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Autore: Chutch    12/10/2013    3 recensioni
Questa storia è diversa da tutte le altre, o è forse meglio dire che sono i personaggi ad essere molto particolari. In effetti la nostra storia parla della passione dei mortali, di amori, intrighi, alleanze, tradimenti, e molto altro. Questo mio racconto narra di una ragazza che insegue il suo sogno, semidea figlia di Poseidone, ella desiderava con tutto il suo cuore divenire dea. Un'impresa assai ardua. Se non fosse per gli Hunger Games. Ogni 500 anni si svolge infatti un'edizione di questi giochi, vi prendono parte 24 tributi semidei appartenenti alle 12 cabine. Sono volontari poiché sono coloro che aspirano alla vita eterna. Ma per un così grande dono c'è sempre un grande prezzo, infatti solo uno di questi semidei raggiungerà il suo sogno. Tutti gli altri moriranno. Agli Dei non è permesso intervenire in modo diretto ma molto spesso trovano comunque il modo di aiutare i propri figli, o di vendicarli.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Altro personaggio, Apollo, Percy Jackson, Poseidone
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 21
ARRIVANO LE CACCIATRICI
 
Dylan ed io siamo seduti in un angolo della cornucopia. Abbiamo catalogato tutto ciò che c’è dentro: armi e cibo sono in abbondanza ma l’acqua scarseggia. Abbiamo bloccato l’ingresso della cornucopia come meglio riuscivamo. Ora stanno tutti dormendo, un piccolo fuoco è acceso proprio all’ingresso. Fa freddo. Dylan sentendo che inizio a tremare si avvicina di più a me e mi abbraccia, stringendomi forte. Vorrei poter fermare il tempo e restare così per sempre, sembra quasi di essere tornati al campo, davanti al falò, se non fosse per il sangue raggrumato sotto le mie unghie. Notandolo cerco di toglierlo, ma niente, non va via. Ormai non sarò più la stessa, sono un’assassina… Violet non meritava di morire eppure io l’ho uccisa. Dylan mi guarda, da quando siamo qui, non abbiamo ancora parlato. Può sembrare strano, lo so, ma non riesco, mi sento un mostro, sento di non meritarlo. Una lacrima mi scende dal viso. Lui mi passa la mano infreddolita sul viso per raccoglierla.
-Perché piangi?- non gli rispondo, lui capisce, si sporge verso di me e mi bacia. Mi aggrappo a questo momento con tutte le mie forze, so che non ne arriveranno di altri... ogni attimo è prezioso.
Poi mi sussurra all’orecchio -Ti amo! Ti amerò per sempre!-
La luce soffusa del fuoco crea delle sensazionali ombre sul suo viso, negli occhi li brilla qualcosa. Lo abbraccio. -Ti amo! Ti amo anch’io!- dico stringendolo il più forte possibile. Lui mi passa il braccio intorno alla spalla e mi fa accoccolare sulla sua e in poco tempo mi addormento.
 
POV ELIOT
L’ho persa, l’ho persa per sempre, penso mentre sento Chiara e Dylan parlare. Perché l’ho lasciata andare così? Guardo le mie mani arrossate dal freddo e dal sangue, cosa sono diventato? Sto fermo per un po’ e mi concentro sui respiri dei ragazzi che mi circondano per capire se sono tutti addormentati, quando li sento regolari, mi alzo. Sono quasi sull’uscio della Cornucopia quando sento Dylan chiamarmi.
-Eliot! Dove vai?- chiede.
-Non sono affari tuoi!- rispondo con tono non poco irritato.
-Per quanto mi riguarda puoi anche farti ammazzare! È per lei che mi preoccupo, sarebbe distrutta se domani non ti vedesse e scoprisse che te ne sei andato così!-
-Oh su dai! A lei non importa niente di me!-
-Tu le interessi moltissimo! Troppo per i miei gusti!- faccio finta di non sentirlo ed esco dalla cornucopia.
Vedo che si scosta leggermente da Chiara e la appoggia alla parete, poi di corsa mi raggiunge. Mi appoggia una mano sulla spalla e mi dice -Davvero, amico! Non la abbandonare così!- sento il desiderio di tirargli un pugno in faccia. -Quando io sarò morto, avrà bisogno di te!- il braccio già in tensione si rilassa di colpo. Poi si gira e torna dentro. Io rimango solo pochi secondi fuori, al freddo e poi rientro anch’io.
 
POV EDO
Tutta la scena è stata ripresa da telecamere. Mi chiedo se, nel caso che Chiara vinca, gliela mostreranno. Io e Jade siamo in camera, con la televisione accesa da tutta la mattina. Sophia è addormentata sul mio letto, non riusciva proprio più a tenere gli occhi aperti. Percy invece è fuori, ha detto che non vuole assistere a questa carneficina. Lo capisco, ma io ho bisogno di guardare, se dovesse succedere qualcosa a Chiara o a Stark e io non fossi qui, credo non me lo perdonerei mai. A proposito di Stark, l’unico che si è diretto verso il deserto, ci ha visto giusto. Ha già trovato il lago che pare essere l’unica fonte di acqua. Scappando è riuscito a prendere qualcosa giusto per mantenersi in vita e per ora ci sta riuscendo, continua a camminare, non si stanca mai.
 
POV CHIARA
Sono nel buio più totale. Alzo lo sguardo e vedo, una piccola luce chiara che si avvicina facendosi sempre più grande. Possibile che io si morta senza rendermene conto? Che si astato così indolore? Chissà quale sarà la mia pena, nell’Ade! Con mia grande sorpresa invece di Cerbero vedo spuntare una graziosa fanciulla che riconosco essere Demi, la cacciatrice di Artemide, che si porta un dito al braccio e indica una catenella d’argento. A questo punto la disperazione mi assale.
-LO SO!- grido.
-Lo so! Lo so! Ma non posso abbandonarlo! Non posso!- dico mentre le lacrime mi offuscano la vista.
-Lo so!- mormoro ancora raggomitolandomi.
-Cosa? Cosa sai?- la voce familiare mi riscuote dai miei incubi. Quando mi sveglio, vedo Eliot che mi osserva con quegli occhi color nocciola spalancati e mi scuote, per un attimo vorrei poter godere della protezione offerta da quelle braccia. Poi sento un colpo di cannone e un pensiero orribile mi assale.
-Dov’è Dylan?- chiedo tirandomi su di colpo e sentendo le vertigini.
-Stai giù!- dice spingendomi delicatamente i polpastrelli sul petto per farmi stendere.
-È andato a raccogliere della legna e dell’acqua!-
-E l’avete lasciato andare da solo?-
-No, Leo, Sasha, Nico e Nicole sono con lui!- dice esasperato.
-Ma se venissero attaccati? Non ci hai pensato?- chiedo irritata con le lacrime agli occhi.
-Sono in quattro! Se la sanno cavare!- dice rivolgendo il viso da un’altra parte, concretamente ferito.
-Scusa!- mormoro ma lui non risponde.
-Scusa, davvero! È solo che non voglio perderlo così!-
.Già! Scommetto che avresti preferito che ci fosse andato io.-
Spero che la mia espressione non tradisca ciò che penso. Si, avrei preferito fosse andato lui, al posto di Dylan.
-Io...! Come fai a pensare una cosa così orribile?- sento le lacrime sul viso.
-Io ti amo, perché non vuoi capirlo? Dannazione! Ti ho sempre amato, dal primo maledettissimo giorno! E tu mi hai ferita, mi hai ferita quando non hai creduto in me. Io avrei fatto qualsiasi cosa per te, qualsiasi. Il mio cuore però si è lacerato nel momento stesso in cui hai detto che non mi credevi. Non sono più stata capace di curarmi, ho cercato qualcuno che lo facesse al posto mio, che si assumesse la responsabilità di risanare la voragine del mio petto ed è stato Dylan a farlo perché tu non c’eri. Tu non c’eri...-
Lui mi sta guardando dritto negli occhi, quegli occhi così profondi da poterci vedere l’infinito, quegli occhi caldi in cui tanto spesso mi sono rifugiata, quegli occhi così..
-E io, credi che io non ti ami? O non ti abbia amato?- sbotta lui con quel suo modo da arrabbiato che lo fa solo apparire più affascinante.
-Io... volevo lasciarti libera!-
-Ma non volevo essere libera! Volevo essere tua, solamente tua. Volevo che tu t’incazzassi con Dylan, che mi facessi sentire che mi amavi, che tra di noi non accettavi ostacoli, che eri pronto a rimediare tutto, che mi volevi.-
-Credo che sia ora di smetterla con tutto questo!- dice lui voltandosi verso il fondo della cornucopia e rannicchiandosi in un cantuccio, spelando una mela.
 
Dopo un’ora interminabile dal suono del cannone finalmente li vedo spuntare dalla boscaglia. Dylan corre a perdifiato sotto il caldo asfissiante, mentre il resto del gruppo cerca di stargli dietro. Quando mi vede, rallenta ma non si ferma. Appena arriva davanti a me, mi prende il viso tra le mani e piano sussurra -Sei viva!- quasi per accertarsene.
L’avete sentito anche voi il colpo di cannone?- chiede Nicole.
-Si- mormoriamo io ed Eliot insieme.
-Chiara, io...! Oh! Solo gli Dei sanno quanto ho pregato di trovarti qui. Ha gli occhi, di quell’azzurro cielo, completamente arrossati. Lo abbraccio più forte che posso.
-Sono qui! Siamo qui!-
Eliot nel frattempo si avvicina a Nico che risponde alla sua silenziosa domanda.
-No, non c’è acqua! Neanche una goccia!- tutti emettono un sospiro ed io impreco mentalmente.
 
Essendo quasi ora di pranzo ci mettiamo a cucinare Sasha accende un fuoco e inizia a preparare un brodo, così riusciremo a reintegrare un po’ di liquidi.
Appena è pronto, ci sediamo tutti vicini, al riparo, nella cornucopia. Qui quantomeno c’è un po’ di fresco. Ho una fame tremenda, dopo la “discussione” con Eliot non sono neanche riuscita a spizzicare qualcosa, ma meglio così. Ora prendo la ciotola di metallo in cui è versato il brodo e bevo fino a vedere il fondo. Appoggio la tazza e un improvviso giramento di testa mi assale. Guardo velocemente la ciotola, davanti a me e vedo qualcosa di grumoso e... viola. Un veloce sguardo a Sasha, mi sta fissando mentre si porta la sua ciotola alla bocca, e poi crollo a terra. Gli arti si muovono da sé e tremo. Sento delle voci confuse chiamarmi. Un dolore lanciante parte dallo stomaco e si diffonde per tutto il corpo, rendendomi pietrificata, nel momento in cui arriva alla testa, tutto si fa nero e sento solo delle voci, tante voci che si sovrastano l’una con l’altra.
 
 
POV DYLAN
-Chiara! CHIARA! Rispondimi! Chiara! Ti prego!- dico mentre la scrollo cercando di farla muovere. Ha gli occhi spalancati e il corpo molle. Non sono l’unico a gridare, dietro di me tutti stanno cercando di capire cosa le sia successo. Tutti tranne Sasha.
-Tu! Infame traditrice!- urlo mentre mi avvicino a lei. Le mie mani si stringono sulla sua gola, con poco sforzo l’alzo dal pavimento.
-Dimmi cosa le hai fatto?-
-Io... non le ho fatto niente- mente.
-DIMMELO!- sono completamente accecato dalla rabbia e dal dolore. Un fiume caldo scorre sulle mie guancie.
-Io... n-non lo s-so!- balbetta quella.
-Come faccio a guarirla, dimmelo o mi sarai inutile e a quel punto non esiterò a schiacciarti la testa su questa parete!-
Mi graffia le mani, le braccia, scalcia ma io non sento niente e la tengo saldamente.
-N-non lo so!-
-BUGIARDA!- grido infliggendole scosse in tutto il corpo. Gli occhi si rovesciano all’indietro e lei si affloscia sulle mie braccia.
È morta! È morta? No, è solo svenuta.
-Prendetemi della corda, subito!- dico e Nicole si precipita da me con del fil di metallo.
Appena sono sicuro che non riuscirà a scappare torno da Chiara. Eliot sta tenendo la sua testa sulle gambe e le tampona la fronte con una pezza umidiccia, le sta parlando, la prega di tornare da lui. Io m’inginocchio al suo fianco, la sto per baciare quando Leo mi ferma.
-Se ha bevuto del veleno, rischi di venirne a contatto.-
-Cosa m’importa, al massimo saremo nello stesso posto!-
-No, c’è un modo per curarla. Ne sono sicuro. Ho un piano- sentenzia.
Appoggia una mano sul suo braccio e forte, tira il bracciale della lupa.
Una luce accecante esplode e quando finalmente torno a vedere, due ragazze sono apparse proprio di fronte a noi.
 
  
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