Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: EmmaStarr    12/10/2013    7 recensioni
Percy Jackson e Luke Castellan.
Due nomi un programma, no? Ora provate ad immaginarli in un Universo Alternativo in cui non esistono Semidei, Satiri, Crono e quant'altro. Provate ad immaginarli un po' più vicini con l'età, diciamo due anni di differenza.
Ma non sarebbero troppo adorabili da shippare?
06: – Luke, sei rosso di nuovo. – Dov'è una telecamera, quando serve? Dove?
07: – Ma... Oh, Luke, è troppo lungo! Mi fa paura, ecco, l'ho detto!
08: – Allora, hai finito? Stavo cercando di dormire!
09: Percy sembrò rifletterci su, e già Luke si dava dell'idiota per cos'aveva appena detto. Sei libero stasera? Sul serio?
10: – E non prendete in giro il nostro programma! – scattò il ragazzo, offeso. – Ci siamo stati su fino alle due, stanotte!
11: – Dai, se non volevi fare il bagno perché hai un costume?
12: – Luke non vuole farlo.
13: Ti ho detto che era un diavoletto! NON UN SASSO!
14: – Io non ho un lato romantico. – scattò subito Luke, facendo una smorfia.
15: – Guarda. Non sembra un miracolo? – sorrise Percy, quasi incredulo. – E io che credevo che la serata sarebbe stata un fallimento.
COMPLETA!
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Luke Castellan, Percy Jackson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ehilà!

Questo perché volevo vedere Percy e Luke che sciano.

Non so voi, io li troverei adorabili :3

Le età sono quelle, abbiate fede, ormai a meno che non mi venga in mente di fare uno speciale vecchietti (COME POSSO PENSARE COSE DEL GENERE) saranno sempre quindici/diciassette.

Grazie a tutti quelli che hanno recensito! ^^
Emma

 

Percy e company sono di zio Rick

Se mi appartenessero... verrebbero a sciare con me. E saprebbero distinguere la destra e la sinistra con più difficoltà ù.ù

 

 

NEVE

 

 

 

La colpa era tutta di Annabeth.

Perché sì, perché Percy e Luke non se ne sarebbero mai andati in gita in montagna a sciare di loro spontanea iniziativa.

Esatto: Percy, Luke, a sciare. La cosa si preannunciava molto dolorosa.

– Ma Annabeth, io non sono capace! – si era lamentato Percy.

– Imparerai. – fu la lapidaria risposta.

La ragazza aveva già pensato a tutto. Aveva addirittura prenotato uno squallido bungalow per una settimana, tre stanze da due: infatti i fortunati coinvolti nella gita erano Annabeth, Percy, Talia, Grover, Rachel e ovviamente Luke. Fu subito messo in chiaro che se Luke avesse preferito rimanere a casa non sarebbe certo stato un problema.

– Percy verrà. – aveva affermato Annabeth, autoritaria. – Verrà perché lo costringerò con la forza, perché sa come posso ricattarlo e perché nonostante tutto è mio amico. E anche Rachel ha già confermato la sua presenza. Ora, ovviamente tu sei liberissimo di non venire, credo che Rachel sarà più che felice di prendere il tuo posto nella stanza di...

E fu così che anche Luke si aggregò all'allegra combriccola.

Sul treno si sedette vicino a Percy e iniziò (ovviamente) a lamentarsi. – Tutto ciò è assurdo.

– Sante parole. – gli diede ragione l'altro, comprensivo.

– Io non ho mai messo degli sci in vita mia! – gemette Luke, già figurandosi il disastro.

– E se poi mi faccio male mentre cado? Come farò con i regionali di nuoto? – Il tono di Percy era vagamente melodrammatico, ma Luke decise di non farci troppo caso.

– Più che i regionali, pensa all'orgoglio. – commentò, funereo.

Rimasero in silenzio per un po', poi Percy parlò. – Forse però non sarà così male. Intendo, non scieremo sempre...

– Solo quattro ore al giorno, giusto.

– Il paesaggio sarà anche bello...

– Anch'io amo vedere tutto quel bianco intorno a me, è così originale.

– Saremo in stanza insieme...

A questo Luke ebbe la decenza di non ribattere. Percy sorrise soddisfatto.

 

* * *

 

Com'era logico aspettarsi, Luke con gli sci ai piedi era quanto di più ridicolo ci si potesse immaginare.

– Sembri l'incrocio tra un pinguino in calore e un San Bernardo. – commentò Talia, beffarda, incrociando le braccia. – E smettila di appoggiarti al muretto, tanto prima o poi dovrai staccarti!

Luke le rivolse l'occhiataccia più assassina del suo repertorio. – Chiudi quella bocca, o ti butto giù da un burrone.

– Ehi, ehi, non litigate. – fece Annabeth, il capogruppo. Luke sentiva di odiarla.

– Bisognerà prendere la seggiovia? – chiese Grover, traballante sui suoi sci di seconda mano.

Rachel li raggiunse, frenando elegantemente con una mossa da esperta sciatrice. – Direi di sì, se non vuoi fartela in salita con gli sci! – rise. – Percy arriva subito, ha detto di aspettarlo un attimo... Oh, eccolo lì.

Luke riteneva tutto quello che stava succedendo un'enorme ingiustizia.

Ricapitolando. Si trovava ai piedi di una montagna, vicino ad un'instabile seggiovia con ai piedi due arnesi infernali che rischiavano di ucciderlo da un momento all'altro. Aveva freddo, era arrabbiato e sentiva la sciarpa che gli pizzicava il collo in maniera insopportabile. In più Percy arrivava in ritardo e mandava avanti quella sua amica Rachel.

E tutto questo perché? Perché?
Perché si era fatto convincere da Annabeth, perché sarebbe stato in stanza con Percy, perché Talia aveva detto che non era abbastanza coraggioso da venire in montagna con loro, perché sarebbe stato in stanza con Percy, perché non aveva nient'altro da fare e perché sarebbe stato in stanza con...

Ok, d'accordo. Di motivi ce n'erano, ma non erano abbastanza per sopportare... quello che stava sopportando, ecco.

Allora perché, quando Percy li raggiunse traballando nei suoi sci nuovi di zecca e con la sua solita espressione da idiota stampata in faccia, il suo cuore perse un battito? Oh, il freddo. Doveva essere stato il freddo, probabilmente entro poco tempo si sarebbe congelato e sarebbe morto, ecco perché il cuore batteva così forte.

– Allora, ci muoviamo? – chiese, spingendo brutalmente Talia in avanti. – Non vorrei morire congelato, sai com'è.

Quella gli lanciò un malizioso sguardo di superiorità mista a compassione. – D'accordo, d'accordo. Non c'è bisogno di arrossir... cioè, di spingere. – commentò, angelica, scivolando in avanti.

Oh, no, Luke non era arrossito.

No.

Insomma, no.

Grover parlò da qualche parte dietro di lui. – Luke, vai o no? E santo cielo, devi avere davvero freddo, sei tutto rosso!

Borbottando un'imprecazione, Luke scivolò in avanti: doveva solo prendere la seggiovia e fare il conto alla rovescia dei secondi che mancavano alla fine della settimana, esatto. Sessanta per sessanta per sessanta per ventiquattro per sette...

– Luke, attento!

La seggiovia lo colpì tra le gambe.

E fece male.

 

* * *

 

– Bé, su, almeno siamo saliti.

Luke non rispose.

– Per essere la prima volta poteva andare anche peggio, sai.

Silenzio di tomba.

– E vedrai che adesso arriva la parte divertente, quella in cui si scende.

Ancora, Luke si rifiutava di aprire bocca.

– Oh, insomma, potresti anche parlare! Guarda che neppure io ho mai sciato in vita mia, eh!

Ma Luke era ancora arrabbiato.

– Mi dici un po' che cosa ti ho fatto?

Sì, come se Luke potesse effettivamente dirgli che era colpa della sua stupida espressione da stupido se era arrossito!

 

* * *

 

E poi arrivò la discesa.

Rachel scendeva elegante e flessuosa come se non avesse fatto altro nella vita.

Annabeth e Talia, dopo un paio di goffi tentativi, se la cavavano anche bene.

Grover annaspava un po', ma tutto sommato riusciva a scendere senza troppi problemi.

Il vero disastro era composto da Percy e Luke: non erano materialmente in grado di stare in piedi su quegli affari senza cadere rovinosamente a pancia in giù nella neve, possibilmente con gli sci incastrati e le gambe incrociate sotto la testa.

Rachel cercava di aiutarli come poteva, ma a parte il fatto che, come Luke notava con un certo fastidio, la giovane ragazza accorreva solo quando era Percy ad essere nei guai, sarebbe comunque stato impossibile cercare di insegnargli qualcosa.

– Sei una frana. – commentò Percy osservando Luke cadere rovinosamente a terra per la ventitreesima volta.

– Ha parlato l'impedito numero uno. – Luke era troppo stanco persino per gli insulti.

Percy cercò di aiutarlo, con il solo risultato di crollare nella neve sopra di lui.

– Ventidue. – contò Luke, la voce soffocata dalla neve.

– Una in meno di te. – puntualizzò Percy, facendo il possibile per rialzarsi.

– Non così! Fermo! – si lamentò Luke, spostandogli il gomito. – Mi butti la neve in faccia!

Percy imprecò a bassa voce e cercò di spostare la gamba con lo sci. – Ahi! Così non va. – gemette.

– Dici? – bofonchiò Luke da qualche parte sotto di lui.

– Se sposto la gamba mi uccido! Lo sci è troppo lungo!

– Intanto sposta il piede a sinistra.

– Così?

– L'altro piede!

– Va bene?

– L'altra sinistra!

– Quante sinistre credi che...

– Così. Ora gira la gamba.

– Ma fa male...

– Sii un uomo!

– Sposta tu quel braccio, se proprio devi!

– Ragazzi, tutto bene?

– Sicuro, stiamo una favola!

– No, non mettere lì quel braccio, fermo!

– Troppo tardi, è la fine!

– Ehi, che succede?

– Percy sta soffocando Luke.

– Non è vero!

– Per me l'hai soffocato.

– Luke? S-stai bene?

– No. Mi hai soffocato.

– Se fosse stato vero non avresti potuto parlare, sai?

– Ecco, Annabeth ha ragione! Ora, sposteresti la testa a sinistra?

– Quale sinistra?

– Che sta dicendo?

– Stava scherzando, cose nostre. Però spostala!

– Ehi, perché siete fermi?

– Percy e Luke si dilettano in atteggiamenti erotici.

– Talia!

– Bé, dovreste guardarvi, ragazzi. Siete avvinghiati in un modo che fa paura.

– Luke, la gamba mi serve quando nuoto. Ti prego, ti prego, lasciala attaccata al corpo.

– E ancora con 'sto nuoto!

– Ragazzi, per me vi state incastrando ancora di più.

– Qualcuno ci aiuti!

– Morirete qui.

– Pietà!

– Ragazzi! Ma siete tutti qui?

– Olè! Adesso tutti possono ammirare Luke e Percy che si umiliano!

– Talia, apri di nuovo la bocca e ti ammazzo.

– Sarà complicato, vista la tua situazione attuale.

– Vi prego, aiutateci! Non mi sento più il braccio!

– Per forza, c'è Luke sopra.

– Luke è sopra il mio braccio.

– Esatto.

– Non guardarmi così, Percy! Tu sei sopra la mia gamba!

– Come se lo stessi facendo apposta...

– Ora basta, adesso vi aiuto io.

– Annabeth, ti amo.

– Ehi!

– Scherzavo! … Luke, il braccio!

– Oh, era il tuo braccio! Scusa, non me n'ero accorto...

– Ah, Luke! Sposta il corpo, sposta il corpo!

– Il corpo?

– Guarda dov'è finita la mia mano! Il corpo, la vita, dalla vita in giù, basta che ti sposti!

– Luke, sei rosso di nuovo.

– Dov'è una telecamera, quando serve? Dove?

– Ecco. Percy, il tuo braccio è libero.

– Sorella degenere, ora è il mio braccio ad essere incastrato!

– Ma andate contro ogni legge della scienza e della fisica!

– Niente è impossibile per Percy Jackson e Luke Castellan.

– È buffo, sembra quasi che tu ti stia vantando.

– Ragazzi...

– No, Grover, aspetta. Io mi stavo vantando, e allora?

– Ehm, ragazzi...

– E allora? Luke, siete uno sopra l'altro in atteggiamenti poco consoni ad un luogo pubblico!

– Ma sentitela! Credi che lo faccia perché mi diverto?

– Ragazzi, e se...

– Talia, Luke, potete litigare quando sarò di nuovo in grado di sentirmi il braccio?

– Ma esiste ancora, il tuo braccio? Qui non si vede più.

– Annabeth, non spaventarmi!

– Talia, osa metterti a ridere e giuro che...

– RAGAZZI!

– …

– Grover, sai che hai una voce spacca timpani? Sul serio, dovresti urlare così un po' più spesso.

– Bé, cosa c'è?

– Ehm.. pensavo solo... se togliessero gli sci, poi non potrebbero semplicemente spostarsi?

– Togliere gli sci.

– Esatto.

– Senza sci, uno potrebbe rotolare da un lato e uno dall'altro.

– Io ho... io ho pensato questo.

– Grover, amico, sei un genio! Un mito! Un angelo!

– Percy, calma.

– Non dovrò amputarmi il braccio! Sia lodato il cielo!

– Sia lodato Grover, piuttosto.

– Ok, ora toglieteci gli sci e basta.

– Calmo, Luke. Se ti agiti, sai com'è...

– Siamo fermi.

– Fermissimi.

– Pronti? Uno... due... Tre!

 

Alla fine erano tornati all'albergo.

Luke aveva minacciato di fare i bagagli e tornarsene in città se per quel giorno non avessero smesso di sciare almeno per quel giorno, e la sua espressione era così spaventosa che nessuno aveva osato ribattere.

Annabeth aveva preparato cioccolata calda per tutti, e ora Percy e Luke stavano al calduccio sul divanetto della loro stanza. Luke non sembrava aver molta voglia di parlare, ma Percy ormai c'era abituato.

– Allora... – attaccò, guardando per aria. – Ti sei divertito?

L'occhiataccia che Luke gli rifilò avrebbe fatto impallidire un fantasma. – Oh, tantissimo. Un vero spasso.

Già il fatto che avesse risposto era più che sufficiente perché Percy continuasse a parlare. – Bene, perché anche io l'ho trovato divertente! Insomma, facevamo ridere, no?

Luke non rispose, e Percy gli si fece impercettibilmente più vicino. – Domani... domani ci riproviamo? A sciare come si deve, dico.

Passò qualche istante di silenzio, poi Luke sospirò. – Se proprio devo. Intanto vattene più a sinistra, che non ho spazio.

Percy sorrise malizioso, annullando la distanza tra i due. – Quale sinistra, scusa?

 

 

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: EmmaStarr