. >>
<< Avete rovinato tutto comunque! >> risposi con una rabbia mai provata fino ad ora.
Volevo sapere di più, ma in quel momento decisi di rintanarmi in una stanza, da solo.
Forse la verità fa male, ma le menzogne sono solo una lunga serie di torture che non fanno altro che peggiorare ogni situazione.
  
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