Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: LaGraziaViolenta    06/11/2013    11 recensioni
Stufi dei soliti cliché di Harry Potter? Annoiati marci dalle fantastiche avventure sentimental-sessuali di tre generazioni di Serpeverde? Vi sentite smarriti e frustrati di fronte a dei Grifondoro codardi e dei Corvonero dal QI in singola cifra?
Serena Latini è quello che fa per voi. Le avventure di una sfigata Tassorosso alle prese con incantesimi, fanfiction, pony, cucina inglese e delle sue relazioni coi figli dei personaggi che tanto abbiamo apprezzato.
Zuccherosità, storielle amorose e di amicizia, figure da quattro soldi e battute demenziali attendono una povera Tassorosso made in Italy.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dove Serena Latini è scossa da una febbre che non sapeva di avere, un soffio d’aria al posto giusto le fa rischiare lo svenimento e scopre qual è la Casa più sporcacciona di Hogwarts.
 
 
 
Il giorno dopo, volente o nolente, avevo Incantesimi con Grifondoro. Maledissi il professor Paciock circa una ventina di volte da quando mi alzai a quando raggiunsi l’aula. Arrivai puntuale, ma mi si strinse lo stomaco quando vidi le larghe spalle di Chelsea accanto al cespuglio di carote di Rose Weasley.
Avevo il batticuore. Chissà se Chelsea avrebbe ancora voluto parlarmi. Mi sentivo come un’alcolista alle prese con il suo reinserimento nella società. Presi un respiro profondo e mi avvicinai. Rose Weasley si girò e incrociai il suo sguardo.
«Serena!»
Alcool, perché non circoli a Hogwarts?
Un istante dopo una bomba di più di ottanta chili mi investì e mi mozzò il fiato. Chelsea mi strinse con tutte le sue forze. Annaspai cercando di recuperare aria. Agitai le braccia.
La voce di Rose Weasley squittì: «Chelsea, la strozzi! La strozzi!»
Non appena Chelsea mi lasciò ripresi a respirare. Mi si annebbiò la vista. Allungai la mano per appoggiarmi a un banco.
«Per Merlino, sembrava che stessero per schizzarle gli occhi fuori dalle orbite!»
«Sei viva!» esclamò Chelsea. Il suo viso sprizzava gioia da tutti i pori. Le sue mani calde afferrarono la mia e la strinsero. «Sono due giorni che non ti fai più vedere! Ho provato a chiedere a una Tassorosso di te, però…»
«Non stavo granché bene» risposi. Non era il caso di scendere nei dettagli.
«Meno male che sei tornata!» Chelsea si portò una mano al petto e sorrise, sollevata. «E io che credevo che fosse perché avevi scoperto quella cosa di Albus Potter!»
Sgranai gli occhi e una vampata di calore mi salì dallo stomaco fino al viso. Improvvisamente il banco contro la mia mano mi sembrò gelato. «N-no.» Mi sfuggì una risatina nervosa. «No, ma cosa vai a pensare…»
«Scoperto cosa?» chiese Rose.
Chelsea alzò gli occhi al cielo. «La relazione omosessuale di Albus e Scorpius.»
«Oh!» Rose con la mano diede una spinta alla spalla di Chelsea. «Basta scherzare su questa storia! Albus ne ha fatto un dramma, veramente.»
«Sarà per questo che quando si nomina Serena James fa una faccia scura…»
Era fantastico vedere come quelle due potessero chiacchierare allegramente dei fatti miei come se io non fossi neanche stata presente.
«Ma no, Chelsea, Serena non ti ha detto l’ultima? Credevo di sì, caspita. Ha risposto per le rime a James e lui se l’è presa. A dire la verità io per prima non mi aspettavo una risposta del genere da lei, la credevo più controllata.»
Una fitta di vergogna mi attanagliò lo stomaco. «Non volevo, mi dispiace.»
Rose agitò una mano in aria con fare noncurante. «James è stato parecchio inopportuno, anche se tu…»
«Si può sapere che ha detto?» la interruppe Chelsea.
«James ha fatto una battutaccia dicendo che non poteva fare i compiti perché durante le vacanze era impegnato in…» Rose si interruppe e lanciò un’occhiata preoccupata intorno a sé. Accostò una mano alla bocca e abbassò la voce. «… faccende intime. E Serena gli ha risposto di fare i compiti scrivendo con l’altra mano.»
La bocca di Chelsea si spalancò. «No!»
«Sì!»
«Per davvero?»
«Per davvero!»
«Mi è scappato» mormorai a mezza voce.
Chelsea scoppiò a ridere. «Sei un fenomeno! Uno sgorbietto come te che si mette contro uno spilungone come lui!»
Mi raddrizzai in tutta la dignità del mio metro e cinquantasette e scrutai Chelsea con la mia miglior espressione contrariata. «Non l’ho fatto apposta. Non volevo offendere nessuno.»
«Non si è offeso» fece Rose. «Non sul serio, almeno.»
«E se si è offeso gli passerà! Brava Serena, brava!» Chelsea mi pizzicò la guancia e la tirò. Non dissi niente. Pochi istanti dopo entrò il professore e ci sedemmo tutte e tre vicine.
Anziché concentrarmi sulla lezione passai il resto dell’ora a mordicchiarmi un’unghia e a pensare a tutte le soluzioni possibili per zittire Rose Weasley una volta per tutte. Arrivai alla brillante conclusione che il taglio della lingua era il metodo meno brutale, ma in compenso non riuscii ad eseguire decentemente l’incantesimo dell’invisibilità. Mignolo rimase a rosicchiare la sbarra della gabbia, visibile e rumoroso come non mai. Babbanologia coi Corvonero mi sembrava un’oasi nel deserto. Per preferire una lezione con Jeanie dovevo proprio essere disperata.
Pranzai in fretta e mi avviai a lezione. Forse avevo pranzato troppo velocemente visto che avevo mangiato solo una patata bollita e poi mi ero ingozzata di budino di riso. Di fatto non c’era ancora in giro nessuno, erano tutti in Sala Grande a mangiare. Poco male, mi sarei seduta in fondo all’aula e mi sarei fatta i fatti miei per tutta la lezione. Presa da questi edificanti pensieri girai l’angolo, e quel che vidi mi lasciò pietrificata.
Da dietro una statua sbucava una lunga treccia biondo oro, quasi toccava terra, e un maglione grigio. Vicino alla statua c’era invece Mister Bicipite, in viso una smorfia indecifrabile.
«Scusa, ti ho fatto male?» la voce di Jeanie mi raggiunse. Il mio cuore cominciò a battere all’impazzata. Mi nascosi dietro la parete e fissai i mattoni grigi di fronte a me.
«Be’, avrei preferito se non me l’avessi fatto cadere sul piede...» La voce di Mister Bicipite. «Comunque, grazie. Era… Era da un po’ che lo volevo.»
Silenzio. La parete di pietra mi stava congelando la schiena. Trattenni il respiro.
«Non ringraziare. Va bene così.»
Ripresi a respirare, ma ormai ero in iperventilazione.
Jeanie. Mister Bicipite. Seminascosti da una statua. Jeanie china a terra. E Mister Bicipite avrebbe preferito che non gli fosse caduto sul piede.
Non serviva una laurea in fanfiction con specializzazione in yaoi per capire cosa stava succedendo.
Anche se a voler essere fiscali non era proprio yaoi.
«Sicura di tenerlo bene questa volta?»
Con le unghie grattai le pietre della parete gelata. Iniziai a tremare.
«Tranquillo, non mi scappa più.» Jeanie ridacchiò. Una risata leggera.
Improvvisamente mi fu tutto chiaro. Ora sì che capivo. Le voci pruriginose e indecenti che giravano ad Hogwarts sulla Casa di Serpeverde erano solo una copertura. In verità la Casa sporcacciona era quella di Corvonero.
Avrei dovuto immaginarlo. Dopotutto il suo simbolo era un uccello.
Un rumore di passi echeggiò in corridoio.
Bip. Bip. Bip.
«Ehi.»
Malfoy radar in attivazione.
Mi voltai. Dalla stessa direzione da cui ero arrivata io comparve Scorpius Malfoy. Insieme ad Albus Potter.
Il mio tremito divenne incontrollabile.
Scorpius alzò un sopracciglio biondo. «Latini, tutto bene?»
«Bene» ripetei.
Il mio sguardo saettò su Albus Potter.
No, non in quel momento. Potevo incontrarlo comodamente il giorno dopo, ad Erbologia, quando sarei stata costretta ad affrontarlo. In quel momento non ero pronta.
Potevo fuggire. Ma se fossi fuggita Jeanie e Priscus mi avrebbero vista. Peggio, Scorpius e Albus avrebbero visto Jeanie in quell’atteggiamento indecente. Mi tornò in mente Jeanie, al campo da Quidditch, quando aveva sbarrato la strada a Malfoy.
Allungai un piede, cauta. Mi staccai dalla parete. Feci un passo. Un altro. Mi misi davanti a Scorpius e Albus. Tremavo come una foglia.
«Serena, sei sicura che sia tutto ok?» L’espressione di Albus si fece preoccupata. «A Pozioni lunedì non sei venuta, sei ancora malata? Sei rossissima, stai tremando… Hai la febbre?»
Febbre? Febbre? Gas Gas, ti prego, corri sulla tua ruota più veloce che puoi, fai girare questi ingranaggi arrugginiti…
«La febbre…»
Corri, Gas Gas, corri…
«Ecco, io…»
Fottuto criceto, corri!
«Sì, hai la febbre» concluse Albus. Malfoy indietreggiò.
«Andiamo, un po’ di febbre non è mica la peste.»
Quella voce mi fece sobbalzare. Mi voltai.
Jeanie.
Jeanie avanzò, il grosso libro di Babbanologia fra le braccia, e si fermò di fianco a me. Spinse gli occhiali alla base del naso e fece una risata sommessa.
«Cos’è quella risata saccente?» fece Malfoy.
Accanto a me Jeanie scosse la treccia. «Niente che ti riguardi, Malfoy. Non temere, Serena non è contagiosa.»
«Non dovrebbe andare a lezione se non sta bene» obiettò Albus.
«Invece fa bene» disse Jeanie. «Ha già perso due giorni, non può di certo perdere tutta la settimana. Un'altra dose di Pozione Pepata questa sera, e domattina sarà come nuova.»
Scorpius si soffiò via un ciuffo biondo dalla fronte.
Ebbi paura che le gambe potessero cedermi. Mi aggrappai al braccio di Jeanie. Visione celestiale.
«Se è così…» fece Malfoy.
«Puoi sempre fare un gesto da gran gentiluomo, Malfoy.» Jeanie inclinò la testa e un angolo della sua bocca si sollevò in un mezzo sorriso. «Visto che sei così preoccupato per Serena potresti portarle la borsa fino all’aula di Babbanologia.»
Sgranai gli occhi. Jeanie era impazzita. Cercai di tirarle il braccio con più discrezione possibile.
Albus disse: «Se ha…»
«Non credo che sia il caso» lo interruppe Malfoy. «Non posso neanche dire grazie per l’offerta, visto che non mi sono offerto.»
«Oh, che battuta caustica. Be’, noi è meglio che andiamo, visto che abbiamo lezione.»
«Ah, un momento» fece Albus. «Volevo dirvi che…»
I suoi occhi verdi si spostarono su di me. Arrossii.
«… Hagrid è riuscito a prendere alcuni unicorni. Sapete, per Cura delle Creature Magiche. Sono degli animali veramente belli, magari vi farebbe piacere vederli.»
Jeanie mi diede uno scossone. Capii che dovevo rispondere io. «Sì. Certo. La febbre.»
«Quando ti sarà passata la febbre, ovvio» disse Albus.
Serrai le labbra e annuii. Per fortuna Albus aveva confuso la mia deficienza con un’affermazione sensata. Era meglio tacere che dire altre scemenze.
Malfoy alzò le sopracciglia bionde. «A te interessa, Joy?»
«Oh, sì, potrebbero essere carini.»
Sì, in effetti gli unicorni potevano essere carini, se somigliavano ai My Little… Come? Guardai Jeanie, stupefatta. Aveva detto che potevano essere carini?
«Jeanie Joy…» mormorai.
Dire che erano carini quando Albus mi aveva appena invitata a vederli era come accettare di unirsi a noi. Jeanie che si univa a un’uscita di gruppo? Quando aveva sempre cercato scuse per non venire con noi?
«Credo che chiederò a Priscus di accompagnarmi a vederli.»
Gas Gas rimase con una zampina impigliata all’asticella della ruota. Incominciò a girare a velocità vorticosa insieme alla ruota, poi d’un tratto la zampina si sganciò e lui volò via.
A giudicare dalle espressioni di Albus e Scorpius anche nei loro cervelli stava accadendo qualcosa di simile.
«Priscus chi?» chiese Albus.
«Ma sì che lo conoscete, Priscus Belby. Il battitore di Corvonero.» Jeanie fece un sorrisino superiore e agitò la mano con una noncuranza falsissima. «Via, Potter, hai giocato la prima partita dell’anno contro di lui. Visto che mi ha invitata ad uscire potrei proporgli di andare a vedere gli unicorni.»
«Ah, quel Priscus!» Albus batté un pugno contro il palmo della mano. Sorrise. «Ho capito! Scusa, è che l’ho sempre chiamato Belby, non ricordavo il suo nome.»
Gli occhi grigi di Malfoy erano talmente sgranati da sembrare grandi come tazzine da caffè. Gli lanciai un’occhiata interrogativa, e lui fece lo stesso con me.
«Jeanie, la lezione» mormorai meccanicamente.
«Oh già, è vero.»
Oh già, è vero. Jeanie che si dimenticava delle lezioni. Cose dell’altro mondo.
«Ci vediamo, ragazzi.»
«Buona lezione» disse Albus, e agitò la mano in segno di saluto.
Rimasi attaccata al braccio di Jeanie e mi lasciai trascinare in classe. Quando finalmente posai il sedere su una sedia mi aggrappai al banco.
Cribbio, credevo che quel momento orribile non sarebbe mai finito.
Alzai lo sguardo verso Jeanie. Non sapevo da dove cominciare. Così cominciò lei.
«Serena Latini, ti dovresti vergognare.»
Immediatamente abbassai lo sguardo. Jeanie si mise le mani sui fianchi e mi squadrò attraverso le lenti spesse dei suoi occhiali.
«Marinare le lezioni in questa maniera, con tanta leggerezza. Come se fosse successo qualcosa di grave! Perché non credere che io non sappia perché l’hai fatto, eh? L’hai fatto perché avevi paura di incontrare Albus Potter nei corridoi!»
Be’, anche.
«E farti venire a ripescare in dormitorio da un professore! Ne ha parlato tutta la scuola!»
Arrossii. Posai le mani sulle guance bollenti. «Veramente?»
«Come se tu non conoscessi le regole!»
Un terzetto di Corvonero entrò in classe e ci guardò con curiosità. Jeanie lanciò loro un’occhiata assassina. Il terzetto si allontanò.
Jeanie, ti ho vista china per terra nascosta dietro la statua in un atteggiamento assolutamente equivoco con Priscus. No, non era il momento migliore per dirlo.
Entrò un altro gruppo di Tassorosso. Jeanie sbuffò. «Ne parliamo a fine lezione.»
Mi accasciai. Poggiai la guancia sulla fredda superficie del banco. «Pietà per quest’anima peccatrice.»
«La pietà è per i deboli.»
E io chi ero, Xena la principessa guerriera?
Trascorsi la lezione di Babbanologia in coma. Dopotutto il professor Paciock aveva chiesto la presenza, non la partecipazione. Anche perché studiare cose come “i mestieri babbani” per me aveva un che di paradossale. Va bene che mi piaceva vincere facile, ma così era troppo. Al diavolo il M.A.G.O. senza sforzo.
In compenso a fine lezione avevo pronto il mio bel discorsetto.
Non avevo fatto i conti con l’orario.
«Ti conviene sbrigarti, Serena. Hai lezione di Storia della Magia coi Grifondoro, vero? O vuoi che il professor Paciock venga di nuovo a prenderti per le orecchie?»
Boia d’un mondo. Avrei dovuto resistere fino a sera per sapere se Corvonero era veramente una Casa di sporcaccioni.
  
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: LaGraziaViolenta