Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: SkyEventide    15/10/2013    4 recensioni
Una raccolta di fanfiction dedicata all'universo del Silmarillion e alla Prima Era, principalmente (o quasi esclusivamente) alla Casata di Finwë, con il punto di vista del figlio primogenito, Fëanor, e con le comparse come co-protagonisti degli altri membri della famiglia - nonché i Valar e altri.
Genere: Fantasy, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Fëanor, Fingolfin
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ballo in Maschera
Fëanor - Melkor - Silmaril


 
Fëanáro camminava lentamente, misurando il suo passo e il suo respiro. I corridoi e le sale del palazzo di suo padre, che conosceva così bene, sembravano distorcersi e snodarsi come il sentiero di un sogno. Un bagliore dorato colorava le colonne e il pavimento di marmo si costruiva sotto i suoi piedi. Fluttuava e le ombre si ritiravano davanti a lui. Quelli erano i corridoi che era stato così impaziente di lasciare nella sua giovinezza – e ora brillavano della sua luce riflessa.
     Passò sotto l’arco del salone principale. I Ñoldor si trovavano lì: la corte di suo padre, il seguito del suo fratellastro, gli studiosi e maestri delle tradizioni, gli artigiani, e i loro abiti frusciavano sul pavimento lucido, cadevano dalle loro spalle in panneggi di velluto; i loro gioielli luccicavano di argento, rame, oro, le gemme cucite sui loro manti e gonne erano un trionfo di bellezza.
     E tuttavia i loro occhi si girarono, tutti quanti, verso di lui. Poiché non c’era luce brillante quanto la sua, che raggiungeva le volte, i soffitti, le anime stesse. Fëanáro inspirò lentamente; l’aria sembrava tanto fresca quanto lo era stata durante la primavera del mondo e, come se stesse respirando in cima ad una montagna, con gli occhi abbagliati dal riverbero della neve, si sentì la testa leggera. Camminò avanti, in mezzo ai Ñoldor, e non li fissò di rimando.
      I loro sguardi tuttavia lo nutrivano. Bevve dalla meraviglia nei loro occhi, si vestì della loro ammirazione. I suoi passi lenti gli aprirono la strada mentre loro si spostavano per lasciarlo avanzare e si inchinavano, e alcuni sorridevano, altri rimanevano immobili senza parole, alcuni lo salutavano con occhi spalancati, e tutti fremevano davanti alla luce sulla sua fronte.
     Benvenuto, Alto Principe Fëanáro, dicevano.
     Si fermò solo di fronte al trono, di fronte a suo padre, a Indis, e chiunque altro fosse meritevole di una menzione. Nuovamente si poteva sentire purificato nell’acqua più chiara, innalzato dalle decine di sguardi della folla. « Padre » salutò, e la sua voce non poteva suonare più giusta, più forte di così in quella dichiarazione, poiché lui era figlio di Finwë, e figlio di una madre la cui morte aveva causato ma, con la benedizione della sua luce, aveva anche vendicato.
      Poteva fronteggiare tutti loro, sentendosi intero dopo tanto tempo. Era compreso, riconosciuto. Lodato. Riverito. Poteva salire le scale della salvezza che aveva forgiato con le sue stesse mani e bagnare le sue guance di lacrime, poteva guardare al sorriso di suo padre brillando da dentro.
     Per un momento, un breve, immenso momento tra la sensazione che la luce dei Silmarilli si stave mescolando col suo spirito e uno sguardo da dietro la sua schiena, si sentì infine curato.
Poi si voltò, per guardare in faccia l’estraniante impressione che qualcosa scavasse nel mezzo alle sue scapole e sulla sua nuca e direttamente dentro di lui. Era in mezzo alla corte. Era due occhi tra i Ñoldor. Era un pugno nello stomaco, un improvviso strattone che gli ricordò di nuovo dove fosse e con chi – non intento a volare sopra di loro cavalcando fiamme, cascate, venti, ma dentro al suo corpo, nella sala del trono, con la gente di Tirion. Su solido marmo, dentro ai muri del palazzo.
     Appena tentò di trovare quegli occhi e il loro possessore, che conosceva, questi scomparvero. Il respiro gli grattò nella gola e ogni persona, ognuno di loro, sembrò svestirsi del puro stupore che avevano mostrato inizialmente. Come se la loro pelle fosse stata strappata via e tutta la bellezza dei loro volti si fosse trasformata in invidia.
     La luce sulla sua fronte, la sua luce, era troppo brillante. Fëanáro desiderò che potesse accecarli tutti.
     Desiderò poterla celare nella propria carne e tenerla al sicuro, guardata, ed esserne purificato una volta ancora.



-------------------------------------------------

Grazie alle due fedeli lettrici per i vari commenti e complimenti!
Non credo siano necessarie molte spiegazioni per questa drabble, se non che è ambientata a Tirion quando ancora l'incidente della spada non è accaduto. Ho cercato di interpretare la citazione secondo cui alle volte Fëanor indossava i Silmaril e li sfoggiava e altre volte li chiudeva nelle stanze del tesoro senza mostrarli a nessuno.
(Silmarilli, plurale in Quenya di Silmaril.)


 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: SkyEventide