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Autore: AlbertoZeusSon    27/10/2013    4 recensioni
Questa storia basata sul mondo di Percy Jackson narra di Albert Stone un ragazzo americano che viene a conoscenza di una notizia che gli cambierà la vita: è un figlio di Zeus
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il campo ama il Rap!! E il sangue…

-“Dove sei? Facci sentire la voce”- Dylan urla per sentire, ma nessuno risponde.
Ci addentriamo sempre di più nel fitto della foresta. Sfoderiamo  Squarcio della notte e la nuova arrivata Morte, la spada a falcetto di Dylan.
Faccio roteare la spada un paio di volte e corro più veloce per stare al passo di Dylan.
La foresta sembra un labirinto senza un centro ben preciso. Presto il panico ci assale, non troviamo più la strada del ritorno e siamo circondati da centinaia di alberi con un assassino nei dintorni. Sento dei passi e delle urla con delle parole non distinte.
-“Dylan aspetta sento qualcosa”- lui si ferma e si avvicina a me-“Spalla contro spalla Dylan, sensi allerta e spade pronte”- senza saperlo mi ritrovo ad essere un leader.
-“Albert, Dylan dove siete?”- Angel è arrivata con i rinforzi. Corre verso di noi staccandosi dalla quarantina di semidei che si è portata dietro, non vedo n Mark ne Malika, e mi da uno schiaffo.
-“Aridaje!!”- il secondo schiaffo dato da Angel.
-“Perché siete scappati? Cosa avete sentito e perché eravate in assetto da battaglia?”- lei ignora la mia esclamazione.
-“Abbiamo sentito una ragazza urlare e chiedere aiuto. Così ci siamo precipitati.”- dico io mentre Dylan annuisce con il capo.
-“Non c’è nessuno qui!! Avete fatto tanta fatica per nulla. Tornate indietro.”
Le diamo retta e torniamo indietro. Riaccompagno Dylan e poi risalgo la collina per arrivare nella mia casa. Sentendomi uno stupido mi tolgo la maglietta, mi arruffo i capelli per la frustrazione e mi butto sui cuscini su cui mi sono quasi abituato a dormire.
 
Sono nuovamente nella caverna. Le candele sono al loro posto e la loro fiamma brucia intensamente mentre la donna/bambina e l’uomo non ci sono, la sedia sporca di sangue è ancora lì vuota. Una voce gutturale sospira quasi come se fosse in fin di vita-“Rovescerò l’Olimpo figlio di Zeus”- ride, poi la sua risata viene soffocata dalla tosse.
 
Mi sveglio di soprassalto, sudato e distrutto dall’incubo precedente. Questa volta sono più cauto nel scegliere il bagno in cui lavarmi.
 
Esco dal bagno con passo lento e non mi accorgo che sono l’unico in piedi. Il campo è vuoto, non c’è nessuno. Così decido di allenarmi da solo all’arena di combattimento.
Taglio le braccia ad un manichino e la testa ad un altro e la vedo rotolare fino ai piedi di un uomo.. Mark.
Lui è in piedi con la sua solita spada con il manico di osso, ma nei suoi occhi c’è il fuoco vivo ed ardente. Mi vuole sfidare.
 
Si avventa contro di me con foga, come se non avesse altra ragione di esistere se non quella di battermi o… uccidermi.
Mi procura un taglio sul braccio e sento un dolore più forte del solito. È andato più affondo del normale. Sembra che voglia dimostrare qualcosa a qualcuno anche se qui non c’è nessuno.
Rotolo a sinistra ma la sua gamba mi blocca e la sua spada affonda verso di me. Io non posso muovermi e la spada arriva vicino al mio collo-“Arrenditi Stone!”- decido che è la migliore nonché unica soluzione.
-“Mi arrendo”- lui toglie la spada dal mio collo, io mi tampono la goccia di sangue che stava uscendo dal punto in cui la sua spada mi premeva.
Mark ha uno sguardo soddisfatto nei suoi occhi. Decido di andare via senza dire altro.
 
Arrivo alla parete da scalare, la attivo e inizio a muovermi in alto. Cadono degli zampilli di lava e li evito facilmente, continuo la scalata e dopo essere arrivato in cima, prendo una boccata d’aria e mi sento meglio dopo la sconfitta.
Passo al tiro con l’arco, in cui non sono tanto male. Trovo Joker che si sta allenando riducendo a piccoli pezzi delle anfore di terracotta e centrando dei bersagli rossi, bianchi e blu-“Ciao Anthony, cosa fai?”- lui mi guarda e scagliando una freccia dice-“Indovina un po’ genio del male!”-io sorrido e lui ricambia.
Prendo un arco dall’armeria e ritorno al tiro con l’arco. Tiro una freccia contro un bersaglio e colpisco un punto non troppo distante dal centro. Anthony mi si avvicina, mi scosta con un gesto del braccio e tendendo l’arco colpisce prima il centro del bersaglio, poi senza che io me ne accorga ha già incoccato una seconda freccia, e con il secondo tiro spacca a metà la mia freccia. Sto per lanciarli una serie di insulti sul fatto che lui che critica Luke per la sua saccenza non è molto diverso da lui nelle sue azioni, ma Chirone mi chiama e io lo raggiungo salutando Anthony con un gesto ritratto della mano.
-“Salve Chirone.”- lui è turbato da qualcosa, mi afferra per una spalla e inizia a camminare verso una casa. Io lo seguo senza fare domande -“Albert, ci sono dei problemi sull’Olimpo, alcuni Dei lo vogliono rovesciare. Non sappiamo quali Dei.”- io penso all’uomo e alla donna/bambina della grotta-“Ti voglio affidare un’impresa per scoprire di chi si tratta e di farlo rinsavire.”
-“Ma io sono solo un semidio inesperto. Da solo non farò nulla.”- lui mi guarda come se fossi stupido.
-“Avrai dei compagni ovviamente. Ma prima…”- mi indica una ragazza con i capelli rossi, molto carina, che si dirige verso di noi -“Devi consultare l’oracolo. Lei è Rachel Elizabeth Dare, l’oracolo del campo.”- stringo la mano alla rossa.
-“Piacere, io sono Albert Stone, posso chiamarti solo Rachel?”- lei mi sorride ed annuisce.
-“Okay ragazzi, vi lascio soli.”- Chirone va via, Rachel mi prende per mano e mi porta in una casa.
 
Il fuoco è acceso e crepitante, ci sediamo a terra, lei mi prende le mani e subito dopo cambia espressione. I suoi occhi sono di un verde spiritato, e dalla sua bocca fuoriesce un fumo dello stesso colore. Poi lei inizia a parlare con una voce tetra e molto diversa dalla voce della ragazza con cui ho parlato poco fa, è più antica e potente:
 
“In questa impresa ti lancerai
In cui sei persone porterai,
Una persona cara perder potrai
Una cara per altri troverai,
Poco tempo tu avrai
Per placare l’ira dei figli
Tu stesso morire potrai”
 
Rimango senza parole. Il fumo torna dentro Rachel e i suoi occhi ritornano normali, lei mi guarda con aria curiosa ma si intristisce guardando la mia faccia, sicuramente avrà visto la mia faccia su quella di tanti eroi-“Cosa ho detto Albert?”- io le sorrido e le dico-“Non ti preoccupare, non è nulla di che”- e corro via prima che lei possa chiedermi altro, o insistere sulla stessa domanda.
 
-“Chirone!!”- vedo il mio mentore e mi avvicino a lui-“La profezia dice…”- racconto la profezia a Chirone e lui mi guarda.
-“Devi scegliere i tuoi compagni di viaggio tra qualche giorno. Per ora lasciamoli vivere serenamente. Stasera ci sarà il torneo all’arena di combattimento. Ti iscrivo?”- ci penso su per un po’…
-“Si Iscrivimi, mi farà bene sfogarmi.”- vedo Chirone che si sta accigliando -“Ma senza esagerare”- aggiungo prima che mi sequestri Squarcio della Notte.
Mi sorride e si allontana. Io ricambio il sorriso e mi dirigo verso il bagno del campo.
Mi tolgo la maglietta arancione del campo, i jeans corti e tutto quello che ho addosso, tranne il mio prezioso anello. Mi infilo sotto la doccia e l’acqua calda mi fa sentire meglio, facendomi dimenticare gli orrori di queste notti.
 
Chirone è al centro dell’arena e sta spiegando le regole-“Non si può uccidere, o avvelenare l’avversario, i colpi all’inguine sono severamente vietati, le armi consentite sono: spade, lance, asce, martelli, giavellotti, bastoni e coltelli. Sono consentiti gli scudi e armature. Le mosse di lotta corpo a corpo sono ammesse. Gli avversari verranno scelti da voi con i bigliettini posti in questa cesta. Vince colui che riesce a far arrendere l’avversario o fino a quando il giudice non lo proclama vincitore. Si possono usare i propri poteri.”- accarezzo il mio anello e mi avvicino alla cesta contenente i bigliettini, sarò il primo a combattere.
 
-“Al centro eroi!”- Chirone ci chiama nell’arena -“Armi!”- estraggo la mia lucente spada e mi preparo al combattimento. Il mio primo avversario è Justin Brade, un ragazzino biondo della casa di Demetra, armato di un paio di coltelli affilati come rasoi. Non sembra particolarmente forte.
Si avvicina con aria minacciosa a me e come una furia si avventa sulla mano contenente la spada e con un taglio me la fa cadere. Io arretro con passi leggeri e veloci. L’ho sottovalutato, un’ errore gravissimo. Continua il suo assalto creandomi un taglio sulla guancia sinistra, mi lecco la ferita e sento il sapore del sangue e questo mi fa arrabbiare. Scorgo i miei amici sugli spalti che ammirano ogni singola mossa, incrocio gli occhi di Dylan che mi fa segno di riprendere la mia spada che scopro essere vicino a i miei piedi. Con un solo movimento tiro un calcio al mio avversario e afferro la spada che brilla più forte. Justin ha fatto cadere uno dei suoi coltelli e lo sta per riprendere. Mi avvento contro la sua mano e con due fendenti gli procuro le stesse ferite che lui ha fatto a me. Continuo colpendolo di piatto con la lama sul polso destro. Lui sussulta di dolore mentre vedo la sua pelle arrossarsi-“È ora di finirlo”- urla Red dagli spalti. Ha ragione…
Gli tiro un calcio allo sterno che lo fa barcollare e cadere a terra, faccio roteare la spada e gliela punto al cuore. Lui non da segno di arrendersi, ma continua a dimenarsi, io spingo di più la mia spada nel suo petto.
-“Il vincitore è Albert Stone”- si affretta Chirone. Tolgo la spada e la faccio ritornare in forma di anello.
 
Il prossimo duello è quello di Luke contro un gigante della casa di Efesto che brandisce un martello. Luke sembra pronto. Serio e determinato. Indossa una Yoroi, un’armatura da samurai, ma senza la maschera e l’elmo. Chirone da il via alla battaglia. Luke sembra un diavolo con quella armatura, ogni colpo che sferra il gigante viene deviato o schivato totalmente. L’avversario sembra stanco e Luke se ne approfitta sferrando un colpo di piatto con la sua katana ai reni del suo nuovo amico che cade come un sacco di patate sul terreno dell’arena -“Il vincitore è Luke Wall che passa al secondo turno.”- Luke accarezza al contrario la lama della sua spada e questa ritorna ad essere un orologio digitale con il cinturino di pelle bianca. Viene verso di me -“Ciao Albert, come sono andato?”- mi chiede con un sorriso entusiasta.
-“Hai fatto schifo!!”- interviene Joker -“Mia nonna avrebbe fatto di meglio”- sorride e noi sorridiamo di rimando.
-“Facci vedere cosa sai fare tu allora, tocca a te e Chirone ti sta chiamando da dieci minuti.”- lui sussulta e corre come un pazzo verso l’arena.
 
Qualcuno della casa di Ermes arriva con una grossa radio vecchio stile, e da li parte la voce di Eminem che canta “Till I Collapse”…
 
Anthony si prepara a duellare contro Travis Stroll. Se la sta facendo sotto letteralmente. Ma tira fuori un coltello semplicissimo, preso dall’armeria sicuramente.
-“Pronti? In guardia!”- Travis fa roteare la spada, Anthony si passa il coltello da una mano all’altra. Travis parte all’attacco come un toro che ha visto Joker ricoperto di vernice rossa. Lo taglia di continuo, Anthony non mette a segno un colpo. È in totale balia della furia del figlio di Ermes. Travis lo colpisce sulla faccia con il pugno e Joker cade a terra. Le mani nella terra impastata dalla saliva che Anthony sputa a terra. L’avversario fa roteare la sua spada in aria, il mio amico si para con la mano e a quel punto succede una cosa che non mi sarei mai aspettato. Travis viene accecato da un marchio olografico che appare sulla testa di Joker, una lira di colore giallo intenso, come il sole. Anthony sembra spiritato. Inizia ad attaccare il suo avversario con il coltello lo taglia sulle braccia e sulle gambe. Poi tenta di sferrargli l’ultimo colpo lanciando il coltello dalla parte del manico. Travis è totalmente esterrefatto, ma lo devia con la spada e lo mette a terra con una ginocchiata nello stomaco.
-“Dichiaro vincitore Travis Stroll”- taglia corto Chirone, prima che Anthony si faccia molto male –“E benvenuto figlio di Apollo”- dice inchinandosi insieme agli altri li vicino. Joker abbraccia prima me, Luke e il resto della ciurma. Poi corre dalla squadra di Apollo che lo festeggia con poesie ed haiku.
 
Dalla radio parte “Without Me” sempre di Eminem…
 
Dylan sembra pronto per affrontare il suo duello contro Malika, capo della casa di Ecate. Sono entrambi al centro dell’arena. Dylan brandisce Morte: la sua spada a falcetto. Malika stranamente impugna un bastone con una pietra verde in cima.
Partono all’attacco, e non riesco più a vedere Dylan. Anche Malika sembra confusa. Poi la ragazza cade a terra senza nessun motivo.
-“Ho capito!! È così veloce che non si vede!”- dice Luke che segue i movimenti confusi di Malika. La situazione cambia, la figlia di Ecate si arrabbia ed alza il bastone, pronuncia alcune parole e quando lo riabbatte sul terreno emette un’onda d’urto che fa tremare tutti. Dylan è a terra. Ma sulla sua testa è apparso un simbolo…  
 
 
 
 
 
 
Note dell’autore:
Ed ecco anche il capitolo 4 è finito. Spero vi sia piaciuto, ci vediamo tra 2 settimane. Tanti saluti,
Alberto

  
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