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Autore: Bellatrix29    18/10/2013    1 recensioni
Questa raccolta partecipa alla Challenge "La sfida delle coppie", indetta da summerparadise sul forum di EFP: dieci prompt, dieci coppie e dieci storie.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy, Draco/Harry, Remus/Sirius
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Prompt: Mutande
Titolo:  Uno spettacolino imbarazzante
Autore: Bellatrix29
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Albus Severus Potter; Ted Lupin
Genere: Fluff; Sentimentale
Rating: Verde
Avvertimenti: //
Lunghezza: (1040 parole) 
Eventuali note dell’autore:
Ho abbinato i prompt a vari pairing completamente a caso e questo è quello che ne è uscito.





 
 
Uno spettacolino imbarazzante
 

 


Quel pomeriggio, Albus tornò a casa quando ormai il cielo s’era tinto di mille sfumature d’arancione e il sole aveva iniziato a sparire dietro l’orizzonte. L’ultimo esame prima della laurea in Medimagia era finito diverse ore prima, ma poi era andato a bere qualcosa con alcuni compagni di corso e al primo drink ne era seguito un altro, e un altro e un altro ancora, quindi Al si era ritrovato decisamente brillo, tanto che aveva percorso a piedi il tragitto fino all’appartamento che condivideva con Scorpius, il suo migliore amico fin dal primo anno ad Hogwarts. L’altro non c’era e lui si ricordò in quel momento che l’aveva avvertito che avrebbe trascorso la giornata in compagnia della madre. Felice di poter avere l’appartamento tutto per sé, si tolse le scarpe lasciandole nell’ingresso. Andò in cucina per prepararsi uno spuntino, in modo da alleggerire il cerchio alla testa che rischiava di trasformarsi in un’emicrania, prima di dirigersi verso la camera del suo coinquilino e approfittare della sua leggendaria collezione di DVD. C’erano volte in cui si pentiva di averlo introdotto al mondo del cinema, ma quello non era uno di quei momenti. Sorseggiando una bibita, si prese tutto il suo tempo per scegliere il film da guardare in santa pace.

Alla fine, optò per una delle pellicole preferite di Scorpius, il secondo capitolo della famosa trilogia di Christopher Nolan su Batman. Con un sorriso sulle labbra ricordò la notte di Halloween di un paio d’anni prima, quando l’amico l’aveva praticamente obbligato a vestirsi da uomo pipistrello, in modo che lui potesse interpretare il Joker, per poi andare a fare il solito giro dei bar. Era stato imbarazzante all’inizio, ma alla fine si erano divertiti molto.

Prese il DVD e andò in camera sua, dove si tolse tutti i vestiti rimanendo in mutande; indossava il suo vecchio paio di slip verdi, con disegnati sopra alcuni Boccini. Li aveva messi talmente spesso che i colori erano completamente sbiaditi e l’elastico aveva perso del tutto la resistenza originaria, infatti gli scivolavano sui fianchi magri. Scorpius lo prendeva sempre in giro quando gliele vedeva addosso, ma erano le sue mutande fortunate e non ci avrebbe rinunciato per niente al mondo. Gliele aveva regalate suo padre il Natale prima dei G.U.F.O, e da allora le metteva sempre nelle occasioni importanti, come partite, esami o appuntamenti. Tuttavia, il fatto che le considerasse il suo portafortuna non implicava che le mostrasse in giro: si rendeva perfettamente conto di quanto fossero messe male e non ci teneva per niente a farsi prendere in giro a vita da qualcuno che non fossero Scorpius o suo fratello. Si mise una vecchia maglietta della squadra di Quidditch in cui James Sirius giocava come professionista e tornò in cucina, dove ripescò una vaschetta di gelato mezza piena dal freezer. Con il respiro più soddisfatto della storia, si sdraiò sul divano, pronto a godersi quella serata solitaria. Avviò il film e s’infilò in bocca un’enorme cucchiaiata di gelato.

“Merda” bofonchiò quando sentì il campanello suonare. Mise in pausa il film, prese la coperta che giaceva abbandonata da tempo immemore sul divano e se l’avvolse attorno alle spalle. S’incamminò rapidamente verso l’ingresso, nutrendo la speranza di potersi liberare rapidamente di quell’imprevisto scocciatore.

“Merda” ripeté dopo aver guardato attraverso lo spioncino e scoperto che sul pianerottolo c’era Ted, il suo fidanzato. Si accucciò sul pavimento, pensando che, se non avesse ricevuto risposta, l’altro se ne sarebbe andato, ma non fu così fortunato, come scoprì qualche secondo dopo, quando Ted suonò una seconda volta il campanello. Maledicendo la propria cattiva stella, si arrese e aprì la porta.

“Ciao, piccolo” lo salutò il giovane Auror, prima di dargli un rapido bacio sulle labbra “ehi, sei sporco di cioccolato” aggiunse, quindi lo ripulì con la lingua.

“Ciao Teddy” rispose Al, ricorrendo al nomignolo che gli aveva affibbiato il fratello. Si fece da parte per lasciarlo passare.

“Com’è andato l’esame?” Chiese l’altro, premuroso come sempre, anche se in quel momento Al avrebbe preferito che lo fosse un po’ di meno o che, almeno, avvertisse prima di fare quel tipo d’improvvisate.

“Benissimo” nel suo tono c’era una nota di risentimento, ma Al sperava che l’altro non se ne fosse reso conto. Lo seguì mentre andava in salotto e si accomodava sul divano.

“Ma non hai caldo con quella coperta addosso?” Domandò Ted dopo che si fu messo comodo.

“Sì, un po’, però...” Albus iniziò a mordersi il labbro e distolse lo sguardo, come faceva sempre quando si sentiva nervoso o sotto pressione.

“Allora perché non te la togli?” Continuò l’altro, che evidentemente non aveva capito che lui non aveva nessuna intenzione di mostrargli le sue stupide mutande con i Boccini. Già era difficile non sentire il peso della differenza d’età, non voleva aggiungervi anche l’umiliazione che sarebbe sicuramente seguita a quello spettacolino.

“Non sono presentabile, sotto” mormorò dopo essersi conto che il suo silenzio durava già da troppo tempo.

“E quindi? Qui ci sono solo io, e a me tu piaci sempre” ribatté immediatamente Ted. Al gli rivolse un’occhiataccia, maledicendo la sua logica inattaccabile; alzò gli occhi al cielo, perché sapeva che il fidanzato non si sarebbe mai arreso, soprattutto ora che aveva lo sguardo illuminato dalla sua naturale curiosità.

“Oh” commentò Ted non appena la coperta fu caduta a terra “ora capisco perché le nascondevi, sono orrende” terminò con una breve risata. Albus non si era mai sentito tanto mortificato in vita sua e desiderò di poter sprofondare. Ted, però, non fece ulteriori commenti e si accomodò meglio sul divano.

“Cosa stavi guardando?” Chiese, riuscendo a strappare un sorrisino ad Al. Nessuno era in grado di farlo sentire completamente a suo agio come Ted, e il modo in cui aveva appena cambiato discorso con grande facilità e naturalezza ne era una prova lampante. Sentendosi un po’ meglio, Al si sedette accanto a lui, appoggiando la testa sul suo petto.

“Il secondo Batman di Nolan” rispose, mentre Ted gli passava un braccio attorno alle spalle e Appellava un secondo cucchiaio dalla cucina. Al si allungò verso il pavimento e coprì le loro gambe con la vecchia coperta.

“Un classico” commentò il fidanzato, prima di appoggiare i piedi sul tavolino di fronte al divano e affondare il cucchiaio nella vaschetta di gelato.



 
   
 
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