Film > Batman
Segui la storia  |       
Autore: margotj    18/10/2013    1 recensioni
(Storia completa in pubblicazione a puntate)
PREMESSA ALLA STORIA: si tratta di un ALTERNATIVE UNIVERSE: con gran raccapriccio dei puristi, in questa storia Dc incontra Marvel: il presupposto? Bruce Wayne e Tony Stark si conoscevano, ben prima di divenire rispettivamente Batman e IronMan. Tutto ciò che viene visto nei film è quindi modificato opportunamente (stravolto, oserei dire, valgono le immagini più delle trame) per raccontare la storia della loro amicizia e dell'inizio della loro leggenda.
Spoiler: credo nessuno. Utilizzo spudorato di IronMan, IronMan2, Batman Begins e TheDarkKnight, qualche accenno agli Avengers
Pairing: canonico Tony/Pepper Bruce/Rachel
Rating: AU Angst, Dark, Friendship...
Disclaimer: i personaggi non appartengono ai legittimi proprietari. L’autrice scrive senza alcuno scopo di lucro e non intende violare alcun copyright.
Genere: Angst, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman aka Bruce Wayne
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

EPISODIO 5/13 - (spoiler alla lettura)

http://www.youtube.com/watch?v=3xK_GwbBbAE&list=PLB1F21203D1E4126E&index=16

_____________

1.5 Sanctuary

The world keeps trying, to drag me down

Ive gotta raise my hands to stand my ground

Well I say, Have A Nice Day

(J.BonJovi - Have a Nice Day)

Il mondo continua a provare, a trascinarmi giù Devo sollevare le mani per non perdere terreno Beh, dico Buona giornata

Aveva i capelli corti, la barba fatta e l'aria incredibilmente sana.

Tony in cima alla scaletta, lo squadrò ben bene, mettendosi le mani in tasca.

Non hai il mio innato charme, ma sei meglio di quanto credessi.” - comunicò.

Bruce gli sorrise, incassando la prima frecciata e preparandosi alla seconda.

Hai le pulci?

Questa volta no.”

Pidocchi? Scabbia? Qualche malattia di cui dovrei preoccuparmi?”

No.” - rispose Bruce, restando immobile sulla pista.

Scendo a controllarti la testa.” - dichiarò Tony, percorrendo la scaletta con passo atletico. Si chiuse la giacca, prese un'aria professionale, gli fece un giro intorno - “Sì, mi sembri abbastanza pulito.”

Grazie.” - Bruce si girò, guardandolo fisso negli occhi - “Permesso di salire a bordo?”

Concesso. Nemmeno una piattola? Sicuro?”

***

Erano atterrati nel cuore della notte. Ma c'era Pepper sulla pista ad aspettarli. Tony la vide mentre l'aereo era ancora in fase di manovra.

Si girò e posò una mano sulla spalla di Bruce.

Andiamo...” - sussurrò, piegandosi - “C'è una tua fan sulla pista...”

Arrivo.” - sospirò Bruce, senza svegliarsi. Sognava suo padre. Suo padre, che gli faceva sentire il battito del suo cuore - “Ancora un attimo...”

Tony sorrise, indulgente, rimettendosi la giacca. Aveva dormito tutto il volo, minuto più, minuto meno.

Tony... non te ne andare...”

Si bloccò e tornò indietro, aggiustandosi un polsino. Niente, dormiva. Nel sogno, suo padre lo stava salutando. E c'era Tony sulla porta. Tony gli voltava le spalle.

Non te ne andare...”

Bruce...” - adesso la mano sulla spalla fu più decisa, quasi uno scrollone. Ma Tony si sedette sul divanetto, per non incombere - “Adesso stai avendo un incubo. Non sto andando da nessuna parte.”

Bruce si svegliò di soprassalto e Tony lo lasciò andare.

Credo che siano appena finiti i benefici soporiferi della porta dell'Anima.” - commentò.

Credo anche io.” - rispose Bruce, rendendosi conto di essere in un bagno di sudore.

***

Quando scese dall'aereo, era di nuovo se stesso, il se stesso sorridente recuperato in Nepal. E Pepper gli corse incontro, saltandogli letteralmente in braccio.

E io?” - Tony si fermò di botto e spalancò le braccia - “E io?”

Dopo, Tony, dopo.” - replicò lei. Stringeva le braccia attorno al collo di Bruce e, per essere certa della presa, aveva sollevato i piedi - “Stupido, stupido, emotivo miliardario idealista...”

Due volte stupido.” - sottolineò Tony, alzando due dita in segno di vittoria e sventolandole sotto il naso dell'altro - “Io una. Bruce 2 - Tony 1... Tony vince.”

Ok, ok, ho capito che sto esagerando.” - sottolineò a quel punto Pepper, staccandosi e ricomponendosi. Aveva gli occhi lucidi - “E' che sono... insomma... oh, che diamine.”

Si asciugò un occhio, guardando per aria. Bruce le teneva le mani sulle spalle e si piegava per guardarla, per attirare la sua attenzione.

Signorina Potts, lei sta diventando emotiva...” - sussurrò. Sembrava un ragazzino, era magro e sorridente - “Su, così finirà con lo spaventarci...”

O farmi scappare a gambe levate...”

Oh, Tony, ti prego!” - sbottò lei, tornando finalmente padrona di se stessa - “Bruce, ho una sorpresa per te. Lo so che è tardi ma...”

C'era un uomo, fermo, vicino alla berlina nera. Dritto come una lancia. In attesa, come sempre.

Alfred.” - mormorò Bruce. E, quando si mosse verso di lui, deciso, Tony prese per mano Pepper.

***

Bruce Wayne il Ritorno parte II: i giornali, indubbiamente, ci stavano mettendo un pizzico di sarcasmo. Tony lo leggeva dai monitor, Pepper nella cara vecchia versione cartacea, ma la sostanza non cambiava.

Il figliol prodigo...

L'uomo provato...

Il miliardario eclettico...

Fossi in lui...” - commentò Tony, la mattina in cui furono costretti ad andare a Gotham per un consiglio d'amministrazione speciale - “...sparirei di nuovo.”

Sarcasmo a parte, alla WayneEnterprises si stava facendo, come al solito, di un fiammifero un incendio: gli azionisti guardavano la borsa oscillare e gridavano come arpie. Mesi di stabilità, nemmeno il movimento di una foglia e ora... anni di studi, bilanci, sottile diplomazia e ora... la versione del 'e ora...' finiva sempre con l'incredulità generale espressa in varie forme ma eguale nel concetto: come poteva Bruce Wayne, senza muovere un dito, provocare un infarto ai grafici finanziari?

Risultato? Riunione!

Come se non bastasse, se Bruce Wayne dominava solo le pagine da sette a nove, era perché da tre a cinque si parlava di Batman.

La prima era divisa equamente tra le due foto, la seconda era per il Joker.

Questa edizione è inquietante.” - sospirò Pepper, quando si sedettero in macchina, aprendo la propria copia.

Mezzo profilo di Bruce, mezzo di Batman.

E' inquietante che mettano assieme i pezzi e non vedano comunque.” - replicò Tony, zoomando la foto con il tablet.

Forse non lo fanno perché 'qualcuno'...” - Pepper aveva il dono di calcare e rendere molto grandi le lettere che contavano - “... in questi mesi ha giocato all'uomo pipistrello.”

Deve essere un 'qualcuno'...” - anche Tony non scherzava, quando si trattava di mettere l'accento sulle Q - “...davvero molto in gamba, se lo fa senza nemmeno muoversi da casa.”

In effetti, pur non sbilanciandosi, Tony era parecchio soddisfatto del proprio operato: nei mesi in cui Bruce si era dato alla macchia, aveva approfittato della sua assenza per giocare un poco con l'attrezzatura rimasta a impolverarsi alla WayneTower.

Lucius Fox non aveva fatto molti commenti e Stark, grato della discrezione, aveva reso definitivo il mostro informatico dello scantinato.

Il pover'uomo, un tempo tormentato da Stark Senior, aveva sorriso, con un poco di rassegnazione.

Non si illuderà anche che io impari ad usarlo...” - aveva sospirato.

L'importante è che non provi a smontarlo per vedere come è fatto dentro. Altrimenti sarò costretto a ucciderla.” - aveva risposto Tony, emergendo da sotto la scrivania con un tronchese e delle schede madre - “E ora, Lucius, la porto a fare un giro sull'ottovolante.”

Aveva avviato il sistema ed era apparso di tutto.

Poi era calato il buio.

Black-out totale su Gotham.

Avevo capito ottovolante... non trenino dell'orrore.” - aveva sospirato Lucius, in piena oscurità.

La prego non faccia sarcasmo. Sto pensando.”

Black-out a parte, Tony aveva disseminato il mondo di immagini di Bruce Wayne in vacanza e ologrammi radiocomandati di Batman in città. Aveva portato la realtà virtuale a un livello estremo, facendo apparire testimoni sia per l'uno che per l'altro.

Poi, il vero tocco di classe: Alfred aveva spedito il brigantino di Bruce alle Antille e Batman, in contemporanea, aveva consegnato alla polizia un pentito in vena di parlare.

Ecco, a questo punto, Pepper aveva cominciato ad avere qualche sospetto.

La consegna del pentito non era stata virtuale.

Probabilmente, Tony aveva sperato che si confondesse nel mare di bugie che stava creando ma... ma Pepper aveva ugualmente capito.

E, ora, il quesito iniziava a infastidirla. Che cosa stava combinando Tony?

***

In sintesi...” - concluse Tony, guardando il consiglio riunito innanzi a lui - “... le StarkIndustries sperano che questo rinnovo della collaborazione tra le nostre industrie contribuisca in modo considerevole al miglioramento, non sono a livello locale ma anche a livello mondiale. Grazie a tutti.”

Pepper tirò un sospiro di sollievo: in macchina, Tony aveva ripetuto due volte il discorso, per convincersi che poteva dire quelle insulsaggini con aria convincente e, entrambe le volte, era caduto sul finale: “Grazie a tutti, manica di imbecilli” e “Grazie a tutti, mamelucchi che non siete altro.”

Era un piacere sentire che, al debutto, si era ricreduto... almeno a parole, si intende.

Perché lo sguardo era decisamente omicida. Del resto...

Il signor Wayne vuole dire qualcosa?” - stava giusto aggiungendo Tony, con lingua biforcuta.

Appunto. Pepper alzò gli occhi al cielo mentre tutto il consiglio si voltava all'unisono.

Bruce dormiva in poltrona. E della grossa.

***

Sono stato in giro tutta la notte...” - sbadigliò Bruce, poco dopo, mentre si avviavano vero l'ufficio - “Cerca di capirmi....”

Io capisco che sono qui a salvarti il posteriore, Junior, e tu dormi.” - replicò Tony, mentre aprivano insieme il doppio battente dell'ufficio - “Non puoi dire nulla in tua discolpa.”

Perchè non devo discolparmi. Sono dei barbagianni noiosi, non li reggo.”

Nemmeno io, se è per questo. E, di questi tempi, reggo sia i tuoi che i miei. Ma mi hai preso per il tuo amato Dalai Lama?”

Sei più basso.”

Pepper ebbe l'impressione di non saper più fare altro che alzare gli occhi al cielo. Camminava dietro di loro compostamente, la cartelletta tra le mani, ben salda per resistere all'impulso di usarla sulle loro teste.

Tony aveva tenuto un discorsetto rassicurante... Bruce aveva dormito... e, entro sera, lei avrebbe fornito i memorandum a tutti, firmato tutti i contratti, parlato con tre finanziatori, sei azionisti di minoranza, due possibili partner e con il responsabile dello smaltimento scorie nucleari.

Lucius Fox, al suo fianco, le batté gentilmente una mano sulla spalla e deviò, in direzione del proprio ufficio: anche lui aveva un bel carico di grane da digerire e poco tempo per ascoltare le 'prime donne'.

Qualcuno aveva lasciato l'edizione del mattino sulla scrivania di Bruce. E l'uomo la sollevò, guardando il due volte se stesso.

Però!” - commentò, contemplandosi - “E non si accorgono di niente?”

Stessa cosa che dico io.” - concordò Tony, lasciandosi andare sul divano - “Siamo proprio in gamba, una vera squadra.”

Una vera squadra...” - ripetè Bruce, con tono pensieroso. Sulla seconda pagina, il Joker minacciava e tirava le somme dei mesi in cui era stato libero di muoversi - “Quanto è brutta la situazione?”

E' brutta.” - ammise, con candore, Tony - “E noi non siamo organizzati.”

Vorrà dire che ci organizzeremo.” - Bruce chiuse il giornale e lo lasciò cadere sul tavolo - “Ora devo andare, ho un paio di cose di cui devo occuparmi. Tu? Conferenza stampa?”

Sono pronto.” - Tony era già in piedi, con i cartoncini tra i denti e Pepper che gli aggiustava la giacca - “Vado e li metto tutti a posto.”

Non fare danni...” - gli urlò dietro Bruce, guardandolo marciare con passo bellicoso verso l'ascensore.

E tu non addormentarti di nuovo.” - fu la risposta.

Pepper stava raccogliendo le ultime cose sparse per l'ufficio. Andandosene, gli carezzò il braccio e gli baciò una guancia.

Non fare danni nemmeno tu.” - sussurrò, gentilmente.

Rimasto solo, Bruce riaprì il giornale e fissò la foto del Joker.

E lo sguardo gli divenne di pietra.

***

Per Rachel avevano scelto una lapide bianca, quasi opalina.

Dent vi aveva fatto incidere tutto il suo amore.

Ma a Bruce non importava. Erano parole nella pietra, nient'altro. E lui aveva imparato che anche le pietre potevano bruciare e svanire, divenire cenere.

C'erano fiori freschi, a terra. Bruce li scostò appena, smuovendo il terreno con le dita.

Ti ho portato una cosa...” - sussurrò, lasciando cadere alcuni semi nel piccolo scavo - “Sono fiori che crescono sulle pendici dell'Himalaya. Servono ad amplificare i sogni.”

Si sporse, posando un bacio sul profilo in pietra.

Spero che tu stia sognando di noi, Rachel. Io lo faccio, ogni notte.” - aggiunse - “E talvolta indosso una maschera, talvolta no... ma tu mi ami comunque. E mi sorridi sempre, come quando eravamo bambini. Mi manchi. Mi manchi di più ogni giorno che passa.”

Chiuse gli occhi e posò la tempia laddove aveva posto un bacio.

Non ti vendicherò, hai la mia parola. Ma non chiedermi di dimenticare.”

***

Le macerie di WayneManor erano spuntoni neri levati al cielo. Non c'era nessun cantiere, nessun tentativo di ricostruire qualcosa. Non si era salvato nulla. Solo brandelli che non significavano niente.

Bruce camminò lentamente, a caccia di qualcosa di riconoscibile. Lo aveva già fatto, la mattina che era fuggito. Aveva vagato come un fantasma sulle ceneri della sua famiglia, a caccia di memoria, di qualcosa che ancora lo legasse a quel disastro.

Aveva riconosciuto alcuni oggetti... li aveva lasciati dov'erano. Aveva scavato, cercando la bilancia che Rachel aveva stretto in mano, invano. Aveva ritrovato lo stetoscopio e ancora rimpiangeva che fosse successo: da allora non aveva più smesso di sognare suo padre, a volte come era, a volte come pensava lo giudicasse.

Ora... si fermò, guardando il paesaggio. Avrebbe ricostruito, anche se non significava nulla per lui.

Avrebbe ricostruito per coloro che se ne erano andati e per coloro che sarebbero venuti.

E, per il resto... il vento avrebbe portato lontano la cenere.

***

Fu discendendo la grande scalinata di pietra che Bruce comprese che gli restava un'ultima cosa da fare. Deviò, strappando le sterpaglie e disseppellì uno dei vecchi pozzi in pietra.

Lo ricordava peggiore, più ripido.. ma, del resto, volandoci dentro da bambino non poteva sembrare differente.

Si lasciò scivolare, senza preoccuparsi dello stato in cui avrebbe ridotto i vestiti. Scivolò fino al fondo, fino a toccare con i piedi un vecchio muro costruito a secco.

Assestò un colpo e lo guardò crollare, senza che gli passasse per la testa che poteva rimanerci seppellito sotto. Si piegò, intrufolandosi e, quando emerse dall'altro lato, i pipistrelli lo investirono, come in centinaia di incubi già vissuti.

Il primo istinto fu quello di sempre. Si rannicchiò su se stesso, proteggendosi la testa.

Poi comprese, in quel battito d'ali. Sentì la loro paura, sentì l'aria divenire densa, il fiato più corto... Il loro? No, il proprio.

E si raddrizzò.

Loro hanno paura di te...

Lo so, papà. Loro sentono la mia stessa paura.

Loro ed io siamo simili.

Si rese conto di avere gli occhi chiusi, le braccia strette al torace. E le distese.

Poi aprì gli occhi.

Perché, un tempo, Rachel aveva detto che era dovere degli uomini farlo.

Gli uomini devono aprire gli occhi. Vedere, per la giustizia.

E, nell'attimo in cui lo fece, nell'attimo in cui spalancò gli occhi... fu armonia.

***

Grotte.”

Grotte.” - confermò Bruce. Stava in piedi tra le macchine smontate, sporco, lacero e inguardabile - “Grotte fino alle porte di Gotham. Una vecchia ferrovia sotterranea.”

Grotte.” - ripetè Tony, restando seduto sul pneumatico della sua amata Ford Flathead del '32.

E cascate. Qualche pipistrello qua e là.”

E tu fai speleologia con un cappotto di cashmere addosso?”

E' solo un cappotto.” - replicò lui, allegramente.

Ci risiamo, pensò Tony... dormire senza cuscino, digiunare, scrivere per terra, gettare tutto ovunque, niente consumismo... ora, noncuranza per i vestiti. Sindrome del prigioniero.

E, dimmi...” - chiese, con aria paziente - “Per quale motivo grotte, cascate e pipistrelli ti devono far correre fin qui senza passare dalla doccia?”

Le grotte arrivano fino alle porte di Gotham. E rispuntano in una zona magazzini che mi appartiene.”

Bene. Quindi?”

Quindi sono perfette.”

Felice che lo siano. Perfette per cosa?”

Il sorriso di Bruce si accentuò. E altro muschio cadde dal suo cappotto sulle cromature lucide che lo circondavano.

Saremmo sotto un generatore elettrico...” - aggiunse, senza rispondere alla domanda.

Adesso Tony cominciava a capire.

Un generatore...”

... che la WayneEnterprises ha appena ammodernato..”

Vai avanti.”

... i capannoni hanno un livello interrato rivestito a isolante... e dei montacarichi...”

Montacarichi...”

Perimetro a telecamere e ripetitore a meno di un chilometro. Parabola...”

Va bene, non dire altro, mi hai convinto.” - lo interruppe Tony. Si alzò e si avviò - “Andiamo a vedere.”

***

Grotte?” - Pepper aveva gli occhi fuori dalle orbite - “Come sarebbe a dire grotte!”

Grotte, cara, grotte.” - confermò Tony, versandosi da bere. Era sporco come Bruce se non di più - “Belle, con tanto di cascata. E ci sono gallerie fino a WayneManor, pensa! Chissà come si divertivano gli antenati di Bruce!”

Non oso nemmeno immaginarlo.” - Pepper fissava le impronte di fango tutte intorno al carrello dei liquori. Si sentiva... orripilata.

Non posso continuare a tenere i miei giocattoli sotto la WayneTower, non è abbastanza sicura ed è un problema uscirne senza essere visti.” - spiegò Bruce. Per evitare di spargere altro terriccio in giro, si era seduto a sgocciolare su uno sgabello e mangiava un frutto prelevato dall'elaborata composizione al centro del bancone - “Ieri notte è stato più difficile uscire di casa che far saltare in aria il covo di Ducard.”

Seguì un rumore di cocci. A Tony era partita di mano una bottiglia di cristallo.

Si voltò, aprì la bocca e... e ne uscì la voce di Pepper.

Tu hai fatto cosa?”

Bruce si bloccò. E inghiottì il boccone che stava masticando.

Ho fatto quello che faccio di solito.” - rispose, perplesso - “Cioè, quello che faccio di solito quando non sono io ma Batman...”

Bruce, noi stiamo cercando Ducard da quando ha mandato a fuoco casa tua... mi dici come facevi a sapere dove trovarlo?”

Lo conosco bene. E poi ho letto questo.” - c'era la copia del giornale del mattino precedente sul tavolo sotto quella nuova - “A pagina nove... dove si smette di parlare di me.”

In effetti, dove finivano le foto di Bruce, Batman e affini, c'era un articolo riferito ad un furto al porto. Un container risultava scomparso, ancora ignoto il contenuto.

Non so cosa ci fosse dentro, ma sapevo da dove proveniva e il nome della nave, quindi ho fatto qualche ricerca.” - spiegò Bruce, ad entrambi - “E ho scoperto il nome della nave attraccata al molo a fianco. Ora, Ducard si è sempre vantato dell'importanza di storia e mitologia presso la setta. Un peschereccio di nome Briareo era sospetto, non credi?”

Lo aveva chiesto, rivolgendosi direttamente a Tony. E questi annuì.

Uno degli uccisori dei titani, nutrito ad ambrosia da Zeus.” - annuì, sorprendendo Pepper, come sempre - “Sospetto, te lo concedo.”

Il peschereccio risulta essere di una società di copertura con alcune proprietà in città. E una di queste si trova in pieno centro, vista WayneTower. E, a dirla tutta, vista retro... dove si diramano i condotti e parte la metropolitana.”

Dalla WayneTower, in effetti, ragionò Tony, si alimentava tutto: acqua, energia, gas.. persino i mezzi pubblici, in un intricato gioco di scambi e ricicli interni, per ottimizzare. Lo aveva progettato suo padre per Thomas Wayne e Tony, ai tempi della scuola, quando era ancora un idealista e non l'erede dell'impero Stark, aveva scritto un saggio a riguardo.

Perfetto per studiare il prossimo punto in cui colpire.”

E' quello che ho pensato anche io.” - ammise Bruce - “Ducard è ossessionato da sempre con la decadenza. Per lui, Gotham è come Costantinopoli, Roma, Londra... è una città che deve cadere per poter risorgere. E, se vuoi essere certo, devi colpire al cuore.”

E' terribile.” - mormorò Pepper, sedendosi. Non le importava più di impronte e fango.

E' realistico.” - la corresse Tony, serio - “Dobbiamo levare la BatCaverna da là sotto. E in fretta. L'appartamento di Ducard? Che ne hai fatto?”

Edizione di oggi, pagina dieci. Lui, comunque, se ne era andato.” - rispose Bruce.

Come sempre, l'articolo era dove finivano di parlare di Wayne il miliardario.

Fuga di gas in centro, recitava il titolo. Palazzo in fiamme.

Per una volta sei stato discreto... mica come quando hai distrutto l'autostrada...”

Sto cercando di non farmi notare. Con tutto quello che si è fatto vedere Batman mentre non c'ero...” - ribattè Bruce, incolore. Tony fece finta di non aver sentito.

***

Tony Stark fissò ufficialmente appuntamento con Lucius Fox per la mattina successiva. Si incontrarono nella hall, presero insieme l'ascensore e, al posto di salire, scesero direttamente nei sotterranei.

Qui, Tony gli lesse la lista della spesa.

Quando arrivò alla voce 'martello pneumatico', il signor Fox alzò una mano e lo interruppe.

Mi ha preso per un'impresa edile?” - domandò, con quel suo solito mezzo sorriso.

Mi ha preso per un manovale?” - rispose Tony, con aria impassibile. La verità era che non vedeva l'ora di giocarci, non ne aveva mai avuto uno - “Stavamo dicendo...”

L'elenco era proseguito. A mezzogiorno, era arrivato un camion. All'una, tutta la merce era stata caricata e Lucius si era avvicinato a Stark, che supervisionava i lavori.

Tony, so che non è un manovale...” - aveva esordito, con fare compassato. Poi gli aveva indicato un attrezzo, in un angolo - “Ma mi farebbe piacere regalarle quello...”

Tony si era sporto, quanto bastava per inquadrare l'oggetto. Poi si era illuminato.

Davvero posso averlo?” - aveva chiesto, con un sorriso enorme.

***

Il regalo di Lucius era servito ad inaugurare i lavori: Tony, armato di mazzuolo e occhiali protettivi, aveva aperto una porta tra il seminterrato del magazzino e le grotte.

E lo aveva fatto con un gusto tale che Bruce non aveva osato aiutarlo per paura di togliergli il divertimento.

Poi, si erano divisi i lavori: Bruce, che tendeva a non cadere ad ogni variazione di terreno e aveva competenze da scalatore, si sarebbe occupato di allacciare le lampade delle miniere all'impianto centrale; Tony, che non aveva mai avuto i giochi da 'piccolo carpentiere' da bambino, avrebbe deciso quali muri salvare e quali togliere. Dopo, sarebbe passato al cablaggio e alle cose serie.

Guarda caso, per cablare gli era servito il martello pneumatico.

Il signor Stark mi sembra particolarmente di buonumore, oggi...” - commentò Alfred, due giorni dopo, quando il soffitto cominciò a piovere su di loro e, a seguire, chilometri di cavi cominciarono a essere lanciati giù.

Credo che il signor Stark sia uno incapace di stare con le mani in mano.” - commentò Bruce, affiancando il maggiordomo. Alfred, per non sbagliare, aveva allestito un buffet nelle grotte, dove il terreno non franava e bastava qualche passo da canguro per raggiungere i magazzini. Impossibile sapere come avesse portato giù due sedie, un tavolo pieghevole e un cestino di vimini.

In questo, assomiglia molto al signor Howie.” - disse Alfred, porgendogli un bicchiere di the freddo, mentre contemplava la pioggia di cavi.

Papà lo chiamava così...” - rispose Bruce, sovrappensiero.

Suo padre gli voleva molto bene. Era un amico, un amico sincero. L'avrebbe adottata, lo sapeva?”

Sono contento che non l'abbia fatto. Avere Tony per fratello mi avrebbe rovinato il carattere” - replicò Bruce. Poi guardò l'uomo, di traverso - “E poi, tu ed io ce la siamo cavata bene, vero, Alfred?”

Discretamente. Mi spiace solo aver fallito in una cosa.”

Che cosa?” - amo i giochi pericolosi, cado sempre in testa, continuo a giocare a guardia e ladri, lascio in giro i vestiti, vivo a piedi nudi... scegli pure...

Lei continua ad avere il vizio scappare di casa.”

Bruce, che stava bevendo, si strozzò e si piegò, tossendo e ridendo insieme.

Ma, Alfred... devi ammettere che torno sempre!”

Gradirei di più che smettesse di farlo. Sono vecchio per certi stress.” - rispose l'uomo, ampolloso. Poi sollevò la caraffa, come se si trovassero a Buckingham Palace - “Ancora the?”

***

Le luci si erano accese al primo colpo. Bruce ne era stato piuttosto fiero: lampadine montate.

La sua fierezza aveva presto conosciuto una battuta d'arresto. Al piano di sopra, nel tempo servito a lui per lampade e fili, Tony aveva fatto un lavoro mastodontico.

Cavi, canaline, allacciamenti ad alternatori, amplificatori, generatori e chi più ne ha più ne metta. Bruce non era nemmeno certo di conoscere tutta quella tecnologia ma Tony, in mezzo al caos, sembrava l'uomo più felice del mondo.

Cena fuori?” - domandò, strofinandosi le mani. Aveva lubrificante ovunque - “Domani montiamo i pannelli e...”

Tony, domani è domani.” - tagliò corto Bruce, levandosi di dosso l'imbracatura da arrampicata con cui aveva lavorato tutto il pomeriggio - “E, quanto alla cena...”

La signorina Potts per lei, signore.” - disse Alfred, a quel punto, passando un telefono a Bruce.

La signorina Potts?” - fece eco Tony. E, a seguire, ancora più offeso - “E perché il cellulare ti funziona? Dovremmo essere schermati!”

Direi che non lo siamo.” - commentò Bruce, sentendosi tutto sommato meglio. Aveva montato solo lampadine, certo, ma almeno funzionavano tutte! - “Ciao, Pepper, dimmi. Si, è qui.”

Abbassò il cellulare guardando Tony.

Il tuo cellulare non prende.” - gli spiegò, con aria commiseratoria - “Ti sei schermato troppo bene... genio. No, Pepper, stavo parlando con Tony. Vuoi che te lo passi?”

In effetti voleva.

E non aveva torto.

***

L'oggetto rubato al molo poteva essere un problema. Un problema che ne generava un altro.

E poi un altro.

Una Bomba prodotta da noi.” - Pepper non aveva trovato altro modo per dirlo - “E venduta regolarmente.”

Era seduta nel salone dell'appartamento di Bruce in cima alla WayneTower. Quando aveva telefonato era già per strada. L'avevano già chiamata tutti, dalle sicurezza nazionale allo Shield passando per un certo numero di aziende governative.

E io continuo a non aver capito cosa significhi quella sigla. Shield.” - commentò Bruce, come se fosse la parte più importante di ciò che aveva sentito.

Lascia perdere la sigla, non è quello il punto.” - Pepper era seduta in mezzo a due cellulari. E suonavano entrambi, senza sosta, da quando era arrivata - “Quella bomba è stata prodotta da noi perché c'è una fabbrica che non ha mai smesso di produrre le armi, da qualche parte, in Oriente! E, quel che è peggio, stanno ancora vendendo.”

Ti ho sentito.” - rispose Tony. Stava in piedi, al centro stanza e, 'ufficialmente', stava bevendo un integratore. Era la prima volta che lo faceva in pubblico e Pepper si domandò quando sarebbero riusciti ad affrontare quel discorso.

Quando, per l'esattezza, avrebbero avuto un momento per parlare del fatto che stesse morendo, senza squilibrati, morti, incendi, missioni, collassi economici, tradimenti, fughe e reni schiacciati.

Bhe, forse un momento valeva l'altro!

Tony...”- esordì. E Tony la interruppe.

Se lo stanno facendo è perché hanno avuto un'autorizzazione con un codice amministrativo valido.” - disse - “Controlla. Mi gioco la testa che sia uno di Obadiah.”

Non è possibile.” - rispose lei, accedendo comunque alla banda data della StarkIndustries e verificando - “Li ho bloccati tutti, non ne esiste uno...”

Invece esiste. Non lo vedi perché non dovrebbe esistere. Pensa, Pepper... il pomeriggio in cui Obie mi ha rubato il reattore, dove eravate tu e Bruce?”

Andavamo alla StarksInd...” - rispose per lei Bruce. Era in piedi, al fianco di Tony. E, quando incombevano così su di lei, Pepper si sentiva microscopica.

Tony fece il giro del tavolo, appropriandosi del computer senza tanti complimenti.

Siete corsi agli stabilimenti perché qualcuno era entrato con il suo badge. Qualcuno, non lui. Avete pensato ad un falso allarme e siete tornati indietro lasciando a Happy il problema della violazione... ma se non si fosse trattato di una semplice provocazione?”

Il computer emise un suono. Tony girò lo schermo nuovamente verso di lei.

Un codice amministrativo è stato generato a mio nome il giorno del blocco di quelli di Stane. Fa parte delle procedure di sicurezza o sbaglio?” - domandò - “Inseriamo i vecchi e ne generiamo di nuovi proprio per evitare le intrusioni. Lui lo sapeva e sapeva come aggirare l'ostacolo.”

Quindi, Stane ha una fabbrica che gli sta producendo armi...”

La blocco immediatamente.” - comunicò Pepper, afferrando un cellulare. La mano di Tony, sulla sua, fu un chiaro veto a farlo.

Non ancora.” - disse. Poi alzò gli occhi verso Bruce - “Pazientiamo e stringiamo la rete poco alla volta. Vediamo cosa salta fuori.”

Era una buona idea. Ma Pepper ebbe l'impressione che Tony avesse un altro piano in mente.

***

Avere un codice di Tony attivo e non verificato era cosa normale alle StarkIndustries. Da sempre, paradossalmente, con i suoi segreti e la sua abitudine a stupire tutti sul finale nascondendo i passaggi intermedi, Tony era la più grande falla del sistema.

I codici di Tony erano solitamente due, uno per i propri affari e uno per quelli di cui rendere conto al consiglio d'amministrazione. Obie si era limitato a emularlo e a crearne uno nuovo, differente di una sola cifra, per fare i propri comodi.

Poi, in piena crisi, mentre Pepper bloccava da un terminale, qualcuno si era servito da un altro, in un banalissimo gioco di copia-incolla.

Ok. Diciamo che è andata così.” - disse Bruce, quando Pepper e Tony, in uno scambio serrato di termini tecnici giunsero a questa conclusione e tradussero per lui in una lingua comprensibile - “A questo punto dovremmo chiederci quanti giocatori ci sono.”

Ha ragione. Non è un lavoro da tirapiedi.” - concordò Tony, restando seduto a capotavola, quasi disteso sotto al tavolo - “Il badge nell'ingresso per provocare, nessuna impronta, un codice che salta fuori ora... sappiamo da quanto lo stanno usando?”

Non più di sei mesi. Hanno avuto pazienza...”

Poco prima dell'incendio...”

E contemporaneamente alla comparsa del Joker.” - ormai si passavano il ragionamento come una pallina da ping pong - “Ma l'intrusione non è nel suo stile.”

No, non lo è.” - confermò Tony. Poi alzò gli occhi verso la donna - “Pepper, penso che dovremo fare quello che di solito non vuoi fare.”

Oh, Tony...” - Pepper sentì che era un bene essere seduta... altrimenti sarebbe franata a terra - “Non puoi chiedermelo proprio ora... con la Expo e tutto il resto.”

Dobbiamo fare il controllo della produzione mondiale.” - rispose lui, insensibile al dolore che trapelava da lei - “Ma non prima di trentasei ore.”

E, questo, era più assurdo di ciò che aveva appena detto.

Perchè vuoi attendere?”

Perchè dobbiamo essere discreti. E calmi.” - rispose lui. Ma aveva di nuovo quell'espressione, quella di poco prima - “Partiamo dalla bomba, intanto. Perché risulta rubata se è stata venduta?”

***

Di dormire non se ne parlava: Tony aveva deciso di restare in città e, nel cuore della notte, aveva capito che girarsi in un letto non era cosa adatta a lui.

Era sceso in strada e se ne era tornato al cantiere di Bruce, a finire di sistemare ciò che avevano lasciato di interrotto quel pomeriggio. Stava ancora lavorando allo schermaggio delle onde quando una voce lo aveva fatto sobbalzare.

Una voce roca, più profonda del necessario.

Ancora l'insonnia?”

Tony era emerso da sotto un pannello e si era appoggiato all'enorme tubo in cui correvano chilometri e chilometri di fibra.

Batman sostava, inginocchiato in bilico su uno dei montanti.

Pure tu non scherzi.” - commentò Tony, giocherellando con un cacciavite e una chiave - “Cosa ci fai qui?”

Batman si tolse la maschera ed emerse un Bruce arruffato e sudaticcio.

Non riuscivo a dormire.” - ripose, ravviandosi i capelli e aprendo la corazza - “Troppe idee per la testa. Ho fatto un giro.”

E io che pensavo fossi sonnambulo...” - Tony era tornato a sedersi per terra, davanti all'enorme scheda che stava allacciando - “Scoperto qualcosa di interessante?”

Non molto. Ho escluso qualcuno, se mai...”

Sempre meglio di niente.”

E tirato nel giardino di Gordon ancora un po' di spazzatura.”

Deve essere terribilmente contento di averti come alleato. Con tutte le rogne che gli rifili...” - smise per un attimo di saldare e alzò la testa. Bruce, messo spogliato e mezzo Batman, si era affacciato sopra la tubatura - “Non mi hai mai detto perché lui.”

Perchè è un brav'uomo.”

Ok, come risposta ci sta. Ma tu come facevi a sapere che lo era?”

Bruce soppesò la domanda. E Tony, sentendo il silenzio prolungarsi, smise di nuovo di saldare, alzò la testa e attese.

Si è occupato dell'indagine dei miei.”

Gestiva il caso?”

No, era un poliziotto di pattuglia. Non è stato nemmeno uno dei primi ad arrivare ma...” - Bruce si passò una mano tra i capelli, tirandoli indietro. Non guardava Tony negli occhi, vedeva altro - “Sono arrivati prima i giornalisti, quella notte...”

Adesso il saldatore andava posato. Tony lo mise in sicurezza e si voltò verso l'uomo.

Erano tutti davanti al teatro e... e poi uno di loro ha dato l'allarme ed è arrivata la polizia. Io stavo lì, in piedi, vicino ai miei e... e loro fotografavano, senza fare nulla per salvarli. Erano morti e io non sapevo cosa fare.”

Tony aveva visto le foto. Le aveva viste allora e, con regolarità, le rivedeva sui giornali, in rete, ovunque. Bruce Wayne, bambino, in piedi tra i corpi dei genitori, aveva fatto il giro del mondo ed era divenuto il simbolo dell'innocenza spezzata.

E, da quel momento, non lo avevano mai più lasciato in pace.

Bruce si era zittito.

Gordon mi ha portato via.” - disse, ad un certo punto, tirando su con il naso con fare deciso - “Ha detto loro di lasciarmi stare, mi ha portato in centrale e... io avevo il cappotto di mio padre in mano e lui... lui me lo ha messo sulle spalle. Per questo so che è una brava persona. Non ce ne sono molte in giro.”

Già...” - Tony non commentò quello che l'uomo aveva raccontato. Lo conosceva abbastanza da sapere che non avrebbe apprezzato.

Vado a levarmi questa roba e vengo ad aiutarti.” - stava giusto dicendo.

Ottima idea. Ah, Bruce...” - ripose Tony, abbassando lo sguardo e aumentando la temperatura del saldatore - “Anche tu sei una brava persona. Tienilo a mente.”

Bruce si avviò, senza commentare.

Anzi, no! Bruce!”

A quell'urlo si voltò, interrogativo.

Anzi no, non sono una brava persona?” - domandò, perplesso.

Tony stava passando sotto il tubo e gli stava venendo incontro.

Anzi no non levarti il kevlar.” - rispose l'altro, rifilandogli una pacca sul pettorale in gomma - “Scendiamo a dare un'occhiata alle miniere... io prendo la tua attrezzatura da scalata.”

***

Tony era uno che imparava in fretta. Bruce gli spiegò alcuni rudimenti di scalata e saltarono dritti alla pratica.

Bruce saliva, fissando le corde di sicurezza. Dietro, tra mugugni e sbuffi, si arrampicava Tony.

Non dirmi che davvero ti piace.”

Eccome se mi piace.” - rispondeva Bruce, allegramente, salendo senza fune e a mani nude - “E' forse la cosa che preferisco in assoluto.”

Ti ho mai parlato dei benefici dello squash? Ero bravo, al college...”

Eri bravo a tenere i punti.”

Wayne, non mi provocare.” - replicò Tony, puntandogli un dito contro. Bruce lo afferrò per un polso prima che precipitasse.

Minacciami a voce ma non gesticolare.” - lo ammonì, riprendendo a salire.

Sembri una lucertola, altro che un pipistrello.”

Vero. E tu sembri un bradipo.”

Quando arrivarono in cima, Tony si lasciò andare a terra, ansimando. Erano passati dalla parete di roccia al muro di mattoni per tornare poi alla parete di roccia... quindici metri che sembravano cento.

Dopo questa...” - ansimò, guardandolo, di sotto in su - “Ti metterò un chilo di zucchero dentro l'armatura. Preparati.”

Ma non è stata un'idea mia.”

Dovevi dissuadermi, per il mio bene.”

E la questione dei limiti da superare? Hai presente...”

Il jingle di mio padre? Una scemenza. Il padre di Happy, quello diceva cose sagge: non alzarti mai a prendere il telecomando, non limitarti ad una birra se puoi averne due...” - mugugnò, rimettendosi in piedi a fatica, infastidito dall'imbracatura - “Non...”

Si interruppe. Bruce si era avviato, senza attenderlo. E, di fronte a loro, c'era una cascata azzurra.

La luce traspariva, al di là dell'acqua, da fessure nella roccia.

Nel buio, per gli scherzi della rifrazione, le pareti sembravano di cristallo.

Bruce stava tendendo la mano, come se avesse bisogno di sentire la temperatura, la forza, per essere consapevole di ciò che vedeva.

Tony, invece, restò immobile, in silenzio. E, in quel momento, intuì la radicale differenza tra loro, sul modo che avevano di vivere il mondo, percepire, agire.

Comprese che Bruce avrebbe continuato a tendere la mano verso la bellezza, insoddisfatto e mai sazio, tanto quanto lui l'avrebbe sempre ammirata da lontano, come attraverso un velo, con meno sensibilità ed empatia ma non per questo con meno passione.

Lo guardò levare la mano, contemplarsi le dita quasi stupefatto da quell'acqua che sembrava fatta di vetro, di elementi distinti e puri. E guardò la propria, ancora asciutta.

E capì... capì che non era ancora pronto a morire.

***

Non era stata una questione di acqua, di chi avesse fatto il bagno nella cascata e chi no. Si trattava di scelte.

Bruce aveva scelto e lui, in due anni, era rimasto al palo.

Per buone ragioni, certo, per utilità, anche, ma... ma non era abbastanza. Non era abbastanza per l'edificazione personale, che era il nocciolo della sua indole, e non era abbastanza in senso assoluto.

Tony sentiva di poter fare di più che smettere con le armi e dedicarsi alla filantropia. E, nella vita, di certo, non poteva pensare di essere la spalla di qualcuno.

Bruce era un guerriero. Ma lui non era uno scudiero. Era ora di smettere di giocare.

***

Non poteva essere che Pepper a capire il cambio di rotta. Dopo la questione della bomba, aveva effettivamente continuato a scavare e a ricostruire, passando per la via delle ricevute e degli scontrini, la genesi dell'arma, chi fosse l'acquirente e, in una discreta misura, chi ne traesse un vantaggio.

Quella domenica mattina, sola in casa in pantaloncini e maglietta, era decisa a tirare le somme dell'indagine.

La bomba era stata prodotta da Obie. Comprata da Ducard.

E questo passaggio di soldi? C'era stato anche uno scambio di favori?

Pepper aveva trovato armi, in transito dalla fabbrica clandestina a Gotham... armi come quelle d'assalto usate a WayneManor. Ducard aveva ammesso di avere per alleato il Joker, quindi, al momento, si poteva pensare che reggesse le sorti del gioco.

Il Joker, nelle sue trasmissioni, continuava a precisare come i suoi servigi fossero in vendita... soldi, ancora. Ma come li investiva una volta che li otteneva? E Obie?

Ciao.” - mormorò una voce, alle sue spalle, facendola sobbalzare.

Pepper, in piedi nel salone della StarkHouse si voltò di scatto e fissò Bruce.

Jarvis.” - mormorò, esasperata.

Mi scusi, signorina Potts. Ma il signor Wayne ha un pass.”

In effetti, Bruce sventolava una carta magnetica.

Non volevo spaventarti.” - sorrise - “Tony mi ha lasciato un prototipo da testare.”

Spero che tu sappia dove lo ha messo.” - sospirò lei, andandogli incontro - “E' partito talmente di fretta che non ci siamo nemmeno parlati...”

In effetti, Tony era partito per una conferenza in Cina. Si trattava di un paio di giorni in tutto e già stabiliti da tempo ma, una volta giunto là, aveva deciso di prolungare il proprio soggiorno e verificare di persona l'andamento del polo asiatico delle StarkInd.

Non una cattiva idea, con i rischi che stavano correndo.

Ho portato la colazione.” - aggiunse Bruce, levandosi giacca e bandana e posando tutto, casco compreso, sul pavimento vicino ad una sedia.

Pepper osservò la catasta di oggetti e, un po' rassegnata, decise di non commentare.

Preparo il caffè.” - rispose, avviandosi, scalza, verso la cucina.

Quando tornò indietro, trovò Bruce di fronte allo schermo, intento a fissare i dati.

Pepper aveva disposto Ducard in alto e, come in una piramide, subito sotto, il Joker e Obie.

Pensi che funzioni così?” - chiese, accettando il boccale e dandole il sacchetto delle brioches.

Attualmente so chi paga chi ma non so chi comanda.” - rispose lei, sedendosi sul divano - “E continuo a non sapere né chi abbia rubato la bomba né chi sia il quarto giocatore, quello della violazione con il badge di Obie.”

Non abbiamo nemmeno un nome?”

Nemmeno uno. E mi sfugge certamente qualcosa.”

C'era una foto della bomba rubata, che galleggiava, qui e là, come un salvaschermo.

Pepper ne seguiva il movimento, riflettendo.

1...6... 9...1...

Aspetta un momento....

Si alzò e afferrò un enorme cartellina dal tavolino.

Fogli volarono dappertutto.

A quanto sembrava, considerò Bruce, raccogliendo stampati e appunti, Pepper continuava ad amare il cartaceo quanto lui.

Guarda.” - disse lei, passandogli una ricevuta regolare d'acquisto - “Copia dell'atto di vendita della bomba a Ducard.”

Abbiamo l'atto di vendita?”

Ridicolo, vero? Perfettamente acquistata, nel pieno rispetto delle leggi. Non abbiamo avuto i soldi ma abbiamo la documentazione. Gioie burocratiche.” - commentò Pepper, continuando a frugare tra i fogli fino a trovare una fotografia - “Ora guarda i due numeri, quello qui, sul lato della bomba e quello sull'atto.”

Non corrispondono.”

Esatto, non corrispondono.” - confermò lei - “La bomba che stava a Gotham non era quella di Ducard.”

***

Non erano riusciti a rintracciare Tony per dirglielo.

Ma la documentazione della fabbrica confermava: materiale ordinato per due ordigni, ordigni venduti due. E il secondo atto di vendita era firmato da un certo Jonathan Crane, medico in psichiatria, laureato in informatica, con all'attivo un notevole numero di pubblicazioni sulle personalità disturbate e la degenerazione sociale.

A Pepper era bastato un tasto per spedire la sua immagine e il suo curriculum sul mega schermo.

Quindi, la bomba giunta a destinazione era di un certo Crane che, tuttavia, non l'aveva mai ricevuta … e la bomba scomparsa era di Ducard ed era in suo possesso. Non si contava il quantitativo di armi, munizioni ed esplosivi che era stato tranquillamente prelevato e incamerato nei mesi passati.

Credevo che mi sarei sentita confortata, ad un certo punto.” - sospirò Pepper, aggiungendo una bomba al salvaschermo.

Credo che tu sia stata più in gamba di tutti noi, ad essere onesti.” - la contraddisse Bruce, restando a braccia conserte in contemplazione di quella rete criminale proliferata sotto il suo naso - “Non sappiamo in che rapporti siano tra loro ma, almeno, cominciamo a dare un volto ai giocatori.”

E continua a mancarne uno.” - sospirò lei, aggiungendo un'ultima casella vuota a lato dello schermo - “Chi ha rubato la bomba di Crane? E cosa vuole fare?”

Le speculazioni sarebbero andate avanti se i due cellulari di Pepper non si fossero messi a suonare, in contemporanea alle tre linee private di casa.

Attentato in Oriente, signorina Potts.” - comunicò nello stesso istante la voce austera di Jarvis - “Esplosione in una fabbrica delle StarkIndustries. Incendio in corso.”

***

La fabbrica non era una tra tante. Fosse stato così, sarebbe stato tutto troppo semplice.

La fabbrica esplosa era quella che Obie stava controllando abusivamente da sei mesi.

Ora, dei depositi e del blocco centrale, non restava più nulla.

Era esplosa vuota, in un giorno di riposo forzato richiesto dall'alto per l'arrivo di un'ispezione.

Di un'ispezione del signor Stark in persona, che si trovava in Cina per affari e che, a dirla tutta, era già apparso in conferenza stampa dall'aereo per rassicurare tutti, con un sorriso, dello scampato pericolo.

E, mentre tutta l'opinione gridava all'attentato alla sua persona, allo scandalo e alla violenza dilagante (e, ringraziando il cielo, nessuno citava il rogo di WayneManor), Pepper fissava quel sorriso da giuda del suo uomo e lasciava che un dubbio le scivolasse addosso, tra i vestiti, fino a insinuarsi sotto pelle come un brivido.

E se... e se...

***

Tony era già in fase di atterraggio quando Bruce giunse a Gotham. Aveva percorso la litoranea di Malibu a tutta velocità, cercando di riordinarsi le idee e domandandosi cosa potesse essere successo perché la situazione si complicasse a quei livelli senza nessuna reale avvisaglia.

Tanto Pepper era in tensione, tanto Tony, dal suo beneamato aereo, sembrava calmissimo.

Quell'esplosione risolve alcuni dei nostri problemi.” - aveva avuto la faccia tosta di dire - “Non facciamone un dramma.”

Non facciamone un dramma?” - aveva gridato lei, senza dare il tempo a Bruce di ribattere - “Ma ti rendi conto che, ogni volta che succede qualcosa, qui salta fuori un nuovo giocatore?”

Aveva puntato il dito su Bruce, ormai decisa a non smettere per niente di dire ciò che pensava.

Lui è solo, cazzo!” - aveva sbraitato, in direzione del monitor su cui, bicchiere alla mano, capeggiava Tony - “E' solo e loro sono un esercito, non potresti almeno pensare a questo mentre non ne fai un dramma?”

Non era stata una mossa astuta.

Tony aveva staccato la connessione e, pochi minuti dopo, l'aereo risultava già aver cambiato rotta.

Tony non stava tornando a Malibu e, ovunque stesse andando, a Pepper non avrebbe di certo fatto piacere.

Non mi fa piacere avervi fatto litigare.” - fu quindi l'esordio di Bruce, quando lo raggiunse, attraversando l'enorme rifugio che si era creati tra le miniere e le cascate.

Pepper ha ragione.” - era stata la risposta di Tony. Lavorava da una postazione computer che si era costruito ad arte al centro della struttura e si era cambiato. I suoi vestiti giacevano miseramente sul cofano della Thumbler - “Tu sei certamente il bersaglio.”

Per esperienza so che mirano a me e colpiscono tutti quelli che mi stanno attorno.” - fu la risposta, posando il casco e piegandosi, per vedere cosa stesse fissando sui monitor - “Cosa hai scoperto?”

Obadiah dirigeva la fabbrica di persona. L'ho visto andarsene e penso che si sia portato via una discreta quantità di palladio.”

Bruce si voltò, guardandolo.

Credevo non fossi mai arrivato alla fabbrica per l'ispezione.” - commentò.

Infatti non ci sono mai arrivato. Ero lì già prima.”

Bruce pensò di non aver capito. Poi di aver capito fin troppo bene.

Aspetta un momento...”

Bruce... Perchè credi che Pepper sia tanto arrabbiata con me?” - domandò l'uomo premendo ancora alcuni tasti e poi girandosi per guardarlo dritto in faccia - “Serve un genio, per far saltare in aria una fabbrica delle StarkIndustries...”

***

Il genio si era preso una notte per giocare all'eroe mascherato. Si era introdotto nella fabbrica, aveva fatto fotografie, prelevato un numero considerevole di files dal server interno e minato l'impianto a regola d'arte con le armi che si trovavano sul posto.

L'esplosione, ripresa in lontananza, era sembrata un fuoco d'artificio.

Tony ne era piuttosto soddisfatto.

Adesso aveva dati precisi e un'idea chiara di cosa stessero facendo ma, soprattutto, aveva fatto cessare la produzione senza troppo scalpore.

Alla luce del sole e senza destare troppi sospetti.

Attentato. Attentato alla sua vita.

Oppure potranno dire che è stata minata perché io evitassi di scoprire che produceva ancora armi.” - aggiunse, digitando rapidamente sulla tastiera - “Scegli tu, io creo tutte le prove che vuoi.”

Bruce non rispose. Passato il primo istinto omicida, aveva capito di non potersi mettere a pontificare sulla sicurezza, sul pericolo corso, l'intraprendenza, l'irresponsabilità e via discorrendo.

Con un certo senso di autocritica, sapeva di rispecchiarsi in tutti gli elementi che potevano disturbarlo del comportamento di Tony, fino al fatto che gli avesse nascosto le proprie intenzioni.

Perchè, anche riguardo quel rimprovero, Bruce aveva la coscienza sporca.

Tony, ovviamente, non si era fatto sfuggire il suo conflitto interiore.

Suvvia, Junior...” - aveva sospirato, continuando a decriptare file con aria soddisfatta - “Anche io mi agito quando tu vai in giro la notte tutto solo... ma ormai sei un ometto...”

Ti prenderei a schiaffi.” - sospirò Bruce, perdendo per una volta il suo modo compassato di esprimersi - “Ma lascerò questo piacere a Pepper.”

Non intendo avvicinarmi a lei per ancora almeno quaranta ore.” - fu la serafica risposta. Nel frattempo, Bruce ne era certo, continuava a mandarle file per tenerla aggiornata - “E, ora, spiegami da capo la faccenda della bomba.”

***

In effetti, Tony non era tornato a Malibu per tutta la settimana successiva. Pepper si era ben guardata dal chiamarlo o da andare a cercarlo. Sapeva dov'era e sapeva di volerlo uccidere.

Happy era passato a prendergli qualche vestito durante l'orario d'ufficio, certo di non trovarla.

Pepper aveva lasciato correre anche riguardo a questo, decisa a non disperdere la propria rabbia prima di averlo tra le mani.

Tony, nel frattempo, sfarfallando ad alcune feste per dare nell'occhio, aveva terminato i lavori al rifugio di Bruce e si era accertato che alcuni souvenirs provenienti dalla fabbrica di Obie non finissero perduti nel viaggio dall'Oriente all'America.

Così come i loro nemici si erano fatto spedire bombe, allo stesso modo Tony si era mandato, per posta, un container. E lo aspettava, trepidante, come se fosse natale.

Bruce, con la stessa esuberanza, aveva finito di spostare la propria attrezzatura e si era regalato qualche sistema ipertecnologico nuovo. Lucius Fox si era fatto una risata per la sua passione per la speleologia e gli aveva tirato fuori dal magazzino dei veri gioiellini.

La prego, signor Wayne...” - si era raccomandato - “Non li faccia smontare al signor Stark... vanno bene così come sono.”

Impossibile fargli una promessa del genere: Bruce non aveva ancora finito di scaricare il materiale che Tony aveva già in mano la fiamma ossidrica.

***

Dopo una settimana ad evitare fidanzate e a mettere ordine nei problemi crescenti di Gotham, la bomba perduta era saltata fuori.

In pieno centro.

In un appartamento sfitto.

E Pepper aveva dovuto ingoiare l'orgoglio e telefonare a Tony.

Sono io.” - aveva detto, non capacitandosi di dove capitolare per un bene superiore - “L'ho trovata. Ho trovato la bomba.”

Pepper, sapevo che c'era un motivo se ti amavo.” - era stata la risposta, ovviamente in una conversazione in vivavoce dal nascondiglio... ormai vivevano più lì che a casa. Bruce, che avrebbe preferito per una volta essere da un'altra parte, alzò le braccia al cielo, esasperato.

Felice che tu ne abbia trovato uno.” - stava però rispondendo Pepper, gelida - “Io sto ancora cercando.”

Altro motivo per cui ti amo, non molli mai il colpo.” - sospirò Tony, cercando di triangolare il segnale che il computer di casa stava mandando al loro - “Appianate le nostre divergenze, posso sapere come hai fatto?”

Non ho fatto nulla. Si è attivata e, essendo manomessa, è arrivato un segnale ai nostri centri assistenza.”

Abbiamo un centro assistenza per bombe manomesse? E che facevamo, prima, intervenivano nel corso dei bombardamenti?”

Non meriti nemmeno risposta. Cercate la bomba e cercate di non saltare in aria.”

Vado.” - comunicò Bruce, aprendo uno dei garage - “Ti terrò informato.”

Aspetta.” - Tony ruotò sulla sedia e gli fece segno di tornare indietro. Aprì un cassetto e ne tirò fuori il bracciale - “Hai dimenticato questo.”

Bruce ebbe un'esitazione. Poi tese il polso, per farselo mettere.

E' attivo?”

No.” - Tony scosse la testa, serio - “Se vuoi che sia attivo devi farlo tu. Non mi permetterei mai.”

Bruce soppesò le parole. E pensò al biglietto. Per combattere insieme, anche quando sei solo.

Dove devo premere?” - chiese soltanto.

Detto. Fatto. Poi fu libero di prendere la moto e andare, lasciando un Tony stranamente soddisfatto alla consolle.

Ohhh, if there's one thing I hang onto

It gets me through the night

I ain't gonna do what I don't want to

I'm gonna live my life

(J.BonJovi - Have a Nice Day)

Ohhh, se c'è una cosa a cui mi tengo stretto Mi prende durante la notte

Non ho intenzione di fare ciò che non voglio fare Ho intenzione di vivere la mia vita

(2 Luglio 2013)

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Batman / Vai alla pagina dell'autore: margotj