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Autore: esse198    05/10/2013    2 recensioni
Anya è una ragazza come tante, con l'unico vantaggio di lavorare negli studi dove viene realizzata la sua serie preferita "Doctor Who". un passo dopo l'altro il "destino" la avvicinerà a Matt.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matt Smith, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jealousy
 
Karen rappresentava la classica amica di infanzia, la persona con cui il ragazzo che ti piace ha l’intesa perfetta, la persona che qualunque cosa tu faccia, comunque tu sia, ti metterà inevitabilmente in ombra. E se hai buon senso sai che non potrai farci nulla: è una battaglia persa in partenza. E infatti Anya non fece molto per farsi notare. Si limitava ad essere se stessa. E lei era sempre stata una di poche parole, il tipo che stava ad ascoltare e interveniva poco.
Al centro della serata furono Matt e Karen, con i loro racconti quasi recitati, con le loro smorfie, le loro risate contagiose. Accanto a Karen, Matt sembrava acquisire una luce diversa, sembrava completamente rilassato, non che con Anya non lo fosse, ma era una rilassatezza diversa, come se si sentisse a casa…. Sì, Matt con Karen era a casa. Anya non poteva fargliene una colpa, sapeva bene come ci si sentiva. Ma ciò rappresentava una chiara minaccia. Li osservava bene e sempre più prendeva coscienza di ciò che aveva appena constatato e faceva male. Aveva fatto così tanta strada per rendersi conto di essere davvero troppo poco per lui. Di essere stata lasciata indietro. Faceva male. E faceva male quell’insopportabile dolore alla testa.
- E tu? Come mai sei qui? – le aveva chiesto Karen.
Matt le aveva presentate con un certo entusiasmo, aveva parlato a Karen di Anya, di come l’aveva conosciuta, delle sue origini italiane e del suo buonissimo caffè. Karen non la si poteva odiare, era simpatica, cordiale e bellissima, tanta perfezione poteva forse irritare un po’, ma portare ad odiarla mai.
- Sono qui per lavoro. – aveva mentito Anya.
Si inventò una storia su un libro raro e importante da recuperare e riportare in biblioteca. Lo aveva fatto quasi di impulso, pur non essendo abituata alle bugie. Eppure le sembrò così innaturale confessare di essere stata invitata da Matt, pensò che anche quella sarebbe potuta sembrare una bugia.
In generale la serata non fu del tutto spiacevole, la compagnia era molto gradevole e a un certo punto si formarono due capannelli, di uomini e di donne. Anya seguì per un po’ i discorsi delle donne, poi il martellamento in testa aumentò ancora e dovette alzarsi per andare in bagno. Karen la vide alzarsi e la seguì.
Anya si chiuse in fretta in una delle cabine. Appoggiò le spalle ad una delle pareti di lato, chiuse gli occhi e sperò che il mal di testa le desse una tregua. Sentiva i tacchi di Karen spostarsi nella toilette. E poi non li sentì più. Sentì la sua voce.
- Tutto bene?
- Si, tutto ok… solo un po’ di mal di testa… sarà la stanchezza…
Di nuovo un breve silenzio, interrotto nuovamente da Karen:
- Tu di dove sei esattamente?
- Sicilia. – aveva risposto Anya.
- Davvero? Ci sono stata una volta da bambina, con i miei, in vacanza! È bellissima. Me la ricordo ancora bene!
Anya sorrise. Le piacque quel suo entusiasmo. Così decise di darle corda. Uscirono dal bagno insieme e tornarono chiacchierando appassionate, mettendo a confronto posti di due nazioni molto diverse eppure simili in certi aspetti.
A Matt fece uno strano effetto vederle insieme in quel modo. Così come aveva fatto un po’ effetto sentire la risposta di Anya alla domanda di Karen. Quella bugia buttata lì, che lui aveva colto seduto tra le due ragazze, lo aveva messo a disagio e percepì una sottile rottura tra lui e Anya. Nonostante cercasse di coinvolgerla, di comportarsi normalmente con lei, quest’ultima sembrava aver chiuso tutti gli accessi.
 


- Perché hai messo delle distanze tra noi, stasera?
Tornando in albergo Matt era stato molto silenzioso. Adesso, davanti alle rispettive porte delle stanze, lui aveva rotto il silenzio. Anya restò ferma a pensarci, non sapeva bene cosa rispondere, avrebbe voluto replicare che era stato lui a creare questa distanza.
- Perché hai detto a Karen che sei qui per lavoro? – incalzò il ragazzo.
- E tu perché non mi hai detto che ci sarebbe stata anche lei, stasera?
Matt ammutolì. Si prese del tempo. Poi rispose:
- Per farti una sorpresa. Visto che sei una grande fan di Doctor Who!
Nonostante fosse un grande attore non era stato abbastanza convincente. Non secondo Anya.
- Non mi hai risposto. – disse, dopo una breve pausa, Matt.
- Nemmeno tu. – le venne da dire. 
Lui si girò stizzito verso la porta della sua stanza. Lei restò ferma in mezzo al corridoio. Chinò il capo. Il sangue le pulsava in testa come un maledetto martello e faceva male.
Il click della chiave la scosse.
- Vuoi sapere perché ho raccontato una balla a cui probabilmente non avrà creduto? – era una domanda retorica, non si aspettava alcuna risposta. Però lui si fermò e restò sulla porta. Si  voltò verso di lei.
- Per tutelarmi. – fu la spiegazione della ragazza.
- Da cosa? – fece lui allontanandosi dalla porta e spostandosi verso di lei.
Lei alzò lo sguardo su di lui, ma lo distolse subito dopo.
- Da te. 
Matt non capiva.
- Da questa situazione assurda. – continuò lei.
Lui si avvicinò ancora di più a lei.
Ma lei fece un passo indietro.
- Da tempo ho smesso di vederti come il personaggio pubblico che sei, ma non posso ignorarlo. Non posso ignorare che tu sei una star ed io un umile topo di biblioteca, la cui massima aspirazione è quella di raggiungere una modesta tranquillità quotidiana. Tutto questo non era previsto, non era previsto che tu entrassi nella mia vita, non era previsto che io venissi fin qui per vederti e per accorgermi che c’entro ben poco con te e la tua vita. Non era previsto che mi innamorassi di te e che te lo dicessi in questo modo così sciocco e banale.
- Anya… - voleva calmarla, rassicurarla, ma lei era un fiume in piena.
- Era da questa confusione che volevo tutelarmi, volevo fare ancora finta di niente, ma è stato tutto inutile. Non sono riuscita a evitarlo.
Era una resa. E forse una sconfitta.
Matt non riusciva a spiccicare parola e quando lei infilò la porta della sua stanza, lui rimase spiazzato a guardare la porta e a non sapere cosa fare.
 
 








writer's corner: Ciao a tutti! finalmente sono tornata. scusate, ma ho avuto delle settimane impegnative e continueranno ad esserlo... ma completerò questa storia, tranquilli.
bene! spero vi piaccia come sta procedendo! grazie a tutti quelli che stanno seguendo e leggendo questa fanfiction!
baci
Esse
  
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