Io, Anna
Quando mi sono sposata ed
ho lasciato la casa dei miei genitori, ho voluto far costruire qui la
mia,
vicino al bosco, che ora ci fa meno paura, proprio in questo punto. È stata una
casa felice, la nostra: vi ho
vissuto tanti anni in compagnia di mio marito e dei miei due figli, lui se ne è
andato qualche anno fa, mentre i
miei “bambini”... Bhè, loro vengono a
trovarmi ogni tanto, anche se non abitano
in questo villaggio.
Però non mi sento
poi così sola. Spesso alla sera o all’alba mi
siedo nel patio davanti a casa e
guardo quel punto, rivivendo l’ultimo momento in cui
l’ho vista di notte ed
immaginando di vederla tornare al mattino. Pura immaginazione, non si
è più
fatta vedere per anni e non mi sono mai aspettata che lo facesse,
d’altronde
lei non è come noi, non è del nostro mondo e sono
sicura che in questo momento
sia impegnata da qualche altra parte, a tentare di salvare noi poveri
esseri
umani da una notte fin troppo
buia.
Certe volte, guardando le stelle più brillanti che mai, me
la rivedo al mio
fianco, bellissima, come quand’eravamo due ragazze che
parlavano su un
davanzale, ed è in quei momenti che sono sicura che sia
esistita davvero. Di
lei non si è più parlato, almeno non
concretamente, anche se qualche strano
aneddoto che ricorda lei circola ancora. Proprio per questo mi sono
più volte
chiesta se non fosse semplicemente stata un’allucinazione
collettiva, o un
sogno,una fantasia... E tutte quelle volte mi sono sempre convinta
della sua
esistenza guardando le stelle brillanti e, nei momenti più
difficili, la mia
stella personale. Me
la immagino ancora
con i capelli biondissimi, gli occhi azzuri e la risata cristallina,
che aveva
quando l’ho conosciuta io. So che è
ancora così; per me,almeno, resterà
sempre tale. Ha dato una spinta a
tutti, anche se non ce ne siamo accorti subito: io sono diventata la
prima
insegnante di questo paese e la gente, pian piano, ha incominciato ad
aprirsi,
ad imparare nuove lingue, a viaggiare, a farsi fregare da mercanti
affascinanti
che ti vogliono propinare la roba più assurda ed esotica, a
sperimentare piatti
nuovi nelle cucine, a difendersi dagli aspetti peggiori
dell’uomo e ad
ammirarne la parte migliore. Ovviamente questo sta ancora accadendo,
non siamo
al termine di un processo ormai concluso, anche se la ruota gira;
lentamente,
ma gira.
E mi viene naturale pensare
che sia anche merito suo, che non ha mai preteso niente ed è
arrivata da
straniera malvista, anche da me.
Però sono sicura che la
rincontrerò, tra non molto, e allora tornerò
giovane anch’io. La aspetterò qui,
davanti al bosco, in quella che passerà alla storia come
“Terra delle Stelle”.
Le mie espeienze le ho già fatte: ho fatto la mia parte in
questo paese, ho
viaggiato ed ho perfino incontrato anche i miei nonni, da ragazza. Ora
so di
aver dato quello che dovevo dare e di poter stare tranquilla al mio
posto.
Io quella strada,
la strada che abbiamo
costruito in armonia con la natura, l’ho già
percorsa, ed ora mi appresto a
cedere il passo alle nuove generazioni, ad occhi più giovani
e curiosi, che la
seguiranno nel suo tortuoso cammino fino a raggiungere grandi
città nelle quali
sosteranno, s’innamoreranno, o passeranno soltanto.
Procedendo per quella
strada poi, lasciandosi alle spalle i monti e i pini, dopo aver
attraversato
umide pianure, giungeranno al termine, al mare.
Spazio autrice: eccomi qui. Mi scuso
davvero tanto per aver troncato tanto a lungo la storia, ma
quand’ho scritto l’epilogo,
circa due mesi fa, non ne ero del tutto convinta e quindi ho preferito
aspettare, anche se dopo sono ricominciati la scuola, gli impegni
vari...
Insomma, lo sapete;) Voglio solo ringraziare chiunque sia arrivato alla
fine di
questa storia e posso solo sperare che a voi sia piaciuta almeno la
metà di
quanto è piaciuta a me scriverla. Detto questo, a presto con
nuove storie
(Spero!). Baci
Ila