La notte del 31
ottobre il tempo non avrebbe potuto essere migliore per ciò che il
Signore Oscuro aveva progettato: la nebbia lambiva il bosco come
densi fili di fumo che offuscavano le figure scheletriche degli
alberi, il vento ululava inquieto e una pallida luna piena
rischiarava debolmente il paesaggio, creando un gioco di ombre
vagamente sinistro. Nel complesso regnava un clima decisamente tetro.
Belle si era
coricata da poco quando Rumpelstiltskin mise in atto il suo piano.
Attese fin quasi alla mezzanotte, poi si appostò fuori dalla
stanzetta nella quale dormiva la giovane e schioccò le dita,
sogghignando e pregustando le scene alle quali avrebbe assistito di
lì a pochi minuti.
Al gesto del
folletto, un rumore di catene che cozzavano l'una contro l'altra
ruppe la quiete notturna che avvolgeva il Castello Oscuro.
Belle si era
addormentata da circa mezz'ora, quando il suo sonno leggero venne
turbato improvvisamente da un suono che non si era mai udito prima
d'ora al castello.
La ragazza alzò la
testa dal cuscino e si mise in ascolto: sembravano catene di ferro
che si urtavano di continuo, come se qualcuno si stesse dimenando nel
disperato tentativo di liberarsene.
Istintivamente
rabbrividì e si girò dall'altro lato del pagliericcio, tirandosi la
coperta fino al mento e portandosi le ginocchia al petto.
Probabilmente si trattava solo di un topolino che era rimasto
intrappolato da qualche parte; non c'era alcun motivo di avere paura.
Ma ben presto a
quel lugubre tintinnio si aggiunsero lamenti e sospiri agghiaccianti
provenienti da chissà quale anfratto del Castello Oscuro.
L'ipotesi del
topolino diventava sempre meno realistica e nella mente di Belle
iniziarono ad infiltrarsi prepotentemente alcuni spezzoni delle
inquietanti storie che aveva letto nel libricino nero.
Non essere
sciocca, Belle. Quelli sono solo racconti inventati apposta per
spaventare chi legge.
Ma la giovane aveva
fin troppa esperienza con i libri per non sapere che anche nelle
letture più assurde c'è sempre un fondo di realtà.
Prendere in
considerazione l'idea di dormire con quel macabro sottofondo era
impossibile, e la ragazza pensò di recarsi al piano di sopra,
sperando di trovare Rumpelstiltskin intento a lavorare all'arcolaio.
Non le importava più di essere considerata una fifona, voleva
semplicemente averlo accanto a sé e non rimanere sola in balia del
terrore e dell'oscurità di quella misera cella, che non faceva altro
che alimentare i suoi foschi pensieri.
Si alzò e, con
mani tremanti, accese un candeliere. Uscì dalla stanza, guardandosi
intorno con circospezione, poi prese a correre a più non posso lungo
il corridoio di pietra che portava fuori dai sotterranei, come se
temesse di essere inseguita da presenze maligne e invisibili.
Rumpelstiltskin,
nascosto in un angolo, si godeva la scena e ghignava soddisfatto: il
suo scherzo stava riuscendo alla perfezione. Ora avrebbe dovuto solo
rincarare un po' la dose.
Seguì la ragazza
da lontano fino al piano superiore, senza perderla d'occhio.
Quando giunse alla
sala principale, la vide arrestarsi davanti all'arcolaio con aria
delusa e poi frugare tutta la stanza con lo sguardo, alla ricerca di
qualcosa...qualcuno.
A quella vista, fu
colto da un attimo di esitazione: era lui che Belle stava cercando
con tanta urgenza? Voleva la sua compagnia per allontanare la paura?
Ma chi mai si sarebbe potuto sentire al sicuro accanto a lui?
Riparato dietro lo
stipite della porta, continuò ad osservare la giovane mentre cercava
di attizzare le braci morenti nel camino per dissipare le tenebre che
avvolgevano l'ambiente, ma era talmente nervosa che l'attizzatoio le
sfuggiva di mano in continuazione.
Il Signore Oscuro
studiò i suoi vani tentativi per un po', poi, con un altro
aggraziato gesto della mano, fece cessare i lamenti e il rumore
tintinnante delle catene; così sul Castello Oscuro scese nuovamente
la quiete.
La ragazza sembrò
rilassarsi un poco, anche se i suoi sensi dovevano essere ancora
tutti in allerta.
Rumpelstiltskin
sogghignò di nuovo: Oh, dearie, non penserai che sia finita,
vero? Il meglio arriva adesso.
E schioccò le dita
un'altra volta.
Belle stava in
piedi immobile davanti al camino, ormai quasi completamente spento.
Era di nuovo calato
il silenzio e tutto sembrava tornato alla consueta normalità di una
qualunque notte d'autunno.
Possibile che si
fosse immaginata tutto? E se si fosse trattato solo di un sogno?
Forse tra qualche secondo si sarebbe svegliata nella sua cella, con
la fronte imperlata di sudore e quella sgradevole sensazione di amaro
che gli incubi più tremendi sono soliti lasciare sulla lingua.
Ma quell'ipotesi,
per quanto rassicurante, sfumò in un attimo: era tutto troppo vivido
e concreto, inoltre la paura fredda e strisciante che le si era
annidata nel petto, stringendola nella sua gelida morsa come la più
infida delle serpi, era troppo reale per appartenere al mondo
onirico.
La ragazza stava
giusto riflettendo se fosse il caso o meno di tornare a letto e
cercare di rimettersi a dormire, quando un nuovo suono si diffuse
tutt'intorno.
Belle tese le
orecchie all'ascolto: questa volta si trattava di una melodia che
pareva giungere dal piano di sopra, come un richiamo dolce e
insidioso al tempo stesso, un invito ad avvicinarsi per poi cadere in
trappola. Le note erano quelle di un pianoforte: non c'erano dubbi.
La tenue speranza
che il suonatore misterioso fosse Rumpelstiltskin svanì in un
istante, come la fiammella di una candela smorzata da un alito di
vento.
La giovane prese un
gran respiro per calmarsi, afferrò saldamente il candeliere, rimasto
ormai l'unica fonte di luce nella stanza, e iniziò a salire le
scale.
Non era del tutto
convinta che fosse un'idea saggia, ma in ogni caso non sarebbe
riuscita a dormire se prima non avesse svelato la causa di quegli
strani fenomeni, inconsueti e bizzarri perfino per le mura del
Castello Oscuro.
I gradini parevano
essere notevolmente aumentati dall'ultima volta che aveva percorso
quella scalinata, o forse era solo che ad ogni passo il terrore
aumentava la presa su di lei e rallentava i suoi movimenti; perfino
la sua stessa ombra, proiettata sul muro, aveva un aspetto minaccioso
e sembrava seguirla come un'entità malevola.
Quando giunse alla
porta socchiusa di quella che un tempo era stata la sala di musica
del castello, ebbe la tentazione di darsela a gambe e tornare il
prima possibile nella sua stanzetta, un paio di piani sotto i suoi
piedi, ma alla fine si fece coraggio e spinse delicatamente la porta,
imprimendo il minimo della forza che possedeva.
L'uscio si mosse
lento sui cardini, emettendo un cigolio acuto e stridente che le fece
accapponare la pelle.
Varcò la soglia
con passo incerto, trattenendo il fiato.
La sala era
rettangolare e spaziosa, con due ampie vetrate che davano sulla
foresta; i contorni degli arredi e degli strumenti musicali
rilucevano sotto il chiarore pallido della luna.
Belle tenne il
candeliere alto davanti a sé, stringendolo fino a farsi sbiancare le
nocche, nel tentativo di arrestare il tremore incontrollabile delle
mani.
Ciò che vide,
quando finalmente il suo sguardo si posò sul pianoforte, le mozzò
il fiato: i tasti bianchi e neri dello strumento si muovevano da
soli, come premuti dalle abili dita di una mano invisibile. Le note
componevano una sinfonia tanto sublime quanto cupa e malinconica.
Ad un certo punto
però, qualcos'altro attrasse l'attenzione della giovane: fuori dalle
vetrate si era materializzata una figura opalescente sospesa a
mezz'aria. Belle sperò che si trattasse solo di un'illusione creata
dall'unione dello scintillio della nebbia con la luce lunare, ma
quando mise a fuoco meglio dovette, suo malgrado, ricredersi. Si
trattava di una fanciulla che non poteva avere più di undici anni:
sembrava emanare una flebile e sinistra luminescenza, indossava una
lunga veste che le arrivava alle caviglie, i piedi erano scalzi, le
braccia magre abbandonate inermi lungo i fianchi, i capelli lunghi
fluttuavano con grazia intorno al suo viso di madreperla come fili
argentati. Teneva lo sguardo fisso su di lei con un'espressione
indecifrabile, vuota.
La mente della
ragazza corse a una delle storie che aveva letto un paio di sere
prima, nella quale si narrava dello spirito irrequieto di una
ragazzina e il sangue le si gelò nelle vene: possibile che quel
racconto fosse vero?
All'improvviso le
finestre si spalancarono di scatto e una folata di vento gelido
penetrò nella stanza, aggredendo con ferocia le tre timide fiammelle
del candeliere, che si spensero all'istante con un ultimo guizzo,
mentre il fantasma della bambina continuava ad osservarla mestamente.
Belle lanciò un
grido che riecheggiò per tutta la sala; avrebbe voluto andarsene,
correre via, ma i suoi muscoli si rifiutavano categoricamente di
risponderle, paralizzati com'erano dal panico.
Infine avvertì un
soffio ghiacciato farle il solletico dietro il collo. C'era qualcuno
alle sue spalle.
La ragazza non
seppe mai dove trovò la forza per voltarsi, ma quando lo fece, si
ritrovò di fronte la figura snella ed eccentrica del Signore Oscuro,
che scoppiò in una fragorosa risata.
- Oh, dearie!
Dovresti vedere la tua faccia! Te l'avevo detto che sei una
grandissima fifona! -
Belle non era mai
stata così felice di vederlo, non badò neanche alle sue parole o al
fatto che fosse piegato in due dalle risa; gli gettò le braccia al
collo e affondò il viso nell'incavo della sua spalla.
Rumpelstiltskin
smise bruscamente di ridere e s'irrigidì.
Belle tremava e lo
stringeva a sé tanto forte da fargli mancare il respiro; il delicato
profumo di vaniglia dei suoi capelli gli solleticò piacevolmente le
narici. Poteva avvertire il cuore di lei battere all'impazzata sotto
il tessuto candido della camicia da notte, tanto che temette potesse
schizzarle fuori dal petto da un momento all'altro.
Forse si era spinto
un po' troppo oltre: non aveva intenzione di terrorizzarla fino a
quel punto. Voleva solo divertirsi un po', ma evidentemente aveva
esagerato.
Imbarazzatissimo e
confuso, il folletto cercò di tranquillizzarla, dandole dei colpetti
incerti sulla schiena: - Su, su, dearie. Non è niente. Guarda... -
Schioccò le dita e il piano smise di suonare all'istante, le
finestre si richiusero, la fanciulla iridescente si dissolse nella
nebbia e nel camino di pietra presero a danzare calde lingue di
fuoco.
- Visto? Era solo
uno scherzo. -
Uno scherzo. Era solo uno scherzo.
Quelle parole presero a
rimbombare come tamburi nella mente di Belle e la riportarono alla
realtà, facendola tornare padrona di se stessa, mentre il terrore
lasciava gradualmente il posto alla rabbia e all'indignazione che si
facevano più intense ad ogni secondo che passava. Solo uno
scherzo.
La ragazza si
allontanò di colpo da Rumpelstiltskin e lo fissò negli occhi da
rettile: - Volete dire che tutto questo...è opera vostra? - La voce
le uscì molto più acuta del solito.
Il Signore Oscuro
la studiò preoccupato, incapace di cogliere il suo stato d'animo: -
Sì, dearie. Proprio così. -
Tra i due calò il
silenzio. Il folletto tentò di sbirciare l'espressione della sua
domestica ma non riuscì a decifrarla: pareva a metà tra sconvolta e
incredula, come se stesse ancora elaborando le sue ultime parole.
- Ehm...sei
arrabbiata? - Domandò incerto.
- ARRABBIATA?! -
Stavolta il tono della ragazza rasentava l'isterico e colse di
sorpresa Rumpelstiltskin, facendolo sobbalzare.
- Voi vi siete
divertito alle mie spalle per tutta la notte, facendomi prendere uno
spavento dietro l'altro e ora mi chiedete se sono arrabbiata?! -
Lui arretrò di
qualche passo: l'ira della sua domestica era palpabile come un campo
di forza incandescente creatosi attorno al suo corpo. I suoi occhi
azzurri lampeggiavano come il cielo in tempesta. Non l'avrebbe mai
creduta capace di tanto, il suo sguardo furente sembrava volerlo
incenerire.
Tentò di
rabbonirla: - Andiamo, Belle, non fare così. In fondo è la notte di
Halloween e che gusto ci sarebbe senza un po' di brivido? Era scritto
anche in quel libro... -
Ma si rese subito
conto di aver scelto le parole sbagliate. La sorpresa attraversò per
un attimo il volto di lei, per poi unirsi alla collera subito dopo: -
Avete letto il mio libro?! -
Stavolta
Rumpelstiltskin ribatté, piccato: - Il tuo libro?! Fino a
prova contraria, dearie, questo castello appartiene a me, così come
qualsiasi oggetto si trovi sotto il suo tetto. -
La giovane finse di
non aver udito quella precisazione: - Non la passerete liscia per
questo, ve lo prometto. - Sibilò, sempre più indignata.
L'ombra di un
ghigno balenò sul volto del folletto: - Ah davvero? E cosa credi di
poter fare per vendicarti? Sentiamo. -
Belle si morse il
labbro. In effetti non ne aveva la minima idea, ma esibì comunque la
sua miglior espressione battagliera e minacciosa: - Non importa.
Troverò un modo e allora vi pentirete amaramente di esservi preso
gioco di me. -
Il sorrisetto
derisorio del Signore Oscuro rimase al suo posto: - Bene, allora ti
auguro buona fortuna, dearie; ma non illuderti troppo di riuscire nel
tuo intento. -
- Lo vedremo. - La
ragazza gli voltò le spalle e si diresse a passo spedito verso la
biblioteca, in cerca di qualche idea per attuare la sua rivalsa nei
confronti di Rumpelstiltskin. Era stato un libro a metterla in quella
situazione e forse, proprio grazie ad un libro, avrebbe potuto
trovare il modo per riscattarsi.
Come recitava quel
famoso detto? Chi la fa, l'aspetti!
Da Stria93:
Ehm...ok, la mia cultura in
fatto di horror è decisamente limitata e chiedo scusa a tutti gli
appassionati del genere se i miei espedienti per terrorizzare Belle
sono risultati incredibilmente banali o scontati; purtroppo questo è
davvero il meglio che sono riuscita a fare, inoltre non volevo
inserire elementi troppo raccapriccianti. Diciamo che mi sono tenuta
più sul soft. xD
Tutto è inventato di sana pianta, non ho preso spunto da nulla se
non dai cliché più abusati del mondo come possono essere il rumore
delle catene o la bambina-fantasma (originalità portami via).
In ogni caso, spero che questo secondo capitolo vi sia piaciuto e
magari che vi abbia fatto anche un po' divertire così come è
successo a me mentre scrivevo. :)
Detto questo, ci tengo tantissimo a ringraziare infinitamente:
- DreamWriten, Euridice100, jarmione, Julie_Julia, Lety Shine 92,
misslegolas86, nari92, Norma per avermi scaldato il cuore con le
loro splendide recensioni.
- annachiara27, C l e t t y, coccinella75, ctdg, DreamWriten,
Euridice100, Gaia88, Giu_99, Julie_Julia, Lety Shine 92, Norma, robin
d, seasonoflove, _Wingless
_ per aver inserito questa storia tra le preferite
e le seguite.
- E ovviamente tutti i lettori.
Nel prossimo ed ultimo capitolo prometto che sarà presente una
discreta dose di fluff. ;)
Un bacio grande, dearies! <3