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Autore: ristampa    16/10/2013    1 recensioni
'Narrami, o Musa, dell’eroe multiforme, che tanto vagò, di molti uomini vide le città e conobbe i pensieri, per acquistare a sé la vita e il ritorno ai compagni. Ma i compagni neanche così li salvò, pur volendo: con la loro empietà si perdettero, stolti, che mangiarono i buoi del Sole Iperione: ad essi egli tolse il dì del ritorno. Racconta qualcosa anche a noi, o dea figlia di Zeus.'
La storia di Ulisse e della sua Odissea.
E fu così che nacquero gli Hunger Games.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 3 - Catwoman
''Dietro il banco, è seduta la donna più strana che abbia mai visto. E' un esempio di chirugia estetica mal riuscita, 
perchè nemmeno a Capitol City qualcuno potrebbe trovare attraente quel viso. La pelle è stata tirata al massimo
e tatuata a strisce nere e oro. Il naso è stato appiattito al punto di sembrare quasi inesistente.
Ho già visto dei baffi da gatto sulla gente di Capitol City ma mai così lunghi.
Il risultato è una grottesca maschera felina che ci guarda con diffidenza.''
Hunger Games, Mockingjay.

 


Mi chiedo come può una donna così giovane conciarsi in questo modo.
So bene che gli abitanti di Capitol City seguono una moda stravagante, ma non pensavo che arrivassero fino a questo punto.
La donna che ho davanti non è altro che un esperimento andato male, un prototipo di gatto dai capelli a cavatappi
e strisce dorate sul viso.

Comincia a fissarci, ci sta studiando.
Molto probabilmente starà creando nella sua mente una vastità immensa di capi che ci farà provare e riprovare, 
in ogni caso non saranno mai cosi osceni quanto il suo look. Helly mi fissa con uno sguardo interrogativo e solo 
adesso mi rendo conto che i suoi occhi sono azzurro oceano. Blu come il mare, come le onde, come il cielo,
per la prima volta in vita mia affogo in uno sguardo. Ma Tigris mi riporta alla realtà.

- Seguitemi.- La sua voce è roca, non squillante come quella di Faccia di Rospo. Questo è già un buon inizio.

Attraversiamo vari vagoni e ci porta in una stanza fresca, completamente illuminata da sole. Mi guardo intorno
e noto subito una grande scrivania, con un album da disegno e parecchi fogli sparsi qua e là. Il cestino dei rifiuti
è pieno di carta stropicciata: deve aver lavorato per noi tutta la notte.
Non so perchè, ma mi sento riconoscente nei suoi confronti. Una parte di me mi dice che sto impazzendo perchè tutto questo
è solo una fase di passaggio e di preparazione prima di mandarci a morire, come le bestie che vengono messe all'ingrasso 
prima di andare al macello; ma non so, non posso fare a meno di pensare che la strana donna che ho davanti sia diversa
dai viscidi, sfacciati abitanti di Capitol. Forse sto impazzendo.

Ci fa un cenno con la mano destra, invitandoci ad avvicinarci alla scrivania.
- Bene, come vi ha detto Angie domani avrete la parata.- E cosi è Angie che si chiama?  
- Incontrerete per la prima volta gli altri tributi. Sarà una gara a colpi di stoffe, non so se mi spiego. Il concetto 
base è fare un buon effetto al pubblico per attirare sponsor e perciò dovrete essere assolutamente meravigliosi.
-
Il concetto di 'meraviglioso' a Capitol City di solito è un po' particolare, ma decido di fidarmi.
- Hai già qualche idea? - chiedo.
- Si, diciamo che ho già tirato giù qualche schizzo. In generale il vostro abito dovrà rispecchiare il carattere del vostro distretto. 
Faremo in modo di esaltare quei grandi occhi blu, cara! 
- Dice riferendosi ad Helly con un sorriso.

In quel momento gli autoparlanti annunciano che l'arrivo a destinazione è previsto tra cinque minuti.
Qualsiasi persona normale si precipiterebbe a guardare la città, tanto bella quanto ignota, dal finestino. Ma non io.
Tutto questo mi fa schifo.
Il dover sembrare troppo dolce, troppo strategico o troppo aggressivo solo per accattivarmi il pubblico in un reality
show mi fa venire il volta stomaco. Panem mi fa venire il volta stomaco. Snow, quel giovane uomo che per noia o per vendetta
ha deciso da un giorno all'altro di mandarci ogni anno dentro un'arena per scannarci a vicenda mi fa venire il volta stomaco.

Così mi metto seduto su una sedia rivestita completamente di velluto e aspetto. Non so cosa, non so chi, ma attendo finchè non
sento una dolce voce femminile alle mie spalle - Andrà tutto bene, vedrai.-

 

Cari lettori, 
spero davvero che la mia storia vi abbia colpito, almeno un po'.
Scrivere è sempre stata una passione, che però non ho mai avuto il tempo di coltivare. Ma eccomi qua! 
A volte scrivo fino alle undici di sera, riflettendo e perfezionando ogni capitolo, in tutte le sue sfumature. Mi ci sto impegnando davvero tanto.
Aspetto le vostre recensioni! 
  
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