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Autore: effe_95    18/10/2013    4 recensioni
[ STORIA IN FARE DI REVISIONE ]
Claudia Rossi è una ragazza di sedici anni, frequenta il terzo anno del liceo Classico insieme a Francesco, il suo migliore amico dall'infanzia, ha una madre non troppo presente, un fratello cresciuto troppo in fretta e un padre che sembra sparito.
Yulian Ivanov ha diciotto anni, un carattere ribelle e spensierato, un passato che non vuole essere ricordato, e un'altra nazione nel cuore, la Russia.
Le vite di questi due ragazzi si incontreranno quasi per caso, per raccontare una storia passata di due persone che hanno solo bisogno di essere salvati.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Salvami, ti salverò .

52.Non cercare di uccidermi, perché sono già morto da solo.
 
Tornare a casa non era più la stessa cosa.
Quella volta non ci furono adii, né lacrime e sofferenza, solo un lungo silenzio senza interruzioni.
E la nostalgia, che si avvinghiava senza permesso allo stomaco, ai polmoni, al cuore e non lasciava spazio a nient’altro.
A San Pietroburgo faceva ancora freddo, nonostante fosse Maggio già da un po’.
Yulian non se n’era nemmeno accorto, si trascinava pesantemente dietro Aleksandr con la sua valigia tra le mani e lo sguardo assente.
Stava riflettendo su quanto fosse difficile camminare per l’essere umano, eppure, nonostante questo, l’uomo camminava, e lo faceva alla stessa velocità di un battito cardiaco.
E lui? Possibile che lui fosse l’unico che non riuscisse più a farlo?
Yulian stentava a contare le ferite che portava su quel corpo così maltrattato, gli sembrava di essere tornato al punto di partenza, si sentiva stanco, era caduto e aveva la faccia schiacciata sull’asfalto corroso dal sole e graffiante, che gli bruciava la pelle e i palmi delle mani.
Lui non era morto però, ed era solo per questo motivo che poteva sopravvivere.
All’uscita dell’aeroporto, i suoi occhi furono attratti dalla figura piccola e fragile di una ragazza molto magra e stanca.
Se ne stava lì, nei suoi jeans stretti e azzurro cielo, i capelli biondi lasciati sciolti sulle spalle e la bocca sepolta nella sciarpa di lana, eccessiva per il fresco di quella stagione.
Yulian ricordava ancora molto bene l’ultima conversazione avuta con Svetlana, le lacrime graffianti sul viso, la cattiveria e la freddezza.
Che cosa ci faceva lei li?
<< Te l’avevo detto che saresti tornato piangendo >> Esordì la bionda, con un sorriso acido e triste sulle labbra sottili graffiate da un rossetto rosso acceso.
Yulian fece un cenno ad Aleksandr e lo incitò ad andare avanti, perché poi l’avrebbe raggiunto.
<< Non sto piangendo >> Disse lui deciso, freddo e cattivo come non mai, offrendole il suo sguardo peggiore, Svetlana fece un passo verso di lui, gli afferrò la giacca con entrambe le mani e fece aderire i loro corpi in maniera provocatoria.
<< Oh, si che lo stai facendo. Ma non te ne accorgi perché sei un codardo >>
Yulian guardò con disgusto le labbra di Svetlana protese verso di lui, quel ghigno fastidioso che ostentava senza troppi complimenti, era davvero una stronza, e solo per quello non poteva odiarla.
<< Svetlana, non cercare di uccidermi, perché sono già morto >>
La bionda continuò a guardarlo con un’aria di sufficienza, con uno sguardo più cattivo del suo, visti da fuori potevano assomigliare ad una bella scultura di ghiaccio fatta da un’artista senza cuore.
<< Allora fammi vedere come si muore >>
Quelle parole, Svetlana le sussurrò ad un centimetro dalla labbra di Yulian, che continuava a restarsene immobile, in quell’esile stretta in cui era stato immobilizzato.
<< Sei sicura? >> Svetlana inclinò leggermente la testa, per poi premere le sue labbra su quelle di Yulian, il biondo lasciò cadere la valigia e afferrò violentemente con una mano i capelli chiari e sottili della ragazza.
Imprigionò quelle labbra rosse in una prigione di morsi e baci voraci, le strinse forte il fianco affinché potesse sentire dolore, affinché potesse capire quanto male le avrebbero fatto quei baci, la fece sbattere violentemente contro una colonna, ma lei ricambiava quei morsi violenti.
<< Quanto sei stupido Yulian, la tua pelle ha ancora il suo odore >> Gli bisbigliò all’altezza dell’orecchio, con il fiatone e la lingua biforcuta di un serpente velenoso, Yulian strinse ancora più forte sui suoi fianchi e a lei scappò un gemito di dolore.
<< Mi hai spinto all’inferno, ma tu verrai con me >> Mormorò lui inchiodandola con i suoi occhi di ghiaccio.
<< Ti precedo >>
 
 
<< Guarda che lo so, non fare quella faccia >>
Claudia continuò a guardare lo smalto consumato sulle sue unghie, pensando che fosse arrivato il momento di cambiare colore, perché quel rosso era diventato un po’ banale e aveva perso tutte le tonalità.
Probabilmente avrebbe anche dovuto tagliare i capelli, perché cominciavano ad esserci delle doppie punte, e poi doveva fare la ceretta prima che cominciasse ad assomigliare ad una piccola scimmietta.
O forse doveva smetterla di distrarsi e riflettere sul fatto che Yulian era stato un bel sogno e nulla più, e che adesso era arrivato.
<< Che cos’è che sai? >> Nathan era seduto dall’altra parte del tavolo in un modo un po’ svogliato, il suo corpo pendeva sul lato destro della sedia come se ne fosse attratto.
Aveva i capelli un po’ più corti perché li aveva tagliati recentemente, e il viso di una persona stanca che aveva perso la pazienza da tempo.
<< In questi mesi credevo di aver fatto abbastanza per meritarmi almeno la verità no? >>
<< Perché Nathan, cos’altro credevi di poter meritare? >>
Claudia non aveva avuto l’intenzione di suonare così acida, ma Yulian era andato via poche ore prima e lei non aveva chiuso occhio per tutta la notte, si sentiva spossata e svuotata fisicamente.
<< Ne sei stata felice almeno? >>
E il sole dov’era? Claudia non sopportava, in una giornata come quella, di non vedere quel sorriso felice sulle labbra dell’amico, aveva bisogno del calore che lui emanava e che la faceva sentire viva e ancora ancorata a quella terra.
<< Si, lo sarei stata anche se fosse durata solo un’ ora, ma tu devi sorridermi >>
<< Sorriderti di cosa Claudia? Io non mentirò più con te >>
Fuori cadde una piccola goccia d’acqua, poi un’ altra e un’altra ancora, fino a quando non cominciò a piovere a dirotto, sembrava quasi che quel giorno fosse il cielo stesso a piangere.
<< Ma se anche tu smetti di sorridere, io cadrò a pezzi >>
Nathan sospirò pesantemente e allungò titubante una mano su quella di Claudia, stringendola debolmente e senza enfasi, con la stanchezza di tutto il suo corpo, come se quel gesto, di per sé insignificante, gli costasse dieci anni della sua giovane vita.
<< Non posso fare più una cosa del genere a cuor leggero ormai, ma farò sempre in modo che tu non debba mai soffrire troppo >>
Claudia si limitò a fissarlo con occhi svuotati di qualsiasi emozione e lasciò che Nathan stringesse la sua mano senza alcuna voglia.
<< E mi prometti che almeno tu non mi lascerai mai ? >>
<< Questo puoi darlo per certo >>



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Effe_95
Buonasera a tutti.
Allora, ci sono varie motivazioni per questo ritardo così imperdonabile, primo di questi, è che il computer sul quale scrivevo è praticamente morto, quindi ho dovuto fare un casino per recuperare tutti i capitoli. Secondo motivo è che ho avuto problemi di salute e non ho potuto scrivere, per non contare quello che mi ha fatto passare la scuola.
Fatte le mie dovute scuse, passiamo al capitolo.
Io questo lo chiamo " capitolo della resa", capisco che può lasciare un po' sorpresi, ma questi sono solo Claudia e Yulian che si abbandonano al presente, consci della promessa che si sono fatti.
Detto questo vi saluto e alla prossima, prometto che questa volta sarà molto, molto prima. ;)

 
 
  
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