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Autore: ristampa    01/11/2013    2 recensioni
'Narrami, o Musa, dell’eroe multiforme, che tanto vagò, di molti uomini vide le città e conobbe i pensieri, per acquistare a sé la vita e il ritorno ai compagni. Ma i compagni neanche così li salvò, pur volendo: con la loro empietà si perdettero, stolti, che mangiarono i buoi del Sole Iperione: ad essi egli tolse il dì del ritorno. Racconta qualcosa anche a noi, o dea figlia di Zeus.'
La storia di Ulisse e della sua Odissea.
E fu così che nacquero gli Hunger Games.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 9 - Dolce oblio
 
Cosa dicevano alzando la voce bellissima,
allora il mio cuore voleva sentire.
Odissea, Omero.


Queste isole volano, si muovono nell'aria.
Gli Strateghi hanno ci hanno riservato il meglio del meglio per celebrare questi primi, storici Hunger Games.
Li renderanno indimenticabili. Il pericolo può nascondersi dietro ogni angolo.

- Signore e Signori, che i primi Hunger Games abbiano inizio. -

Quella voce mi rimbomba nella testa così forte da non sentire il gong che segna l'inizio dei Giochi.
I tributi scendono dalle loro pedane e si dirigono verso la Cornucopia.

Nonostante gli avvertimenti di Alexander mi rendo conto che non sopravviverò a lungo senza cibo e senza armi.
Corro, veloce come il vento e riesco ad afferrare un coltello che qualcuno ha lanciato a pochi metri da me. 
Capisco che non posso rischiare più di così e comincio a correre verso la fitta vegetazione che potra offrirmi un po' di riparo.
Arrivato, decido di nascondermi dietro a una strana pianta, dotata di foglie multicolore che può permettermi di fermarmi momentaneamente.

Quella che prima era una verde pianura, ora è una gigantesca pozza di sangue.
Vedo i tributi che lottano per vivere. Non sono più umani, sono bestie mosse dall'istinto di sopravvivenza.

In quel momento, sento il suono di un cannone.
Un altro.
Un altro ancora.

Sette colpi in tutto, sette morti.

I Favoriti ridono sadici mentre uccidono i più deboli.
La ragazzina del 12 scappa terrorizzata, assieme al suo compagno.
Corrono disperati, inseguiti da Eva, la ragazza del Distretto 1 che li insegue, brandendo un coltello tinto di rosso vermiglio.
Si dirigono verso la foresta, vicino al punto in cui mi trovo ora.
Stringo il pugnale. Li aspetto.

Tutto accade in pochi secondi.
La ragazzina passa, Eva lancia il coltello. La mia reazione è fulminea e la mia lama ora è conficcata nel suo collo.
I suoi meravigliosi capelli rossi sono dello stesso colore del suo sangue. Guardo il suo sguardo spegnersi.

Un altro colpo di cannone.

I tributi del 12 sono senza parole.
Mi guardano come se fossi un mostro, nonostante li abbia salvati entrambi. Evitano i miei occhi e scappano via, nella palude.
Mi rendo conto di non avere molto tempo: gli altri Favoriti si accorgeranno presto dell'assenza di Eva e andranno a cercarla.
Impassibile, sfilo il coltello dal collo di Eva e noto, con mio grande piacere, che portava uno zaino sulle spalle.
Prendo tutto e scappo, verso l'ignoto.
Spinto dalla paura, riesco a percorrere circa due chilometri senza mai fermarmi.
Stanco, inizio ad esplorare con calma il territorio.

In questo momento mi trovo nell'isola centrale.
Intorno ad essa, vi sono altre quattro isole, collegate tra loro da fragili ponti di legno.
Per motivi a me ignoti, volteggiano tutte nel vuoto, sospese da una forza sconosciuta. 
Provo a salire su un albero per avere una visuale migliore e confermo quello che avevo ipotizzato.
Ad un tratto però, un aroma che conosco fin troppo bene riempie le mie narici.

Mi lascio guidare da quel dolce odore; profumo di mare, profumo di casa.
Raggiungo un ponte. E' instabile, ma mi faccio coraggio.

Cammino lentamente per circa 800 metri. Non so cosa ci sia dall'altra parte, tutto è avvolto da una fitta nebbia.
Sotto di me, il vuoto.
Più mi avvicino e più l'odore si fa forte.

Una volta messo un piede per terra una sensazione di sicurezza mi avvolge.
Sento il rumore delle onde che si frantumano.
Sento l'odore del sale.
Sento la speranza.

Arrivato, mi butto in acqua senza pensarci due volte.
L'isola in cui mi trovo è molto vasta, occupata quasi per una buona parte da un grande lago salato nascosto dalla vegetazione.
Esploro il territorio, in cerca di qualche rifugio. Dopo circa mezz'ora, trovo quello che fa per me. Una caverna.
La cavità è profonda, troppo profonda, così decido di non addentrarmi più di tanto rimanendo più vicino possibile all'uscita.

E' ormai sera e decido che è ora di riposare. Fa molto caldo.
Prendo lo zaino di Eva e inizio a frugare.
Trovo un sacco a pelo, una scatola di fiammiferi, del cibo essiccato, un po' d'acqua, un coltellaccio appuntito e una una lunga corda.
Sorrido avidamente e provo a dormire un po'.

All'improvviso parte l'Inno di Capitol City, che mi fa saltare in piedi all'istante.
Mi affaccio fuori e osservo lo stemma della Capitale proiettato nel cielo nero.
Uno dopo l'altro, vedo i volti dei tributi morti.
Eva, del Distretto 1.
I due del 5, di cui non ricordavo il nome.
Frank, il ragazzino del 6, che avevo osservato a lungo sull'hovercraft.
Le ragazze del 7 e dell'8.
Entrambi i tributi del 10.

Otto vittime, otto corpi, otto famiglie disperate.

I miei sogni sono inquieti.
Il mio corpo è in allerta, mi sveglio regolarmente ogni due ore per controllare la situazione.
Tutto è immobile, tutto è calmo.

Le prime luci dell'alba illuminano i miei occhi verdi, rendendoli luminosi.
Sono sicuro che tutte le telecamere, in questo momento, sono puntate sul mio viso.
Il mio stomaco protesta, ma cerco di resistere.
Mi alzo e vado in cerca di qualcosa di utile per pescare.

Dopo qualche ora, mi ritrovo su una zattera improvvisata, ma stabile.
Ho fabbricato alcuni ami e una rete. Li butto in acqua e aspetto.

Dopo un paio d'ore mi ritrovo con un paio di pesci di medie dimensioni. Riporto l'imbarcazione a riva e studio il pescato.
Sembrano normalissime carpe di fiume.
Intaglio il legno fabbricando due piccoli contenitori che riempio di acqua fresca.
Immergo i pesci nella prima bacinella mentre l'altra la lascio al sole. Con il caldo, l'acqua evaporerà e rimarrà solo il sale, indispensabile per mantenere a lungo i pesci.
Accendere un fuoco è troppo pericoloso, rischierei di essere visto.. ma la fame è troppo forte, sono costretto a mangiarli crudi.

Dopo, decido di esplorare i dintorni.
Caricato lo zaino in spalla, risalgo sulla zattera. Il rischio di essere visti è minimo, con un po' di attenzione sarà ben nascosto dalla fitta vegetazione.
Il tempo è peggiorato e la corrente si fa sempre più prorompente.
Un colpo di cannone mi fa quasi cadere in acqua dallo spavento.
Con un ramo che mi fa da remo, raggiungo la riva opposta del lago.

Immediatamente il vento cessò, vi fù una calma improvvisa, le onde si addormentarono. 

Un attimo dopo, sento una voce melodiosa che chiama il mio nome.

Non so spiegare bene le sensazioni che sto provando.
Sento come un richiamo, una melodia armoniosa che mi entra nella testa, mi risuona nelle orecchie. Un suono che è più forte di mille bombardamenti.
Un suono che potrebbe zittire diecimila persone contemporaneamente, qualcosa di cui non si può fare a meno.
Sono alla sua mercé. Il mio corpo si muove da solo, guidato da quella, anzi, da quelle voci soavi.

Sirene.
Splendide, sublimi, incantevoli, letali.

Voglio loro, adesso.
Sono spinto dal desiderio, dalla pazzia.
Non ricordo più nemmeno come mi chiamo. So solo che morirei, pur di averle.

- Avvicinati dunque, glorioso Ulisse, ferma la zattera, ascolta la nostra voce. Nessuno mai è passato di qui con la sua nave nera senza ascoltare il nostro canto dolcissimo. -

Ormai sono immerso, i miei polmoni reclamano ossigeno. 
Ma io non voglio risalire in superficie.
Quelle strabilianti creature dai capelli soffici mi accompagnano lentamente a fondo, sempre più giù.
Accarezzano il mio viso, le mie guance. Sono in estasi.
Ad un tratto il mio corpo si riempie di acqua.

L'ultima cosa che ricordo sono gli occhi di quell'essere e delle mani che mi riportano su.

 

Cari lettori,
che ne dite di questo capitolo? Come vi sono sembrate le sensazioni vissute dal protagonista?

Le avventure nell'arena sono appena cominciate, e ho in mente cose sensazionali.
Aspetto come sempre le vostre recensioni! Anche un breve commento o una critica sono apprezzati, per me rappresentano un piccolo contributo per dimostrarmi che lo sforzo che sto facendo per scrivere la storia non è vano.. Alla prossima, siete fantastici! 

 
  
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