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Risveglio
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Quando Tsuna riprese coscienza, poté sentire la testa pulsargli
dolorosamente. La cosa gli ricordò i tempi dell’ addestramento e per un attimo
pensò di avere di nuovo quindici anni. Tenne gli occhi serrati, temendo di
vedere il viso ghignante di Reborn torreggiare sopra di lui con quel maledetto Leon-martello in una mano, pronto a colpirlo un'altra volta
nel caso avesse osato non alzarsi entro i prossimi cinque secondi.
Con un mugugno infastidito, Tsuna si portò entrambe le mani sul
viso.
Solo quando qualcosa di freddo gli premette contro le
guance si rese conto che c’era qualcosa di strano.
Il letto era molto più duro rispetto al suo e qualcosa di
fastidioso gli stringeva i polsi.
Spostò le mani dal volto spalancando gli occhi; i quali si
ritrovarono di fronte un soffitto basso in legno scuro. Un fortissimo odore di
salsedine e legno bagnato gli riempì le narici e Tsuna arricciò il naso
infastidito.
Dove
diavolo era finito?
Si passò una mano fra i capelli arruffati. Il mal di testa non
accennava a diminuire, la stanza era buia e non di certo profumata ma
nonostante la semi oscurità, i suoi occhi non mancarono di notare uno strano
luccichio vicino al suo viso.
Scostò il braccio dai capelli e una volta portato il polso vicino
al volto, sbiancò.
Manette.
Qualcuno lo aveva ammanettato mentre dormiva.
Si mise a sedere di scatto osservando la coppia di catene che lo
tenevano incatenato al muro di legno dietro al suo letto.
“Che cosa è successo? Pensa,
pensa!”
Con la mano destra si ritrovò inconsciamente a stringere il
ciucciotto arancione che aveva al collo e di colpo tutto gli tornò in mente.
La nave, Miss Kyoko, la nebbia e il
maniaco biondo che aveva cercato di portargli via il suo tesoro più caro.
In un gesto angosciato, Tsuna si ritrovò a stringere più forte il
ciondolo e per un attimo lo strano tepore che lo aveva sempre animato sembrò
rispondere alla sua stretta, intensificandosi.
Un calore simile a quello di una fiamma lo attraversò velocemente
e in pochi istanti si sentì molto più tranquillo.
Calma. Doveva mantenere la calma e pensare.
Perché lo avevano attaccato e rapito? Era al ciucciotto che
miravano? Se era così allora perché non glielo avevano tolto mentre dormiva?!
Per quale motivo scomodarsi a portarsi via anche lui invece di
limitarsi a stappargli il ciuccio di dosso?
Si passò le mani fra i capelli rilasciando un sospiro esasperato.
Non ci stava capendo nulla.
« Lo sclero è terminato? » domandò una voce maschile proveniente
da un angolo della stanza.
Tsuna sobbalzò. Poté giurare di essersi letteralmente staccato col
sedere dal letto talmente quell’improvvisa intromissione fra i suoi pensieri lo
aveva sconvolto.
Là, in un angolo buio della stanza, nel punto più lontano dal
letto, una figura vagamente familiare sedeva scomposta su una sedia e lo
squadrava tranquilla.
Tsuna si ritrovò ad arrossire. Non per lo sguardo ma per il
pensiero che aveva attraversato la sua mente appena aveva visto l’intruso.
Da quanto era lì? Aveva assistito a tutto il suo “sclero” come lo
chiamava lui?
L’uomo sorrise alzandosi in piedi e Tsuna si irrigidì
automaticamente. Avanzò di qualche passo fino a quando la luce della luna che
filtrava dall’oblò lo illuminò.
E allora Tsuna lo riconobbe; i capelli biondo grano, gli occhi
ambra e quell’espressione che sembrava divertita da ogni reazione che aveva
quando lo guardava.
« Sei il maniaco sessuale!» esclamò senza pensarci, per poi
tapparsi velocemente la bocca con una mano ammanettata.
“stupido, stupido
ImbranaTsuna!” si insultò da solo guardando di sottecchi il suo rapitore
che pareva essere rimasto pietrificato in un a posa di puro stupore.
A quanto pare non si era aspettato di venire apostrofato a quel
modo.
Pochi secondi passarono prima che l’uomo scoppiasse in un
improvvisa fragorosa risata che lasciò Tsuna senza parole.
Non era arrabbiato?!
«Sei davvero assurdo» gli disse il rapitore appena riuscì a
calmarsi a sufficienza per parlare. «Ti svegli ammanettato a un muro, su una
nave sconosciuta, ti ritrovi davanti il tuo rapitore e la prima cosa che gli
dici è: maniaco sessuale. Ahahah » l’uomo
cominciò nuovamente a ridere e Tsuna arrossì per la seconda volta, fissandolo
male. Tutto quel ridere di lui stava cominciando a irritarlo.
«Calma, calma ho finito. Non c’è bisogno di fare il broncio».
« Non sto facendo il broncio!» esclamò Tsuna quasi urlando, ormai
rosso come un pomodoro maturo.
Quel tipo non lo prendeva sul serio.
L’uomo ridacchiò un altro po’ prima di alzare le mani in segno di
resa.
« Okay, okay, ora la smetto.»
Un ombra di serietà calò nuovamente sul viso del biondo e Tsuna
non seppe se esserne davvero felice o meno. Quel tipo lo metteva a disagio. Lo fissava
negli occhi come se cercasse qualcosa e sembrava non aver molti problemi a
mantenere il contatto visivo per più minuti. Al contrario di Tsuna che stava
cominciando ad agitarsi sul posto.
Di solito non aveva molti problemi a guardare la gente negli occhi.
Non più almeno - Reborn si era impegnato affinché quel suo brutto vizio dello
spostare lo sguardo ogni volta che qualcuno gli parlava sparisse velocemente- ma
quel tizio era diverso.
I suoi occhi erano strani.
Ora che li vedeva così da vicino poté notare che non erano di un
color ambra normale. Erano intensi e più
chiari, … quasi arancioni.
Un colore molto simile a quello del suo ciucciotto ora che ci faceva
caso.
“Un momento” pensò. “Vicino?”come svegliatosi da
una trance, Tsuna si rese conto di quanto i loro volti fossero incredibilmente
vicini l’uno all’altro. Quel viso che fino a un attimo prima era a debita
distanza, ben lontano dalla sua persona, ora era a pochi centimetri dal suo e
non sembrava intenzionato a spostarsi.
Con questa nuova consapevolezza della loro pericolosa prossimità,
altre cose che prima non aveva notato lo colpirono con la stessa forza di uno
dei calci di Reborn. Alcune ciocche della lunga frangia bionda gli solleticano il
naso e il respiro regolato del rapitore lo accarezzava come un piccolo soffio
di vento leggero.
Tsuna arrossì per la terza volta in quella serata deglutendo a
vuoto.
Quel tipo non se ne era accorto di quella situazione .. ehm … scomoda?
Oppure .. non gliene importava nulla?
Insomma cosa gli frullava per quella testa? “Che vuoi? Chi ..”
« C-chi sei? » chiese senza rendersene
conto, maledicendosi in seguito per aver balbettato.
Un sorriso sbilenco si fece largo sul viso dell’uomo che in un
sussurro dal tono fin troppo … seducente -realizzò Tsuna con un brivido- gli rispose, riempiendogli le orecchie con un'unica singola parola.
« Giotto»
« Oh.» fu la risposta
intelligente che uscì a fatica dalla bocca del bruno, rigido come una tavola di
cemento.
Il sorriso dell’uomo si allargò leggermente alla vista delle
guancie rosse del suo “ospite” e lentamente alzò una mano appoggiando un dito
direttamente sul ciucciotto che penzolava sul petto nudo del suo proprietario
il quale aveva ancora la camicia spalancata e non se ne era nemmeno reso conto.
«E sei qui perché mi servite tu e il tuo Sky Pacifier»
«Il mio .. che?»
Giotto roteò gli occhi divertito picchiettando leggermente sulla
superfice liscia del ciondolo.
« Il tuo ciucciotto, principino. È così che si chiama»
Tsuna lo fissò cominciando a riprendere un colorito più normale.
Sky Pacifier? Il suo ciucciotto aveva un nome?
« A giudicare dalla tua espressione stupita devo dedurre che non
sai nulla del Tri-ni-sette .. »
Tsuna non rispose, ma lo sguardo perso fu una risposta più che sufficiente
per Giotto.
Qualcuno bussò alla porta della camera facendo girare il volto all’uomo
e ora che Tsuna era finalmente libero dalla presa di quei due pozzi aranciati
riuscì a riprendere un po’di autocontrollo.
« Giotto, tutto bene lì dentro?» chiese qualcuno dall’altra parte
dell’uscio svegliando completamente Tsuna.
Era su una nave sconosciuta, alla mercé del suo rapitore che a
quanto pare non era solo.
Probabilmente c’erano chissà quanti altri uomini su quella nave e
lui era completamente solo, in mezzo all’oceano e circondato da nemici.
Assottigliò gli occhi, nuovamente conscio della pessima situazione
in cui si trovava e senza pensarci su due volte buttò Giotto giù dal letto con
un calcio ben assestato.
Il tonfo sembrò spaventare il nuovo arrivato, il quale spalancò la
porta di colpo.
« Giotto!» Un uomo dai capelli rossi fece la sua comparsa nella
stanza lanciandosi immediatamente verso il biondo.
« stai bene?»
« Non è niente G » brontolò Giotto alzandosi immediatamente in
piedi, tranquillo, per nulla scosso dall’atteggiamento dell’incatenato. Si
massaggiò leggermente un fianco mostrando un sorriso rassicurante al suo amico.
G sembrò calmarsi ma questo non lo fermò dal lanciare uno sguardo
di fuoco verso il piccoletto che aveva osato colpire il suo capo.
Tsuna rispose con uno sguardo altrettanto velenoso evitando
accuratamente di guardare il biondo in viso.
« Il nostro ospite è solo un po’ stanco. »
Il ragazzo lanciò uno sguardo bieco verso Giotto lasciando però
che gli occhi guadassero solo dal collo in giù.
Era meglio se cercava di fissarlo negli occhi il meno possibile se
non voleva finire come prima.
«Stanco? Ma se ha dormito una notte e un giorno interi?!» esclamò
quello dai capelli rossi mentre Giotto lo spingeva fuori dalla stanza assieme a
lui.
Una notte e un giorno? Aveva davvero dormito così tanto?!
« Ci vediamo domani mattina» lo salutò Giotto e Tsuna lasciò che i
loro sguardi si incontrarono per mezzo secondo prima di girare la testa dall’altra
parte appena sentì le guancie scaldarsi.
Non lo vide, ma era sicuro che il biondo stesse mostrando lo stesso sorriso divertito di prima, mentre si chiudeva la porta alle spalle.
Appena il clic e il giro della chiave nella toppa raggiunsero le
sue orecchie, Tsuna si lasciò scivolare nuovamente sotto le lenzuola con un
gemito.
In che razza di situazione era cacciato?
Improvvisamente la minaccia del matrimonio sembrava molto più
piacevole dell’idea di dover affrontare nuovamente Giotto la mattina seguente.
[Continua
…]
♦ Angolo di _Bucaneve_ :
Ed ecco qui il secondo
capitolo.
Scusate se ci ho messo un po’
ma il lavoro del cavolo che faccio mi stanca e non ho quasi mai una gran voglia
di scrivere una volta tornata a casa çAç
Qui viene data qualche
microscopica rivelazione in più sulla trama ma niente di che.
Ho deciso di dare un "nome" ai ciucciotti e agli anelli (praticamente è la traduzione inglese dei loro nomi. Gli anelli vongola verranno chiamati anche Vongola Rings e i ciucciotti degli Arcobaleno verranno chimati anche "Sky pacifier", "Sun pacifier" ecc ... (la cosa mi aiuta a non fare troppe ripetizioni. dire sempre ciuccio, ciucciotto, ciondolo mi snerva x°D)
Ho anche ingrandito un po' il carattere. Quello del capitolo uno è troppo piccolo! stasera quando torno lo cambierò x3
Oggi abbiamo visto G per qualche attimo! Nei prossimi capitoli lo vedremo ancora! scoprirete di più e vedrete anche altri personaggi ;)
Al
prossimo capitolo,
_Bucaneve_