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Autore: Dicembre    05/04/2008    8 recensioni
Nyven è uno schiavo, nato in catene non ha mai vissuto una vita diversa, per lui un padrone vale l'altro. Quando viene venduto al Crocevia, non può immaginare chi sia il suo nuovo padrone, nè chi viva alla sua corte. Si accorge però subito che il luogo dov'è stato portato è completamente diverso da tutto ciò che ha visto e da tutto ciò che ha vissuto. Irìyas l'ha acquistato per i suoi capelli, cremisi ed indomabili, che hanno una proprietà indispensabile di cui neanche un mago della sua potenza può fare a meno. Specialmente quando il mago si ritrova ad affrontare il Fuoco Eterno, scagliatogli contro da un suo vecchio amico e si ritrova legato ad una promessa fatta ad un drago per cui farebbe di tutto. Nyven è intrappolato in quest'intreccio di tradimento e di fedeltà e ne rimane inevitabilmente affascinato. Ma c’è un fondo cremisi, un’anima dedita al fuoco nel ragazzo, che nessuno sa spiegare , ma che tutti temono. E’ innata, sconosciuta ed indomabile.
Il mago però non può lasciarlo libero, e Nyven non conosce cosa giace nel suo animo. La matassa è stata srotolata troppo tempo prima perché ora si possa tornare indietro. Il Re, il cavaliere e amico del mago, il traditore… Tutti vogliono qualcosa, mentre il Regno rischia di ardere in eterno.
Genere: Romantico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Dieci

 

 

Agli inizi del Mondo, quando non esisteva il Regno, quando i popoli confinanti non vivevano sotto bandiere diverse e quando i Draghi dominavano i cieli nell’Est e nell’Ovest, esisteva un’unica lingua, la Lingua Antica, che ognuno parlava.

Era una Lingua melodiosa, priva di suoni gutturali e cupi. Poteva essere pronunciata al solo pensiero.

Con l’avvento dei Venti e col loro bagaglio gravido di guerre, la Lingua Antica era stata abbandonata a favore dei diversi dialetti. L’oscurantismo e la Notte che aveva dominato quel periodo, creando mille frammenti di terra in lotta fra loro, aveva creato a sua volta mille frammenti di lingua.

Le biblioteche dell’Accademia erano state messe a fuoco, il libri che custodivano i Canti di Pace del Vecchio Mondo erano bruciati con lei. Pochi frammenti erano stati tramandati oralmente dagli Ohnan, bardi e cantori che da generazioni conservavano il patrimonio della Lingua Antica.

 

L’incantesimo che avrebbe dovuto pronunciare Irìyas il giorno del solstizio, doveva essere pronunciato nella Lingua Antica.

Irìyas non aveva ancora con sé l’esatta traduzione e questo lo irritava moltissimo.

Picchiò i pugni sul tavolo, spazientito.

“Pronunciarlo nella Lingua Ufficiale del Regno sarebbe da pazzi, eppure…”

Zir era con lui nella stanza. Scosse la testa.

“E’ proprio necessaria la Lingua Antica?”

“E’ l’unica in grado di proteggere Gyonnareth da ciò che verrà scatenato il giorno del solstizio”

Zir si lisciò i baffi.

“Sono certo che Gyofinan la ricorda. I draghi sono gli unici che…”

"Non cominciare!"

C'era una certa irritazione nella voce di Irìyas e Zir si spazientì.

"Questo perchè sei il solito testardo"

"Questo perché se Finan sapesse esattamente cos'ho intenzione di fare, sarebbe troppo preoccupata"

"Pensi davvero che non lo sappia?"

"Lo sa benissimo. Ma sentirlo sarebbe diverso"

Zir sbuffò, scuotendo la testa. Non era d'accordo, ma il mago non era dell'umore adatto per essere contraddetto.

"Nelle biblioteche non potrai trovare l'esatta formulazione della frase..."

"Se non dovessi riuscire a dirla nella sua interezza, così sarà più che sufficiente"

“Ma sarà estremamente pericoloso... Per te soprattutto"

Irìyas non rispose e continuò a leggere il libro che aveva davanti, cercando fra le sue pagine le parole dimenticate.

 

“Padrone!” Nyven irruppe nella stanza con così tanta furia che i fogli sullo scrittoio di Irìyas furono scossi dalla corrente. Quando vide gli occhi del mago e quelli del coniglio fissi su di lui, s’immobilizzò, pentendosi immediatamente della sua foga.

“S…scu…”

“Che cosa c’è, ragazzo?” Zir interruppe la balbuzie di Nyven.

“Ci sono dei corvi, ad Ovest. Tantissimi corvi che volano sul castello”

Irìyas non rispose, aggrottò le sopracciglia.

“Riesci a vederli?”

“Sapete che stanno arrivando?” poi si mise una mano sulla bocca “Di nuovo, perdonate la mia irruenza…ma sono così minacciosi, sono così…”

“Sono a più di un giorno di cammino da qui”

“Impossibile, signore, li vedo chiaramente…”

Irìyas scosse la testa e ripeté, con voce più bassa e cupa “Sono a più di un giorno da qui”.

Nyven fece un passo indietro, terrorizzato da quel tono. Persino il pelo di Zir si rizzò sulla coda del coniglio.

Gli istanti di silenzio che seguirono quelle parole apparvero così rumorosi alle orecchie di Nyven che fu costretto ad interromperli…

“Io… non volevo” fu l’unica cosa che riuscì a dire.

Il ragazzo s’inginocchio, lì sul posto, con la testa china. Doveva tacere, non poteva parlare.

Tremò e ci volle tutto il suo autocontrollo per non lasciare che le lacrime testimoniassero ulteriormente, il suo terrore.

Pochi secondi, poche parole e gli sembrò di aver, di colpo, messo una distanza incolmabile fra lui e Irìyas.

Era impaziente di rivederlo, era impaziente di parlargli…eppure ora era terrorizzato.

“Zir, chiama Mamir, ho bisogno di lui”.

L’Eclage annuì e lasciò la stanza.

Doveva parlare? Doveva spiegare esattamente…?

“Io, li vedo. Perdonatemi, se potete…”

“Sono i corvi di Sideas. Un mio vecchio compagno di scuola. Sta venendo qui”. La voce del mago era ritornata quella di sempre.

“Oh…”

“Non sono minacciosi, se non istigati. Come militare del Re, Sideas può cavalcare a fianco dei corvi Reali”

“Sono corvi speciali?”

Irìyas sorrise: “Sono antichi come i draghi e saggi quasi quanto i gufi. Sono speciali, sì”.

“Perché vengono qui?”

“Per te. Ma questo tu lo sai già”

Nyven fu colto alla sprovvista dalla sua stessa paura “Non mi farete andare via, non è vero?”

“Se non ne ho motivo…”

Il ragazzo sussultò, rumorosamente. Sciocco! Perché temere quello che già sapeva?

“Cercherò di non darvene alcuno”

Irìyas sorrise, sistemandosi dietro le orecchie i capelli che gli continuavano a coprire gli occhi.

“Vieni qui” gli disse indicando il bracciolo della sua poltrona.

 

Seduto lì era come essere seduto sulle gambe di Irìyas, sentiva benissimo quell’odore d’acqua che aveva sentito il primo giorno lì, quando era stato accolto nelle stanze dell’Ancella. Sentiva il suo respiro lieve e lo scorrere delle sue dita sul libro di fronte a lui.

Sembrava quasi avesse tutti i sensi amplificati e finemente abituati ad ogni sfumatura.

Sapeva bene, però, che anche Irìyas era altrettanto consapevole di quel che pensava.

“Perché sei così agitato?”

“Perché sono vicino a voi” non aveva senso mentire.

“Hai paura?”

“Un po’”

“Puoi alzarti e andartene”

“Ma non voglio farlo… Io… “ gli mancò il fiato “vorrei stare con voi”

Irìyas sorrise “Non è una cosa saggia quella che hai appena detto”

Nyven arrossì “Quello che intendevo dire è che vorrei trascorrere più tempo con voi per…”

“Per?”

“Capire… Capire molte cose. Vorrei sapere dell’Accademia, della vostra vita laggiù. Vorrei sapere quando avete saputo che sareste stato un mago, vorrei sapere perché non ci sono uomini qui. Vorrei…”

Irìyas scoppiò a ridere e lo fermò “ Vorresti sapere tante cose. La curiosità è un’amica pericolosa, lo sai?”

Nyven annuì “Lo so, ma è innata. Spesso mi fermo a guardarvi, nella mia mente. Quando so che dopo poco mi addormenterò, quando so che dormirò per due, tre giorni di fila, mi permetto di pensare a voi e a come vi ho visto quel giorno, a quello che facevate… Mi permetto d’immaginare quello di cui vi occupate mentre io ho sonno. Se anche voi, prima o poi, dormirete oppure se i maghi non dormono mai.” Arrossì… “Immagino così tante cose…”

Irìyas lo guardò, senza dire nulla e lo sguardo del mago non fece altro che peggiorare il rossore del ragazzo.

“Voi mi credete malvagio?”

La domanda colse Irìyas alla sprovvista “Malvagio?”

“Dicono che porterò sventura. Voi mi parlate nel sonno e…”

“E?”

“E poi, da quando sono qui….” Esitò nuovamente “Sono cambiate molte cose, che fanno paura persino a me.” Sorrise “Sapete bene a cosa mi riferisco: al fuoco”

“Che ne sai tu del fuoco?”

“Non ne so nulla, ma lo sento chiamarmi”. Sospirò “E’ sciocco, vero?”

“Meno di quanto tu creda”

Irìyas prese una ciocca carminia del ragazzo fra le dita e cominciò ad intrecciarla fra le sue: “Questi tuoi capelli sono speciali…Sono unici. E il fuoco, su di loro, non ha potere. Non è affatto sciocco questo tuo attaccamento…”

“Ma non mi farete andare via per questo, non è vero?” d’impeto, Nyven interruppe Irìyas, stringendogli la manica “Non posso andare via, io …ho paura di andare via”

Il mago guardò il ragazzo per un istante di troppo, la pelle ambrata del Sud trasudava paura. Irìyas ebbe il forte desiderio di toccarla, ma non lo fece.

“Non prometterò qualcosa che non manterrò”

“Avete intenzione di mandarmi via?”

“Non per adesso, no”

“Ma…”

“Nessun ma! E’ come ...”

L’aria, d’improvviso, si fece bollente.

Irìyas si accorse che le pupille di Nyven erano diventate allungate e sottili come fessure e le sue iridi rosse, come i suoi capelli. Non si mosse, nonostante la ragione gli dicesse di fare qualcosa.

Quella creature dal nome Nyven non era un ragazzo, e la curiosità, come lui stesso aveva detto poco prima, è regina delle azioni di ognuno.

Irìyas rimase a guardarlo.

Nyven prese il libro che Irìyas stava leggendo e vi appoggiò la mano sopra. La pagina s’incendiò, pur non bruciando.

La fiamma si spense quasi subito, al suo posto, ancora calde, brillavano le parole della Lingua Antica che Irìyas avrebbe dovuto pronunciare. Tutte.

Nyven sorrise, guardando il mago, e gli diede un lievissimo bacio sulla guancia. La pelle di Irìyas si ustionò leggermente.

“Non mi mandare via”

Poi il ragazzo s’addormentò di colpo, accasciandosi tra le braccia di Irìyas.

Il suo corpo era tornato freddo, come quello di qualunque essere umano.

 

***

N.d.Dicembre: Ma povero, povero Nyven. Però è davvero divertente bistrattarlo, trattarlo male e essere l'unica a sapere chi è. Non lo sa neanche lui ò_O Vi mando un bacio, ho un po' di chiacchiericcio addosso e vorrei dilungarmi, ma devo scappare. Quindi siete risparmiati dalle mie scemeze a raffica (per ora XD).
p.s. 50 recensioni, wow. Mi fate diventare rossa davvero. Posso offrirvi birra per festeggiare e ringraziarvi? *_*

***

Yukochan: I draghi bianchi *_* Sì, Finan, per come la immagino io, è bellissima. Lei dice che Gyonnareth è più possente, ma lei è proprio bella. Sono felice di averle dtrasmesso la giusta maestosità. Contenta che tutto questo mistero ti piaccia. Per tranquillità, ti dico che alcune parti importanti verranno rivelate a breve, ma Nyven e il fuoco era troppo divertente, per non dedicargli un capitolo *_* Un bacione

BiGi: Contentissima che anche a te sia piaciuta Finan, se lo merita. Poverina, in effetti è molto sola, ma per ora, le mie angherie sono rivolte a Nyven ehehe un bacio

Manny_chan: Ah Ah Ah Irìyas "romantico". Beh, sì, un lato del suo caratterere in effetti ha del romanticismo, però non è altruist-errimo, mettiamola così ;D Per quanto riguarda la mia cattiveria con Nyven, imperversa, ma il fanciullo si presta e io non resisto. Che ci posso fare? E' che è un personaggio complesso, ma per ora ancora ignaro °_° E io sono un po' "lunga" nello spiegare, svolgere e disfare le trame. Non mi piacciono le storie in cui tutto succede senza un motivo, ma il dare motivazioni mi richiede tempo e capitoli (e io ci marcio un po' XD). Un bacione.

Aealith: Ciao e benvenuta! *D abbraccia A* scritto così bene, grazie mille *_* Sono felice che Cremisi ti piaccia e ti prenda. Cerco di dare il mio (piccolo) contributo al genere fantasy, così tante volte bistrattato. Il che è un peccato (il fatto che sia bistrattato, non il mio contributo XD), perchè a me piace molto. Un bacio ^.^

silencio: Ormai mi commuovo quando leggo una tua recensione. Finan bella e mastosa *_* E' proprio come volevo che trasparisse, perchè - come dicevo prima - io la immagino bellissima. Un po' in stile drago-occidentale, quindi apparentemente aggressiva e cattiva, ma elegante e con l'aria "saggia". Poi bianca, quindi molto regale. In questo capitolo lascio un po' intravedere parte della Storia del Regno, citando i Venti e la Lingua Antica. Come ho forse già detto, mi piace dare tridimensionalità a quel che scrivo e dare quindi l'impressione che la storia sia ambientata in un mondo che esiste, che vive una vita propria al di là di ciò che è narrato. Dovresti vedere il mio quadernetto di appunti, quanti riferimenti, fatti, scritte ha sopra, su cose che probabilmente qui non verranno menzionate, ma che mi servono per creare un mondo a tutto tondo (ho fatto la rima °_°) XD Un bacio

Francesca Akira89: Eh eh eh. Irìyas è molto *molto* possessivo. Contenta che ti piaccia (anche a me *_*). Irìyas è un mago, con le fattezze di un giovante (30 enne circa?), ma di fatto, il tempo per i maghi scorre in modo diverso che per gli umani. Sideas arriverà presto *_* Un bacio

  
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