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Autore: Ndra    19/10/2013    6 recensioni
Immaginate che Katniss non sia mai esistita.
Immaginate che a far scoppiare la scintilla non sia stata lei.
Bisogna combattere il sistema.
Non dobbiamo più essere burattini nelle mani di una sola persona.
Il mio nome?
Selena,Selena Snow
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Riaprii gli occhi, e iniziai pian piano a riprendere conoscenza.
Vidi la figura sbiadita di un uomo, che era chinato su di me e delicatamente mi metteva i capelli dietro le orecchie.
 
“Si è svegliata!”- sentii che diceva.
 
Non riuscivo a capire né dove mi trovavo né chi fosse quell’uomo.
 
“E l’arena? E Alex? E gli Hunger Games? Chi sei tu?” chiesi all’uomo sbiadito.
 
“Tranquilla,niente più arena e niente più Hunger Games. Li ho aboliti.
Alex sta bene,si sta riprendendo.
Sono papà”- mi rispose.
 
Lentamente riuscii a distinguere pian piano i suoi occhi, la sua bocca e la sua barba bianca.
Stranamente non vidi nessuna rosa e l’odore di sangue che perennemente popolava la sua bocca si era fatto molto più debole.
Era mio padre.
Era il Presidente.

 
Il rumore di tacchi riecheggiava per tutta la villa. Non sentivo il rumore dei tacchi da quando mia madre se ne era andata. Velocemente mi precipitai nell’atrio e vidi mio padre, con la sua solita rosa bianca appesa alla giacca e con una donna di fianco. Era molto bella ,aveva gli occhi celesti e capelli biondi che le cadevano leggeri sulle spalle. Aveva in viso un sorriso che si poteva riconoscere da chilometri, era finto. Aveva un vestito corto e dei tacchi dodici centimetri. L’avevo già vista in televisione, da poco aveva vinto gli Hunger Games. Mio padre mi guardava senza riuscire a  dire una parola. Non sapeva come spiegarmi ciò che stava facendo. Ma io sapevo che non era la prima vincitrice degli Hunger Games che portava in casa. Ed ero sicura che non l’avesse portata per prendere un tè. Li guardai, in attesa di una spiegazione che non arrivò. Iniziai ad incamminarmi verso la mia cameretta e sentii mio padre tirare un sospiro di sollievo. Arrivata in camera mia, spiai dalla porta. Mio padre e la ragazza andarono nella stanza di mio padre e chiusero la stanza a chiave. Chiusi anche io la porta e mi gettai sul letto, pensando a quella povera ragazza, che anche dopo la sua vittoria è dovuta restare schiava di mio padre, ed ha dovuto vendere il proprio corpo a lui.
 
 
“Che è successo? ”- chiesi, confusa,e cacciando via dalla mia mente quel ricordo che mi aveva assalito alla vista di mio padre.
 
“ Appena ti ho visto lì per terra ho mandato un’ hovercraft, e l’edizione è terminata.”- chiarì.
 
Mi alzai e involontariamente sorrisi.
Avevo vinto.
Ed ero viva.
Potevo essere felice. Tutti potevano essere felici.
Ciò che avevo fatto non era stato inutile.
 
“Scusami per non averti fatto da padre, scusami per essere stata quella persona spregevole. Cambierò te lo giuro.”- continuò.
 
Ma la gente può cambiare? Questa domanda aveva invaso ogni parte della mia mente. E la paura della risposta iniziò a martellarmi.
Non sapevo se credergli o no .
Non sapevo se potevo fidarmi ancora di lui.
Ma avrei tanto voluto farlo, avrei tanto voluto provare ad avere nonostante tutto un padre. Ma quando si è stati delusi è così difficile poter riacquistare la fiducia e poter credere ancora nelle persone.
 
Non risposi. Mi alzai.
 
“Dimmi dov’è Alex.Voglio vederlo.”- gli dissi.
 
“ Nella stanza affianco. Ma non ti affaticare Sel.”
 
Sel, non mi aveva mai chiamato così.
Solo quando ero bambina mia mamma mi chiamava in questo modo.
 
 
- Sel, sono tornata a casa!- un urlo risuonò nella villa.
Abbandonai velocemente le mie bambole sul letto e corsi ad abbracciarla. Ma lei non era più nell’atrio.
La cercai per tutta la casa e finalmente la trovai. Era nel giardino, con un libro in mano.
- Mamma!- urlai.
- Sel! Come stai? – mi domandò,staccando per un minuto gli occhi dal libro.
- Sto bene e tu?- domandai a mia volta.
- Tutto bene. Scusami Sel ma adesso vorrei leggere un po’.- mi disse ,riprendendo a guardare le parole scritte sul libro.
Me ne tornai in casa, con la testa basta e con la tristezza disegnata negli occhi.
Non aveva mai tempo per me. Nessuno lo aveva. Ritornai in camera mia.
Ero meno importante di un libro? Mi sedetti sul mio letto, spostando le bambole distrutte, e pensai alla famiglia delle mie amiche. Perché a me non era successo? Ero tanto cattiva? Guardai un punto fisso sul muro,come al mio solito, avendo un luccichio negli occhi, ma senza piangere. Pensai che forse col tempo avrei potuto essere migliore, avrei potuto provare ad esser voluta bene da mia madre. Ma ciò non accadde, perché il giorno dopo se ne andò e non tornò più.
 
 
 
Senza curarmi di lui uscii da quella stanza e andai in quella vicino.
Spalancai la porta e gli andai incontro.
Abbracciai Alex.
 
“Non sai come sono stato male Selena! Per favore,non lasciarmi più”- mi disse, con le lacrime agli occhi.
 
"Non preoccuparti, non ti lascerò mai più.”- risposi.
 
Restammo lì, uniti da quell’abbraccio confortante, che sapeva di amore.
Lui sì, era stato il primo, a dimostrarmi l’importanza di questo sentimento.
Grazie a lui ho imparato ad amare.
 
“Ti amo”- gli sussurrai.
 
Ed era vero.
Lo amavo davvero.
Non potrei dire più di me stessa, perché io non mi sono mai amata.
Nessuno mi aveva insegnato a volermi bene.
Non mi ero mai ritenuta importante per qualcuno, prima di incontrare Alex.
 
 
 
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Scusate, scusate, scusate per il ritardo! Sono super impegnata in questo periodo con la scuola.
Scusatemi ancora, anche per il capitolo, solo che non aggiornavo da tempo e prima o poi dovevo scrivere qualcosa..
Chiedo scusa anche a chi non ho continuato a recensire le fan fiction prometto che le recensirò tutte al più presto! 
<3
  
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