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Autore: Eternal Cosmos    04/04/2008    7 recensioni
Harry ha vinto la guerra contro Voldemort, ma ad un alto prezzo terribile. Fawkes gli dà un'altra opportunità in un mondo nuovo, dove lui morì come un infante...e dove Voldemort ancora è appostato nelle ombre...
Genere: Generale, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The World Without Me
di Eternal Cosmos

tradotto da Mezzo_E_Mezzo

Rinuncia: Non possiedo Harry Potter

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Capitolo 23: [ Ssssnake ] Sssserpente
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Oscurità.
Soffocamento.
Dolore.
Solitudine.
Paura.
Rabbia.
Puro…
FURORE.
Harry si svegliò, boccheggiando e coperto di sudore, scattando a sedere nel letto. Si pentì immediatamente delle sue azioni, però, quando percepì il proprio corpo che protestava dolorosamente contro anche il più piccolo movimento che compiva, e si abbandonò nuovamente nel letto, sebbene riluttante.
‘Che razza di emicrania assassina!’ grugnì mentalmente poggiandosi una mano sulla fronte, solo per trovarsela strettamente bendata. ‘Sono nell'ala dell'Ospedale,’ dedusse, poiché aveva la vista offuscata, e l'amaro residuo del sapore delle pozioni medicamentose rimastogli in bocca non aiutava certo il suo già pessimo umore.
Sbattè le palpebre un paio di volte, per riuscire di nuovo a vedere, ringraziando l'Alastor del suo mondo per aver incantato delle lenti a contatto che potesse evocare su di sè ogni volta che ne avesse avuto bisogno. “Sirius? Remus?” chiamò interrogativamente, quando entrambi gli uomini comparvero nel suo campo visivo.
I Malandrini dimenticarono rapidamente le loro esitazioni e lo abbracciarono strettamente. “Stai bene! Per Merlino Harry, ci hai spaventato a morte ieri!” alitò Sirius.
Harry si guardò intorno e notò che l'Infermeria era piuttosto affollata. Madama Pomfrey scuoteva la testa riferendosi al comportamento di Sirius e Remus e probabilmente le prudevano le mani dal fare un check-up completo ad Harry, Dumbledore appariva contemplativo ma era silenzioso, e Amos Diggory sembrava traumatizzato tanto quanto il giorno prima, quando Harry gli era caduto tra le braccia; la maggior parte dell'Ordine era là, in più Rosmerta e Hooch, che scoccavano ancora delle occhiatacce a Kingsley Shacklebolt e a Moody.
McGonagall aveva le labbra serrate come sempre ma si trattenne dall'inviare ad Harry sguardi preoccupati, mentre Snape, sveglio, alla fine, stava in un angolo e pareva al contrario del suo solito mansueto e pensieroso, e indirizzava al ragazzo dagli occhi verdi degli sguardi strani.
Harry s'irrigidì tra le braccia dei Malandrini. “che cosa fanno qui?” Fece un cenno in direzione dei membri dell'Ordine.
Remus sospirò e si risedette nella propria sedia e Harry vide quanto realmente stanco fosse il Licantropo. Si dimenticò rapidamente della propria animosità nei confronti dei membri dell'Ordine della Fenice e spostò a Sirius e Remus tutta la sua attenzione. “Mi dispiace, Remus. Devi essere così stanco, e ti sto solo procurando altre preoccupazioni. Stanotte c'è la luna piena, giusto?” domandò il ragazzo, improvvisamente spaventato che avrebbero detto che era già passata.
Remus mise una mano su quella di Harry. “Già, stasera. ma non incolparti Harry; sono sempre stanco il giorno della luna piena. Davvero, credo che la Wolfsbane abbia aiutato parecchio. Normalmente sarei stato accanto a te, in un letto d'ospedale.”
Harry sorrise lievemente e rilasciò il respiro. “E' bello sentirlo. Non volevo perderla.”
Molly Weasley abbassò lo sguardo, allarmata. “Non avrai l'intenzione di andare nella Foresta Proibita con Black e Lupin, no, ragazzo?! O la Stamberga Strillante? E' troppo pericoloso!”
Harry non la guardò nemmeno. “Conosco il pericolo, ed è per questo che rimarremo all'interno di Hogwarts stanotte.”
Gli occhi di Remus si sgranarono mentre grida di protesta echeggiavano nell'Infermeria. Harry le zittì con una serie di occhiate penetranti.
Dumbledore si spostò in avanti verso il letto, e i suoi insegnanti lo lasciarono passare, indietreggiando. “Per prima cosa, non che io ne sia totalmente convinto, ma tu hai affermato che la pozione che Remus sta prendendo gli permetterà di conservare umana la sua mente durante la trasformazione, ma in che modo intendi nascondere un Licantropo in una scuola piena di brulicanti ragazzini e adulti? C'è un coprifuoco, ma è comunque troppo pericoloso nascondere un tale animale in qualsiasi aula.”
Harry roteò gli occhi. Remus era ancora molto preoccupato, come pure Sirius. “Onestamente, Dumbledore, crede che davvero lascerei Moony, anche con tutte le sue facoltà mentali intatte, a vagare nel castello o rinchiuso in una piccola aula? Conosco un posto dove sarà perfettamente al sicuro, e avremo tutto lo spazio che ci serve.”
Albus non riusciva ancora ad arrivarci così Harry sospirò dall'esasperazione.
“La Stanza delle Necessità, Dumbledore.”
Gli occhi del vecchio si spalancarono al ricordare e annuì, mentre gli insegnanti gli indirizzarono occhiate curiose; nessuno osò dar voce alle loro domande, comunque. “Mi ero dimenticato di quel luogo. Poiché tu e io siamo gli unici a saperne, credo sia meglio tenerlo segreto. Ora, a proposito dell'incidente di ieri…” Albus lasciò sospesa la frase, una volta che si trovò trapassato dallo sguardo penetrante di Harry.
Il ragazzo dagli occhi verdi svolse le bende che aveva attorno alla fronte, con molte proteste di Pomfrey, e si passò un dito lungo la cicatrice rimarginatasi, che era ancora arrossata ma non dava segno di voler risanguinare tanto presto. “Non vedo come potrebbe trattarsi di affari suoi. Ha già dimenticato la nostra chiacchierata di ieri?”
“Per favore, Harry!” pregò Albus, ma Sirius si pose davanti al proprio Figlioccio protettivamente. L'Animagus non potè evitare di essere ugualmente preoccupato per la sua cicatrice, tuttavia, e fissò Harry.
Il ragazzo sospirò, percependo la muta domanda di Sirius. “Voldemort sa chi sono.” gemiti di paura percorsero la stanza ma Harry li ignorò. “E' stato Wormtail. era presente quando ho affrontato i Dissennatori e ha visto i miei Patronus. Ha fatto rapporto a Tom e Tom ha fatto due più due. Non era felice, lasciatemelo dire. E' furente tuttora, ma riesco a tenere a bada la sua rabbia ora, con una barriera d'Occlumanzia abbastanza potente.”
Sirius e Remus annuirono, mentre gi altri lo occhieggiarono sospettosamente. “Come hai avuto tutte queste informazioni, Harry?” chiese Rosmerta in vece di tutti gli altri.
Harry si strinse nelle spalle, noncurante, e si alzò, intenzionato ad andarsene dall'Infermeria affollata. “Voldemort, il mio Voldemort, mi ha procurato quella cicatrice quando avevo un anno, e da allora le nostre menti sono connesse ogni volta che proviamo emozioni intense, o anche semplicemente se vogliamo introdurci nella mente dell'altro. Il Voldemort di qui non lo sa e voglio che le cose rimangano tali; è abbastanza scocciante, però, che io subisca gli effetti di ogni maledetta maledizione che scaglia contro le sue vittime. Non voglio che tenti con la forza di penetrare nella mia mente. Qualcuno dei miei ricordi è… già, sapete, il mio passato.”
Nessuno sapeva realmente come assimilare la nuova informazione, così Harry sfruttò il silenzio attonito che ne seguì per guadagnarsi la fuga, il suo Padrino e Remus che gli correvano dietro.
………

“Dove stiamo andando adesso?”
Harry sorrise al suo curioso Padrino che lo guardò andare avanti e indietro per tre volte di fronte ad un muro spoglio. “I Malandrini conoscevano un mucchio di scorciatoie e di passaggi segreti, ma non scoprirono tutto. Questa-” Harry aprì una porta che apparve magicamente“-è la Stanza delle Necessità.”
Entrò, e lasciò che i suoi amici dessero un'occhiata. “Wow! Non ho mai pensato che ci fosse una stanza come questa qui ad Hogwarts!” esclamò Sirius mentre Remus esplorò silenziosamente cogli occhi tutt'intorno. Non sembrava proprio una stanza, piuttosto una piccola foresta dentro una stanza allungata. C'era anche un muro di pietra vicino alla porta, con delle catene, in caso di bisogno, per il Licantropo, ma la stanza era una vera e propria replica di una radura della Foresta Proibita, cielo notturno incantato compreso.
Harry ridacchiò al loro stupore infantile. “Non stare in quel modo, Sirius. E' per questo che si chiama stanza delle Necessità. Tutto quello che devi fare è camminare tre volte davanti a quel muro pensando al tipo di stanza di cui avresti bisogno e quella apparirà, che sia solo un posto in cui rilassarsi, un arena da duelli, un'aula di pozioni, una biblioteca… fondamentalmente, può trasformarsi fin nei minimi dettagli in ciò che tu possa volere che sia.”
Sirius rabbrividì. “E' maledettamente stupefacente! Troppo ingiusto non averla mai scoperta durante i nostri anni da studenti.”
Remus si sedette dalla stanchezza; solo altre due ore, e la luna piena sarebbe stata alta nel cielo notturno. Erano anche dovuti sfuggire a un gruppetto di Gryffindor e Hufflepuff impiccioni, sulla loro strada, ed il Licantropo era esausto. “Sei sicuro che nessuno arriverà mentre sono trasformato? Non voglio far del male a nessuno,” disse preoccupato Remus.
Harry e Sirius gli si sedettero accanto. “Non preoccuparti. Ho posto un fascino di silenzio e uno di Non-Rintracciamento sulla porta.”
Remus si calmò, e scivolò nel sonno. Harry si alzò, facendo cenno a Sirius di restare seduto. “Tornerò, mi sono solo ricordato di una cosa. Controlli Remus?”
Sirius annuì e capì quando apparve una finestra dove Harry si fermò; dava proprio sulla torre di massima sicurezza. Harry l'aprì e vi saltò attraverso come se fosse una cosa da tutti i giorni.
Secondi più tardi l'Animagus potè sentire i potenti battiti d'ali e vedere una figura nera volare verso la torre più alta del castello.
Harry quasi sbuffò quando si posò silenziosamente e si ritrasformò. Mundungus Fletcher, ovvero Dung, era “a guardia” del prigioniero… cioè dormiva appoggiato alle sbarre della cella, con la bocca spalancata, di tanto in tanto borbottando di una vendita o di un calderone. Harry roteò gli occhi; Dung era sempre Dung e nulla l'avrebbe cambiato.
“Stupeficium,” sussurrò, puntando la bacchetta contro l'uomo addormentato. Mundungus si limitò ad irrigidirsi con la bocca aperta, senza neanche svegliarsi.
Ora che era certo che nessuno l'avrebbe disturbato, si appoggiò alle sbarre e ghignò all'attuale prigioniero: Magnus Manx. “Allora ti sei svegliato finalmente? Firenze ti ha fatto un bel giochetto.”
Manx fece una smorfia dall'angolo in cui giaceva ma non si alzò; sapeva che il ragazzo non doveva essere sottovalutato. “Che cosa vuoi da me? Ho detto a quei bastardi che non avrei spifferato nulla che avrebbe compromesso il mio Maestro! Verrà a prendermi!”
Harry rise dell'uomo. “Non lo credo! E' un po' che manchi; il Signore Oscuro ha altre priorità che mettersi a liberarti. Se non sono nella sua cerchia più stretta, i Mangiamorte sono sacrificabili. Non credo che tu abbia qualche informazione interessante, ad ogni modo.”
Manx contrasse il volto rivolto ad Harry ma l'espressione apparve più spaventata che rabbiosa. “Lui ver- verrà per me!” Ora l'uomo non suonava affatto così convinto.
Harry roteò gli occhi. “Certo.”
Gli occhi di Manx si assottigliarono. “Perché sei venuto? Di sicuro non solo per punzecchiarmi!”
Harry ghignò minacciosamente, gli occhi luccicanti nella notte quieta. “In realtà, sono venuto qui solo per accertarmi che non proverai a scappare.”
“E come hai pensato di farlo?” chiese incerto l'uomo.
Harry aveva tutti i vantaggi su di lui, e Manx lo sapeva. Il ragazzo frugò l'ancora rigido Mundungus e sogghignò quando tastò quello che stava cercando. Gli occhi di Manx si sbarrarono quando Harry impugnò la sua propria bacchetta. “No…no…”
“Vedi, Manx, io non sono così carino e clemente come lo sono i ‘bastardi’, come li ha così accoratamente chiamati. Ad esempio ho imparato, nel mio vecchio mondo, ad essere tanto spietato verso i miei nemici quanto lo sarebbero stati loro con me.” Harry afferrò le due estremità del legnetto e applicò un po' di pressione, giusto abbastanza per far sudare il traditore.
“Ho imparato che se non faccio questo, che è considerato come una delle peggiori offese del mondo Magico, i miei nemici potranno un giorno riprenderla e venirmi a cercare.” Harry spezzò la bacchetta dell'uomo in due e Manx esalò una lunga miserabile nota al vedere la propria bacchetta troncata che cadeva a terra con un acciottoliò, entrambe le estremità che rotolarono lontano dalle sbarre della cella.
Harry si rialzò e pietrificò Manx dopo aver cancellato la sua memoria degli ultimi cinque minuti; tutto quello che la spia avrebbe ricordato sarebbe stato che la sua bacchetta non era più utilizzabile*, ma non avrebbe ricordato chi l'avesse rotta.
Harry annullò l'incantesimo su Dung –l'uomo dormiva ancora- e quando alzò lo sguardo, la luna stava iniziando a sfavillare nel cielo. ‘Meglio che vada ora.’ Si trasformò e volò via di ritorno alla Camera delle Necessità, giusto in tempo per vedere Remus che iniziava a contorcersi, sebbene meno del solito.
Sirius si era già trasformato in Padfoot e il cane nero abbaiò un benvenuto prima che la sua attenzione si spostasse nuovamente sul Licantropo. Harry si ritrasformò nel sè umano e aspettò pazientemente.
Padfoot mugolò, come se volesse che Harry restasse animale giusto per stare più sicuri, ma Harry lo zittì con un 'shhht!' e camminò calmo verso un ora completamente trasformato, ma confuso, Licantropo. “Ciao Moony,” disse dolcemente il ragazzo mentre offriva la mano allla bestia per fargliela annusare. “Non combattere la pozione. Puoi sentirmi e capirmi, vero?”
Moony dapprima ringhiò confuso e fece minacciosamente qualche passo verso Harry, ma una volta data un'annusata all'odore del ragazzo, si calmò e leccò la mano. Harry carezzò la testa del Licantropo e ghignò mentre Padfoot abbaiava entusiasta e saltellava attorno all'ora giocoso Licantropo.
Harry ridacchiò e si trasformò nella propria controparte di Animagus, sotto lo sguardo eccitato di occhi blu e dorati. I tre animali corsero a perdifiato nella foresta, e non vennero fuori finché la luna non cedette il posto al sole.
………

Tutti gli insegnanti sapevano che cosa avrebbe prodotto la Wolfsbane, per le spiegazioni di Harry; tuttavia, fu comunque uno shock vedere Remus in piedi e proprio il giorno seguente, dall'aria assolutamente lontana dall'essere stanca. “Buon Giorno a tutti!” salutò il Licantropo gioiosamente mentre si sedeva al tavolo degli Insegnanti.
Sirius aveva lo stesso ghigno felice sul volto, cosa che fece sollevare ad Harry gli angoli delle proprie labbra maliziosamente.
“Suppongo che la pozione abbia funzionato?” domandò Albus, gli occhi azzurri che scintillavano pazzamente.
Remus e Sirius si guardarono l'un l'altro prima di ridacchiare. “Ha funzionato, come un incantesimo. Ho a malapena sentito gli effetti della trasformazione, e ho mantenuto la lucidità per tutto il tempo! Tutti i ringraziamenti sono per Harry!” L'uomo dagli occhi dorati arruffò i capelli di Harry ancora di più, prima che il ragazzo gli scostasse la mano giocosamente.
Una sedia grattò il pavimento mentre veniva tirata indietro e gli insegnanti guardarono Severus Snape camminare rigido via dalla stanza con un'espressione tra il pensieroso e il frustrato.
Una volta che il Maestro di Pozioni fu fuori dalla loro vista, Madama Pomfrey si voltò verso Harry. “Posso chiederti che cosa hai fatto a Severus l'altro giorno, Mister Potter? Non è stato più lo stesso dall'incidente.”
Harry si strinse nelle spalle. “Ho compiuto su di lui un forzato attacco di Legilimanzia al contrario. Suppongo che l'abbia sopraffatto. E per il suo comportamento di adesso, forse è solo geloso che non sia stato lui ad inventare la Wolfsbane.” C'era uno sguardo strano negli occhi di Harry quando lo disse, cosa che fece domandare seriamente a Remus chi avesse realmente creato per primo la pozione. Harry aveva detto solo di aver migliorato la versione originale della Wolfsbane, non di averla creata.
“Che cos'è la Legilimanzia al contrario?” chiese con curiosità Hooch mentre Albus dedicò una smorfia ad Harry per il fatto che aveva usato un'arte oscura su uno dei suoi insegnanti, anche se il detto insegnante lo aveva sempre punzecchiato per la maggior parte del tempo.
Harry sbattè le palpebre. “Solo qualcosa che ho inventato per zittire Snape e forse fargli anche capire quanto deplorevolmente abbia agito da quando ho rivelato chi sono. La Legilimanzia permette a chi la usa di penetrare nella mente di qualcuno e di invadere i suoi ricordi. Ho solo fatto il contrario: ho incamerato i miei ricordi in un'unico grande ammasso e li ho scagliati all'interno della sua mente. L'impatto deve essere stato troppo per lui. Deve essere piuttosto confuso adesso, perché nessuno dei ricordi che gli ho inviato era completo e del tutto distinguibile. Tutto quello che deve vedere e sentire ora sono frammenti e stralci di pensieri ed immagini del mio passato.”
“Quindi si sta facendo un bel tour,” mormorò Sirius sottovoce. Nessuno lo sentì.
“C'è qualcosa che posso fare per te Miss Granger? Mister Weasley?” domandò Minerva vedendo i due studenti avvicinatisi al tavolo con aria insicura.
“Um… Volevamo solo sapere se Harry si sentiva meglio. abbiamo sentito che è stato male dagli altri studenti…” Hermione iniziò timidamente e diede una violenta gomitata a Ron quando il ragazzo mormorò “Più che altro che si è raschiato la gola a gridare e è collassato fra le braccia di Mr. Diggory… OW! ‘Mione!”
“Ronald Weasley, sei totalmente privo di tatto,” la ragazza roteò gli occhi senza speranza, cosa che fece ridere Harry.
“Vi assicuro che mi sono totalmente ripreso, Ron, Hermione. Vi ringrazio per la vostra preoccupazione, comunque. E' come ai vecchi tempi. No, Voldemort ha ottenuto una qualche informazione che lo ha fatto diventare pazzo furioso e non ho potuto schermare la mia mente contro questo particolare cambio repentino d'umore.”
Quando vide le espressioni perse delle loro facce Harry seppe che doveva spiegarsi. “Vedete questa cicatrice?” spinse via una ciocca per rivelare la famosa cicatrice a forma di saetta. “Mi è stata causata da Voldemort quando avevo un anno a causa di … un incantesimo molto oscuro con cui voleva colpirmi e che gli è rimbalzato contro abbastanza spettacolarmente. Quella notte, mi ha trasmesso una sorta d'eredità e dei poteri, ma anche una connessione tra noi, allo stesso modo. Prima che imparassi ad Occludere propriamente la mia mente al mio sesto anno, sentivo ogni emozione violenta che Voldemort provava e avevo delle visioni incontrollate su di lui. Ho dovuto imparare l'Occlumanzia quando infine si è accorto della connessione che condividevamo e ha iniziato a inviarmi false visioni e anche a … possedermi.”
Sirius e Remus, che erano seduti ai suoi lati, si spostarono più vicino ad Harry automaticamente. Albus, gli insegnanti e i membri dell'Ordine stavano tutti ponderando ciò che Harry aveva detto, con volti gravi e calcolatori.
Ron sbiancò e parve sentirsi male, mentre Hermione mise assieme i pezzi e deglutì di paura. “Che… tipo di… eredità e poteri?” chiese nervosamente.
Ron sembrò ugualmente nervoso. “Non fare domande stupide, Hermione. Harry è un Potter, di conseguenza è un Gryffindor al cento per cento! Nessun Potter potrebbe mai essere un mago oscuro.”
Entrambi gli studenti e alcuni insegnanti ridacchiarono nervosamente, ma si fermarono immediatamente quando Harry non diede la minima impressione di voler ridere tanto presto.
“Sfortunatamente, caro Ron, io SONO un mago oscuro. Malvagio come Tom? No. Oscuro? Sì. Ho combattuto per il lato della Luce, ma la mia estesa conoscenza delle arti oscure mi colloca nella categoria oscura. Ho imparato ad accettare questo fatto quando ho realizzato che tra bianco e nero c'era un'altra ombra: il grigio.”
Ron non sapeva davvero come prendere questa notizia e fece un passo indietro; non disse nulla, ad ogni modo. Harry sapeva che Ron avrebbe reagito così, e non si sentì affatto insultato.
“M-ma!” Ron iniziò a protestare debolmente e Harry sollevò un sopracciglio e indirizzò al rosso un sorriso malinconico e di accettazione.
“Non mi sentirò offeso nè avrò una più bassa considerazione di te se credi che ciò sia inaccettabile, Ron. So che la tua famiglia è totalmente schierata dal lato della luce e so anche che i Gryffindor sono molto radicati nei pregiudizi di casa. In realtà pensano e agiscono troppo d'impulso senza analizzare la situazione, cosa che è un tratto solo dei Ravenclaw, analizzare la situazione, intendo.”
Hermione arrossì un poco, mentre Minerva pareva profondamente offesa e mortificata da quello che Harry aveva appena detto. “Non puoi essere serio!” Qualche insegnante stava probabilmente pensando la stessa cosa perché anche loro lo guardavano apprensivamente.
Sirius stava per aprir bocca, ma Remus gli allungò una gomitata nelle costole e gli scoccò uno sguardo d'avvertimento; ‘Non è il caso di tirar fuori una di quelle vecchie barzellette sul tuo cognome!’ Voleva dirgli.
“Parli come se tu non fossi affatto un Gryffindor!” McGonagall continuò innervosita. Stava probabilmente pensando che Harry stava tentando di screditare il nome di uno dei suoi favoriti ex-alunni: James Potter.
“Non ho mai detto che non ero un Gryffindor.” Harry fece una smorfia ma la sua espressione tornò calma. “Ad ogni modo, non vi ho mai detto che il Cappello Parlante voleva mettermi in Slytherin al mio primo anno, no? E' qualcosa che ho tenuto per me anche nel mio mondo.”
Minerva prese un gran respiro, come fece pure la maggior parte delle persone attorno a lui, e si lasciò ricadere sulla propria sedia, con visibile delusione di Harry. “Sommo Merlino!” alitò costernata, e sbattè le palpebre quando Harry ebbe il fegato di ridacchiare alla sua esternazione.
“Ma, essendo giovane e facilmente influenzabile, ho creduto, quando mi è stato detto, che tutti gli Slytherin fossero malvagi e dalla parte di Voldemort. Ho dovuto trattare con il Cappello per una buona manciata di minuti, fino a che non ha riluttantemente accettato di mettermi in Gryffindor…”
Harry si fermò e un'occhiata oscura gli attraversò il volto. “Forse le cose sarebbero state differenti se avessi accettato la prima opzione… ma non posso tornare indietro ora, non è vero?” Una gran tristezza e severità venne fuori dalle labbra di Harry assieme ad ogni sua parola. “Comunque, nel mio sesto anno indossai nuovamente il cappello giusto per il gusto di farlo, mentre Dumbledore non era nel suo ufficio. Ricordo chiaramente che non volevo avere niente a che fare con lui in quel periodo…”
“Mi domando il perché,” Sirius mormorò cupamente, inviando uno sguardo ambiguo ad Albus che non sapeva davvero che cosa dire. Non sapeva come Sirius fosse morto, là, o che cosa avesse fatto l'altro Dumbledore per aver causato tanto odio da parte di Harry.
“Comunque, il cappello mi disse che rimaneva del suo primo parere, anche se anche Gryffindor era un tratto preminente in me. Disse ‘Il tuo cuore apparterrà sempre a Gryffindor, ma la tua mente è Slytherin.’” Harry rilasciò uno sbuffo. “Non è ironico? L'erede di Gryffindor in Slytherin.”
La testa di Albus scattò verso Harry e Ron mugolò. “Tu- tu sei l'erede di Godric Gryffindor!”
“Così lo sapevi?” chiese il Preside, ignorando la reazione di Ron.
Harry annuì e prese qualcosa dalla propria tasca, mormorando l'incantesimo ridimensionante sul minuscolo oggetto. Gli occhi di Albus si sgranarono. “Come l'hai presa? Nessuno sa dove era stata nascosta tutti questi secoli!”
Minerva s'irrigidì al vedere l'oggetto, che si rivelò essere una spada. “Albus? che cos'è quella spada?”
“Quella spada è appartenuta a Godric Gryffindor in persona; c'è il suo nome inciso sopra. Ma non siamo mai riusciti a scoprire dove Godric l'avesse nascosta.”
Harry ridacchiò e incantò nuovamente la spada. “Sia Gryffindor che Slytherin hanno lasciato oggetti dietro di loro. Voi usate normalmente uno dei beni di Godric ogni anno. Con Salazar comunque, è un po' più complicato.”
“Ogni anno? Vediamo qualcosa appartenuto a Godric Gryffindor ogni anno?” chiese Ron, con due occhi così.
Hermione si colpì il palmo col pugno. “Ma certo! Il Cappello Parlante!”
“Merito ad Hermione per essere stata la prima ad arrivarci.” disse Harry ed Hermione arrossì.
“Dimenticherò il fatto che probabilmente sei entrato nel mio ufficio mentre non c'ero-” Albus scoccò un'occhiata significativa ad Harry, che si limitò a ghignare soddisfatto, “-per prendere quella spada, e ti chiederò che cosa volevi dire con 'mente di uno Slytherin'.”
Harry aprì la bocca per dirgli che non erano dannati affari suoi, quando sentì una sensazione di calore sul suo avambraccio sinistro coperto. Sorrise sfregandoselo.
Albus assottigliò considerevolmente gli occhi; quel gesto era molto familiare, ma solo da parte di Severus Snape. “Ci stai nascondendo qualcosa, Harry?” domandò sospettoso.
Il pugno di Sirius si abbattè sul tavolo e Remus lo guardò rabbiosamente. “Che cosa stai insinuando, Dumbledore!”
“Sirius Black, calmati!” scattò Minerva.
L'Animagus ringhiò. Stavano iniziando a dar vita ad una piccola baruffa e il chiasso nella Sala Grande iniziava ad aumentare. Ron e Hermione si stavano facendo da parte, non volendo venir coinvolti in una discussione con l'irascibile Professor Black.
Parvati Patil osservava le escandescenze là davanti come tutti gli altri, finché notò qualcosa che si muoveva vicino alle porte della Sala Grande. Guardò dietro di sè, ma non c'era nulla… finché non abbassò lo sguardo al pavimento. “AHHHHHHHHH!”
Tutti fecero un balzo e si voltarono giusto in tempo per vederla arrampicata sul tavolo e con il dito che indicava a terra. “UN SERPENTE! UN SERPENTE! MANDATELO VIA!”
I ragazzini presero tutti ad urlare e a correre via dal rettile, mentre un gruppetto di coraggiosi vi puntava contro la bacchetta. “VIPERA EVANESCA!”
Ma, con la sorpresa di tutti, l'incantesimo rimbalzò sul rabbioso serpente sibilante senza nemmeno scalfirlo. Harry assottigliò gli occhi al sentire Nagini indirizzare commenti astiosi e insulti agli umani.
Dissgussstossi umani! Vi azzannerò! Vi avvelenerò! Vi ucciderò tutti! Tutti quessti mezzossangue che potrei divorare, ma no! Il Masster vuole che trovi e ssspii un piccolo misserabile umano! Ma forsse potrei dargli un morsso? O paralizzarlo con il mio veleno cossì che muoia lentamente, in agonia?” Nagini rilasciò un lungo sibilo mentre rizzava il lungo corpo per colpire chiunque le fosse venuto troppo vicino.
Fu allora che Harry capì che era stato quasi ingannato: questa era la Nagini di Voldemort.
Harry sfoderò la bacchetta e la puntò contro il Cobra, avvicinandosi lentamente ma decisamente ad esso con espressione contratta.
“Harry? Che stai facendo?” chiese Sirius con curiosità. ‘Perché punta la bacchetta contro il suo stesso famiglio?’ si chiese tra sè ma realizzò rapidamente che Nagini aveva qualcosa di profondamente sbagliato, nell'avvolgere le proprie spire ad ogni passo che Harry faceva verso di lei.
“Nessuno faccia un gesto!” Harry disse con tono di voce smorzato mentre puntava i propri occhi in quelli terribili del serpente. “Appartiene a Voldemort e può attaccare alla prima mossa sbagliata.”
Seamus deglutì. “Ma siamo a metri di distanza… Non riuscirebbe a prenderci!” disse tremante.
“Mi spiace di infrangere le tue illusioni, Seamus, ma guarda la taglia e la lunghezza di Nagini. Se volesse darsi una spinta, potebbe raggiungervi in qualche secondo; non la vedreste nemmeno arrivare.”
“Com'è che conosci il nome del serpente, Harry? Che pensi di fare? Questo serpente non è magico, non è possibile farlo sparire. Il Signore Oscuro l'ha probabilmente anche munita di potenti scudi magici difensivi.”
Il Preside camminò lentamente verso Harry, ma fu fermato da Rosmerta quando la donna si accorse che ad ogni passo che il vecchio muoveva verso di loro, il serpente sibilava più sonoramente e dondolava da destra a sinistra.
Harry fece una smorfia ma non distolse il proprio sguardo dagli occhi del rettile. “Ho già incontrato Nagini prima.”
‘Ma perché il marchio sul mio braccio ha reagito? Questa Nagini non è connessa a me… O forse la mia sta arrivando e questa è solo una casualità. Sebbene una sfortunata.’ pensò Harry teso.
Il detto Cobra iniziò ad avanzare lentamente ed Harry reagì immediatamente, roteando la bacchetta luminescente, senza la sorpresa dell'animale del suo nemico. “Finite Incantatem!” L'incantesimo sfrecciò nella direzione del rettile e lo colpì alla testa. Harry attese.
Che cossa penssa di poter fare, il patetico umano?
Harry sospirò, frustrato. “Questo sarà un problema. Non è sotto l'Imperius…” Ma la sua attenzione vacillò per un istante e il serpente sibilante si gettò su di lui. Harry imprecò, mentre Nagini si arrotolava strettamente attorno al suo corpo e iniziava a spaventarlo preparandosi a mordere.
Un altro grido echeggiò nella stanza, ma stavolta nessuno osò muoversi, mentre un altro serpente scivolò rapido tra i tavoli, sibilando altrettanto minacciosamente… per ragioni differenti.
“Preside! Un altro serpente! Il Signore Oscuro ci attacca?! Sono identici!” gracchiò Hagrid col suo vocione. Amava gli animali pericolosi ma i serpenti da parte di Voldemort…
Burattino ripugnante! Infida asssassssina! Ssangue marcio! Lascialo! LASCIALO! Il mio umano! IL MIO UMANO!! Ti ucciderò!” La Nagini buona sibilò così forte, che sorprese la malvagia che allentò la presa su Harry e scivolò a terra davanti all'altra.
Che magia è quessta! Quessto non è posssibile!” disse la Nagini malvagia con tono pericoloso, mentre occhieggiava con cautela la gemella.
Harry ansimò e cercò di riprendere fiato, quindi ghignò.
Nessuna pietà per la parte del male.
NAGINI! UCCIDILA! Uccidi colei che ha ossato attaccarmi cosssì diabolicamente! Deve morire prima di poter riferire qualssiassssi cosa al ssuo masster!
Sirius desiderò avere una videocamera proprio in quel momento, quando le facce di tutti loro cambiarono al sentire il suo Figlioccio parlare in Serpentese.
Variarono dall'incredulità, alla paura al puro orrore. La bocca di Dumbledore avrebbe potuto toccare il pavimento ma nessuno l'avrebbe vista, però la vide l'Animagus che, anche all'erta per la serietà della situazione, stava sghignazzando sottovoce per l'esternazione del vecchio. “Un regalino di Voldemort…” sussurrò al vecchio incredulo.
Quando Nagini udì l'ordine di Harry non sprecò altro tempo e si lanciò contro la sua gemella perfida, che rispose altrettanto prontamente. Entrambi i Cobra si arrotolarono l'uno all'altro tentando di mordersi e ferirsi.
Harry tenne gli occhi fissi sul suo famiglio per assicurarsi che stesse vincendo e non il contrario. Dopo un po' di minuti, di colpi e sibili –linguaggio chiaro alle orecchie di Harry- il ragazzo dagli occhi verdi vide la sua occasione e fece un passo in avanti col cuore in gola pestando la coda di quella malvagia.
La Nagini cattiva sibilò un'oscena bestemmia e quando si voltò verso Harry era già troppo tardi: la Nagini buona usò quel momento di disattenzione e si arrotolò attorno alla seguace del Signore Oscuro. Morse la testa dell'altra con forza e la soffocò a morte.
Harry espirò sonoramente e sedette sul pavimento quando tutto fu finito. “Non voglio farlo mai più.”
Masster? Masster sstai bene? Ssapevo che ssarei dovuta rimanere con te! L'ho sssentito!” Nagini si arrotolò attorno alle braccia di Harry e gli passò la lingua su una guancia per rassicurarlo.
Harry la carezzò sulla testa, e si alzò. “Hai fatto un buon lavoro Nagini. Come mai ci hai messso tanto a tornare? E' sstato difficile trovare Ssalazar?
No, ma c'erano degli umani nella foresssta. Umani masscherati, malvagi. Il Fiammeggiante ha dovuto dar fuoco a dei cesspugli. Le bessstie-cavallo erano furiosse. I massscherati hanno ssferrato un attacco. Ho avuto difficoltà a trovare la via del ritorno. Ssalazar ssi era già ssspinto troppo lontano per poter venire con noi, ha detto che ssarà di ritorno qui in due albe al masssimo.
Harry ignorò completamente i mormorii di paura che correvano nella sala e si concentrò sul suo famiglio. Il suo corpo si era così irrigidito che Sirius e Remus furono sicuri che le notizie, quali che fossero, erano cattive.
I Mangiamorte sstavano attaccando i Centauri? Il Fiammeggiante ssta bene? chi ha vinto la battaglia?
Il Fiammeggiante è a posto, ssolo un po' ssconvolto. Le besstie-cavallo ssono riuscite a sscacciare gli uomini malvagi, ma credo che ritorneranno.
Harry sospirò e annuì. Nagini sibilò e serpeggiò la lingua prima di scivolare lungo le spalle di Harry. Harry si sfilò i guanti –non ne avrebbe più avuto bisogno- e, con la confusione di tutti, il serpente scivolò sotto la sua pelle finché non ne rimase più alcuna parte tangibile.
Il ragazzo dagli occhi verdi sorrise, mentre Nagini smetteva di muoversi del tutto e si addormentava, se lo era meritato.
“Questo è assurdo!” sussurrò Albus non appena Harry si diresse verso il serpente morto ancora steso al suolo come se la cosa sul suo braccio non lo interessasse più. Ragazzi e adulti si allargarono attorno ad Harry indietreggiando non appena il ragazzo prese l'inerte Nagini e la guardò con disdegno.
“Hum, Harry caro, che cosa hai intenzione di fare con quel serpente?” domandò Mrs. Weasley facendo una smorfia alla vista del rettile morto.
Il ragazzo si strinse nelle spalle. “La porterò da Snape. Potrà usare il suo veleno e la pelle per le sue pozioni. Questo è tutto quello per cui è utile Nagini, ad ogni modo.” Harry sentì una sorta di prurito al braccio e aggiunse rapidamente: “Naturalmente, sto parlando di quella malvagia, non la mia Nagini.”
Scoccò un'occhiata annoiata al suo famiglio che, dal suo braccio, lo guardava severamente. “Non guardarmi in quel modo, Nagini! Eri malvagia anche tu, lo ssai! Non dimenticare che a tuo tempo mi hai ressso la vita un inferno!
Ma ero ssotto un incantesssimo, ragazzo-sserpente!
Harry ridacchiò alla sua replica e guardò Remus e il suo Padrino. “Padfoot, Moony, potete spiegare il mio rapporto con Nagini a tutti? Non vorrei che qualcuno fosse confuso su chi è e chi non è il nemico,” Harry mormorò cupamente.
I Malandrini annuirono. “Certo, Emeralds. Vai da Snape?” chiese curioso l'Animagus.
Harry annuì e se ne andò.
Sirius si voltò verso Remus. “Vorrei poter andare con lui. La faccia di Snape sarà esilarante quando vedrà il tatuaggio di Harry e anche di più al trovarsi davanti il corpo senza vita del servitore rettile del suo ex-master.”
Remus roteò gli occhi.
Albus si schiarì la gola. “Ora signori, potremmo avere una spiegazione di come per Merlino l'erede di Godric Gryffindor sia un Rettilofono e abbia il serpente del Signore Oscuro ai suoi comandi?”
Remus si strinse nelle spalle. “Nagini non è ai suoi comandi, per inteso. E' più simile a qualcosa come il suo secondo famiglio, in quanto la civetta Hedwig è il primo. E per il fatto che è l'erede di Gryffindor… sì, ma non è erede soltanto di Godric…”
………

“Così avete fallito nella conquista della Foresta Proibita? Quanto siete idioti, tutti quanti. CRUCIO!”
I Mangiamorte gridarono dal dolore finché Riddle ritenne opportuno fermare l'incantesimo. “M-Master! Per una ragione che non abbiamo compreso, i Centauri erano tutti radunati nello stesso posto! Il nostro attacco a sorpresa ha causato qualche danno ma non eravamo abbastanza numerosi da fermarli! E c'era un Ashwinder, Master! Ha incendiato dei cespugli, costringendoci a indietreggiare! Non potevamo fare nulla!” Nott balbettò, provando a salvarsi da un'altra maledizione.
Voldemort ringhiò e li scacciò. “Patetici, incompetenti sciocchi! Ma ciò è sconcertante… Un serpente, contro i seguaci di Lord Voldemort? Perché ho la sensazione che il ragazzo abbia a che fare con questo? Wormtail!”
Pettigrew squittì e saltò su prima di gettarsi ai piedi del suo master. “Master?”
“Wormtail, dirai al gruppo di attaccare di nuovo. Lascia che arruolino tutti coloro che credono opportuno aiutare. Dunque, voglio che tu ti trasforma e che vada ad Hogwarts. Spiali.”
“He, he, hi, hi, ha, ha! Sì mio Lord!” fu l'unica insana risposta.
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* Mmh. Allora, mi domando una cosa: da come risulta qui -e credo anche nella versione originale- , una volta spezzata la bacchetta di un mago in due, è come se si annullasse la sua capacità di usare anche qualsiasi altra bacchetta, lo si annulla come mago, eccezioni stravaganti a parte [vedi l'ombrello rosa di Hagrid ]... ma nei libri della Rowling, nessuno dei Mangiamorte, nè Voldemort stesso, che distribuisce Imperdonabili come caramelle, pratica mai un tale Esecrabile quanto indiscutibilmente Utile stratagemma.
Ho pensato quindi, che magari un'azione del genere, per avere lo specifico devastante effetto, debba essere compiuta dopo un qualche rito ufficiale approvato da tot. funzionari ministeriali... e già ha più senso, almeno limitatamente ai libri della Rowling. A questo punto, la scelta dell'autrice di ampliare la possibilità a chiunque, si presenta appunto come un'altra sua scelta rispetto alle caratteristiche dell'originale universo HarryPotteriano... Bisogna quindi ignorare tutte le incontenibili conseguenze che però questa realtà porterebbe nell'insieme dei meccanismi dei rapporti tra maghi-nemici.
In breve, chiudiamo un occhio... ma per l'autrice di The World Without Me, questo ed altro.. eheheh.






Ndt
Hey lettori!
... la parte più bella del capitolo, a mio modesto parere? La terribile Nagini che grida, fuori di sè: "Il mio umano! I L M I O U M A N O ! " ... :)


  
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