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Autore: ristampa    06/11/2013    3 recensioni
'Narrami, o Musa, dell’eroe multiforme, che tanto vagò, di molti uomini vide le città e conobbe i pensieri, per acquistare a sé la vita e il ritorno ai compagni. Ma i compagni neanche così li salvò, pur volendo: con la loro empietà si perdettero, stolti, che mangiarono i buoi del Sole Iperione: ad essi egli tolse il dì del ritorno. Racconta qualcosa anche a noi, o dea figlia di Zeus.'
La storia di Ulisse e della sua Odissea.
E fu così che nacquero gli Hunger Games.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 10 - La fuga fugace
Quella volta, sognai casa.
Immaginai di essere al sicuro, con mia madre e mio padre.
Desiderai di stare con lei fuori di qui.



Improvvisamente, mi sveglio.

- Che cazzo è successo?! - Urlo a due strane figure che mi fissano. Mi alzo di scatto e, agendo d'istinto, afferro lo scollo dalla divisa del ragazzo e lo sollevo, nonostante abbia all'incirca la mia stessa età.
Tutto è ancora molto sfocato, la mia mente è appannata.

- Dimmi cosa è successo! - Ripeto.
- Tranquillo amico, non vogliamo ucciderti. - Dice una piccola voce. - Siamo tuoi amici. -

Li guardo perplesso e lascio ricadere il ragazzo a terra, che ha un respiro di sollievo.

- Voi siete.. - Provo a dire qualcosa, ma non ci riesco.
- I tributi del Distretto 12, quelli a cui hai salvato la vita. - Risponde la bambina.
- Quanto tempo è passato? -
- Circa due giorni, giusto Nathan? -
- Si - Risponde il ragazzo. - Sono successe parecchie cose mentre eri nel mondo dei sogni, sai? -
- Cose del tipo?
- Altri tre morti, il ragazzo del 3 e i due del 6. Dei Favoriti non si sa nulla, penso si siano nascosti in qualche isola. In più, c'è stato un terremoto. -
- Ah. - Non so cosa dire.
- Bene, ora siamo pari. Sierra, andiamo.. - I due si allontanano, verso il nulla.
- Aspettate! - Urlo. - Io volevo dirvi.. volevo dirvi grazie. Davvero, sarei morto senza il vostro aiuto. -
- Anche noi lo saremmo stati se tu non avessi lanciato quel coltello. - I suoi occhi grigi sono privi di espressione, come lo erano durante la Parata. I suoi capelli scuri sono disordinati, esattamente come i miei.
- Nathan.. non è che potremo.. - Chiese la voce sottile. - Vorresti venire con noi? Potremo creare un'alleanza! -
- Niente alleanze. - A quelle parole, lo sguardo della ragazzina si spegne. - Ma se volete, potete stare comunque con me.-
- Possiamo Nathan? - chiese sbattendo dolcemente i grandi occhi azzurri.
- Va bene, ma niente scherzi 4. - Mi dice con una velata minacciosità.

Non avendo tempo per le presentazioni, ci incamminiamo andando a cercare qualcosa da mangiare. Alla fine della giornata ci ritroviamo con un pesce dall'aria commestibile e due lucertole. I due ragazzi hanno inoltre trafugato quattro contenitori di acqua potabile da alcuni tributi morti durante il Bagno di Sangue, così possiamo dissetarci senza troppi problemi.
Le luci del tramonto si riflettono sull'acqua del lago, creando un magnifico effetto. Per la prima volta da quando sono nell'Arena, mi sento tranquillo.
Io e Nathan stabiliamo dei turni di guardia, lasciando dormire la bambina.
Il mio comincia a mezzanotte.

Insieme guardiamo lo stemma di Capitol City in cielo, ma non viene proiettato nessun volto.
Niente morti oggi.
Stanco, vado a dormire.


Dopo qualche ora mi sveglio per dare il cambio a Nathan.
Mi siedo sulla riva e guardo l'acqua. Dio, quanto mi manca casa.

Ad un tratto però sento qualcosa.
Sento dei passi che corrono veloci. Sento un urlo, una richiesta d'aiuto.
Mi catapulto verso quella voce, che conosco bene. Poi la vedo.
Vedo Helly, trapassata in pancia da una lancia affilata, i suoi occhi blu sono vuoti. Davanti a lei, Victoria ride sadicamente.
- Ti avevo avvertito! Ti avevo detto che l'avrei uccisa, e tu cosa hai fatto? Sei stato a guardare! Davvero notevole - Mi dice compiaciuta.
Immerso nell'ira, nel rimorso e nel dolore, sfilo la spada dal petto di Helly e la tiro a Victoria, che però sparisce, riapparendo alle mie spalle come per magia.
Il suo sguardo è assetato di sangue, non c'è traccia dell'esile e innocente fanciulla che avevo visto la sera delle interviste.
Le scaglio di nuovo la lancia, che la trapassa, ma lei la sfila con facilità come se non fosse successo nulla.
- Cosa pensavi di fare? Volevi uccidermi? - Il silenzio intorno a noi è rotto solo dalle sue risate.
Provo a dire qualcosa ma non ci riesco, dalla mia gola non esce alcun suono.
- Signore e Signori - Dice lei con la voce di Caesar Flickerman- Dite addio per sempre a Ulisse Weeking e Helly Syland, i tributi del Distretto 4! -
Recupera la lancia e la tira con una forza soprannaturale contro il mio collo.


- Ulisse! Ulisse svegliati! -

I miei occhi si aprono di scatto, gocce di sudore rigano le mie tempie.
Il mio viso è segnato dalle lacrime.

- Tranquillo amico, era un incubo, solo un incubo. -
- Ma io non..
- Tranquillo. Ci ho pensato io a fare da guardia stanotte. -
- Grazie. -


Mangiamo la mia carne essiccata e, insieme, ci dirigiamo verso il lago.
Tenendoci ben lontani dal punto in cui sono stato aggredito dalle sirene, iniziamo a osservare l'ambiente, fino ad arrivare ai limiti dell'isola. 
Una fitta nebbia oscura la visuale, rendendo così il mio udito più sensibile ai rumori circostanti. 
All'improvviso sento un brivido, poi una voce.

- Pensi che qui ci sia qualcosa di utile, Marcus? -
- Forse sì, forse no. -

Marcus.
Conoscevo quel nome. Mi tuffo in un ricordo di pochi giorni prima.

'' Nel momento stesso in cui riesco a colpire il centro sento un paio di mani che applaudono alle mie spalle.
- Molto bravo, complimenti. - E' Marcus, il ragazzo del distretto 2. Dietro di lui c'è Victoria, la sua compagna di Distretto e i due tributi dell'1.
- Sai, stavamo cercando proprio uno come te. Ci stai? - Mi dice con aria complice, allungando la mano.
- Il vincitore è uno solo. - Gli ricordo. 
- Quando sarà il momento l'alleanza si scioglierà e ognuno di noi avrà maggiori possibilità di vittoria. - La sua voce è viscida e i suoi occhi neri mi mettono a disagio.
''
 

Sono i Favoriti.

- Dobbiamo andare, ora. - Ordino.

Sono vicini, troppo vicini. L'unica via di fuga è il lago, così prendiamo la zattera e ci dirigiamo in acqua. Mentre saliamo sulla piccola imbarcazione Sierra mette un piede in acqua.

I fatti seguenti si susseguono ad una velocità quasi istantanea.

Sierra ritrae il piede con un urlo di dolore.
Tre piranha sono attaccati alle sue dita.
Le voci dei Favoriti si zittiscono.
Una freccia mi sfiora la nuca.

- Forza! - Urlo. - Non abbiamo più tempo! -

Le grida di dolore della ragazzina non ci aiutano affatto. Una scia di sangue esce da quelle che una volta erano le unghie dei suoi piedi.

Un'altra freccia.

La nebbia e l'umidità nascondono i nostri aggressori.
Remiamo a vuoto, affidandoci al nostro istinto. 

- Chi sono? - Chiede una voce maschile.
- Sono quei bastardi del 12, credo - Risponde Marcus. - Insieme ad un altro. Non riesco a capire chi è. -
- Lo so io. - Il suono di quelle parole mi è familiare. E' stato la sostanza degli incubi di stanotte. Quella voce agghiacciante e dura appartiene a Victoria. - E' quello del 4. Quello che ha ucciso Eva. -
- Sai benissimo che non l'ha uccisa lui. - Ribatte il compagno.
- Perchè non volete ammetterlo? Vi fa paura l'idea di affrontarlo?! Che cazzo di Favoriti siete? - Dice lei in tono rabbioso.
- Vic, calmati. Non puoi sapere se è stato davvero lui. -
- Una cosa la so per certo. Io quello lo ammazzo.

Con uno scatto, la ragazza prende l'arco dalle mani di di Marcus e scaglia una scia di frecce nella nostra direzione.
Un attimo dopo, me ne ritrovo una piantata nel braccio.

Dolore, dolore acuto.
Non vedo, non sento più niente, a parte il dolore.
Stacco la punta dal mio arto e vedo che il danno è molto più grave di quanto pensassi.

In un modo o nell'altro arriviamo a riva.
Scesi, iniziamo a correre verso l'instabile ponticello di legno sospeso nel vuoto che conduce all'isola principale. Il mio corpo sembra muoversi da solo, scosso dall'adrenalina.

'Non possono distruggere il ponte' penso. Costituisce l'unica via d'uscita da quella stramaledetta isola, senza di esso rimarrebbero bloccati lì. Sarebbe decisamente controproducente.
Sicuro delle mie considerazioni, avanzo senza guardare indietro verso terraferma.

Come avevo previsto, i Favoriti non hanno distrutto un bel niente, ma ci sono alle calcagna.
Mosso dal mio istinto, mi dirigo verso la fitta vegetazione, seguito dai tributi del 12.

La piccola Sierra inciampa.
Andiamo quindi in suo soccorso, ma i tre Favoriti ci raggiungono e ci accerchiano.

- Bene bene bene, cosa abbiamo qui? - Dice Victoria. I suoi capelli corvini sono raccolti in un'alta coda sulla nuca.
- Tre pesci pronti per essere mangiati - Risponde Marcus accarezzando un coltello.
Il terzo ragazzo si trova dietro di me, e tiene stretta una lancia affilata.

- Come volete morire? Avete una vasta scelta a vostra disposizione! - I tre ridono come bambini che si divertono con il loro nuovo giocattolo.

Sierra piange lacrime silenziose.

- Cominciamo da te, piccola odiosa. - Dice Victoria prendendola per un braccio.

Non potendo sopportare quella vista agghiacciante, mi lancio verso di lei e le strappo la ragazzina.
Sento il tributo dell'1 scagliare la lancia contro di me.

Mi sento morire.

Il mio cuore però continua a battere regolarmente.

Mi giro e vedo il corpo di Nathan a terra, ricoperto di sangue. Si è interposto fra noi e la lancia lo ha trapassato.

- Scappate.. - Ci dice con il suo ultimo respiro rimasto.

Colpo di cannone.

Rabbia rabbia rabbia, sempre più rabbia.
Prima che gli altri due possano fare qualcosa, estraggo l'arma dal corpo del mio compagno e la tiro con forza verso il cuore del suo uccisore.

Un'altro colpo di cannone.

Prendo in braccio la ragazzina e scappo verso la fitta vegetazione.


Quattordici morti in tutto, quattordici vite interrotte dall'inizio dei Giochi.

E' ancora più terribile di quanto potessi immaginare.

  
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