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Autore: esse198    01/11/2013    3 recensioni
Anya è una ragazza come tante, con l'unico vantaggio di lavorare negli studi dove viene realizzata la sua serie preferita "Doctor Who". un passo dopo l'altro il "destino" la avvicinerà a Matt.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matt Smith, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Orange Sky 

- Allora? – chiese Matt in attesa di vedere i suoi occhi sbarrati per la sorpresa.
- Il mare! – esclamò infatti lei.
- L’oceano! – rettificò lui. 

Per raggiungerlo era stato sufficiente uscire dal centro e avviarsi verso la costa, pochi minuti, il tempo di accostare l’auto, scendere e affacciarsi al muretto oltre il quale si estendeva la spiaggia. Il pomeriggio era trascorso veloce, le ore si erano susseguite quasi rincorrendosi fino ad arrivare all’ora del tramonto. Poche persone sulla spiaggia stavano già raccogliendo le loro cose per andar via. E il sole piccolo e lontano si confondeva tra le nuvole e si immergeva in mare.
 
Matt afferrò la mano di Anya e la trascinò di corsa giù per la spiaggia.
Si fermarono non lontani dal bagnasciuga.
- Facciamo il bagno? – le propose guardandola con sguardo pericoloso.
- Ma non ho il costume!
- Nemmeno io!
Le venne in mente la scena di quel film dove si spogliava di tutto davanti alla ragazza che gli piaceva e si buttava in acqua[1]. Sarebbe stato troppo imbarazzante.
Lo guardò con occhi terrorizzati.
- Hai la biancheria intima?
Anya sgranò gli occhi ancor di più.
- Certo!
- Beh, allora è lo stesso.
Pensò che non era proprio lo stesso e lui lo sapeva. Quel maledetto!
Aveva già iniziato a spogliarsi: via la maglia e poi i pantaloni. Tenne gli slip e si lanciò verso il mare.
Lei allora tolse i jeans, esitò sul top e lo sfilò via. Raggiunse l’acqua e constatò che era gelata. D’istinto si tirò indietro, ma lui sguazzava come un bambino. Si fece coraggio, prese una bella rincorsa e si tuffò.
L’impatto fu quasi traumatico, ma la piacevole sensazione dell’acqua che le accarezzava tutto il corpo vinse sull’algida temperatura. Si lasciò cullare e massaggiare, ritrovando un po’ di relax.
E fu allora che lui si avvicinò:
- Visto? Ce l’hai fatta anche tu.
Si era avvicinato tanto. Erano uno di fronte all’altra, dondolati dalle onde.
- Già! – era riuscita a dire lei quasi in un sussurro.
- È come ieri…
- Come?
- Con i capelli bagnati e scompigliati, appena uscita dalla doccia. – con una mano le carezzò i capelli.
Lei era ferma, immobile, tentata a spostarsi.
- Hai detto di essere innamorata di me, eppure ogni volta che io mi avvicino tu ti allontani… perché?
- Io… - era completamente paralizzata, come ipnotizzata dal suono della sua voce, dalla pericolosa vicinanza, da quei suoi occhi verdi che la stavano esplorando dentro.
- Io avrei voluto – continuò lui – ma nonostante ci siano state le occasioni, ho sempre esitato, forse per timore di un rifiuto.
- Di quali occasioni parli? – le voci erano sommesse, i sussurri  erano diventati sempre più lievi e le bocche erano sempre più pericolosamente vicine.
- Di occasioni come questa.
Il contatto labbra contro labbra fu dapprima molto lieve, ma bastevole a far provare ad Anya un brivido come una leggera scossa che la percorse lungo tutta la schiena.
Quando il contatto si fece più concreto, più coinvolto, fu un confondersi di sensazioni. C’era il gelo dell’acqua e il tocco delle sue mani, il calore provocato dall’abbraccio che ne seguì contrastò e si mescolò con il freddo del mare.
Ripresero fiato e si strinsero più forte, in un intreccio di labbra, di braccia e di gambe, una carezza lungo tutto il corpo.
Alla fine sorridevano, divertiti e lui non sembrava più così sicuro come lo era stato a Londra.
- Hai capito perché ti ho fatto venire fin qui?
- Per farmi morire assiderata?
Rise lui, rise di quella sua risata aperta, gettando il capo all’indietro. E lei era felice di farlo ridere.
Uscirono dall’acqua.
- Come ci asciughiamo adesso? – chiedeva lei battendo i denti.
Lui adocchiò il sacchetto con la sciarpa di Anya fuoriuscire dalla sua grande borsa. La prese e la spiegò.
- No, la sciarpa no! – ma lui gliel’aveva già poggiata addosso, constatando quanto fosse ampia.
- No, la sciarpa nuova! – protestava ancora lei.
- Che vuoi che facciano un po’ di acqua e sale? 
L’aveva avvolta e ora se la stringeva forte. E non mollava la presa. Aveva un buon profumo: di fiori, di vaniglia, un miscuglio di aromi dolci.
 
Tornarono verso la macchina mano nella mano, accompagnando i silenzi con scambi di sguardi complici.
Un pensiero però si insinuò nella mente di Anya, un interrogativo che non aveva trovato risposta e che minava la sua serenità.
- Perché non mi hai detto di Karen?
Matt fece una smorfia di fastidio. E le mani si sciolsero.
- Che importanza ha? – ribatté.
- Ha importanza invece! – insistette lei.
Matt prendeva del tempo. Sembrava contrariato, ma alla fine rispose:
- Me ne sono dimenticato, ok?
- Cosa? – chiese lei scettica.
- È così. Me l’hanno detto quando sono rientrato in stanza, quando sono uscito ti ho trovata lì pronta, in tutta la tua bellezza e mi è sfuggito… me ne sono ricordato quando siamo arrivati al ristorante, ma a quel punto era troppo tardi…
- Non è vero… - ribatté lei completamente diffidente.
Lui si fermò di fronte a lei con aria seria e decisa:
- Sai cosa c’è? Tu pensi che gli altri, tutti gli altri, siano migliori di te.
- Questo non è vero, sai bene che mi reputo migliore di certe persone…
- Si, ma poi ti confronti con il meglio e tu pensi di non essere mai abbastanza. Per questo tendi a nasconderti, a non attirare l’attenzione. Temi che mostrandoti verrebbe fuori solo il peggio. Il punto è che non c’è un meglio o un peggio. Il punto è che ci sei solo tu, Anya, con la tua affascinante timidezza, ma non metterla troppo in risalto o le persone non scopriranno mai cosa c’è dietro o penseranno che vuoi allontanarli. – Matt fece una pausa, poi le si avvicinò e le prese il viso tra le mani: - Tu mi piaci Anya, e ho una lunga serie di motivi validi a sostegno di questa mia attrazione – disse sorridendo – e potrei elencarteli tutti quanti, ma non servirà a convincerti della mia sincerità se non riesci a fidarti di me.
La guardava intensamente negli occhi, come a cercare di convincerla, come in attesa speranzosa di un suo cedimento. La ragazza sostenne per qualche secondo lo sguardo, colta completamente di sorpresa dalle parole di Matt, nemmeno lontanamente aveva pensato che lui avesse capito così a fondo le sue paure, nemmeno nelle sue più dorate fantasie aveva immaginato di vederlo così coinvolto, di potersi sentire così vicina a lui, ancor più di quella vicinanza fisica che c’era stata poco prima.
- Io mi fido di te. – disse infine Anya in un sussurro, dopo aver abbassato lo sguardo.
Lui allentò leggermente la presa, ma la attirò a sé, avvolgendola in un forte abbraccio dove lei si rifugiò e si rannicchiò, in una resa completa.
 
 
 
 
 
[1] Il film è Womb






corner:
bene! questo non è l'ultimo capitolo, ma per lungo tempo ho pensato lo fosse. mancano comunque pochi capitoli, credo...
voglio ringraziare tutti quelli che stanno leggendo questa storia un pò scema XD io però mi sto divertendo molto a scriverla e devo dire che dispiace un pò anche a me che stia finendo...
cmq il vero motivo del corner è questo: l'immagine di questo capitolo è una mia opera d'arte! XD
spero vi piaccia!
a presto e grazie a tutti in particolere a earth, sunset e shalycohen per avermi lasciato delle bellissime recensioni!
ciau!

esse



 
  
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