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Autore: LunaMoony92    21/10/2013    4 recensioni
Questa è una storia un pò particolare. Inizia con la notte del 31 Ottobre, protagonista la famiglia Potter. Le cose non andranno precisamente come tutti sappiamo. Remus e Sirius avranno un ruolo molto importante. Da quella notte dipenderà il destino di Harry, che sarà diverso da quello che tutti noi conosciamo. Avrà la possibilità di non essere solo.
Spero sarete curiosi di leggere.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, Harry Potter, I Malandrini, Remus Lupin, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Durante l'infanzia di Harry
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Remus si trovava in una foresta a nord della Scozia. Si era allontanato un po’ dal branco con la scusa di “andare a caccia”. La sua missione sembrava procedere discretamente. Aveva parlato con qualche membro del gruppo, stava provando a convincerli a schierarsi dalla sua parte. Purtroppo erano solo in pochi quelli che veramente lo ascoltavano, essendo lui un mago, prima che un licantropo non si trovava proprio la strada spianata. Si sentiva terribilmente solo. Gli mancavano i suoi amici, il piccolo Harry. Chissà quant’era cresciuto! Non lo vedeva da più di un mese, sicuramente somigliava ogni giorno di più a James.
James…
La sua mente andò ad un’altra sera di Halloween, di circa 4 anni prima. Era il loro ultimo anno ad Hogwarts, finalmente James aveva fatto breccia nel cuore della bella Lily. Era al settimo cielo e, per festeggiare, aveva deciso di  organizzare una festa nella Torre di Grifondoro. Lui e James avevano usato il passaggio segreto per Mielandia e avevano sgraffignato un po’ di dolci. Remus, come sempre, aveva lasciato qualche Galeone sulla cassa. James, come sempre, l’aveva preso in giro. Sirius, invece, aveva quasi svuotato le cucine della scuola portando via cibarie di ogni genere e tanto, tanto idromele.
La festa era andata avanti tutta la notte, quanto si erano divertiti! Remus ricordava quei tempi spensierati con nostalgia. Quei giorni passati insieme ai suoi fratelli, a Lily.
Riscossosi dai suoi pensieri, ebbe un sussulto. Si sentì strano, un peso all’altezza dello stomaco. All’iniziò imputò quella strana sensazione al luogo e alla situazione in cui si trovava. Poi pensò fosse colpa della malinconia che quei ricordi avevano risvegliato. Ma, purtroppo, non era così semplice; c’era dell’altro. I suoi sensi di lupo non sbagliavano mai. Per questa sua caratteristica, ai tempi della scuola, gli altri Malandrini lo prendevano sempre in giro. “Lupaccio del malaugurio” era il nomignolo con cui solitamente lo canzonavano.
Ma non era uno scherzo, lui sentiva veramente che stava succedendo qualcosa, qualcosa di brutto, di terribile. Soppesò la possibilità di abbandonare la sua missione ed andare a controllare. Sì, sarebbe mancato solo qualche ora, nessuno l’avrebbe notato.
 

Dal piano superiore, Lily aveva sentito tutto. Suo marito, James, era stato ucciso e lei non aveva potuto fare niente per evitarlo. Era senza bacchetta. Come avrebbe potuto difendere il suo bambino? Piangeva, con Harry ancora in braccio che la guardava senza capire. Non l’aveva mai vista piangere. La accarezzava piano, cercando, a suo modo, di consolarla.
Lily poggiò Harry nella culla, conscia che quella sarebbe stata l’ultima volta che l’avrebbe visto.
“Harry, sei tanto amato, tanto amato”.  Le lacrime scendevano copiose sul viso di Lily.
“Harry, mamma ti ama. Papà ti ama.”
Anche Harry, che era stato buono fino a quel momento, aveva iniziato a piangere, un pianto silenzioso. “Harry sii prudente, sii forte”.
E poi lo vide davanti alla porta,  che la guardava ghignando. “Togliti, stupida babbana!” urlò.
“Mai! Lascialo stare! Prendi me! Lascialo stare, non fargli del male”! lo supplicò Lily, mettendosi davanti alla culla, come a voler proteggere Harry col proprio corpo.
“L’hai voluto tu, stupida! AVADA KEDAVRA!”. 
Il lampo verde della maledizione partì dalla bacchetta di Voldemort verso Lily. Ma, ad un tratto, questo rimbalzò, colpendo in pieno petto colui che l’aveva evocata.
Il corpo della donna giaceva ai piedi della culla, immobile. Il bambino la guardava, piangendo. Nessuno, oltre lui, vide una scia di fumo nero che si allontanava dalla finestra.
Lord Voldemort era sparito.
 
 

Remus correva a perdifiato, alla ricerca di un punto nascosto da cui potersi smaterializzare. In un sonoro “POP” sparì, per riapparire pochi secondo dopo a Godric’s Hollow. Quello che vide, gli fece gelare il sangue nelle vene. La casa del suo migliore amico era sventrata a metà. La parte in cui una volta si trovava  la stanza di Harry, ormai non esisteva più.
Rimase pietrificato, incapace di credere a ciò che vedeva. Poi scattò, come una molla. Arrivò davanti a quello che restava della porta e, esitando un attimo, entrò nella casa in cui aveva passato alcuni dei momenti migliori della sua vita. Vide qualcosa, ai piedi delle scale. Un corpo senza vita giaceva bocconi. Chiuse gli occhi, come a voler ritardare il più possibile il momento in cui una delle sue paure più grandi gli si potesse parare davanti agli occhi. James. James era… Morto.
Il suo urlo straziante riecheggiò per il quartiere. Cominciò a piangere, incapace di controllarsi, scuotendo James nella speranza che fosse solo svenuto. Ma James non rinvenne, non l’avrebbe fatto mai.
Sopraffatto dal dolore com'era, non si rese nemmeno conto che non era più da solo. L’imponente figura di Albus Silente lo sovrastava e lo scrutava attraverso i suoi occhiali a mezzaluna.
Remus sentì lo sguardo del vecchio mago su di lui e alzò gli occhi. Silente non disse nulla, gli stringe solo una spalla, per dargli conforto.
Remus fu folgorato da un pensiero: Lily! Harry!
Silente, come se avesse letto la sua mente, disse: “Sono ancora vivi. Severus li ha appena portati al San Mungo.”
Il mondo di Remus era crollato non appena aveva visto suo fratello a terra, ma questa notizia accese in lui un po’ di speranza e gli diede la forza di alzarsi. Prima di andare al San Mungo, doveva fare una cosa importante.
 
 

Sirius si trovava a Diagon Alley, in missione per conto dell’Ordine. Mancavano solo due ore alla fine del suo turno, poi sarebbe andato a casa di James a portare un po’ di caramelle a quel birbante del suo figlioccio.
Ad un tratto, vide un familiare lupo d’argento avvicinarsi verso di lui. Non appena parlò, Sirius capì che era successo qualcosa.
“Vieni subito nel posto che sai, si tratta di Prongs”.
Sirius, senza pensarci un minuto, si smaterializzò alla volta di Godric’s Hollow. Quando ricomparve, ciò che vide lo fece raggelare. Guardò i resti della casa del suo migliore amico e cadde a terra. Li avevano attaccati. 
Iniziò a correre a perdifiato per raggiungere il vialetto per cercare la sua famiglia. Cercava tra i detriti, ma fu interrotto dall'arrivo di Peter.
Lo guardava, con quei suoi occhietti acquosi, uno strano ghigno sulle labbra. Ad un certo punto, urlò: “Li hai traditi Sirius, come hai potuto!” facendo in modo che tutto il vicinato sentisse bene quelle parole. “Loro si fidavano di te!” E, dicendo così, con la bacchetta ben nascosta dietro la schiena, lanciò un incantesimo facendo crollare almeno cinque case. Sirius lo guardava, senza vederlo realmente. Era sconvolto. Come aveva potuto tradire James? Era tutta colpa sua. E lui, come aveva potuto dubitare di Remus?
A distoglierlo da questi pensieri fu proprio Remus, che comparve accanto a lui all’improvviso. Prima di andare al San Mungo, Remus aveva voluto aspettare l'arrivo di Sirius. Così facendo, aveva potuto vedere da lontano l’intera scena. Così facendo, inconsapevolmente, aveva salvato il suo migliore amico da un destino terribile.
Peter non aveva calcolato la possibilità di ritrovarsi davanti qualcun altro oltre Sirius. Sapeva che Remus era in missione e, non appena lo vide, rimase spiazzato.
Sirius era incapace di fare alcunché, era immobile, lo sguardo vacuo.
Remus scattò in avanti, verso Peter. Voleva prenderlo, ucciderlo, come lui aveva fatto con James consegnandolo a Lord Voldemort. Ma questo si era già trasformato in topo ed era scappato via, nella notte.
In un attimo la strada di Godric's Hollow si era riempita di gente. Erano arrivati gli Auror e stavano circondando Remus e Sirius, convinti di avere i colpevoli in pugno.
Ma da un angolo  della strada apparve nuovamente Silente.
“Signori, mi duole dirvi che vi state sbagliando. Il vero colpevole è appena scappato. Si tratta di Peter Minus. Avete la mia parola, come stregone capo del Wizengamot. Vi darò ulteriori spiegazioni più tardi, insieme al signor Lupin. Adesso abbiamo una cosa importante da fare.”
Sirius non si era ancora riscosso. Remus lo guardò, vedendo nei suoi occhi grigi lo stesso dolore che sentiva dentro di sé.
“Sirius…” sussurrò appena. “James… è… morto, ma...”.
Sirius parve destarsi, lo guardò e, incapace di parlare, sparì in un POP, diretto chissà dove.
“Sirius aspetta!” urlò Remus. Ma ormai era troppo tardi.
  
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