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Autore: Saerith    16/04/2008    6 recensioni
Sanae sta cercando di dimenticare Tsubasa, ma sarà poi così facile? E che cosa succederebbe se si ritrovasse di fronte il suo unico grande amore? Intanto la famiglia Hiyuga si ritroverà riunita dopo tanti anni. Incontri e separazioni che aiuteranno i cuori dei nostri amici a sbocciare.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 18

Il sogno nella cascata

Un bacio. Yosuke l’aveva baciata molte volte in quei mesi, ma non aveva mai provato niente del genere. Ora capiva, Tsubasa era l’unica persona che viveva nel suo cuore, si era solo nascosto per un po’, ma quel sentimento unico e meraviglioso era sbocciato nuovamente fin dal primo momento che i loro sguardi si erano rincontrati. Le sue labbra così invitanti e le grandi mani che le accarezzavano le schiena erano tutto il suo mondo in quel momento e a malincuore accettò di smettere quel contatto meraviglioso.

- Sarei impazzito, se non l’avessi fatto.- confessò ansimante.

Lei sorrise e si aggrappò alle sue spalle alla ricerca di un altro bacio. Le loro bocche vogliose s’incontrarono nuovamente. Tsubasa passò una mano tra i suoi capelli e carezzando la curva della spalla, scese lungo il braccio per cercare la sua mano e intrecciare le loro dita. Si sentiva felice come mai in vita sua, l’emozione e il senso d’appagamento che stava provando non assomigliavano a nulla di lontanamente paragonabile con la tiepida gioia che gli trasmetteva un goal della vittoria o qualsiasi stupido trofeo si fosse aggiudicato.

Sanae era completamente travolta dalla passione d’ogni singolo gesto del ragazzo e il suo corpo si muoveva istintivamente stringendosi ancora più a lui, agognando il tocco delle sue mani. Non aveva mai permesso a Yosuke di toccarla a quel modo, perché ogni volta che lui cercava un contatto più intimo lei lo scansava. Sussultò, quando avvertì il tocco deciso sul suo seno.

- Tsubasa…- sospirò sulle sue labbra.

Il ragazzo buttò un occhio sulla sua mano che istintivamente aveva coperto quella curva morbida e imbarazzato la ritrasse.

- Scusami.- cercò di riprendere il controllo.

Lei gli accarezzò il viso scuotendo la testa. Si sentiva imbarazzata: non poteva negare che quel contatto che con qualcun altro l’avrebbe addirittura offesa, era stato piacevole.

Tsubasa si allontanò andando ad accucciarsi sulla sponda del laghetto. Voleva almeno tentare di recuperare un po’ d’autocontrollo. Avrebbe dovuto parlarle dei suoi sentimenti, prima di avventarsi così su di lei, ma i baci che si erano appena scambiati sembravano ben più validi che mille parole.

Sanae capendo il suo imbarazzo lo raggiunse inginocchiandosi accanto a lui e gli posò una mano sulla schiena. I loro sguardi s’incontrarono di nuovo e lei sorrise senza imbarazzo. Ciò che era appena successo li aveva sconvolti, ma lo avevano desiderato entrambi.

Tsubasa affondò una mano nell’acqua e si passò le dita umide sulla nuca, ma da quanto era assorto non aveva avvertito quanto fosse gelida l’acqua e trasalì al tocco ghiacciato delle gocce sulla pelle.

Sanae scoppiò a ridere, alla fine il suo adorato capitano non era cambiato: fuori dal campo da calcio rimaneva il solito ragazzino impacciato. Ridiventò seria, quando incontrò i suoi occhi che la fissavano con una miriade di emozioni inespresse. Scansò nuovamente lo sguardo languido di lui, concentrando la sua attenzione sullo spettacolo che madre natura offriva in quel remoto angolo del parco. Osservò lo schiumare del lago là dove la cascata terminava il suo salto: i raggi del sole, riflettendosi sulle gocce producevano un piccolo arcobaleno e prendendolo per mano gli indicò il punto dove la luce creava quel fascio multicolore.

Tsubasa le sorrise, ma la sua attenzione fu catturata da qualcosa oltre la cascata: dietro al muro d’acqua si celava una rientranza. Si alzò e la prese per mano e indicandole il punto che aveva colpito il suo interesse le chiese di seguirlo.

Costeggiarono il lago e si avvicinarono alla cascata. Con un salto Tsubasa superò il fosso che lo divideva dall’entrata della cavità e voltandosi le prese la mano per aiutarla a raggiungerlo. Sparirono così dietro al muro d’acqua che scrosciava producendo un rumore soave.

- Che spettacolo!- esclamò Sanae entusiasta.

Tsubasa sorrise soddisfatto, sapeva che le sarebbe piaciuto: anche a lui aveva fatto lo stesso effetto, quando era andato a vedere le famose cascate dell’Iguazù. Certo lo spettacolo non era niente di minimamente paragonabile, ma la sua presenza rendeva quello spettacolo, il migliore che potesse ammirare.

- Non ero mai stata “dentro” ad una cascata!- proseguì ridendo.

Tsubasa si avvicinò e le passò un braccio sulle spalle. Lei posò istintivamente la testa sulla sua spalla e rimase a fissare ipnotizzata il muro d’acqua che li separava dal resto del mondo. Portò la sua mano sul petto del ragazzo che immediatamente la strinse nella sua. Sanae desiderò che il tempo si fermasse in quel momento tanto felice da sembrare quasi irreale.

Si parò di fronte a lui passando le mani dietro al collo e offrendogli le labbra per un altro bacio. Tsubasa si perse nuovamente in quel dolcissimo contatto e i suoi sensi presero a torturarlo piacevolmente. In preda al desiderio le accarezzò i fianchi e la strinse ancora di più a sé, avvertendo una nuova sensazione al basso ventre. Sanae si allontanò da lui e posò lo sguardo oltre la cascata, verso quel mondo in cui lei era comunque la ragazza di Yosuke Shiratori e cui suo malgrado sarebbe dovuta tornare.

Riportò lo sguardo al ragazzo che, sorpreso dal suo allontanamento, le stava chiedendo se per caso avesse fatto qualcosa di sbagliato. Posò la fronte al suo petto e sospirò. No, lui non aveva fatto niente di sbagliato, era lei ad essere in torto e non poteva continuare a nascondere la realtà, ma come poteva dire a Tsubasa che in realtà lei non lo aveva aspettato, che lei stava con una persona che non valeva nemmeno la metà di quanto valesse lui.

Si avvicinò al getto d’acqua e stese la mano. Fissò la sporgenza che la divideva dalla sponda del lago, poi si voltò verso Tsubasa. Cosa doveva fare? Non voleva fuggire, ma come poteva restare: sapeva che la passione stava prendendo il sopravvento e non avrebbe saputo arrestare l’impeto di quei sentimenti. Si guardò intorno osservando l’ambiente cha la circondava e si chiese se fosse un sogno o la realtà.

Tsubasa tese la mano verso di lei.

- Sanae, devo dirtelo, voglio confessarti quello che provo per te.-

Si sarebbe coperta le orecchie per non sentire, se avesse udito parole d’amore uscire da quella bocca dal sapore irresistibile, non avrebbe più avuto la forza di andarsene.

- Io…-

Le lacrime sgorgarono dagli occhi color ambra e Tsubasa si avvicinò per asciugare quelle gocce che illuminavano le guance della sua Sanae.

- Non riesco neanche a dirti quello che sento ora che sono qui con te. –

Le posò le mani sulle spalle.

- Lo so da tempo, ma non volevo legarti a me. Ero un ragazzino di 15 anni pieno di sogni, quando sono andato via, ma già sapevo che posto avevi nella mia vita. Ho solo tentato di ignorarlo, ma non si può fingere di non sentire il cuore che chiama l’amore con il tuo nome, angelo mio.-

Le baciò la fronte e Sanae chiuse gli occhi percependo distintamente il tocco delle sue labbra sulla pelle calda per l’emozione.

- Io ti amo.-

Lo sapeva, ma quelle parole acquistavano tutt’altra valenza, quando venivano pronunciate con un tono così dolce e deciso. Si strinse a lui, cercando di trattenere le lacrime che prepotenti volevano contrastare il sorriso gioioso che si era dipinto sul viso. Le loro labbra si unirono in un nuovo bacio, più dolce, più appassionato, che aveva il gusto dell’amore.

I can't pretend anymore
That I'm not affected, I'm not moved
I can't lie to myself, that I'm not, always thinking of you

La bocca di Tsubasa scese ad accarezzarle il collo, fino a sfiorare il decolletè. Sanae lo strinse repentinamente a sé e invitato da quel gesto a continuare le passò le mani sui fianchi e risalì ad accarezzare la curva del seno.

You make me strong
You show me I'm not weak to fall in love
When I thought I'd never need, now I can't get enough

Le mani esploravano ogni parte dei loro corpi, mentre le loro lingue s’intrecciavano in baci appassionati. Sanae affondò le mani nei suoi capelli corvini, lasciando il corpo libero di rispondere alle carezze ardenti.

I always made it on my own
I always talk that I would keep control
You changed everything I believe in
Now I just can't fight this feeling baby

Tsubasa le passò la mano dietro al collo e scese fino ad incontrare ciò che stava cercando. Sanae avvertì un brivido lungo la schiena, mentre la lampo del vestito si apriva afflosciando i tessuti, che perdevano aderenza dal suo corpo, finché aiutati dalle mani di Tsubasa non scivolarono a terra.

I raise my hands and I surrender
'Cause your love is too strong, and I can't go on
Without your tender arms around me
I raise my hands and I surrender
I don’t wanna resist, 'cause your touch and your kiss
Have shattered my defences
I surrender

Spontaneamente Sanae lo aiutò a liberarsi degli indumenti, ormai inutili, poi si lasciò guidare da lui che stringendola tra le braccia la fece adagiare delicatamente a terra. L’esperienza era nuova per entrambi, ma in quel momento l’istinto li guidò per varcare le porte del lato più fisico dell’amore.

Sanae si aggrappò ai suoi bicipiti, soffocando un grido di dolore, contro la sua spalla. Tsubasa la baciò sulla fronte e con delicatezza iniziò a muoversi.

I have to admit that I
Never thought I'd need someone this way
'Cause you opened my eyes, so that I can see so much more

La scomoda roccia non era proprio il miglior giaciglio, ma Sanae non sentiva altro che il contatto meraviglioso con il corpo di Tsubasa che esigente percorreva la sua pelle con carezze ardenti. Non le importava più di nulla, Yosuke non esisteva, c’erano solo lui e lei e il loro amore che li stava unendo in quell’atto appassionato.

I surrender to this feeling in my heart
I surrender to the safety of your arms
To the touch of your lips
To the taste of your kisses

Cullati dal dolce ritmo della cascata, esausti e felici, si stavano rilassando stretti l’uno nelle braccia dell’altro. Tsubasa seduto spalle alla solida roccia e le braccia che la stringevano, in un abbraccio protettivo.

Sospirò beandosi di quanto avevano vissuto insieme, chiedendosi ancora una volta se fosse un sogno o la realtà. Il contatto della sua schiena sul petto le permise di sentire il cuore di Tsubasa che batteva forte, proprio come il suo.

- Ti amo.- finalmente lasciò quelle parole libere dalle catene dell’orgoglio.

Tsubasa sorrise e la strinse ancora di più, affondando il viso nei suoi capelli.

- Dimmelo di nuovo.- sussurrò, quasi implorandola.

Si voltò a guardarlo negli occhi, mentre per la seconda volta le sue labbra pronunciavano le due parole più semplici, ma più belle per un innamorato.

Con la mano le afferrò delicatamente il mento e la baciò dolcemente.

I can't lie to myself that I'm not always thinking of you*

Il sole stava tramontando e con tristezza Sanae si rese conto che il sogno era finito, così come stava terminando quella bellissima giornata che le aveva fatto scoprire l’amore. Uscirono dalla rientranza e prima di ritornare al ruscello, Sanae si voltò per guardare quella cascata che avrebbe avuto per sempre un posto speciale nei suoi ricordi.

Mano nella mano, riguadagnarono il sentiero. Ripercorsero il cammino a ritroso e giunti al campo d’anemoni, Tsubasa si chinò per coglierne uno e porgerlo alla ragazza che se lo sistemò tra i capelli sorridendo. Si scambiarono un altro bacio a fior di labbra e si diressero verso l’uscita.

Sanae stava pensando a come comportarsi, forse avrebbe dovuto spiegare tutto e subito, ma avrebbe rovinato una giornata perfetta e poi come avrebbe affrontato un discorso simile dopo quello che era successo tra loro. Di certo non poteva dirgli: “Sai Tsubasa, sto con un ragazzo da ben quattro mesi, ma ho fatto l’amore con te, perché ti amo.”, anche se era vero. Il suo errore più grande era stato quello di mettersi con Yosuke: avrebbe dovuto seguire il cuore, anziché il suo stupido orgoglio.

La voce di Tsubasa la riscosse da quei contorti pensieri.

- Hai voglia di mangiare qualcosa?-

- Sì, grazie, in effetti, ho un po’ fame.- rispose.

Alla fine decise di rimandare tutto al giorno dopo. Tsubasa la amava e lei lo corrispondeva appieno, tutto il resto si sarebbe risolto.

Andarono in un ristorante di Okonomiyaki e Sanae andò al telefono pubblico per avvertire la madre, dato che dal mattino era sparita senza dire niente.

- Finalmente, Sanae, mi stavo preoccupando.- esclamò la madre rimproverandola.

- Scusa mamma, è che ho incontrato…- tanto valeva iniziare ad essere sinceri.- … Tsubasa e la giornata è passata senza che me n’accorgessi.-

- Tsubasa è qui? Salutamelo cara.- disse con un tono decisamente più addolcito.

Sanae si aspettava un’esplosione di domande a raffica che non avvenne. Si salutarono e tornò al bancone dove l’aspettava Tsubasa.

La signora Nakazawa tornò ai fornelli per dedicarsi alla cena. La sua espressione era molto soddisfatta. Shiratori non le era mai andato a genio, mentre il giovane Ozora così calmo ed educato era entrato nelle sue grazie senza troppi sforzi. Sperava quindi che il ritorno del suo favorito aiutasse la figlia ad allontanare quel ragazzino saccente e pieno di sé.

Gli occhi di Tsubasa brillarono di fronte a quel piatto colmo d’impasto condito con tutto il possibile, afferrò il tubetto di maionese sul bancone e lo strizzò sopra la pietanza sotto gli occhi meravigliati di Sanae.

- Ah, sapori di casa!- esclamò soddisfatto dopo il primo boccone.

Scoppiò a ridere divertita, scuotendo la testa.

- Con tutta quella maionese prenderai almeno tre chili, caro il mio campione.- lo punzecchiò.

Anche lui scoppiò a ridere. L’atmosfera tra loro non era mai tesa, stavano sempre bene insieme e dopo l’esperienza meravigliosa di quel pomeriggio la complicità tra di loro era inevitabilmente amplificata.

Tsubasa consumò la cena con soddisfazione e, tra un boccone e l’altro, descrisse i piatti che costituivano la dieta brasiliana. Sanae lo ascoltò, mentre esaltava la bontà dei Pao Queijo, precisando che erano in ogni caso piatti troppo calorici per uno sportivo e quasi si strozzò con il kocha, quando Tsubasa le raccontò dei fallimenti culinari di Roberto.

La serata era stata la degna conclusione di quel giorno stupendo. Dopo il ristorante, si erano fermati ad un chiosco per prendere dei dango da gustare in riva al fiume. Stretti l’uno all’altra, osservarono in silenzio la luna, scambiandosi baci e carezze.

Ora che la stava riaccompagnando a casa, Sanae iniziò ad avvertire una sorta di peso sul cuore. Tsubasa le stava parlando della selezione per la Nazionale, ma lei non stava ascoltando. Arrivarono di fronte casa sua e la strinse nuovamente in un caldo abbraccio.

- Domani pomeriggio parto per il ritiro, ma domattina voglio vederti.- le sfiorò le labbra con un bacio.

- Grazie.- le sussurrò.- Grazie, per avermi aspettato.-

Quelle parole la colpirono come una scarica elettrica, riportandola al mondo reale.

Le diede un altro bacio e si salutarono. Sanae corse dentro casa e salutò distrattamente i familiari. Andò a chiudersi in camera sua prima di scoppiare in lacrime.

Domani non avrebbe potuto aggrapparsi a niente per rimandare la verità: il sogno era finito.

* Parole tratte dal testo di “Surrender” di Laura Pausini.

Eccoci qua…spero che le fan della coppia siano contenti della mia scelta. Come vedete Tsubasa qui è tutt’altro che capra, anzi…XD

E ora i ringraziamenti:

Makichan: sei stata molto gentile a leggere e recensire, anche se so che il tipo di FF non è nelle tue corde.

Eos75: Grazie mille per i consigli e per il sostegno in questo momento delicato della mia vita.

Onlyhope: Eli ovviamente tu sei la persona che mi conosce meglio e che cerca di aiutarmi a fare le scelte giuste. Sono felice di sapere che tu mi sostieni, per me è davvero importante.

Dolcebarbara: spero con questo capitolo di farmi perdonare per il mio forfait di Bologna.

Rossy: grazie come sempre sei gentilissima.

Grazie a tutti, anche coloro che non recensiscono!




  
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