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Autore: Earth    29/10/2013    3 recensioni
In un passato lontano e oscuro Gallifrey fu distrutto. Solo un Signore del Tempo sopravvisse. Girò in lungo e in largo nell'universo e con il passare degli anni la terra lo riconobbe come il Dottore. Questo è tutto vero, ma lui è solo l'ultimo Signore del Tempo...
- Primo capitolo: da qualche parte nella 6° stagione
- Secondo capitolo: 7° stagione, tra "The Snowmen" e "The Bells of Sait John"
- Terzo e seguenti: 7° stagione, tra "Cold War" e "Hide"
Genere: Introspettivo, Mistero, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amy Pond, Clara Oswin Oswald, Doctor - 11, Nuovo personaggio, Rory Williams
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Coffee Tales's


 

La porta della cabina blu cigolò leggermente aprendosi alle spalle delle due ragazze.
« Allora avete finito di confabulare?»
Clara e la Fata si voltarono verso il Dottore, il quale se ne stava appoggiato alla porta del TARDIS ed aveva un'aria leggermente annoiata. Tutto quell'aspettare e non far nulla non doveva essere nelle sue abitudini.
« Io ho fame! » disse Tom sbucando da dentro la cabina « è dalla cena di ieri che non mangio! »
« Ottima idea! Una bella colazione ci starebbe proprio bene! » rispose il Signore del Tempo allontanandosi dalla porta della cabina e avvicinandosi al ponticello su cui si trovavano Clara e La Fata.
Il Dottore guardò l'orologio che aveva la polso: « sono le 7.15 del mattino » disse « il sole sta sorgendo, le persone si svegliano... è un orario indaffarato le 7.15, vanno sempre tutti di corsa la mattina, eppure non si dovrebbe avere fretta, alle 7.15 si è solo all'inizio della giornata. »
« Sai Dottore, io ho corso tante mattine. Per un motivo o per un altro capita a tutti di essere in ritardo e di dover fare le cose di fretta, ma credimi in un anno ho corso molto meno di quando non abbia corso in un solo giorno viaggiando con te » gli rispose Clara ironica scendendo dal ponticello.
« Scusate ma non sarà pericoloso andare in giro così?» chiese David uscendo dal TARDIS « se ho capito bene siamo tornati indietro nel tempo. E se qualcuno ci vede? Nel senso: se vede due noi? » riprese dopo aver lanciato un occhiata interdetta alla porta della cabina che si richiuse automaticamente alle sue spalle.
« David siamo tornati indietro neanche di 24 ore! » gli rispose Tom mentre cercava di infilarsi un cappotto troppo grande per la sua taglia.
« David hai ragione! » disse il Dottore voltandosi verso il ragazzo « siamo tornati indietro nel tempo e potenzialmente potremo incontrare noi stessi e non è un bene intrecciarsi con la propria linea temporale. Quindi... dove eravate questa mattina all'ora di adesso?»
Tom smise di saltellare guardò il Dottore con aria di ammirazione.
« Stavamo andando a scuola credo...» rispose David.
« Bene! Allora basterà evitare la strada casa-scuola! » disse il Signore del Tempo, poi si riincamminò insieme a Clara verso il vialetto centrale del parco.
« Noi Dottore siamo arrivati qui solo nel tardo pomeriggio quindi non ci sono problemi giusto?» chiese la ragazza.
« Giusto » rispose il Dottore, ma dopo un attimo si fermò di scatto. Clara non riuscì a fermarsi con così tanta rapidità e così, dopo essere finita un paio di passi più avanti tornò indietro.
Anche Tom si fermò lì accanto a loro, mentre David continuò ad andare avanti noncurante.
« Che succede? » chiese la Fata avvicinandosi.
« Tu dove eri oggi a quest'ora? » le chiese il Dottore con un tono più allegro e innocente di quanto a Clara sembrasse necessario.
« Io? » sorrise la Fata.
Poi ci pensò su un attimo « in giro » rispose semplicemente.
Clara le lanciò un'occhiata interrogativa.
« Non qui comunque tranquilli! Non creerò paradossi promesso » aggiunse sorridendo e incamminandosi verso il vialetto.
Il resto del gruppo la seguì.
Attraversarono il vialetto e uscirono dal parco. Si ritrovarono davanti ad un grosso incrocio dove alcune vecchie automobili se ne stavano in fila pazienti aspettando che il vigile del traffico permettesse loro di passare. Poco più in là c'era la gelateria dove tra diverse ore Clara e il Dottore si sarebbero fermati a comprare un gelato.
« Infondo alla Green Lane c'è un ottima caffetteria dove poter fare colazione » disse David indicando un punto imprecisato alla sua sinistra e incamminandosi da quella parte. Gli altri lo seguirono.
I passanti, come aveva sostenuto il Dottore poco prima, andavano di fretta. Alcuni chiacchieravano camminando veloci, altri si lanciavano saluti di sfuggita.
Superarono un gruppetto di uomini in giacca e cravatta che aspettavano l'autobus. Il tintinnio di una serie di campanelli fece voltare Clara. Un gruppo di ragazze in bicicletta arrivavano veloci zigzagando tra la gente sul marciapiede. Le biciclette la superarono e una delle ragazze, poco prima di svoltare l'angolo si voltò. Clara la sentì ridere e gridare qualcosa alle altre biciclette prima di sparire dietro l'angolo.
Clara osservò la maglietta a strisce verdi troppo grande di David e pensò di nuovo che doveva essere un pigiama, poi si guardò i piedi e notò le ciabatte rosa pallido. Indossava ancora la vestaglia che aveva trovato nel TARDIS. Doveva sembrare leggermente insolita vestita in quel modo.
Tom le passò davanti raggiungendo il Dottore, che si era fermato a parlare con un uomo che vendeva il giornale. Anche Tom indossava delle ciabatte e la giacca che si era infilato gli arrivava alle ginocchia. Rispetto al resto dei passanti anche la Fata, nonostante non fosse in pigiama, risultava troppo anacronistica. Probabilmente dovevano attirare un bel po' l'attenzione. Ma forse la gente a quell'ora del mattino era troppo indaffarata per rischiare che la propria attenzione venisse disturbata da qualcuno che aveva deciso di uscire di casa in pigiama.
« Eccoci arrivati» disse David ad un tratto.
Davanti a loro vi era un edificio con una grossa insegna gialla con su scritto:
“Coffee Tales's”
Dalla vetrata si intravedevano una serie di tavolini quadrati ordinati in fila con dei vasetti di fiori al centro. A destra e a sinistra della vetrata vi erano due porte con su scritto, con una calligrafia tremolate, rispettivamente “entrata” e “uscita” .
« Molto carino » commentò la Fata, poi fece un passo verso l'entrata, ma si fermò.
« Di qua! » disse e facendo dietro front si diresse verso la porta con su scritto “uscita” ed entrò.
David rimase imbambolato ad osservarla, poi sbuffò qualcosa e la seguì.
Intanto il Dottore e Tom li raggiunsero. Il Dottore notò l'espressione confusa di Clara, poi guardò la caffetteria.
« Tieni » le disse allegro mettendole tra le mani un giornale in bianco e nero « ti ho preso qualcosa da leggere ».
E anche lui e Tom entrarono nel Coffee Tales's passando dall'uscita.
Clara guardò per un attimo il giornale che aveva in mano dove un signore panciuto vestito di tutto punto teneva in mano un grande orologio.
« Su forza Clara non vorrai restare lì tutto il giorno! » il Dottore si era affacciato dall'uscita e le sorrideva. Clara lo osservò e ricambiò il sorriso entrando nel locale.
La sala era piccola ma accogliente. La luce che entrava dalla vetrata illuminava la stanza e le pareti bianche erano colorate da una serie di foto incorniciate di persone che sorridevano davanti a fette di torta e pancake.
Non c'era quasi nessuno, solo una coppia seduta su gli sgabelli vicino al bancone dall'altro lato della sala.
Da un tavolo accanto alla vetrata Tom si stava sbracciando energicamente facendogli cenno di avvicinarsi.
Clara e il Dottore lo raggiunsero e si sedettero al tavolo assieme agli altri.
« Ci venivo spesso qui qualche anno fa dopo la scuola» disse David con aria soddisfatta « fanno dei dolcetti ottimi!»
Una ragazza con la coda di cavallo e una maglietta dello stesso giallo dell'insegna si avvicinò al tavolo.
« Buon giorno ragazzi, cosa vi porto? » chiese tirando fuori dalla tasca della gonna un taccuino ed una penna.
« Per me...» stava dicendo David, ma il Dottore lo interruppe.
« Siamo del dipartimento del controllo delle colazioni dello stato » disse infilandole sotto il naso la carta psichica « per una dolce e sano risveglio! Portaci qualcosa da controllare!»
La ragazza li guardò per una attimo interrogativa, ma poi si voltò e si diresse in cucina per poi risbucarne fuori un paio di minuti dopo.
« Ecco qui! » disse poggiando sul tavolino un vassoio pieno di ciambelle, muffin, dolcetti di varia natura appena sfornati e cinque tazze colorate da cui usciva un rivolo di fumo.
« Se avete bisogno di qualcosa chiamatemi » disse la cameriera sorridendo e allontanandosi.
Clara prese la tazza fumante di fronte a lei. L'odore di caffè e latte la investì, era proprio quello di cui aveva bisogno, una bella colazione ristoratrice.
« E adesso che facciamo » chiese Tom addentando un dolcetto al cioccolato « nel senso: io e David non possiamo tornare a casa. Lì ci sono i vecchi noi! »
« Per ora state qui » disse la Fata alzandosi in piedi « io vado a recuperare il mio TARDIS e torno. Avremmo tutto il tempo per pensare al da farsi. »
« Ma come? Vai via subito? Finisci almeno la colazione! » le disse Clara sorpresa che scappasse via così.
La Fata le lanciò un sorriso, uno di quelli semplici e cortesi « Ci vediamo tra un po'» disse e zigzagando tra i tavolini che andavano a riempirsi, uscì, dalla stessa uscita da cui pochi minuti prima era entrata facendo tintinnare le due campanelle attaccate alla porta. Clara la osservò andare via, poi sentì David dire:
« Allora? Qual è il piano? »
Si voltò verso il ragazzo seduto di fronte a lei.
« Piano? » chiese il Dottore prendendo una brioche alla crema dal vassoio « quale piano? »
« La Fata se ne è andata, che facciamo la seguiamo? Io non mi fido, con quei suoi sorrisetti... per me nasconde qualcosa » continuò David.
Il Dottore rimase con la brioche a mezz'aria e si voltò a guardare il ragazzo sorpreso.
« Cosa? E perché mai non dovremmo fidarci? »
Clara rimase di stucco. Aveva avuto quella strana sensazione, era convinta che il Dottore non si fidasse... e a quanto pare non era stata l'unica. E invece si era sbagliata.
« Non sappiamo nulla di lei » continuò David imperterrito « da quando è arrivata sono successe un numero incalcolabile di cose strane ».
« David ma che stai dicendo! » esclamò Tom indignato « non è vero che non sappiano nulla e poi... »
« E poi io e Clara siamo arrivati con lei e le cose “starne” non sono accadute per colpa sua » concluse il Dottore addentando un muffin.
« Ma..» David sembrava spaesato.
« Clara hai letto il giornale? » le chiese il Dottore di punto in bianco.
« Il giornale? » chiese lei confusa.
« Si, quello che ti ho dato poco fa »
La ragazza tastò la tasca della vestaglia e tirò fuori il quotidiano « eccolo qui! » disse aprendolo alla prima pagina.
« Che dice ?» chiese il Dottore.
« Dice che c'è stato un ribasso sul prezzo degli orologi » rispose Clara leggendo il titolo che riempiva la parte alta della pagina « “Gli orologi da taschino perdono rintocchi!”»
« Si, si, ma che dice?» chiese di nuovo il Dottore.
Clara lo guardò interrogativa.
« Che dice la data? Quando siamo? »
Clara fece scorrere lo sguardo sulle parole stampate del giornale fino a che non arrivò in alto a sinistra.
« 29 febbraio 1953 » lesse ad alta voce « e allora?» chiese scettica osservando prima David, che aveva assunto un aria insolitamente pensierosa, e poi il Dottore seduto accanto al ragazzo.
« Non noti niente di strano?» le chiese il Signore del Tempo.
« È un anno bisestile che c'è di strano? Anche il 2000 è stato bisestile, ma mi sembra che sia andato tutto bene ».
« È sbagliato! » esclamò ad un tratto Tom rischiando di far finire tutto il vassoio ormai mezzo vuoto per terra « non è bisestile!»
« Esattamente Tom » disse il Dottore « Febbraio ha 29 giorni ogni quattro anni, almeno qui sulla terra. Come hai detto tu Clara il 2000 sarà bisestile e il 1953 è un anno dispari e gli anni bisestili non possono essere dispari ».
Clara osservò la data sul giornale: “29”, “53”.
« Non potrebbe essere semplicemente un errore di stampa? »
« Non è solo il giornale...» intervenne David uscendo dai suoi pensieri « c'è anche sui calendari e questa mattina alla radio... come ho fatto a non accorgermene? »
« Non sei solo tu a non essertene accorto » ripose il Dottore « non se ne è accorto nessuno.»
Clara osservò i tavoli pieni accanto a loro, il locale si era riempito ed un chiacchiericcio misto al rumore delle posate che sbattevano sui piatti riempiva l'aria.
« Come è potuto accadere? » chiese incuriosita.
« Bella domanda» rispose il Signore del Tempo mentre assaggiava con circospezione la sua tazza di caffè e latte « guardate lì » disse poi indicando il marciapiede fuori dalla vetrata.
Clara Tom e David si voltarono.
Ad un paio di metri di distanza, alla loro destra, sull'asfalto nero del marciapiede, correva una striscia bianca. Non era dritta, ma leggermente curva, come se un bambino si fosse divertito a fare un disegno con dei gessetti. La linea non si limitava a suddividere il marciapiede in due, ma sia allungava anche sulla strada, la attraversava e continuava serpeggiante fino a che Clara riusciva a vedere. La sua forma era insolita, a tratti sembrava rigida e precisa, in altri punti morbida e sinuosa. Nel complesso però sembrava come se qualcuno stesse cercando di circoscrivere una grossa macchia d'olio.
« È un confine » riprese il Dottore « Non credevo che sulla terra ce ne fossero, a dire il vero non credevo che ce ne fossero da nessuna parte. È come una bolla spazio temporale. Un minuscola angolo di spazio-tempo. 24 ore in una piccola cittadina, al di fuori delle leggi del tempo. È un posto sicuro nel complesso. Qualunque cosa tu faccia non puoi rompere il continuum spazio-temporale. Non puoi creare paradossi. O meglio, puoi crearne quanti ne vuoi, ma alla fine non faranno male a nessuno perché usciti da questa bolla non saranno mai avvenuti. »
Clara rimase di stucco. Di nuovo. Qualcosa le diceva che non erano arrivati lì per caso, ne loro, ne la Fata.
« È una specie di... casco protettivo» rifletté « come il tappeto elastico sotto il funambolo, anche se cadi non ti fai male »
« È per questo che siamo entrati dall'uscita? » chiese David « è per questo che la Fata è entrata dall'uscita! Se fossimo passati dall'entrata avremmo oltrepassato il confine!»
« Già » annuì il Dottore.
Quindi lei lo sapeva. Sapeva che si trovavano in un luogo sicuro, che tutto quello che avrebbe fatto non avrebbe avuto alcuna conseguenza. Ma perché? Cosa c'era che non andava? A cosa le serviva quel tappeto elastico?
« Adesso però non arrovelliamoci troppo il cervello » disse il Dottore e alzandosi dal tavolino si diresse verso la porta « abbiamo una bellissima giornata davanti! »
Anche Tom Clara e David si alzarono e anche loro, zigzagando tra i tavolini imbanditi si avviarono verso l'uscita.
Passarono davanti al bancone dove la ragazza che gli aveva portato la colazione li salutò sorridendo ed invitandoli a tornare quanto prima.
Clara lasciò che David e il Dottore uscissero per primi dalla caffetteria, poi prima che Tom potesse raggiungerli lo afferrò per un braccio.
« Hai! » protestò il bambino.
« Scusami» disse Clara « posso farti una domanda?»
Tom alzò un sopracciglio « certo! » rispose.
« Di cosa stavano parlando il Dottore e la Fata prima nel TARDIS? »
Sul viso di Tom comparve un sorriso furbetto « non sarebbe più semplice chiederglielo? »
« Si, si certo lo farò, ma tu hai ascoltato tutta la conversazione, di cosa parlavano?»
« Del più e del meno » rispose Tom, e dal tono della voce sembrava leggermente seccato « di questo e di quello, poi siete arrivati tu e David e non ci ho capito più niente!»
« Prima che litigassero » insistette Clara « cosa le ha chiesto il Dottore? »
« Di una guerra » rispose secco Tom.
Clara gli lasciò il braccio e facendo tintinnare le campanelle appese alla porta il bambino uscì dalla caffetteria.

 

 

 

 

DUE PAROLE:

Salve ^.^ scusatemi tanto per il ritardo con cui aggiorno, a dire il vero il capitolo era già pronto da un po', ma sono stata affogata dall'università e solo sta sera ho trovato il tempo di dargli una sistemata! Ora spero di non aver scritto troppe cavolate e vi ricordo che mi vanno bene tutti i tipi di recensioni, positive negative e neutre ^.^
Spero con tutto il cuore che vi sia piaciuto.
A presto!

   
 
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