Per
primissima cosa: AUGURI GIGIIIIII! *la travolge in un mega abbraccio*
Io,
svampita di prima categoria, ho scoperto solo oggi del tuo compleanno
(sono
davvero tonta, non hai idea dello shock che ho avuto), ma spero che
apprezzerai
lo stesso questa fanfiction scritta all’ultimo minuto,
perché non potevo
assolutamente non celebrare questo glorioso giorno XD
Un
bacione gigante, ti voglio bene,
Stella
Una
piccola figura ammantata di nero camminava per le
strade di Magnolia, a passo svelto e costante, come chi è in
ritardo e sa che
altri la aspettano.
Un
mese.
Era
passato un mese da quando era partita per quella
missione da sola e non era riuscita nemmeno ad avvisare il Master e i
compagni del
ritardo. Era probabile che l’avrebbe uccisa, anzi era sicuro
come l’oro che
l’avrebbe uccisa.
La
figura deglutì.
Stava
già per disperarsi quando passò di fianco ad un
banchetto di frutta e la salvezza le si presentò luminosa
davanti agli occhi.
Illuminandosi di gioia si precipitò a parlare con il
venditore e dopo dieci
minuti di ardue trattative riprese la sua strada con una grosso
sacchetto in
carta: quello avrebbe potuto rallentare la sua morte. Forse.
Poi
finalmente la vide: la grande fata rossa che
l’attendeva ferma sopra al portone della Gilda di Fairy Tail.
Di casa.
Con
sempre maggior ansia giunse all’entrata e, dopo
aver preso un bel respiro, entrò.
“Sono
tornataaaaa!” urlò a pieni polmoni e abbassando
il cappuccio nero lasciando finalmente vedere il viso roseo contornato
da
lunghi boccoli biondo-ramato tra cui facevano capolino due orecchie da
tigre e
con incastonati due grandi occhi blu scuro.
Nella
gilda regnava il solito caos: sedie volavano
insieme a corpi, barili di sakè, incantesimi, tavoli, armi e
chi più ne ha più
ne metta.
Con
un sorriso respirò l’aria famigliare a pieni
polmoni e già si stava per gettare nella mischia, quando un
urlo agghiacciante
le riportò in mente il motivo della sua fretta.
“MIEEEEEEEEEEEEEEEEEL!!!!!”
terrorizzata la bionda si
girò e vide la fonte di tutti i suoi timori: una ragazzina,
poco più bassa di
lei che già era un puffo, con lunghi boccoli biondi e due
grandi occhi
celesti, avanzava avvolta nella sua felpa dei Beatles a passo di marcia.
Al
suo passaggio o i compagni si spostavano, oppure
venivano letteralmente calpestati, travolit e scaraventati via dalla
furia assassina che puntava a Miel con
il chiaro intento di porre fine alla sua breve esistenza.
Giada
Angels, la Dragon Slayer della Natura, era
incazzata nera e ciò poteva significare solo una cosa: morte
e distruzione.
“DOVE
DIAVOLO SEI STATA PER TUTTO QUESTO TEMPO?! E
PERCHÉ NON HAI ASPETTATO CHE TORNASSI PRIMA DI
PARTIRE?!” ruggì avvolta da un
aura nera avvicinandosi a Miel, che indietreggiava spaventata.
“I-io…”
provò a dire la vittima con gli occhi
spalancati per il terrore.
“TU
COSA?!” sibilo l’altra ormai a qualche metro dalla
sua preda, mentre dietro di lei un enorme drago ruggiva la sua furia.
“I-io…
io… Pesche!” urlò colta da
un’improvvisa
illuminazione prima di lanciare il sacchetto, che aveva comprato, alla
furia
bionda, che lo prese al volo sentendo con il suo finissimo olfatto il
profumo
del frutto afrodisiaco.
“Pesche?”
chiese Giada indecisa alternando gli sguardi
tra il suo bersaglio e il bottino abbracciato.
“Sei
chili.” Rispose Miel orgogliosa lasciandosi
sfuggire un sorrisino.
Ancora
non convinta Giada lo aprì ed estrasse un enorme
pesca, che addentò con gusto.
All’istante
i tratti furiosi del suo volto lasciarono
posto a un’espressione di pura gioia: gli occhi luccicanti,
le guance rosate,
le labbra feline distese in un sorriso deliziato e l’intero
corpo che
galleggiava nell’aria.
“Pesche!”
ribadì gioiosa, prima che Miel le saltasse al
collo, travolgendola e buttandola per terra.
“Mi
sei mancata Gigi!” le disse mentre l’altra cercava
di non morire soffocata sia per la presa che per la pesca che si era
infilata
intera in bocca.
“Anche
tu mi sei mancata, razza di stordita!” ricambiò
Gigi abbracciando l’altra a sua volta e accarezzandole le
orecchie.
“Ma
si può sapere perché ci hai messo così
tanto?!” le
chiese perplessa mentre si rialzavano in piedi.
Miel
arrossì e la sua coda iniziò a muoversi
velocissima.
“Beh…
per acciuffare il ladro ci ho messo due settimane
e poi…e poi mi sono persa!” rivelò con
i lacrimoni agli occhi.
Gigi
si batté il palmo della mano sulla fronte.
“Sei
un caso disperato lo sai?!” le chiese esasperata,
non riuscendo a trattenere però un sorrisino divertito.
“Lo
siete entrambe tappette.” Osservò Gajeel dopo
essersi avvicinato insieme agli altri della gilda alle due bionde.
Una
grossa e preoccupante vena comparve sulla fronte
delle due.
“CHI
HAI CHIAMATO TAPPETTA?!” urlarono in coro prima di
colpire con un doppio gancio destro il Dragon Slayer del Ferro
mandandolo a
schiantare contro la parete. Mentre Levy correva ad accertarsi della
salute del
mago e a rimproverarlo per la sua evidente stupidità, Miel e
Gigi si batterono
un cinque: mai fare osservazioni sulla loro altezza.
“Però
non ha tutti i torti… quante volte ti abbiamo
detto di portarti dietro una mappa, Miel?” le fece notare
Gray, spogliandosi
della camicia e dei pantaloni rimanendo in boxer, causando
così un semi
svenimento in Lluvia, dalla gioia, e in Miel dall’imbarazzo.
“Gray!
I vestiti!” lo rimproverò Gigi sorreggendo
l’amica completamente rossa.
“Sei
un dannato pervertito, ghiacciolo!” lo prese in
giro Natsu, mentre Lucy, appena tornata con lui da una missione, capita
l’antifona si andava a nascondere dietro il bancone del bar
da dove Mira
guardava il tutto sorridente insieme a Laxus, che per qualche strana,
ma forse
non così tanto, ragione la stava aiutando a lavare i
bicchieri.
“Cos’hai
detto fiammifero?” chiese Gray scrocchiandosi
le nocche e ghignando sinistramente.
“Hai
sentito benissimo Capitan Mutanda!” rispose Natsu
prendendo fuoco.
“Vuoi
fare a botte? Prima le hai prese di brutto, sei
sicuro di volerti umiliare ancora?” lo sfidò il
mago del ghiaccio,
“Sono
tutto un fuoco!” gridò allora il Dragon slayer
prima di lanciarsi a testa bassa contro Gray, dando inizio
all’ennesima rissa
della giornata.
A
questo punto anche Elfman, per dimostrare a Evergreen
di essere uomo si lanciò nella mischia, seguito da Gajeel
ancora ferito
dell’orgoglio per prima, che Levy guardava rassegnata da
sopra il suo tomo di
seicento leggerissime pagine; purtroppo nella foga uno dei rissosi
lanciò una
sedia e colpì Mirajane, facendola svenire e quindi Laxus,
circondato da fulmini
e nubi nere, decise di vendicarla lanciandosi anche lui
all’interno della massa
di corpi.
“Pensi
anche tu quello che penso io?” chiese Gigi
alzandosi in volo di qualche centimetro e guardando la maga con le
orecchie da
tigre.
Miel
ghignò scambiando un occhiata complice con
l’amica.
“Ci
puoi scommettere!” rispose mentre le sue mani
venivano avvolte di oscurità.
“RISSA!”
urlarono le due in contemporanea prima di
lanciarsi anche loro nella scazzottata.
Dieci
minuti più tardi erano entrambe sedute al bancone
della Gilda, una con un livido viola sulla guancia e l’altra
con un labbro
gonfio a causa non della rissa, ma dell’intervento di Erza,
che appena tornata
da una missione con Gerard aveva perso le staffe nel vedere una torta
panne e
fragole spiaccicarsi sul viso del suo amato. Non si era capito se fosse
arrabbiata per la torta o per Gerard, ma nessuno aveva osato
chiederglielo.
“Sigh…
stavamo vincendo questa volta!” mugugnò Gigi
addentando la tredicesima pesca.
Miel
annuì, anche lei delusa.
“Di
cosa stavamo parlando prima?” chiese poi
sorseggiando una granita, che aveva gentilmente chiesto
a Gray di prepararle.
“Del
fatto che ti fossi persa come al solito come una
babbea e che avessi vagato per giorni nella foresta a
casaccio” rispose secca
Gigi con un ghigno.
“Però
sono tornata in tempo! Anzi, in anticipo!”
borbottò Miel mettendo il
broncio e incrociando le braccia sotto al seno.
“Per
cosa?” chiese Gigi perplessa.
Miel
strabuzzò gli occhi.
“Ma
come per cosa?! Per il tuo compleanno Gigi!!” urlò
la ragazza sotto shock.
Gigi
lasciò cadere la pesca che stava per addentare.
“Il
mio compleanno? Davvero?” chiese incredula mentre nella sua
testa si accendeva piano piano una grossa lampadina.
“Sì,
Gigi: domani è il tuo compleanno.”
Scandì bene
Miel.
“Lo
sapevo! Lo sapevo che avevo dimenticato qualcosa!”
urlò Gigi allora, alzandosi in piedi e battendosi una mano
in fronte.
“Non
posso crederci che te ne fossi scordata!” sospirò
l'amica prendendo a testate il bancone mentre Lucy e Levy scoprivano a
ridere:
quelle due non cambiavano mai.
“E
non hai un regalo?” chiese allora Gigi
congiungendo le mani sotto il mento con gli occhioni inquietantemente
sbrilluccicanti.
“Domani.”
Sentenziò Miel determinata.
“Come?!
Dai ti prego! Ora sono curiosa! Non puoi farmi questo! FAcciamo finta
che sia oggi, okay?!” supplicò
Gigi attaccandosi al
collo dell’amica, che cercò invano di scappare, ma
il Dragon Slayer le si
incollò addosso con forza e senza la minima intenzione di
lasciarla fuggire.
“Daidaidaidaidaidaidai!”
iniziò a ripetere fino allo
sfinimento, mentre l’amica si tappava le orecchie con le mani.
“BASTA!”
urlò alla fine esasperata Miel, “Hai
vinto!”
“Sì!”
esplose gioiosa l’altra tenendo le mani a coppa.
Con un sospiro Miel lasciò cadere un sacchettino in tela verde acqua nelle mani della ragazza, che veloce lo aprì e rovesciò il contenuto nella mano.
"Buon compleanno, Gigi!" sospirò Miel con un sorriso stampato sulle labbra.
Gigi
spalancò gli occhi e rimase in adorazione
osservando il regalo nei minimi dettagli, mentre l’amica la
guardava in ansiosa
attesa di una reazione.
“GRAZIE!”
esplose in fine con gli occhi luccicanti
balzando addosso a Miel.
Saltellando
in tondo continuò a canticchiare “È
bellissimo”, mentre tutta la gilda assisteva alla scena
ridendo.
“Me
la allacci?” chiese poi emozionata e Miel le mise al collo la
collana con una catenina argento e appesi vari ciondoli, tra
cui due o tre pietre che ricordavano quelle del suo bracciale, delle
note
musicali, la “B” di Beatles, delle pesche, e
infine, al centro, un medaglione
decorato con rampicanti, che si poteva aprire, al cui interno
c’era la foto di
loro due abbracciate.
“Grazie!”
ripete contenta mentre Miel scuoteva la testa,
dicendo che non era niente di speciale.
“E
ora?” le chiese poi, quando l’amica si fu
tranquillizzata un poco.
“E
ora si va in missione!” esultò Gigi,
“Sono tre
settimane che ti aspetto per partire, non hai scelta!” la
minacciò, ma Miel
alzò le mani in segno di resa e senza far resistenza la
seguì alla bacheca.
Dopo
vari minuti in cui entrambe confabularono ed
esaminarono tutte le missioni, Gigi prese un foglietto sorridente.
“Prendiamo
questa!” urlò a Mirajane, sventolando
la missione dove si richiedeva lo sterminio di un demone di classe A.
“Veramente
mi è appena arrivato l’avviso che due nuove
reclute di Sabertooth l’hanno scelta anche loro.”
Cercò di dissuaderle
Mirajane, ma le due ghignarono.
“Vediamo
chi arriva prima!” rispose Miel sicura,
incamminandosi con Gigi fuori dalla Gilda.
“Due
nuovi di Sabertooth…” mormorò Gigi dopo
qualche
minuto, incrociando le braccia dietro la nuca e guardando il cielo,
“Chissà che
tipi sono… di sicuro meno forti di noi!” disse
sicura sorridendo e pregustando
una bella sfida.
“Mi
sembra di averne sentito parlare…”
mugugnò Miel,
rimuginando e cercando tra i ricordi.
“Davvero?”
chiese l’altra guardandola stupita.
“Ah,
dovrebbero chiamarsi… Edward Yoshina, detto
l’Assassino, e Ashuros Bleeder.” Disse infine
convinta e soddisfatta di
esserselo ricordata.
“Già
mi irritano…” borbottò Gigi guardando
Miel che si
aprì in un ghigno mentre una luce nera l’avvolgeva.
“Questo
significa… RISSA!” disse con il fuoco negli
occhi all’amica.
Due
risate spensierate si persero nel cielo
pomeridiano.