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Autore: Yoan Seiyryu    03/10/2013    3 recensioni
Sleeping/Hook
Solo il bacio del vero amore può risvegliare Aurora dal sonno eterno, ma non sarà Filippo a salvarla dalla maledizione. Dunque che valore può avere un bacio dissimile da quello più potente di tutti?
Hook dimostrerà alla Bella addormentata che non sempre la magia è la risposta, a volte le persone sono legate da un filo sottile che prescinde dai propri desideri. Entrambi si ritroveranno ad affrontare un'avventura comune, riscoprendo loro stessi e ciò che il Destino ha in serbo per loro.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Aurora, Filippo, Killian Jones/Capitan Uncino, Mulan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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XIII. Il nuovo re




Il drago dalle lunghe ali si trasformò per tornare alla sua vera natura: Malefica, una delle streghe più temute della Foresta Incantata, ora avanzava verso la Principessa che aveva odiato con tutta se stessa e che ancora non riusciva a smettere di detestare. La coda del lungo abito nero scivolava sul pavimento di marmo, quello era l’unico rumore che si confondeva con il respiro affannato di Aurora.
“Avevamo un patto, il mio sacrificio avrebbe permesso al  mio popolo di vivere felicemente” disse la principessa fermandosi di fronte a lui, teneva la testa alta e gli occhi erano fissi in quelli della sua nemica che continuava ad avanzare verso di lei.
“E così è infatti: tutti erano addolorati per l’incantesimo del sonno che aveva subito l’amata erede al trono, ho tolto loro la sofferenza, donandogli una felicità eterna” sorrise a mezza bocca finché non puntò il bastone a terra per appoggiarvi parte del peso.
“Avrebbero superato la mia assenza con il tempo” rispose Aurora ostentando un coraggio che fino ad allora aveva dimostrato solo passivamente.
Non era la prima volta che si trovava costretta a fronteggiare Malefica e la luce nei suoi occhi era diversa, più sicura e più decisa, come non lo era mai stata. Malefica al contrario non era affatto cambiata, il suo sorriso era di scherno poiché ormai la principessa non sarebbe potuta fuggire.
“Non ho intenzione di rimanere qui ad ascoltare le tue parole di convincimento. Sono già decisa a togliere ogni traccia di te da questo mondo” non le diede modo di insistere che la trasformazione avvenne e in un solo attimo assunse le sembianze di un grande drago.
Allo stesso tempo al di fuori del Palazzo vi erano Hook, Mulan e Filippo che non erano riusciti a fermare Aurora, troppo fiduciosa per poterla fermare.
Lanciarsi nella battaglia contro un drago a mani nude, che intenzioni aveva Aurora se non sacrificarsi un’altra volta per le vite dei suoi cari? Ma che senso aveva morire in quel modo? Hook non riusciva a spiegarselo, ma di una cosa era ormai certo.
Quella ragazza era in grado di provare sentimenti incredibili, il suo altruismo non scadeva mai nel buonismo e la sua forza non consisteva nella fermezza del braccio, come per Mulan, ma in ciò che riusciva a provare.
Non poteva permettersi di perderla proprio ora che aveva compreso quanto tenesse a lei. All’inizio si era rifiutato di voler credere ad una cosa simile, ma quando si rese conto di non poter fare a meno di amarla, non si ritirò indietro.
Corse all’interno del Palazzo le cui finestre si erano frantumate, quando vi entrò si accorse che il grande drago sorvolava in direzione di Aurora per attaccarla, la quale rimaneva ferma ad attendere la propria fine.
 Malefica tentò il primo attacco ed Hook riuscì appena in tempo a scaraventarsi sulla ragazza per farla sfuggire dal colpo che avrebbe potuto subire. Rotolò insieme a lei dietro ad una delle colonne, tenendola stretta tra le braccia.

“Che intenzioni hai? Non puoi uccidere Malefica, solo Filippo può farlo!” la rimproverò senza accennare a lasciarla andare.

Lei invece tentò di liberarsi da quella stretta in cui si ritrovò avvinghiata, cercò di colpire Hook al petto battendovi pugni che lo solleticarono soltanto.
“Io non voglio ucciderla, devo salvare il mio regno e se le do ciò che desidera, tutto avrà un lieto fine”.

Hook, preso da un moto di rabbia, la afferrò per il collo senza stringerlo, così che potesse guardarla negli occhi ma senza farle mancare il respiro.
“E tu Aurora, tu non hai diritto di vivere il tuo lieto fine? Smetti di sacrificarti sempre per gli altri, esistono altri modi, altre strade in cui non sei costretta a scomparire da questo mondo! Io non te lo permetterò” sussurrò a denti stretti e lei si mostrò così stupita da non sapere cosa dire.

Malefica attaccò di nuovo, andando a colpire la colonna con la coda, così da spezzarla e se i due non si fossero spostati in tempo ne sarebbero rimasti schiacciati.
Un vortice di fuoco finì quasi per colpirli mentre fuggivano via, Hook la teneva per mano di modo che non potesse sfuggirgli e compiere azioni di cui si sarebbe potuta pentire.

“Perché fai questo per me? Tu sei venuto qui solo per prendere Excalibur!” la voce di lei era strozzata e affannata, inoltre la paura iniziava a sorgere sempre di più quando Malefica si riavvicinò di nuovo per sferrare un nuovo attacco.

Furono costretti a dividersi poiché la coda del drago batté con forza a terra squarciando il pavimento di marmo che si aprì in due.
Aurora cadde a causa dell’impatto e si ritrovò a cercare Hook, sperando di rivederlo ancora sano e salvo.
Lui si trovava esattamente dall’altra parte del pavimento diviso a metà che tentava di rialzarsi.

“E’ vero, io sono arrivato qui perché avevo un desiderio. Ma mi sono reso conto lì fuori che ciò che davvero volevo l’ho avuto accanto per tutto questo tempo. Voglio te, Aurora” quando finì di dire quella frase e si rimise in piedi, il suo volto si imbrunì.

Era la prima volta che gli sembrava così facile dichiarare i propri sentimenti, come se nulla fosse. Li aveva conservati così a lungo che ormai non poteva fare a meno di esternarli. L’aveva fatto, aveva messo a nudo se stesso davanti alla donna che amava e non si sarebbe tirato indietro, non si sarebbe fatto calpestare da alcun principe pretendente, da nessun drago o strega che volesse farla soffrire. Lui l’avrebbe protetta a costo della vita.
Aurora, ancora distesa sul pavimento freddo, avvertì le lacrime scorrerle sugli occhi. Sin da quando i ricordi avevano preso il sopravvento non aveva fatto altro che pensare ad Hook come colui che avrebbe potuto amare davvero. Non con quella tenerezza che aveva scambiato con Filippo, ma con fiducia e coscienza di sé. Hook aveva imparato a conoscerla e nonostante ciò non aveva mai cercato di calpestarla, non le aveva impedito di raggiungere i suoi scopi e l’aveva sempre aiutata a risollevarsi dal baratro, senza nasconderla.
Filippo, come avevano fatto i suoi genitori, voleva tenerla rinchiusa in un angolo buio perché nessuno potesse farle del male.
Ma Aurora aveva bisogno di vivere e di dimostrare al mondo che era in grado di fare molto di più, di non essere solo una principessa da mostrare a Palazzo.

“Sei il peggior pirata che io abbia mai conosciuto!” esclamò lei, rialzandosi a fatica, facendo attenzione ai nuovi attacchi del drago che pur potenti erano lenti in quello spazio ristretto.

“Ehi!” rispose Hook appoggiando la mano sana sul fianco “quanti pirati hai conosciuto durante la tua vita?”

A quella domanda non fu possibile dare risposta, poiché Malefica attaccò nuovamente cercando di mirare Aurora, presa da tutt’altro.
Riuscì a sfuggirle, correndo a nascondersi dietro ad una colonna, in quel momento Hook iniziò ad urlare per poter distrarre il drago ed attirarlo da una parte.
Fu allora che Filippo e Mulan entrano nel palazzo, il principe brandiva Excalibur mentre la guerriera gli copriva le spalle.

“Finalmente!” sbraitò Hook quando schivò un altro colpo di coda.

Filippo non si fece intimorire e richiamò a sé Malefica, mostrandole la spada che aveva chiuso inl pugno. Non si diede nemmeno pena di rivolgere ad Hook la parola, vi era qualcosa di più importante da fare e aveva bisogno di concentrazione.
Myrddin gli aveva fatto leggere molti libri sui draghi perché potesse farsi trovare sempre pronto. Il futuro re non poteva trovarsi impreparato davanti ad imprevisti simili e alla fine tutto risultò utile.
Hook e Mulan cercarono di distrarre Malefica, conducendola verso una delle pareti più alte della sala, mentre Garret si riprendeva per poter rianimare lo scontro.
Aurora accorse verso Kayley che era stata ferita e si inginocchiò accanto a lei per aiutarla e cercare il più possibile di alleviare il dolore delle bruciature che aveva riportato su alcune parti del corpo.
Il drago continuava ad insorgere su di loro, l’aria era diventata bollente ed irrespirabile, le tende delle altissime finestre si erano incendiate e cadendo a terra, per poco non avvolsero Hook e Mulan che riuscirono a fuggire prima dell’impatto.
Hook ebbe un’idea e senza perdere tempo attirò il drago verso di sé chiamandolo a gran voce, quando sopraggiunse accanto ad una delle tende rimaste illese si fermò. Malefica sputò fuoco ancora una volta ed Hook si spostò lasciando che a bruciarsi fosse il pesante tessuto, il quale ricadde sul drago fino ad avvolgerlo.
Fu in quel momento che Filippo riuscì ad intervenire, slanciandosi su di esso per poter conficcare la spada di Excalibur nel corpo del drago coperto dal drappeggio in fiamme.
Una nuova viola si materializzò intorno al corpo della creatura fino a svanire per lasciare sul pavimento di marmo il corpo esanime di Malefica, con Excalibur a trafiggerle il petto.
Un silenzio quasi irreale calò all’interno della grande sala, Filippo teneva ancora le mani intorno al pomo di Excalibur con il fiato corto. Tutti coloro che vi erano intorno non osavano pronunciare alcuna parola.
Dunque l’incubo era terminato, erano riusciti a sconfiggere la loro nemica e a riprendere ciò che era loro.
Solo Aurora si sentì priva di quella serenità che provarono tutti gli altri, morta la sua nemica non avrebbe avuto modo di far lanciare il contro incantesimo sul suo regno.
Sviò quell’immagine dalla sua testa, tornando a prendersi cura di Kayley mentre tutti gli altri rimasero immobili esprimendo solo un grande affanno per ciò che era accaduto.


*
 
Il sole era freddo e non riscaldava il mare movimentato che batteva sulle alte scogliere da cui sorgeva l’alto picco su cui era stato costruito il Palazzo. Malefica era stata sconfitta, un nemico esterno che aveva creato non pochi problemi. Ma la preoccupazione che arrivò a quel punto fu diversa, poiché incatenava ognuno di loro in una situazione senza via d’uscita. Le lotte interiori che si susseguirono furono quasi più faticose dell’avventura che tutti avevano superato.
Garret tornò a prendersi cura di Kayley, conducendola fuori dal Palazzo che ormai era andato in fiamme e che rischiava di cedere su coloro che erano rimasti all’interno.
Filippo era andato ad aiutare Mulan, perché potessero andare via entrambi da quel luogo. Excalibur era tornata ad essere un cimelio di famiglia e nessuno l’avrebbe più trafugata.
Hook invece aveva lasciato che ognuno si occupasse dei resti, per rifugiarsi all’estremità del picco, lasciando che la brezza marina gli sfiorasse il viso. Socchiuse gli occhi a lungo, ricordando i suoi giorni da pirata e riflettendo su quanto gli mancasse tornare a bordo del suo veliero, quello con cui aveva affrontato altre mille avventure.
Teneva la mano destra appoggiata sul polso di quella mancante, in una posizione austera e fredda.
Aurora non aveva potuto fare a meno di lasciargli un po’ di tempo per riflettere, ma poi non resistette e si avvicinò dietro di lui per spezzare quel silenzio che iniziava a tormentarla.
Il vento leggero le sollevava i capelli e i lembi dell’abito che si appoggiava sulle curve morbide dell’esile corpo, ad ogni passo che compieva, lui poteva udire il suo avvicinarsi.

“Non è educato da parte di un gentiluomo dichiarare i propri sentimenti alla donna amata e poi lasciarla senza darle il tempo di rispondere” così facendo si mise accanto a lui, tenendo le mani dietro la schiena, osservando anche lei il mare che si stagliava di fronte.

Hook sorrise a mezza bocca.
“Conosco già la risposta” si voltò a guardarla, il viso perlaceo conservava ancora i tratti dell’ingenua caparbietà iniziale “ti sei risvegliata al mio bacio, il nostro cuore sapeva ogni cosa ancor prima che la nostra mente potesse accorgersene. Avevi ragione” sussurrò prima di cercare la sua mano per poterla stringere nella propria.

Aurora si lasciò trasportare accanto a lui, alzando il mento per poterlo guardare negli occhi tiepidi e rassicuranti, regalandogli un sorriso soddisfatto e sereno.
Hook non perse altro tempo e  la tirò a sé, stringendola in un abbraccio carico di affetto per poi sfiorarle la fronte con un bacio, come si fa con un bambino a cui si vuole regalare  tutto il proprio affetto.

“Te l’avevo detto che alla fine di questo viaggio ti saresti innamorata di me” e non le diede tempo di ribattere perché avvicinò le labbra alle sue per strapparle quel bacio che non avrebbe mai pensato di agognare.

Si strinsero in una presa irrinunciabile, in cui i loro corpi si sfiorarono per la prima volta consapevoli di desiderarsi l’un l’altra. Lui le appoggiò una mano dietro la nuca per non farla fuggire dalla sua presa e per poter continuare a giocare con le sue labbra a proprio piacimento, senza che nessuno potesse porre loro alcuna distrazione.
Ma quell’avventura non era ancora terminata, Aurora si distaccò da quel breve momento di pura intensità, per appoggiargli una mano sul braccio quando si accorse che il verso di un falco risuonò nell’aria, conducendo tutti gli sguardi al cielo, dove le ali d’argento battevano vorticosamente in un cerchio che iniziò a formare una nuvola violacea.
Quando questa toccò terra si trasformò nella figura di un uomo anziano dalla barba ingrigita dal tempo e che teneva in mano un lungo bastone dalla punta arrotondata, prendendo ad osservare tutti con una certa accuratezza.

“Ottimo lavoro Ayden” disse richiamando a sé il falco che planò fino ad appoggiarsi sulla sua spalla.

Ognuno di loro si avvicinò per poter comprendere la situazione, Filippo fu quello che prese immediatamente la parola, accogliendolo con un gran sorriso. Mostrò Excalibur in tutta la sua bellezza, sollevandola a mezz’aria perché potesse vederla.

“Sapevo che ce l’avresti fatta ragazzo mio” rispose il vecchio, annuendo verso la sua direzione, perché potesse avvicinarsi. “Ora potrai prendere il posto di tuo padre e diventare il nuovo re di Camelot, con te essa tornerà ai suoi antichi splendori e sarà amministrata con onestà e giustizia se saprai preservare Excalibur e se ti circonderai di degni compagni” i suoi occhi vispi brillarono in direzione di Aurora ed Hook che erano rimasti in disparte e rivolse loro un segno di ringraziamento accompagnato con il movimento del capo.
Poi frugò nella borsa di cuoio che teneva appesa alla spalla e ne fece uscire una corona d’oro dove erano state incastonate pietre preziose, la corona che era appartenuta al re predecessore, Uther Pendragon.
Indicò a Filippo di inginocchiarsi davanti a lui e di chinare la testa, perché potesse avvenire la cerimonia.

“Come desidera essere chiamato il nuovo re di Camelot?” domandò il mago mentre il falco rimaneva appollaiato sulla sua spalla.
Era tradizione che ogni uomo salito al trono avrebbe dovuto abbandonare il nome con cui era stato battezzato per dare inizio ad una nuova vita e ad un nuovo futuro.

“Desidero chiamarmi Artù” rispose Filippo con sicurezza, aveva ponderato a lungo la sue scelta e alla fine era giunto alla decisione prestabilita.

Il mago annuì e diede inizio alla cerimonia, afferrò Excalibur con entrambe le mani per poter sfiorare le spalle del fu principe Filippo e poi appoggiare la lama all’altezza della fronte così da trasformarlo nel futuro re Artù.
Quando tutto si concluse ed Artù si rialzò in piedi, gli fu consegnata la spada con cui avrebbe amministrato il suo regno, dimostrando di essere uno tra gli uomini migliori al mondo.

“Myrddin, se non ti fossi posto come  mia guida, io…” cercò di dire il nuovo re, ma fu interrotto.

“Chiamami Merlino, da oggi in poi vivremo in una nuova era e Myrddin è un nome decisamente troppo arcaico” gli sorrise come potrebbe fare con affetto un padre ad un figlio.

Si rese conto che tutto ciò che aveva previsto si era avverato secondo i piani. Filippo aveva trovato la forza per affrontare se stesso e il destino che era stato scritto per lui, incontrando la donna che lo avrebbe accompagnato per la vita verso le strade migliori da prendere.
Ayden aveva guidato Killian da Aurora, perché potessero ricongiungersi come era giusto che fosse.
Merlino si avvicinò a loro due, appoggiandosi al bastone con cui si aiutava a camminare. Quando li raggiunse, fu Hook per primo a prendere la parola.

“Sapevate esattamente che cosa avrei incontrato sul mio cammino. Che cosa intendevate quando vi chiesi del mio futuro?” gli domandò, incrociando le braccia al petto. Era lui l’indovino che aveva incontrato sul suo percorso ed ora comprese che non fu affatto un caso.

Merlino chinò il capo come segno d’assenso e poi ritornò a guardarlo negli occhi.
“Il futuro non rivela nulla di nuovo rispetto a ciò che i nostri occhi vedono. Bisogna solo aprire il proprio cuore per renderci conto di ciò che sta accadendo” così facendo volse un’occhiata ad Aurora ed avvicinandosi le porse un oggetto, un ciondolo al cui interno erano rinchiuse delle gocce d’acqua.
“Malefica non può più aiutarti, bambina, a liberare il tuo regno dall’incantesimo. L’acqua del lago di Nostos, quello che avete incontrato sul vostro cammino, ha un grande potere e può salvare tutti i vostri cari. Credo che meritiate questo piccolo dono dopo tutto ciò che avete fatto” le sorrise con bonarietà.

Aurora quasi non riuscì a credere ai suoi occhi, quando afferrò il ciondolo contenente la salvezza del suo popolo, si slanciò verso il mago per poterlo abbracciare e ringraziare di ciò che stava facendo per lei e che gli sarebbe stata grata per sempre.

“Ed io non merito alcun dono?” si ripropose Hook, inumidendosi le labbra, sempre leggermente adirato per esser stato usato come un burattino.

“Credo proprio che tu lo abbia già ricevuto un dono, uno tra i più preziosi” gli rispose senza il minimo dubbio ed Hook si sentì avvampare per quella considerazione.

In effetti Aurora era quasi più simile ad un dono, un regalo dal cielo. La sua purezza e il suo candore riuscivano a liberarlo da tutte le ombre di cui il suo cuore era afflitto e la sua vicinanza lo rendevano in qualche modo colmo di serenità.
Non aveva ottenuto Excalibur che equivaleva ad uno dei tesori più ambiti al mondo, ma in fondo aveva la fortuna di essere un pirata e avrebbe potuto girare tutto il globo per trovarne uno altrettanto importante.
L’idea di uccidere il Coccodrillo era poco a poco svanita, che bisogno vi era di vendetta per un uomo che aveva avuto l’occasione di amare ancora una volta?
Garret e Kayley fecero ritorno a Camelot insieme a Mulan e al re Artù che aveva intenzione di sistemare al più presto le cose nel suo regno, non volle perdere nemmeno un attimo di tempo.
Il drago a due teste fu curato dalle ferite che si era procurato e poté tornare a lottare con le sue creature fraterne nella caverna in cui regnavano.
Aveva invitato sia Hook che Aurora a presentarsi alla cerimonia ufficiale che vi sarebbe stata in cui avrebbe nominato i suoi Cavalieri, desiderava ardentemente che entrambi fossero presenti.
Nonostante lui ed Aurora avessero provato un sentimento giovanile in passato e che gli episodi recenti avessero ribaltato tutto, non potettero non provare stima per l’altro e da allora sarebbe nata una profonda amicizia.
Lei ed Hook sarebbero ritornati nel regno di Aurora per risvegliare le statue che Malefica aveva trasformato per vendicarsi ulteriormente di una donna che aveva odiato tanto a lungo. Merlino diede loro la possibilità di evitare di riattraversare la Foresta Proibita e battendo il bastone a terra li fece ritrovare come d’incanto proprio davanti al tempietto in cui si erano incontrati.
Aurora guardò davanti a sé, incontrando la visione del Palazzo che sorgeva sulla piccola salita che conduceva fino alle mura.
Hook le porse la mano perché potesse sentirsi più al sicuro, lei prese un gran respiro ed annuì, sentendosi pronta.

“Sei certa di volermi avere accanto quando li porterai indietro?” domandò lui, riferendosi ai suoi genitori.

Aurora si fermò per un attimo, per poterlo guardare negli occhi con assoluta convinzione.
“Avrei forse qualcosa da nascondere o di cui dovrei vergognarmi?” rispose con una domanda stessa.

Hook si inumidì le labbra, lasciandosi strappare un sorriso.
“Tempo fa non l’avresti pensata in questo modo”.

Si strinse nelle spalle e scosse la testa. Tante cose erano cambiate dal suo risveglio, nulla era rimasto come prima, soprattutto lei stessa. Aveva scoperto un tipo di amore diverso da quello che conobbe anni prima, un amore per cui non vi era bisogno di sacrificarsi ma in cui ci si potesse aiutare a vicenda.
Per Filippo e per il suo regno aveva donato se stessa, Killian invece l’aveva sollevata dalle maree e non le aveva permesso di fare un passo da cui non sarebbe potuta tornare indietro, ma anzi le aveva teso la mano per farla camminare accanto a lui.
Quello era il vero amore, quello era ciò di cui aveva bisogno. Qualcuno che credesse in lei e che non soppiantasse la sua personalità dietro alla paura di perderla.
Tutti i dubbi si sciolsero quando si ritrovarono all’interno della sala del Palazzo, Merlino le aveva detto di versare una goccia dell’acqua del lago di Nostos su una delle statue e l’incantesimo si sarebbe spezzato.
Si avvicinò dunque alla statua di sua madre, seduta sul trono regale e le accarezzò il viso marmoreo che conservava ancora la sua bellezza.

“Ora nessuno potrà più frapporsi tra noi” le sorrise e poi versò il liquido sulle sue labbra e in un istante tutto cambiò.

Le statue presero di nuovo vita, sciogliendone il marmo per lasciarne uscire i corpi delle persone che erano state intrappolate all’interno della pietra.
Nulla avrebbe potuto rovinare un momento simile. Aurora si era dimostrata una salvatrice ed una figlia perfetta, tutto il regno finì ai suoi piedi.
 




// Nda: 

Siamo al penultimo capitolo! Ed ecco qui che ho messo giù qualcosa di molto diverso per Filippo, consiglio che mi è stato dato da Giulia R. 
Filippo non ha una personalità vera e propria ma qualcosa in lui mi ricorda Artù, in un modo o nell'altro potrebbe avere un potenziale in un certo senso verso una strada simile. Voi che ne pensate? E' stato un azzardo? 
Devo dire che continuare questa storia è stato faticoso, purtroppo mi sono resa conto che scrivere un'avventura non è cosa semplice e che ho finito per narrare-narrare-narrare senza sosta, a volte anche riassumendo, senza dare spazio a cose più importanti: cosa che non avverrà nelle storie future. 
Ma ormai non si può tornare indietro e tanto vale arrivare alla fine. 
Detto questo, grazie ancora a tutti coloro che seguono la storia. Giovedì l'ultimo capitolo!
   
 
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