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Autore: Blue Tokage    24/10/2013    2 recensioni
Fumo e cielo, questi i loro occhi, fuoco e acqua, questi i loro cuori. Così diversi eppure così vicini, legati da un nome, da una persona, da un amore.
Coppie di pensieri di due ragazzi, sul filo di canzoni simili ma diverse, sfondo di ciò che avrebbero sempre voluto dirle.
1. Just so you know
2. If you only knew
3. A thousand years
4. A thousand miles
5. Come away to the water
6. Baptized by fire
7. The reason (is you)
8. Just give me a reason
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Peeta Mellark
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Nota dell'autrice: Eccoci di nuovo. Questo capitolo è stato un parto, perchè non avevo la minima idea di come trattare questa faccenda. La canone non aiutava molto.Non l'ho riletto e l'ho pure scritto di getto quindi se è assurdo, incoerente o sgrammaticato ditemelo, per favore! Detto questo, buona lettura.

Canzone: A thousand miles di Vanessa Carlton
Scenario: Gale, post
Canto della rivolta

A thousand miles

Ci sono tante cose che ci allontanano ormai. Troppe per poterle elencare. Ci sono i ricordi, che fanno male, c’è quello stupido bacio, ci sono dei giochi famelici, c’è un altro amore, il vero amore, c’è tua sorella …

La colpa è stata mia, lo so, avrei dovuto fare qualcosa prima. Qualcosa per tutto. Avrei dovuto seguirti, non lasciarti sola. Avrei dovuto tenere tua sorella lontana. Avrei dovuto tenere lontana te, fin troppo simile a quel fuoco che portavo dentro, che ormai si è spento, perché ha perso di che ardere. Ma soprattutto, forse, magari, avrei dovuto perdere la via del ritorno, salvare chi rimaneva nel 12 e poi sparire tra le fiamme. Ne avrei risparmiate molte altre.

La strada del ritorno … quella che anche questa notte, invece di lasciarmi sprofondare nell’oblio, mi spinge indietro attraverso i ricordi, quei bellissimi e terribili momenti in cui riuscivo ad essere felice nella disperazione, quei pomeriggi in cui ti ho sempre considerata mia, senza pensare che avrei potuto perderti.

Sono tutte cose perdute quelle che ci separano. Erano i mattoni che costruivano la nostra vita. Quando ti ho chiesto di cambiare le cose, quel giorno, speravo che lo avremmo fatto insieme, non che ci saremmo separati. È terribilmente ingiusto.

Dovere dire addio a chi hai amato per anni e non riuscire a gioire della sua felicità. Perché lo so, con lui hai finalmente trovato la pace, quella serenità che insieme, io e te, non avremmo mai potuto trovare. Eppure non riesco a smettere di pensare che se potessi verrei da te, anche ora. Lo vedi, anche in questo lui è migliore di me. Lui è sempre stato migliore di tutti noi ed è per questo che non riesco ad odiarlo.

Sapevo che cosa lui provasse per te, eppure non lo temevo: pensavo che lui fosse talmente migliore anche di te, che mi ero convinto non ci sarebbe stato alcun pericolo.

E invece ora sei con lui, tra le sue braccia, felice. Eppure io non esiterei un attimo a superare queste migliaia di miglia che ci separano e raggiungerti, strapparti alla tua felicità per vederti, per stringerti di nuovo, anche solo per un’ultima volta.

Perché sono così, sono sbagliato, sono a pezzi, sono distruttivo. Sono uguale a te.  Solo che tu l’acqua che ti acquieta l’hai trovata, io ancora aspetto che le scintille che covano sotto queste ceneri rimaste nel mio petto possano trovare chi sappia accenderle.

E l’unica persona che sapeva farlo eri tu.
Per questo non esiterei un attimo a superare queste migliaia di miglia
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