Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: Stria93    19/10/2013    10 recensioni
Al Castello Oscuro la notte di Halloween è ormai alle porte e Rumpelstiltskin non si lascerà scappare l'occasione per organizzare uno scherzo da brividi ai danni della sua bella domestica.
Cos'avrà in mente il Signore Oscuro? Come reagirà Belle?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
cap.2

La notte del 31 ottobre il tempo non avrebbe potuto essere migliore per ciò che il Signore Oscuro aveva progettato: la nebbia lambiva il bosco come densi fili di fumo che offuscavano le figure scheletriche degli alberi, il vento ululava inquieto e una pallida luna piena rischiarava debolmente il paesaggio, creando un gioco di ombre vagamente sinistro. Nel complesso regnava un clima decisamente tetro.
Belle si era coricata da poco quando Rumpelstiltskin mise in atto il suo piano. Attese fin quasi alla mezzanotte, poi si appostò fuori dalla stanzetta nella quale dormiva la giovane e schioccò le dita, sogghignando e pregustando le scene alle quali avrebbe assistito di lì a pochi minuti.
Al gesto del folletto, un rumore di catene che cozzavano l'una contro l'altra ruppe la quiete notturna che avvolgeva il Castello Oscuro.

Belle si era addormentata da circa mezz'ora, quando il suo sonno leggero venne turbato improvvisamente da un suono che non si era mai udito prima d'ora al castello.
La ragazza alzò la testa dal cuscino e si mise in ascolto: sembravano catene di ferro che si urtavano di continuo, come se qualcuno si stesse dimenando nel disperato tentativo di liberarsene.
Istintivamente rabbrividì e si girò dall'altro lato del pagliericcio, tirandosi la coperta fino al mento e portandosi le ginocchia al petto. Probabilmente si trattava solo di un topolino che era rimasto intrappolato da qualche parte; non c'era alcun motivo di avere paura.
Ma ben presto a quel lugubre tintinnio si aggiunsero lamenti e sospiri agghiaccianti provenienti da chissà quale anfratto del Castello Oscuro.
L'ipotesi del topolino diventava sempre meno realistica e nella mente di Belle iniziarono ad infiltrarsi prepotentemente alcuni spezzoni delle inquietanti storie che aveva letto nel libricino nero.
Non essere sciocca, Belle. Quelli sono solo racconti inventati apposta per spaventare chi legge.
Ma la giovane aveva fin troppa esperienza con i libri per non sapere che anche nelle letture più assurde c'è sempre un fondo di realtà.
Prendere in considerazione l'idea di dormire con quel macabro sottofondo era impossibile, e la ragazza pensò di recarsi al piano di sopra, sperando di trovare Rumpelstiltskin intento a lavorare all'arcolaio. Non le importava più di essere considerata una fifona, voleva semplicemente averlo accanto a sé e non rimanere sola in balia del terrore e dell'oscurità di quella misera cella, che non faceva altro che alimentare i suoi foschi pensieri.
Si alzò e, con mani tremanti, accese un candeliere. Uscì dalla stanza, guardandosi intorno con circospezione, poi prese a correre a più non posso lungo il corridoio di pietra che portava fuori dai sotterranei, come se temesse di essere inseguita da presenze maligne e invisibili.

Rumpelstiltskin, nascosto in un angolo, si godeva la scena e ghignava soddisfatto: il suo scherzo stava riuscendo alla perfezione. Ora avrebbe dovuto solo rincarare un po' la dose.
Seguì la ragazza da lontano fino al piano superiore, senza perderla d'occhio.
Quando giunse alla sala principale, la vide arrestarsi davanti all'arcolaio con aria delusa e poi frugare tutta la stanza con lo sguardo, alla ricerca di qualcosa...qualcuno.
A quella vista, fu colto da un attimo di esitazione: era lui che Belle stava cercando con tanta urgenza? Voleva la sua compagnia per allontanare la paura? Ma chi mai si sarebbe potuto sentire al sicuro accanto a lui?
Riparato dietro lo stipite della porta, continuò ad osservare la giovane mentre cercava di attizzare le braci morenti nel camino per dissipare le tenebre che avvolgevano l'ambiente, ma era talmente nervosa che l'attizzatoio le sfuggiva di mano in continuazione.
Il Signore Oscuro studiò i suoi vani tentativi per un po', poi, con un altro aggraziato gesto della mano, fece cessare i lamenti e il rumore tintinnante delle catene; così sul Castello Oscuro scese nuovamente la quiete.
La ragazza sembrò rilassarsi un poco, anche se i suoi sensi dovevano essere ancora tutti in allerta.
Rumpelstiltskin sogghignò di nuovo: Oh, dearie, non penserai che sia finita, vero? Il meglio arriva adesso.
E schioccò le dita un'altra volta.

Belle stava in piedi immobile davanti al camino, ormai quasi completamente spento.
Era di nuovo calato il silenzio e tutto sembrava tornato alla consueta normalità di una qualunque notte d'autunno.
Possibile che si fosse immaginata tutto? E se si fosse trattato solo di un sogno? Forse tra qualche secondo si sarebbe svegliata nella sua cella, con la fronte imperlata di sudore e quella sgradevole sensazione di amaro che gli incubi più tremendi sono soliti lasciare sulla lingua.
Ma quell'ipotesi, per quanto rassicurante, sfumò in un attimo: era tutto troppo vivido e concreto, inoltre la paura fredda e strisciante che le si era annidata nel petto, stringendola nella sua gelida morsa come la più infida delle serpi, era troppo reale per appartenere al mondo onirico.
La ragazza stava giusto riflettendo se fosse il caso o meno di tornare a letto e cercare di rimettersi a dormire, quando un nuovo suono si diffuse tutt'intorno.
Belle tese le orecchie all'ascolto: questa volta si trattava di una melodia che pareva giungere dal piano di sopra, come un richiamo dolce e insidioso al tempo stesso, un invito ad avvicinarsi per poi cadere in trappola. Le note erano quelle di un pianoforte: non c'erano dubbi.
La tenue speranza che il suonatore misterioso fosse Rumpelstiltskin svanì in un istante, come la fiammella di una candela smorzata da un alito di vento.
La giovane prese un gran respiro per calmarsi, afferrò saldamente il candeliere, rimasto ormai l'unica fonte di luce nella stanza, e iniziò a salire le scale.
Non era del tutto convinta che fosse un'idea saggia, ma in ogni caso non sarebbe riuscita a dormire se prima non avesse svelato la causa di quegli strani fenomeni, inconsueti e bizzarri perfino per le mura del Castello Oscuro.
I gradini parevano essere notevolmente aumentati dall'ultima volta che aveva percorso quella scalinata, o forse era solo che ad ogni passo il terrore aumentava la presa su di lei e rallentava i suoi movimenti; perfino la sua stessa ombra, proiettata sul muro, aveva un aspetto minaccioso e sembrava seguirla come un'entità malevola.
Quando giunse alla porta socchiusa di quella che un tempo era stata la sala di musica del castello, ebbe la tentazione di darsela a gambe e tornare il prima possibile nella sua stanzetta, un paio di piani sotto i suoi piedi, ma alla fine si fece coraggio e spinse delicatamente la porta, imprimendo il minimo della forza che possedeva.
L'uscio si mosse lento sui cardini, emettendo un cigolio acuto e stridente che le fece accapponare la pelle.
Varcò la soglia con passo incerto, trattenendo il fiato.
La sala era rettangolare e spaziosa, con due ampie vetrate che davano sulla foresta; i contorni degli arredi e degli strumenti musicali rilucevano sotto il chiarore pallido della luna.
Belle tenne il candeliere alto davanti a sé, stringendolo fino a farsi sbiancare le nocche, nel tentativo di arrestare il tremore incontrollabile delle mani.
Ciò che vide, quando finalmente il suo sguardo si posò sul pianoforte, le mozzò il fiato: i tasti bianchi e neri dello strumento si muovevano da soli, come premuti dalle abili dita di una mano invisibile. Le note componevano una sinfonia tanto sublime quanto cupa e malinconica.
Ad un certo punto però, qualcos'altro attrasse l'attenzione della giovane: fuori dalle vetrate si era materializzata una figura opalescente sospesa a mezz'aria. Belle sperò che si trattasse solo di un'illusione creata dall'unione dello scintillio della nebbia con la luce lunare, ma quando mise a fuoco meglio dovette, suo malgrado, ricredersi. Si trattava di una fanciulla che non poteva avere più di undici anni: sembrava emanare una flebile e sinistra luminescenza, indossava una lunga veste che le arrivava alle caviglie, i piedi erano scalzi, le braccia magre abbandonate inermi lungo i fianchi, i capelli lunghi fluttuavano con grazia intorno al suo viso di madreperla come fili argentati. Teneva lo sguardo fisso su di lei con un'espressione indecifrabile, vuota.
La mente della ragazza corse a una delle storie che aveva letto un paio di sere prima, nella quale si narrava dello spirito irrequieto di una ragazzina e il sangue le si gelò nelle vene: possibile che quel racconto fosse vero?
All'improvviso le finestre si spalancarono di scatto e una folata di vento gelido penetrò nella stanza, aggredendo con ferocia le tre timide fiammelle del candeliere, che si spensero all'istante con un ultimo guizzo, mentre il fantasma della bambina continuava ad osservarla mestamente.
Belle lanciò un grido che riecheggiò per tutta la sala; avrebbe voluto andarsene, correre via, ma i suoi muscoli si rifiutavano categoricamente di risponderle, paralizzati com'erano dal panico.
Infine avvertì un soffio ghiacciato farle il solletico dietro il collo. C'era qualcuno alle sue spalle.
La ragazza non seppe mai dove trovò la forza per voltarsi, ma quando lo fece, si ritrovò di fronte la figura snella ed eccentrica del Signore Oscuro, che scoppiò in una fragorosa risata.
- Oh, dearie! Dovresti vedere la tua faccia! Te l'avevo detto che sei una grandissima fifona! -
Belle non era mai stata così felice di vederlo, non badò neanche alle sue parole o al fatto che fosse piegato in due dalle risa; gli gettò le braccia al collo e affondò il viso nell'incavo della sua spalla.

Rumpelstiltskin smise bruscamente di ridere e s'irrigidì.
Belle tremava e lo stringeva a sé tanto forte da fargli mancare il respiro; il delicato profumo di vaniglia dei suoi capelli gli solleticò piacevolmente le narici. Poteva avvertire il cuore di lei battere all'impazzata sotto il tessuto candido della camicia da notte, tanto che temette potesse schizzarle fuori dal petto da un momento all'altro.
Forse si era spinto un po' troppo oltre: non aveva intenzione di terrorizzarla fino a quel punto. Voleva solo divertirsi un po', ma evidentemente aveva esagerato.
Imbarazzatissimo e confuso, il folletto cercò di tranquillizzarla, dandole dei colpetti incerti sulla schiena: - Su, su, dearie. Non è niente. Guarda... - Schioccò le dita e il piano smise di suonare all'istante, le finestre si richiusero, la fanciulla iridescente si dissolse nella nebbia e nel camino di pietra presero a danzare calde lingue di fuoco.
- Visto? Era solo uno scherzo. -

Uno scherzo. Era solo uno scherzo. Quelle parole presero a rimbombare come tamburi nella mente di Belle e la riportarono alla realtà, facendola tornare padrona di se stessa, mentre il terrore lasciava gradualmente il posto alla rabbia e all'indignazione che si facevano più intense ad ogni secondo che passava. Solo uno scherzo.
La ragazza si allontanò di colpo da Rumpelstiltskin e lo fissò negli occhi da rettile: - Volete dire che tutto questo...è opera vostra? - La voce le uscì molto più acuta del solito.
Il Signore Oscuro la studiò preoccupato, incapace di cogliere il suo stato d'animo: - Sì, dearie. Proprio così. -
Tra i due calò il silenzio. Il folletto tentò di sbirciare l'espressione della sua domestica ma non riuscì a decifrarla: pareva a metà tra sconvolta e incredula, come se stesse ancora elaborando le sue ultime parole.
- Ehm...sei arrabbiata? - Domandò incerto.
- ARRABBIATA?! - Stavolta il tono della ragazza rasentava l'isterico e colse di sorpresa Rumpelstiltskin, facendolo sobbalzare.
- Voi vi siete divertito alle mie spalle per tutta la notte, facendomi prendere uno spavento dietro l'altro e ora mi chiedete se sono arrabbiata?! -
Lui arretrò di qualche passo: l'ira della sua domestica era palpabile come un campo di forza incandescente creatosi attorno al suo corpo. I suoi occhi azzurri lampeggiavano come il cielo in tempesta. Non l'avrebbe mai creduta capace di tanto, il suo sguardo furente sembrava volerlo incenerire.
Tentò di rabbonirla: - Andiamo, Belle, non fare così. In fondo è la notte di Halloween e che gusto ci sarebbe senza un po' di brivido? Era scritto anche in quel libro... -
Ma si rese subito conto di aver scelto le parole sbagliate. La sorpresa attraversò per un attimo il volto di lei, per poi unirsi alla collera subito dopo: - Avete letto il mio libro?! -
Stavolta Rumpelstiltskin ribatté, piccato: - Il tuo libro?! Fino a prova contraria, dearie, questo castello appartiene a me, così come qualsiasi oggetto si trovi sotto il suo tetto. -
La giovane finse di non aver udito quella precisazione: - Non la passerete liscia per questo, ve lo prometto. - Sibilò, sempre più indignata.
L'ombra di un ghigno balenò sul volto del folletto: - Ah davvero? E cosa credi di poter fare per vendicarti? Sentiamo. -
Belle si morse il labbro. In effetti non ne aveva la minima idea, ma esibì comunque la sua miglior espressione battagliera e minacciosa: - Non importa. Troverò un modo e allora vi pentirete amaramente di esservi preso gioco di me. -
Il sorrisetto derisorio del Signore Oscuro rimase al suo posto: - Bene, allora ti auguro buona fortuna, dearie; ma non illuderti troppo di riuscire nel tuo intento. -
- Lo vedremo. - La ragazza gli voltò le spalle e si diresse a passo spedito verso la biblioteca, in cerca di qualche idea per attuare la sua rivalsa nei confronti di Rumpelstiltskin. Era stato un libro a metterla in quella situazione e forse, proprio grazie ad un libro, avrebbe potuto trovare il modo per riscattarsi.
Come recitava quel famoso detto? Chi la fa, l'aspetti!




Da Stria93: Ehm...ok, la mia cultura in fatto di horror è decisamente limitata e chiedo scusa a tutti gli appassionati del genere se i miei espedienti per terrorizzare Belle sono risultati incredibilmente banali o scontati; purtroppo questo è davvero il meglio che sono riuscita a fare, inoltre non volevo inserire elementi troppo raccapriccianti. Diciamo che mi sono tenuta più sul soft. xD
Tutto è inventato di sana pianta, non ho preso spunto da nulla se non dai cliché più abusati del mondo come possono essere il rumore delle catene o la bambina-fantasma (originalità portami via).
In ogni caso, spero che questo secondo capitolo vi sia piaciuto e magari che vi abbia fatto anche un po' divertire così come è successo a me mentre scrivevo. :)
Detto questo, ci tengo tantissimo a ringraziare infinitamente:
- DreamWriten, Euridice100, jarmione, Julie_Julia, Lety Shine 92, misslegolas86, nari92, Norma per avermi scaldato il cuore con le loro splendide recensioni.
- annachiara27, C l e t t y, coccinella75, ctdg, DreamWriten, Euridice100, Gaia88, Giu_99, Julie_Julia, Lety Shine 92, Norma, robin d, seasonoflove, _Wingless _ per aver inserito questa storia tra le preferite e le seguite.
- E ovviamente tutti i lettori.
Nel prossimo ed ultimo capitolo prometto che sarà presente una discreta dose di fluff. ;)
Un bacio grande, dearies! <3

  
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Stria93