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Autore: ristampa    24/10/2013    2 recensioni
'Narrami, o Musa, dell’eroe multiforme, che tanto vagò, di molti uomini vide le città e conobbe i pensieri, per acquistare a sé la vita e il ritorno ai compagni. Ma i compagni neanche così li salvò, pur volendo: con la loro empietà si perdettero, stolti, che mangiarono i buoi del Sole Iperione: ad essi egli tolse il dì del ritorno. Racconta qualcosa anche a noi, o dea figlia di Zeus.'
La storia di Ulisse e della sua Odissea.
E fu così che nacquero gli Hunger Games.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 7 - L'uom di multiforme ingegno

Musa, quell’uom di moltiforme ingegno
Dimmi, che molto errò, poich’ebbe a terra
Gittate d’Iliòn le sacre torri;
Che città vide molte, e delle genti
L’indol conobbe; che sovr’esso il mare
Molti dentro del cor sofferse affanni,
Mentre a guardar la cara vita intende,
E i suoi compagni a ricondur: ma indarno
Ricondur desiava i suoi compagni,
Che delle colpe lor tutti periro.
- Omero, Odissea.

 

Guardo la parete umida della grotta in cui mi trovo.
Sento il suo profumo, vedo i suoi occhi. Poi un urlo.
Un grido straziante, una richiesta d'aiuto, una vita che finisce. Dopo, il silenzio.
Non riuscii a fermarmi.
- Mamma! - Le corsi incontro, abbracciandola, ma non ricambiò la stretta. 
Era distesa sulla sabbia. Era gelida..
In quell'attimo capii.


Mi sveglio di soprassalto.
Ancora quell'incubo. Mi perseguita.
Cerco quindi di spostare i miei pensieri su traiettorie più importanti.

Oggi è il gran giorno. L'ultimo sole e l'ultima luna prima di cominciare.
Prima di diventare qualcuno, o meglio, qualcosa che non sono. Questo giorno è decisivo.
Può fare la differenza tra la vita e la morte, tra la resa e la sopravvivenza. 

Io ho paura.

L'unica persona con cui ho condiviso per la prima volta questo mio sentimento ora non mi guarda nemmeno più negli occhi.
La odio per questo.
L'unico lato positivo è che tutta questa rabbia accumulata forse mi sarà d'aiuto nell'arena. Se ne pentirà, anzi se ne pentiranno.
Dentro di me si è infuocato un desiderio di morte. Sono pronto ad uccidere.
Nonostante ciò, la paura rimane.

I Giochi cominceranno domani mattina. Sembrano essere passati secoli dal giorno della Mietitura, dalle notti in treno, dalla mia fuga dalle telecamere.
Guardo l'orologio, fissando le lancette. 
Osservo la precisione di ogni loro piccolo spostamento, la cura con cui il quadrante è stato costruito e decorato, presumibilmente da qualche vecchio del Distretto 1.
Si occupano di queste cose lì, di lusso, di bellezza.
Mentre loro pettinano le loro bambole di porcellana noi ripuliamo sardine e gamberetti. Nonostante ciò, loro ricevono maggiore cibo e sostentamenti dalla Capitale.

Rabbia, Terrore, Vendetta.
Sono questi i sentimenti che percorrono la mia spina dorsale, ogni centimetro dei miei nervi, le mie tempie.
Li sento ardere dentro la testa, stanno per scoppiare, come una bomba ad orologeria.

Decido di uscire dalla mia stanza, così vado in salotto e faccio colazione. Sono circa le dieci del mattino e ancora non si vede nessuno. Ma dove sono finiti tutti?
Poi ricordo.
Oggi è la giornata delle interviste.

Lancio il panino che avevo in mano e corro al piano terra, dove io e Alexander ci siamo dati appuntamento ieri sera.
Arrivato lì non trovo il mio Mentore, ma bensì due buffi personaggi che mi aspettano.

Sono Edna e Caius, il mio staff di preparatori.
Indossano entrambi una divisa di colori variopinti.
Lei ha i capelli ricci come cavatappi, anch'essi (aimè), verde pisello. Ha le ciglia lunghe e arricciate sul fondo ed è priva di sopracciglia. Le sue labbra sono carnose, tinte di un rosso brillante. 
Sopra di esse c'è un tatuaggio che in teoria dovrebbe imitare un neo. La ciliegina sulla torta che completa il quadretto.
Accanto a lei c'è un uomo di mezza statura, di mezza età, con i capelli mezzi rasati. I suoi occhi sono truccati con un ombretto viola e la pelle è stata decorata con strane macchie qua e là, che rievocano il manto dei ghepardi.

Appena mi vedono hanno un sussulto. Leggo l'emozione nei loro occhi.
Mi prendono e mi scortano senza troppi complimenti nella sala di preparazione.
Mi lavano, mi pettinano i capelli e applicano un balsamo idratante su tutto il corpo. Qualsiasi persona normale si sentirebbe sicuramente a disagio, ma non io. Ho problemi più importanti a cui pensare.

Ad esempio, cosa dirò oggi all'intervista?
Prima di adesso non ci avevo mai riflettuto. Forse però è meglio pensarci più tardi e godersi questi ultimi minuti di relax prima dell'arena.
Entro in uno stato di estasi. Le loro mani mi massaggiano, mi distendono, mi tranquillizzano.
Due ore passano in un battito di ciglia.
- Vai da Alexander - Dice l'uomo in perfetto accento di Capitol City.
- Ha detto che dovete parlare. Ti aspetta nella sala da pranzo del vostro appartamento. - Aggiunge Edna.

Come previsto, trovo la mia guida intenta ad azzannare un boccone di pollo arrosto. In effetti ho una certa fame anche io.
Mi siedo e comincio a mangiare una coscia di tacchino ripiena. Una goduria immensa.

- Bene giovanotto, hai già pensato a come fare colpo? - Il suo sguardo mi dice che sa già la risposta.
- No. - Rispondo seccamente. 
- Beh, forse è meglio cominciare da ora, non trovi? - Sorride. - Devi cercare di trovarti un'identità. -
Le mie sopracciglia si inarcano perplesse. - Identità? -
- Si, identità. Devi trovare un carattere che ti distingua dagli altri, qualcosa che ti renda.. desiderabile. -
- Ma non posso solo essere me stesso? -
- Zuccherino, la storia della bellezza interiore non funziona a Capitol City. La gente vuole spettacolo, vuole azione, cose che in una persona normale non esistono, a meno che non sei un Dio. Ed è proprio qui che voglio arrivare. -
- Arrivare a cosa? -
- Le Divinità del Distretto 4. - I suoi occhi mi guardano soddisfatti. - E' così che vi hanno soprannominati dopo la parata. E' perfetto. -
- Si ma come.. - Lui non mi fa finire la frase.
- Lì, su quel palco, davanti a quelle persone tu non sarai solo te stesso. Dovrai essere come un Dio. Quindi, comportati come tale.
Detto questo, mi spiega esattamente quello che dovrò fare per conquistarli tutti.

Per la prima volta da quando sono qui, il mio viso è illuminato da un vero sorriso. Una parte di me mi dice che funzionerà.

Uscito dalla sala trovo Tigris che mi aspetta con un sorriso stampato in faccia.
- Vieni con me. - Mi dice.
Mi porta in una sala, che presumo sia il suo studio. Noto la stessa scrivania che avevo visto in treno.
- Alexander ti ha detto tutto no? - La sua voce trema dall'emozione.
- Tutto tutto. - Le faccio l'occhiolino.
- Bene, diciamo che il concetto che ti ha appena spiegato il tuo Mentore riguarderà principalmente il tuo carisma, non il tuo abbigliamento. Purtroppo non posso vestirti da Poseidone anche questa volta, infatti punterò più su Helly riguardo all'estetica. Tu avrai un look più tradizionale. -
- Va benissimo. - Ho sempre odiato le cose troppo stravaganti.
- Tranquillo, sarai comunque uno schianto. - Dice ricambiando il mio occhiolino.


Tic toc, il tempo vola. Sono le otto e mezza. 
Lo spettacolo sta per cominciare.
Sono ancora in camerino ed ho ancora quell'assurda sensazione di paura addosso.
'Panico da palcoscenico' mi dico. Nothing else.
La verità è che l'apparizione di questa sera potrebbe cambiare il mio destino. In fondo lo so che il senso di terrore nasce da lì.
Mi sistemo la giaccia verde acqua, lo stesso colore che ho indossato alla parata.
Sotto ho una camicia che fa contrasto e dei pantaloni neri. Semplice ed elegante, può andare.
Ho recuperato la calma, anche se lo stress non tarda a rifarsi sentire.

Quando esco incontro Helly. Inutile dire che è meravigliosa. 
In un attimo, tutto il rancore nei suoi confronti sparisce.
Indossa un vestito dello stesso colore della mia giacca molto aderente che si ammorbidisce sul fondo.
Sulla schiena il tessuto forma tante piccole pieghe di colore blu elettrico, che rendono le sue forme più sensuali.
Indossa inoltre degli orecchini di perle dello stesso colore, che incorniciano alla perfezione il suo volto e i suoi occhi, e i capelli bronzei sono legati sopra la sua testa.
E' perfetta. E' Afrodite.

- 10, 9, 8, .. - La solita voce risuona dagli autoparlanti.

La prima ad entrare è Eva. Uno dopo l'altro i tributi vanno a scrivere il loro destino.
Noto Victoria, di una bellezza 'bellica'. E' una guerriera anche in abito da sera, si nota perfettamente che è a disagio in quelle vesti.
Indossa anche lei un abito molto attillato marrone chiaro, circondato sul busto da varie fasce d'oro. Il tessuto si apre all'altezza delle ginocchia formando uno strascico.
I suoi lunghi capelli neri sono sciolti, il suo sguardo sperso nel nulla.
Sembra fragile, a prima vista. La sua corporatura è molto esile, ma mai fidarsi dell'apparenza: quella ragazza si è dimostrata in più di un'occasione un'arma letale.

E' il turno del ragazzo del 3.
Dopo tocca a noi. L'ansia sale.

Vedo Caesar sul grande schermo. 
- Signori e Signori, un bell'applauso per la meravigliosa, splendente Helly! -
La ragazza entra, la sua postura è impeccabile.
- Mah, Helly, tu mi cogli impreparato! Sei radiosa! Sembri davvero.. -
- Una dea? - Dice facendo l'occhiolino al pubblico.
- Esattamente! Dimmi, hai anche i super poteri? -
- Può darsi, può darsi.. - Dice sorridendo.
- Mh, e come ce lo spieghi quel sei in addestramento allora?! -
- In questo momento non mi va di parlarne.. Ma se vuoi possiamo discuterne dopo i Giochi! - Termina con una risata.
- Abbiamo una ragazza determinata! -
- Lo saresti anche tu se fossi una divinità! - Gli da due colpetti sulla spalla.
- Sicuro! -
Ridono entrambi.
- Il tempo sta per scadere cara, c'è un'ultima cosa che vorresti dire al pubblico? -
- Non datemi per morta.. Questo non è un addio!

Esce.

Tocca a me. Queste sono le sole tre parole che mi vengono in mente, e prima che io realizzi quello che sta accadendo mi ritrovo sul palco, seduto accanto a Caesar, con più di 100.000 persone che mi fissano.
- Bene bene bene! - Dice il presentatore. - Abbiamo un bel giovane qui! Come ti senti? -
- Letale! - Mento, lanciando un sorrisetto che stende qualche ragazza in prima fila.
- Devo dire che tu e l'altra ragazza del tuo Distretto siete due tipetti decisi! -
- E' tipico del luogo da cui veniamo: forza, lealtà e determinazione! -
- A voi non mancano di certo! Dimmi, da dove parte tutta questa sicurezza? -
- Non lo so esattamente, ma penso che sia una cosa che ho nel sangue. Sono sempre stato così! -
- Parlami del tuo nome, Ulisse.. non è molto diffuso. -
- Mia madre mi chiamò così. Lei era come me, amava il mare, l'avventura, la cultura.. a tal proposito, prima dei Giorni Bui, leggeva molto e si era appassionata ad una storia meravigliosa. -
- Che storia? - Chiese lui. Intorno a me regnava il silenzio, tutta Panem mi stava ascoltando.
- L'Odissea, di Omero. Narra le vicende di Ulisse, un giovane guerriero scampato alla guerra che, nella speranza di tornare a casa, affronta mille pericoli e avventure. E' stato scritto in un luogo sconosciuto, penso si chiami Grecia. -
- Ma è meraviglioso! Che storia avvincente! Ti ci rispecchi? -
- Completamente. Lui vinse una guerra grazie alla sua astuzia. Io farò altrettanto. Affronterò mille pericoli nell'arena e tornerò anche io a casa! -
Il pubblico impazzisce, gli applausi durano per vari minuti. Caesar conclude l'intervista.
- Signori e Signore, Ulisse! -

Esco.

Il dado è tratto.

- Buon lavoro, giovanotto. - E' Alexander.
I suoi boccoli ricadono fino alle sue spalle, il suo sguardo è compiaciuto. 
- Non potevi fare di meglio. - Dice dandomi una pacca sulla spalla.
Stanco, torno all'appartamento. Guardandomi allo specchio non vedo il giovane dai capelli arruffati dell'altra volta.
Vedò qualcosa di più. Vedo un uomo che sta lottando per la vita, per la sopravvivenza. In un certo senso, gli Hunger Games sono già iniziati.
Mi distendo sul letto e sorprendentemente riesco a dormire un po'.
Devo riuscire ad accumulare forze, o non ce la farò.

Domani è il gran giorno. 

 

Buonasera!
Spero che questo capitolo vi piaccia, ci ho messo due giorni per scriverlo! 
E poi guardate sotto: SORPRESA! Ho fatto due disegni degli abiti di Helly e Victoria.
Premetto che non sono proprio il massimo, ma era un'idea carina per farvi comprendere a pieno la storia e immedesimarvi nel personaggio. Aspetto le recensioni per sapere cosa ne pensate! Vi aspetto!

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