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Autore: Vantilena    06/10/2013    4 recensioni
Sophie si rinfilò la maglietta. Stava per scendere dalla macchina senza dire niente, quando Eddie, ora più sveglio, la chiamò. [...]
–Quanti anni hai?-
Sophie lo fissò a lungo. [...]
-Ho quindici anni. Cioè, sedici. Fra tre settimane-
Genere: Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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George si rigirò varie volte il nastro di registrazioni fra le mani prima di mettersi all’opera. Lo osservava, soddisfatto, cercando di stabilire quanto fosse maledettamente furbo e bastardo per essersi fatto venire in mente un’idea del genere.
Sorrise, poi si alzò, andò al computer, ascoltò tutta la registrazione della scopata fra Jim e Sophie. Poi aprì un’altra cartella, e ascoltò quella fra Sophie ed Eddie.
Era proprio ora di applicarsi per far lasciare definitivamente Sophie ed Eddie. A quel punto lei sarebbe stata sua.
*
Eddie non aveva chiuso occhio tutta la notte. Era stato tutto il tempo in ansia per Sophie, un’ansia che aveva iniziato a consumarlo dentro sin da quando lei se n’era andata di casa così, sbattendo la porta. Un’ansia che si era protratta fino al mattino successivo, impedendogli di prendere sonno, impedendogli di pensare a qualsiasi cosa che non fosse lei. O sua madre.
L’uomo iniziò a pensare che forse era proprio il momento di agire, il momento di fare qualsiasi cosa per ritrovare Sophie.
“Sei proprio paranoico, ragazzo mio.”, si disse.
Pensò anche, però, che lui effettivamente non sapeva dove avesse passato la notte Sophie, anche perché lei non l’aveva chiamato, non l’aveva avvisato in nessuna maniera. Cosa che, in condizioni normali, avrebbe dovuto fare. Anche se era arrabbiata con lui: dopotutto era solo una questione di rispetto.
Eddie stava giusto per uscire di casa. Voleva andare alla casa dei genitori di Sophie: ricordava pressappoco dov’era, e gli pareva plausibile che Sophie avesse passato la notte con loro. Da chi altri sarebbe potuta andare, se no?
Non aveva per la verità tutta questa smania di vedere i genitori di lei, ma che altro poteva fare?
Eddie prese quindi la giacca e scese le scale. Mentre scendeva, sentì il campanello suonare. Pensò che doveva per forza essere Sophie, che finalmente era tornata.
Eddie scese gli ultimi gradini di corsa, perché non vedeva l’ora di abbracciarla e baciarla e chiedere dove mai fosse stata e perché non gli avesse detto nulla.
Quando aprì la porta e ci trovò, sulla soglia, George, ci rimase davvero molto male. 
«Che cazzo vuoi, George?» chiese Eddie, alquanto irritato.
Difatti si era aspettato di rivedere Sophie, non quell’emerito imbecille che ora gli si trovava di fronte. Credeva di averlo allontanato da lui definitivamente dopo averlo pestato, ma George gli aveva dimostrato due volte che non era stato affatto così. Eddie aveva proprio voglia di cacciargli un altro pugno, ma si trattenne.
«Volevo solo dirti che so molto bene quello che ha fatto Sophie la scorsa notte, e che mi sembrava il caso di dirtelo, visto che si è divertita sia alle mie che alle tue spalle. Capisci? Ci ha traditi entrambi.» spiegò George, mettendo nelle mani di Eddie la chiavetta che conteneva la registrazione.
Eddie lo fissò, piuttosto perplesso. Non capiva infatti quello che George volesse intendere.
«Che cazzo è questa roba?» chiese Eddie, indicando la chiavetta.
«Prenditela e guardatela da te.»
 
Quando George se ne fu finalmente andato, era riuscito ad incuriosire seriamente Eddie sul contenuto della chiavetta.
Non credeva proprio che Sophie l’avesse mai tradito, era più propenso a credere che si trattasse semplicemente di uno dei soliti tiri mancini di George. Per esempio avrebbe potuto metterci un virus, o un qualcosa del genere. Per  quello che pensava Eddie, George era in grado di fare anche cose del genere.
Quindi, quando il ragazzo si trovò l’audio di qualcuno che si scopava Sophie, rimase un attimo paralizzato davanti allo schermo del computer, incapace di reagire o di prendere qualsiasi decisione.
Improvvisamente ebbe voglia di andare da George e di chiedergli chi mai fosse il ragazzo che si era sbattuto Sophie nella registrazione, perché aveva voglia di pestarlo a morte.
Spense il computer e, preso dalla rabbia, iniziò a girare intorno alla tavola, iniziando a riflettere su dove potesse essere Sophie in quel momento, perché voleva avere immediatamente una spiegazione plausibile. Non pensò nemmeno per un secondo che potesse essere stato George a mentirgli o a imbrogliarlo. In quel momento sapeva solo che Sophie continuava a farsela con degli altri mentre invece gli era sembrato che tutto fra loro due andasse alla perfezione.
Stava decidendo se chiamare o no i genitori di Sophie, giusto per vedere se lei era rincasata, quando suonò il suo stesso telefono.
Andò a rispondere, cercando di mantenere un tono calmo.
«Pronto?» disse.
Il numero che aveva chiamato non era noto ad Eddie, quindi era essenziale parere tranquilli.
«Eddie, sono Sophie. È successo un casino e … »
«Ah, sì che lo so che è successo un casino! Dove cazzo sei ora?»
Proprio non ce l’aveva fatta a stare calmo. Il solo pensare che lei andasse con degli altri mentre lui si era fidato ciecamente di lei gli dava i nervi in maniera assurda.
«Che c’è, Eddie?» chiese Sophie, perplessa.
«Lo sai benissimo cosa c’è!»
«Eddie, calmati un secondo. Qualsiasi cosa tu sappia, beh, non so quello che sai, ma … »
«Che cagata vuoi venirmi a raccontare ora, eh?»
Eddie era proprio convinto che Sophie avesse già una scusa pronta a tutto quello che era successo.
«Eddie, mi hanno drogata e stuprata, d’accordo?»
Eddie tacque improvvisamente.
«Chi cazzo è stato?»
Aveva deciso di fidarsi di lei, e non di George.
«Senti, vieni a prendermi, d’accordo? Ti do la via dove mi trovo ora. Poi ti spiegherò io con calma.»
«Va bene.»
*
Sophie si strinse nel maglione, cercando di smettere di piangere. Aveva male dappertutto, di nuovo. Aveva dimenticato cosa si provava dopo una notte di sesso non voluto, mentre ora Jim gliel’aveva fatto ricordare.
E aveva il terrore della roba. Aveva paura di voler, un giorno, drogarsi di nuovo. Aveva paura che prima o poi sarebbe andata da Eddie e l’avrebbe implorato di darle una dose. Soprattutto, aveva paura che lui l’ascoltasse.
In più, aveva appena sentito che Eddie era piuttosto incavolato. Incavolato con lei. Mentre lei non aveva esitato a cercarlo per trovare conforto e comprensione. Si chiese cosa mai fosse successo, cosa mai gli avessero detto. Perché se Jim era stato costretto a farle una cosa tanto orribile, doveva per forza esserci un secondo fine. Sophie lo sentiva.
Eddie arrivò poco dopo. Lei salì in macchina.
«Chi cazzo è stato?» chiese subito, di nuovo, Eddie.
Sophie tremò leggermente, continuando a stringersi. Le sembrava che tutto fosse freddo. Che anche Eddie lo fosse.
«Jim.»
«E cosa ci facevi tu con Jim?»
«Avevo deciso che non sarei tornata da te perché ero incazzata. E così non mi è venuto in mente nessun altro posto dove andare. Io ricordo solo che mi sono addormentata sul divano.»
Eddie bestemmiò.
«Ma di andare a casa dei tuoi genitori proprio non ne volevi sapere, eh?» sbottò poi.
Sophie abbassò lo sguardo.
«E cosa avrei detto loro? Che ero andata a dormire da loro perché con te ero incazzata visto che sei un drogato? Dovevo dir loro questo?»
Arrivarono a casa di Eddie, entrarono e si spostarono sul divano.
«George mi ha mandato una registrazione dove ci saresti tu che fai sesso con un altro.»
«Infatti è vero. Mi ha … »
«No, non in quel senso. Sembrava più che altro che tu ci stessi … »
«Beh, ero mezza drogata. Non capivo niente.»
Eddie scosse la testa.
«Una mezza drogata non lo fa in quel modo, capisci cosa intendo?»
«Magari non ero io la ragazza nella registrazione.»
«Sì che eri tu, ne sono sicuro.»
Sophie tacque a lungo, cercando di immagazzinare tutte le informazioni che aveva ricevuto quel giorno. La testa le pulsava da matti, probabilmente era colpa di tutte le droghe che aveva assunto la sera prima.
Jim le aveva detto che un uomo l’aveva costretto a farle tutto quello che aveva fatto.  Ora saltava su Eddie, a dire che George gli aveva portato una registrazione in cui lei faceva sesso con un altro. Le due cose dovevano essere per forza collegate, anche se a Sophie mancava qualcosa per venire a capo di tutto quel macello.
«Eddie, non mi va più di stare in questa casa a parlare. Usciamo, d’accordo?» disse poi Sophie.
«E dove pensi di andare?»
«Non lo so, intanto usciamo.»
I due uscirono e tornarono a sedersi in macchina.
«Che c’è?» chiese Eddie.
«Non lo so. Secondo me … boh, non lo so, ma ho la sensazione che qualcuno o qualcosa ci spii, capisci? Quando sono in casa tua.»
«Sophie, ascoltami molto attentamente. Prima George ti ha stuprata, e io avevo tutte le intenzioni di farlo finire in galera, in qualche modo. Ma tu hai insistito perché io non facessi praticamente nulla, solo perché lui aveva minacciato di mandare dentro anche me. Ora quest’altro ti droga e ti stupra, anche lui. Chissà perché, ma mi sembra abbastanza ovvio che ci sia lo zampino di George anche questa volta. Non posso far finta di niente. Non possiamo far finta di niente.  Più tempo passa, più le cose vanno peggio.»
Eddie s’interruppe un attimo, per accertarsi che Sophie comprendesse la prima parte del discorso che aveva intenzione di farle.
«Quindi io penso che tu dovresti, anzi, devi fare qualcosa. Altrimenti lui penserà che può continuare a far del male a te, a me, a noi, finché vuole, perché tanto noi non reagiamo in alcun modo.»
«Non posso assolutamente permettere che finisca dentro anche tu.»
Eddie sbuffò.
«Santo Cielo, Sophie, ma mi prendi per il culo? Va a finire che una di queste volte ti ammazzano.»
«No che non mi ammazzano.»
«Questo lo credi tu.»
«Eddie, per ora cerchiamo di capire quello che è successo con Jim, va bene? Poi vedremo quello che è giusto fare.»
Eddie sospirò, perché sapeva che Sophie stava solo cercando di prendere tempo. Stava cercando di fare in modo che lui si scordasse, in qualche modo, di dover andare a denunciare George e tutta la sua combriccola.
«D’accordo.»
Dentro di sé, Eddie stava già pensando di andare a consegnarsi da solo, rivelando però tutto su George. Giusto per salvare quella povera bambina.


Note dell'autrice:
Mhh, anche questa volta sono in estremo ritardo, ma penso che ormai ci avrete fatto l'abitudine :c Faccio proprio schifo. Volevo dirvi, comunque, che fra uno -massimo due- capitoli ci sarà l'epilogo e quindi la storia finirà! Grazie a chi ha letto/recensito fino ad ora, grazie mille ^^
   
 
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